2.1 – Designazione dei cavi armonizzati secondo la nor ma. CEI 20-27 (da «
btscuola». BTICINO). Alle sigle della tabella va aggiunta la composizione del
cavo: ...
ISBN 978-88-5280565-3 © 2012 RCS Libri S.p.A. – Milano
Ristampe: 2012 2013 1 2 3
2014 4 5
2015 6 7
2016 8 9
2017 10 11
Stampa: Leza S.r.l. Milano Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera: Coordinamento editoriale Impaginazione Redazione Copertina
Barbara Speziali Datacomp Valselice, Imola (Bo) Marina Guglielmi, Flavia Bonetti Studio Mizar, Bergamo
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Prefazione L’opera fa parte di una collana composta di tre testi relativa all’indirizzo Manutenzione e assistenza tecnica (settore Industria e artigianato), previsto dal nuovo ordinamento, per il secondo biennio e quinto anno dell’Istruzione Professionale. Il volume è rivolto a studenti del terzo anno per la disciplina Tecnologie e tecniche di installazione e di manutenzione e, considerata la notevole mole di esercitazioni di laboratorio, lo stesso testo può ritenersi valido anche per la disciplina Laboratori tecnologici ed esercitazioni. Gli argomenti trattano i sistemi di produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica e varie tipologie di impianti tecnici, sia elettrico-elettronici con particolare attenzione a quelli domotici, sia quelli riguardanti la climatizzazione (riscaldamento, raffreddamento) degli edifici. La massima considerazione è stata rivolta al quadro normativo e agli aspetti legati alla sicurezza, all’installazione, manutenzione e guasti degli apparati costituenti gli impianti. Sono state trattate, inoltre, con meticolosa attenzione, le Parti concernenti il laboratorio con esempi applicativi per l’installazione degli impianti elettrici negli edifici residenziali e nel terziario, di notevole rilevanza non solo per l’ambito professionale cui è rivolto l’indirizzo, ma soprattutto fondamentali per gli aspetti didattici e formativi degli allievi; aspetti, tra l’altro, ben specificati nel nuovo ordinamento degli Istituti Professionali attraverso linee guida del processo di insegnamento/apprendimento, che consente agli studenti di diventare protagonisti acquisendo il sapere attraverso il fare. Nello svolgere questo compito, si è tenuto presente il livello di preparazione generale degli studenti e la loro conoscenza degli argomenti acquisiti durante il primo biennio del piano di studi e conseguentemente si è cercato di ridurre al minimo le notazioni matematiche. Particolare cura è stata posta nell’utilizzare un linguaggio il più possibile piano e incisivo in modo da unire chiarezza espositiva ed efficacia didattica. Una importante novità riguarda l’Aula digitale che permette ad allievi e docenti, attraverso la connessione internet, di condividere approfondimenti, schede tecniche, documentazione d’uso e conoscere aggiornamenti di varie tematiche trattate nel volume. Un notevole sforzo è stato compiuto per rendere aggiornato il testo non solo negli argomenti e negli esempi, ma anche nell’apparato iconografico da intendersi parte integrante del testo stesso. I disegni e le figure sono state redatte secondo le più recenti normative Nazionali e Internazionali. L’opera è suddivisa in 12 parti, dedicate a macroargomenti, ognuna delle quali ripartita, a sua volta, in varie Unità suddivise quindi in Paragrafi. I questionari generali di verifica, le elaborazioni o gli esercizi concludono le singole Parti. L’intero lavoro è stato svolto mettendo a frutto l’esperienza maturata in decenni di attività didattica e professionale degli Autori, i quali saranno grati a quanti vorranno far loro pervenire osservazioni e suggerimenti. Desideriamo ringraziare l’ing. Ruggero Giometti per la cura dell’editing e per la consueta disponibilità nei nostri confronti.
Gli Autori
III
Guida alla lettura In queste pagine trovi indicazioni utili per organizzare lo studio al meglio, attraverso gli strumenti che il corso di Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione ti mette a disposizione: l il tuo libro di testo cartaceo; l le espansioni che puoi consultare o scaricare collegandoti all’indirizzo www.auladigitale.rcs.it. Il testo, strutturato in Parti e Unità, tratta in modo completo i temi previsti dai programmi ministeriali, affrontandoli in modo essenziale e approfondendo un ampio numero di elementi pratici e applicativi. 6
Ampia parte del testo è dedicata ad attività di laboratorio. Un ricco e puntuale apporto grafico agevola la comprensione dei concetti teorici più ostici della materia.
a)
catagie di cavi (da Fig. 2.2 – a) Tipolo municalogo CEAT); cavi per teleco b) tipologie di na TV (da io di dati, anten LI). zione, scamb PIREL cavi” dei “Guida alla scelta
b)
(da «btscuola» norma CEI 20-27 conduttori, letti secondo la di cavi armonizza composizione del cavo: n° e. nazione dei la del conduttor la va aggiunta Tab. 2.1 – Desig assente, sez. sigle della tabel , lettera X se 50 V; BTICINO). Alle di protezione 07 5 Un 450/7 riconosciuto; il conduttore nale esiste se nazio G ile; 4 5 n° concavo tera 4G1,5. N 5 uttore flessib 2 ne N07 RN-F . rene; F 5 cond nazio mm lorop 1,5 desig e polic di conduttor Esempio 5 guaina in nte; 1,5 5 sez. in gomma; N prese zione R 5 isolante prote conduttore di CON MARCHIO duttori; G 5 Riferimento alle norme
H A N
Tensione nominale
03 05 07 1
Materiale isolante
Schermatura e armatura
V R G9
C A7 C7 C4 Z2 Z3 Z4 Z5
Guaina
N V
Forma del conduttore
Unità 2
2.8
iche Le linee elettr
Fig. 2.11 – Esem remoto (da fascic pio installativo di comando/c olo tecnico VIMA ontrollo da R).
TO ARMONIZZA AUTORIZZATO 00 V NAZIONALE INALE U0 /U 300/3 TENSIONE NOM INALE U0 /U 300/500 V TENSIONE NOM INALE U0 /U 450/750 V TENSIONE NOM INALE U0 /U 0,6/1 kV TENSIONE NOM RO - PVC LORU INILC POLIV TICA GOMMA SINTE SPECIALE RETICOLATO DI RAME ELASTOMERO CONCENTRICO CONDUTTORE ROSTATICO DI ALLUMINIO SCHERMO ELETTA FILI O NASTRI DI RAME SCHERMATURA A TRECCIA DI FILI DI RAME URA SCHERMAT A FILI ARMATURA A PIATTINE ARMATURA A NASTRI ARMATURA DI ACCIAIO TRECCIA DI FILI E POLICLOROPREN RO - PVC POLIVINILCLORU O UNIC FILO 2U A FISSA CORDA RIGID 2R IBILE PER POSA ZIO MOBILE CORDA FLESS 2K IBILE PER SERVI CORDA FLESS 2F
correnti contro le sovra ne e le protezioni di bassa tensio
Controllo rem in un apparta oto di carichi mento Nelle abitazioni lare alcuni caric, in caso di frequenti assen ze può esser hi e poter varia e utile Nell’esempio re i parametr di i dell’impianto monitorare e controlfaccia BUS, sarà figura 2.11, da una semp di termoreg lice telefonat possibile: olazione. a, con il comu ● coma nicatore e l’inte ndare l’impianto r● coma ndare l’accension d’irrigazione; e delle luci ester za accensione ne e/o -speg della simulazio nimento luci ● varia e apertura tapp ne di presenza re i parametr i della termoreg (sequenarelle secondo ● dare il consenso all’at una sequenza olazi logica); tivazione dell’i one (automatico, manu ale, spento, acces mpianto di cond o); izionamento.
Questionario generale
95
ore Pompe di cal
otecnica ipi della term iore tando i princ eratura infer ica che, sfrut macchina term ambiente a temp e permette, ad calore è una calore da un di calor La pompa di o di trasferire 1). Una pompa abitazione all’esterot), è in grad Unità 1, par. (ciclo di Carn nterno di una in inversuperiore (vedi dall’i ra ario, ica eratu na); al contr e energia term a uno a temp eratura inter erire in estat temp trasf . di della pio, esem ssamento o all’interno o così un abba di raffreddamenica dall’estern no (ottenend una funzione rsione del ciclo energia term calore svolge o di trasferire la pompa di no, è in grad damento; l’inve pa di calore ione di riscal nel primo caso pom svolge una funz del gas nel circuito. Una È evidente che secondo caso gati da tubazioti to, mentre nel licemente invertendo il flusso principali, colle componenti tro componen tro semp quat I uta quat gas. da è otten ente composta o) un opportuno è fondamentalm quali fluisce (in ciclo chius sono i seguenti (fig. 2.3): e tore. dei ● l’evapora ni, all’interno pompa di calor e; la ti nsion tuen espa di costi ● il dispositivo oclorofondamentali ensatore; entali del mon enti: cond ambi ● il ni re; o per ragio dei segu ● il compresso la messa al band 22 o R22) è uno mente freon nel ciclo, dopo all’R22 (il suo Il gas utilizzato (CHF2Cl, chiamato frequente teristiche simili o gico; ha carat i modifiche) ma difluorometan gas definito ecolo non richiede sostanzial amente il primo ettate per R22 ● R407C, storic di calore prog e pomp in basso utilizzo un più nveniente di presenta l’inco tto al precedente R22; rendimento rispe molto diverse caratteristiche può essere ● R410A, ha e dell’R22 (non rispetto a quell pe di calore progettate pom ere effiutilizzato in nte di raggiung conse e ) l’R22 per elevate. cienze molto calore può fununa pompa di Si è visto che alità: onamento della ipio di funzi distinte mod due in re Fig. 2.3 – Princ a sinistra in colore più chiaro ziona ; a. pompa di calore , a destra quella più fredd mento; ● in raffredda . la parte più calda 2. Valvola di espansione nto. ore. di ● in riscaldame ensat pa e. 1. Cond di una pom 4. Compressor ratore. l’efficienza eguentemente 3. Evapo Per definire ducono cons parametro che un calore si intro è ), Ratio o; i distinti: gy Efficiency raffreddament due parametr getica EER (Ener re funziona in metro che efficienza ener di un climatizzatore ment ce), è un para ● l’indice di a elettrica nt Of Performan iona in riscaldamento. indica l’efficienz e COP (Coefficie re funz e te di prestazion un climatizzatore ment ● il coefficien rtante controllar a elettrica di damento, è impo e; inoltre occorre riscal in indica l’efficienz iona endi calore funz no alla quale può funzionar certa pompa (cala notevolm mbiente ester Quando una dell’ambiente è riservato eratura dell’a temperatura pa di calore pom la minima temp che il COP dipende dalla nine ne il term il riscaldame nte Nell’uso comu tenere prese eddamento che dei locali sono temperatura). tuare sia il raffr mento te al calare della sibili in grado di effet al solo raffredda rever recchi destinati alle macchine ersa gli appa Vicev i. local to dei tizzatori. chiamati clima dalla relazione: è sempre data to di efficienza pprofondimen di calore e del parametro EER la quantità casi la definizion e spostato . Nel caso si consideri In entrambi i quantità calor consideri COP 5 re nel caso si assorbito enza o ment strare , effici lavor e ddare indic e da raffre dare. Si può dimo tta all’ambient biente da riscal sottra all’am a ta quell forni è a è quella considerata calore considerat la quantità di 1 nte relazione: COP 5 EER 1 che vale la segue
Se è installato anche il sistem sarà possibile ricevere i mess a antintrusione BUS, colle gato all’accopp aggi di allarm Nella figura 2.11 i tecnici o di iatore di linea intrusione. , nella figura 2.12 è raffigurata la pianta del locale per l’imp è riportato lo ianto considera schema elett rico relativo. to, mentre
di
verifica 10 Quale I sensori d’ince tra i seguenti ndio più diffus sistemi di contr i sono: a) Sensori di più sicuro? ollo accessi è fumo. b) Sensori di a) Badge ottico calor c) Sensori ottici e. b) Siste ma di fiamma. biom etrico con contr ollo 2 impronte digita Le lenti di FRES delle li. NEL sono impie c) Badge magn a) Nei senso gate: etico. ri di fumo. 11 Il sistem b) Nei senso a telepass per ri volumetrici antintrusione il pagamento infrarossi. autostradali è a raggi dei pedaggi un sistema di c) Nei senso controllo acces tipo: ri volumetrici si di antintrusione onde. a) Biometrico a micro. b) A badge magn 3 In un locale con etico. presenza di gas c) Con sistem latore deve esser metano, un rivea RFID. e installato: 12 In a) A circa 30 quale gamma cm dal pavim di frequenza ento. b) A metà paret di funzioname per badge sono e. nto più frequenti c) A circa 20 le “collisioni” a) 2,4 GHz. cm dal soffitto. ? b) 125 kHz. 4 In un locale con presenza di GPL, c) 900 MHz. deve essere instal un rivelatore lato: a) A circa 30 cm dal pavim ento. Elaborazion b) A metà paret e e. c) A circa 20 1 Tracciare lo schem cm dal soffitto. a a blocchi di rivelazione in un sistema di 5 cendi. In un impianto di 2 Illustrare i divers tipo centralizzat illuminazione di sicurezza i tipi di senso di o, le linee che ri antintrusion 3 alimentano le pade di sicure Elencare alcun e. lamzza … i tipi di locali, presenti in abita a) Possono esser ne o edifici a ziouso terziario, e in cui è oppo b) Devono esser posate insieme alle altre linee. presenza di un rtuna la e impianto rivela c) Devono esser esterne all’edificio. zione gas. 4 Dovendo instal e resistenti lare un impianto all’incendio costruzione o un’abitazione antintrusione per per posa. per di quattro stanz 6 e più servizi e dinetto anne In un gruppo giarsso, disegnare di continuità a piacere la piant dell’edificio e statico, la tensio generata: il posizionam ne ento degli eleme a costituenti l’impi a) È una tensio nti anto. ne 5 b) È una tensio perfettamente sinusoidale In che cosa consi . ne ste un cablaggio c) È una tensio continua. 6 tipo BUS? Disegnare lo ne di forma schema di princ quasi sinusoidal che richiede un ipio di un sistem BUS. e, filtraggio. a 7 7 Che cosa è un Disegnare i comp UPS? a) Un gruppo per un impianto onenti e relativi collegamen di continuità ti antiallagamento a “commutazione b) Un gruppo 8 di un locale. Che cosa si intend ”. di continuità a “tempo zero” e per sistem za interruzion 9 a BUS “aperto”? (sene). Elencare quali c) Un gruppo sono i vanta elettrogeno. ggi di un sistem BUS. a 8 Che cosa sono 10 Defin ire il controllo i “telegrammi” accessi. in un sistema per la domotica? 11 Illustr BUS are i vari tipi di a) Segnali, in badge disponibili forma digitale, ve carat e le relatiteristiche. inviat b) Segnali, in uscita dagli attua i sul BUS. 12 Spieg c) Programm are tori. in che cosa i per la gestio consiste un accessi biom ne del sistem controllo etrico. 9 a. Da quanti cond 13 Spieg uttori è costituito are la differenza a) Uno per ogni un sistema BUS? tra metodo di componente ne 1:1 e 1:n comparazio allacciato. in un sistema b) Due per ogni biometrico, evide componente ziandone vanta allacciato. c) Due o quatt nggi e svantaggi. ro (a seconda 14 Elenc dei sistemi) in are i componen tutto. ti e spieg funzione per un sistema TVCC are la rispettiva . 1
Fig. 2.12 – Schem a elettrico dell’im accoppiatore pianto di coma di linea (da fascic ndo/controllo olo tecnico VIMA da remoto con R). comunicato
PARTE 12
BUILDING AUTOM
LABORATORIO:
17.2
ATION E DOMO TICA
17.3
Funzionam
ento (tav. U 17) Esempio per il primo pian o
Circuito di chiam ata dal posto ne AC, pulsa esterno P – Si nte chiude il circu Circuito fonic SB1 contatto A, ronzatore ito composto o (ad esempio da: alimentazi HA1, ritorno. 1° piano) – All’a oalza la corne tta vviso di chiam ricevitore e ricev chiudendo i due contatti ata il citofono A; così facen A del 1° piano itore -microfono dei do dispone in guentemente due apparecch serie microfono può avvenire i (citof la comunicaz ono e posto ione tra i due. Per i piani succe esterno); conse ssivi valgono le mede dei vari appa sime considera rtam zioni. Come di volta in volta enti sono disposti in para si nota tutti llelo tra loro con il posto ester i citofoni e sono posti Il comando dell’e no. in comunicaz ione ogni piano dispo lettroserratura avviene prem sti in parallelo endo uno dei tra loro. pulsanti corri spondenti a
Osservazioni Dato il parallelo dei citofoni, di ascoltare la qualunque uten conversazione eliminato con di un altro inqu te, alzando la cornetta, sareb l’inserimento ilino chiamato; be di un circuito Tutti i citofoni l’inconveniente in grado elett saranno così può essere esterno. disabilitati con ronico per il “segreto di conversazione” esclusione di Quando gli uten . quello chiam ato dal posto ti ragg iung ono non è più possi bile usare, per un numero considerevole, a pulsante; si tipico la chiam dei grandi cond ata dal posto ricorre allora omini, esterno, una a tastiere num e numeri) sulle tastie eriche (solo num ra quali viene comp utente; la comp eri) o alfanumer tradizionale osto un num osizione abilit ero iche o una combinazi (lettere Tipico di ques a one diversi per to tipo di impia la chiamata. ogni nto è l’effetto Larsen.
Molteplici sono gli strumenti di supporto allo studio: definizioni, approfondimenti, schemi, grafici, tabelle e disegni dettagliati che illustrano gli argomenti trattati.
Approfondimento
L’effetto Larse n (dal nome detto anche del fisico Absa feedback acust lon Larsen che emessi da un ico, è il tipico per primo ne altoparlante ritornano a esserfischio stridente che si svilup scoprì il principio), un microfono . e captati con pa Quando un segna sufficiente poten quando i suoni za di innesco all’altoparlante le a una certa frequenza da processo ricors ; se la frequenza ha un’am entra in un microfono, viene piezza super ivo iore a una certa amplificato e arriva giro della caten per cui la frequenza stessa viene amplificata ogni soglia, si innesca un L’effetto si innesa. volta ca solita che compie un mente quando ta una frequ il enza emessa da quest’ultim microfono è troppo vicino quindi viene ampl o, all’altoparlante Tipici casi dell’e ificata e riprodotta a sua in un dato momento, più e forte delle altre capamplificazione ffetto Larsen si riscontrano volta con ampiezza via che via crescente. Per eliminare di gruppi musicali in perfo negli impianti HI-FI o negli questo incon rmance live. impianti audio veniente il modo fonico, è quell di o di attenuare migliore di tro presente sul posto ester il guadagno di preamplificagire, nel caso di un impia nto citono, tramite un azione agendo cacciavite. su un potenziom e-
A
245
Unità 2
Generatori di
IV
e di calore
calore e pomp
BUS,
SOLUZIONI DOMO TICHE
Per verificare l’acquisizione delle conoscenze e la capacità di rielaborazione dei concetti, nelle pagine finali delle unità si trovano numerosi esercizi.
204 PARTE 7
re, interfaccia
354
324
PARTE 11
LABORATORIO:
IMPIANTI ELETT RICI TRADIZIONA
LI CIVILI E PER IL TERZIARIO
Il tuo libro su web I contenuti del tuo libro proseguono sul web all’indirizzo Internet www.auladigitale.rcs.it. Sulle pagine del testo trovi i rimandi alle espansioni: digitando il codice che hai trovato all’interno di questo volume, potrai accedervi direttamente e scaricarle sul tuo computer. La sezione digitale del corso verrà costantemente aggiornata e arricchita con nuovi materiali di supporto allo studio.
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approfondimenti; schede tecniche; documentazione d’uso; software; test.
Strumenti sempre disponibili: l
indicazioni utili per l’uso del foglio di calcolo;
l
calcolatrice;
l
unità di misura;
l
linkografia a siti di interesse dedicati ai diversi ambiti tecnologici.
V
Indice
1
parte
Premesse
1. Unità di misura
1.1 1.2 1.3
Il Sistema Internazionale Multipli e sottomultipli delle unità di misura Simboli di grandezze e unità di misura (norma CEI 25-7)
2. Convenzioni
2.1
Convenzioni di scrittura
2
parte
2 2 2 3 8 8
Legislazione per il settore elettrico e quadro normativo
1. Principali Enti normatori e legislazione riguardante il settore elettrico-elettronico
1.1 1.2
Principali Enti normatori Legislazione di interesse particolare per il set tore elettrico-elettronico
2. Norme CEI
2.1 2.2
Tipologie di norme Criteri di consultazione di una norma CEI
3. Marcatura CE e marchi di conformità di un prodotto alle norme
3.1 3.2
Marcatura CE Marchi di conformità di un prodotto alle norme
Approfondimenti ElencodeiComitatiTecniciedelleprincipalinormeCEI
Schede tecniche IEC(ininglese)
Test
VI
10 10 11 12 12 12 14 14 14
3
parte
Disegno elettrico-elettronico
1. Norme generali per il disegno tecnico
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5
Tipi di scala Linee Formato dei fogli Presentazione di un foglio completo Piegature dei fogli
2. Segni grafici e codici letterali per il settore elettrico-elettronico
2.1 2.2 2.3
Segni grafici Principali segni grafici Codici letterali per l’identificazione dei componenti
3. Rappresentazione dei segni grafici
3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7
Segni grafici generali, distintivi, composti Orientamento dei segni grafici Segni grafici collegati meccanicamente Segni grafici per diversi tipi di schemi Identificazione dei segni grafici tramite codifica Marcatura dei terminali dei contatti Disposizione dei segni grafici negli schemi
18 18 18 19 20 21 22 22 22 28 31 31 31 32 32 33 33 34
4. Norme generali per il disegno elettrico-elettronico
36
36 37 38 38 40 40
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6
Individuazione dei morsetti degli apparecchi e delle estremità di conduttori Linee di connessione Incroci e derivazioni Rappresentazione dei circuiti Riferimenti incrociati (rimandi) Rappresentazione di diagrammi di sequenza
5. Tipologie di schemi
5.1 Schemi elettrici multifilari, unifilari, funzionali (tavola U 5A) 5.2 Schemi elettronici (tavola U 5B) 5.3 Schemi planimetrici e di macchina (tavola U 5C) Questionario generale di verifica Elaborazione
42 42 43 44 46 46
Schede tecniche Minivocabolarioelettrotecnico (italiano-inglese)
Test
VII
parte
4
Produzione e trasmissione dell’energia elettrica
1. La disponibilità di energia e le caratteristiche dell’energia elettrica
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6
Il problema energetico Fonti energetiche rinnovabili e non rinnovabili L’energia elettrica Il diagramma di carico dell’energia elettrica La produzione dell’energia elettrica Specchio introduttivo delle principali fonti di energia
48 48 48 49 50 50 51
2. Principali centrali tradizionali
per la produzione di energia elettrica
2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9
3.
3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6
4.
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5
5.
5.1 5.2
6.
6.1 6.2
Cenni sulle centrali idroelettriche Piccole centrali idroelettriche Centrali termoelettriche Centrali a turbogas Centrali a cicli combinati Centrali con motore diesel Gruppi elettrogeni Centrali termonucleari Centrali geotermiche
Principali tipi di fonti alternative
Energia solare Celle a combustibile Energia eolica Biogas La cogenerazione Risparmio energetico
Impianti fotovoltaici
Celle fotovoltaiche Tipologie degli impianti fotovoltaici Composizione di un impianto fotovoltaico Energia elettrica ottenibile da un impianto fotovoltaico Cenni all’incentivazione economica del fotovoltaico e allo “scambio sul posto”
Impianti eolici
Aerogeneratori Centrali eoliche
Trasporto dell’energia elettrica
VIII
Classificazione dei livelli di tensione Componenti di una rete elettrica
53 53 57 57 59 59 60 60 61 62 63 63 65 66 66 67 68 69 69 70 71 74 75 76 76 79 80 80 80
6.3 6.4 6.5
6.6 6.7
6.8
Linee elettriche e relative caratteristiche costruttive Aspetti di sicurezza per linee elettriche aeree Problemi di sicurezza e cautele riguardanti le linee e lettriche in generale Funi di guardia e messa a terra dei sostegni Limiti di esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti Schemi di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica
81 82 82 83 83 84
Questionario generale di verifica
86
Elaborazione
86
Approfondimenti Ilcarbonepulito CentraledipompaggiodiEdolo Solaretermico Lagenerazionedistribuita Mappaeolica Celleafilmsottile Effettoombracomeevitarlo?
Schede tecniche Recyclingphotovoltaicmodules
Test
parte
5
Distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica
1. Le cabine di trasformazione MT/BT
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6
I sistemi di distribuzione dell’energia elettrica in bassa tensione Generalità, definizione e classificazione delle cabine Le cabine di distribuzione pubblica Le cabine di trasformazione private Composizione di una cabina privata Schemi tipici di cabina
88 88 88 89 90 91 93
2. Le linee elettriche di bassa tensione e le protezioni contro le sovracorrenti
2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6
Conduttori I cavi La conduttura elettrica La portata di un cavo La caduta di tensione di una linea I canali elettrificati
94 94 94 96 97 100 102
IX
2.7 2.8 2.9 2.10
2.11 2.12 2.13
La corrente di impiego di una linea La scelta del cavo Le sovracorrenti La protezione delle condutture contro le sovracorrenti Fusibili Interruttori automatici La scelta dell’interruttore o del fusibile per la protezione contro le sovracorrenti
3. Pericolosità della corrente elettrica
3.1 3.2 3.3
Effetti della corrente elettrica sul corpo umano Valori di pericolosità della corrente elettrica La curva tensione-tempo
4. La protezione contro i contatti diretti e indiretti
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8 4.9
4.10
4.11 4.12 4.13
Il terreno come conduttore elettrico e la resistenza di terra Impianti di messa a terra Masse e masse estranee Sistemi elettrici e messa a terra del neutro Il contatto diretto La protezione contro i contatti diretti Il contatto indiretto La protezione contro i contatti indiretti: generalità La protezione contro i contatti indiretti: interruzione automatica del circuito La protezione contro i contatti indiretti: impiego di apparecchiature elettriche a isolamento doppio o rinforzato La protezione contro i contatti indiretti: bassissima tensione di sicurezza La protezione contro i contatti indiretti: separazione dei circuiti La protezione contro i contatti indiretti: locali isolanti
5. Il sezionamento e il comando
5.1 5.2 5.3 5.4 5.5
Generalità Conduttori da sezionare Dispositivi impiegati per il sezionamento Interruzione per manutenzione non elettrica Comando e arresto di emergenza
6. Quadri elettrici di bassa tensione
6.1 6.2 6.3
Generalità Costituzione dei quadri elettrici Apparecchi per il condizionamento climatico dei quadri
7. Protezione contro le sovratensioni
7.1 7.2
X
Sovratensioni Caratteristiche delle sovratensioni
102 103 104 104 105 106 109
111 111 111 113
114 114 114 115 116 117 118 118 118 119 122 123 125 125
126 126 126 126 128 128
129 129 129 132
134 134 136
7.3
7.4 7.5 7.6
Cenni all’analisi del rischio delle sovratensioni di origine atmosferica Protezione contro le sovratensioni Tipologie e classi degli SPD Cenni ai criteri di scelta e montaggio degli SPD
Questionario generale di verifica Elaborazione
137 137 139 139 143 144
Approfondimenti Lecabineprefabbricate L’usoel’utilitàdelcavoscaldante SistemadiprotezioneTT Evitaredannidasovratensione,come? Ilguastoversoterracausal’incendio Fulminiesaette
Schede tecniche Cablesforinternallow-voltageinstallations EcoarEcos:anewcompositeelectro-opticalsystem Automaticcircuitbreakertrippingcharacteristics Generalcharacteristics
Test
parte
6
Tipologie di impianti elettrici
1. Componentistica
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6
Apparecchi di comando Apparecchi di segnalazione Prese e spine Scatole e cassette di derivazione Relè Componenti citofonici: microfono e ricevitore
146 146 147 147 149 150 151
2. Installazione dei componenti e gradi di protezione degli involucri
2.1 2.2
Quote installative dei componenti Gradi di protezione degli involucri
3. Impianti elettrici negli edifici residenziali
3.1 3.2
L’impianto elettrico nelle abitazioni La colonna montante
152 152 153 156 156 157
XI
3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9
Il centralino (quadro unità abitativa) Canalizzazioni Il locale bagno Garage, cantine Impianti di ricezione TV e telefonici Livelli prestazionali Consigli per la posa dei tubi protettivi sotto traccia
159 160 163 165 165 167 168
4. Impianti elettrici nel terziario
169
4.1
Impianti sottopavimento e nel controsoffitto
169
4.2
Scrivanie elettricamente attrezzate
170
5. Impianti elettrici industriali e nei cantieri
171
5.1
Impianti elettrici industriali
171
5.2
Esempio di composizione di un quadro industriale con prese
173
5.3
Impianti nei cantieri
174
6. Il D.M. 37/08
175
6.1
Contenuti del Decreto Ministeriale
175
6.2
Documentazione
176
Questionario generale di verifica Elaborazione
178 178
Approfondimenti
Informazionitecniche Scatoleperusidiversi L’interruttoredifferenzialeallabasedelmontante
Documentazione d’uso Presedicorrente
Schede tecniche
Igradidiprotezione(italiano-inglese)
Test
parte
7
Building automation e domotica
1. Allarmi tecnici
1.1 1.2
XII
Inquadramento del problema Rivelazione incendi
180 180 180
1.3 1.4 1.5 1.6
Antintrusione La rivelazione fughe gas Protezione contro il rischio di allagamento Tabella riassuntiva
2. Il controllo dell’edificio
2.1 2.2 2.3
2.4 2.5 2.6
Generalità Illuminazione di sicurezza Il controllo degli impianti di riscaldamento e di condi zionamento Il controllo della potenza assorbita Il controllo dell’illuminazione Gruppi di continuità
3. Domotica
3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6
Premessa Sistemi tradizionali Sistemi BUS nella domotica Vantaggi del sistema domotico Norme relative ai sistemi BUS Protocolli dei sistemi BUS
4. Controllo accessi
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5
Che cosa è il controllo accessi Sistemi di riconoscimento Badge di prossimità Sistemi di riconoscimento biometrici Identificazione delle impronte digitali
5. Sistemi di televisione a circuito chiuso (TVCC)
5.1 5.2 5.3
Struttura dei sistemi TVCC Esempio d’installazione nel residenziale Esempio d’installazione nel terziario
Questionario generale di verifica
181 185 186 186 187 187 187 188 188 188 189 190 190 190 191 193 194 195 196 196 197 197 198 200 201 201 202 203 204 204
Elaborazione
Approfondimenti
Ifenomenid’incendioeletipologiedeirivelatori Lecaratteristichedeirivelatori
difiammaedicolore
Cosadicelanorma IlsistemaTebisTS Piùsicurezzamenoconsumi LostandardKonnex Biometria,l’ultimafrontiera
Test
XIII
8
parte
Illuminotecnica
1. La luce e le principali grandezze illuminotecniche
206
1.1
La luce
206
1.2
Il colore
207
1.3
Grandezze fotometriche fondamentali
207
1.4
Prestazioni fotometriche richieste a un impianto d’illuminazione artificiale
210
2. Sorgenti luminose artificiali e corpi illuminanti
212
2.1
Caratteristiche delle sorgenti luminose artificiali e Direttiva di riferimento
212
2.2
Lampade a incandescenza
212
2.3
Lampade alogene
213
2.4
Lampade fluorescenti
214
2.5
Circuiti di alimentazione delle lampade fluorescenti
215
2.6
Lampade a vapori di mercurio a media e alta pressione
217
2.7
Lampade a vapori di sodio
218
2.8
LED
220
2.9
Lampade a induzione
221
2.10
Altri tipi di lampade
221
2.11
Identificazione delle lampade e portalampade
222
2.12
Apparecchi illuminanti e curve fotometriche
223
2.13
Dati di targa degli apparecchi illuminanti
225
3. Cenni alla progettazione illuminotecnica
226
3.1
Specifiche illuminotecniche
226
3.2
Caratteristiche costruttive e manutentive dell’ambiente da illuminare
226
3.3 3.4 3.5
Progetto di un impianto di illuminazione per interni Cenni ai software di progettazione illuminotecnica Cenni alle verifiche illuminotecniche
228 230 231
4. Suggerimenti pratici
4.1 4.2 4.3
Il miglioramento dell’illuminazione Particolarità installative La sicurezza, il rispetto dell’ambiente, il risparmio
232 232 232 233
5. Illuminazione d’emergenza
233
Q uestionario generale di verifica Elaborazione
234 234
Unità 5 Illuminazione d’emergenza
Approfondimenti Lalungainvenzionedellalampadaaincandescenza Nuoveideeluminose Lampadeainduzione,sorgentineglette L’illuminazionedeipostidilavoroininterni
Test XIV
parte
9
Climatizzazione degli edifici
1. Produzione del calore e combustibili
236
1.1
La produzione del calore (inquadramento fisico)
236
1.2
Combustibili
237
1.3
Composizione chimica dei combustibili
237
1.4
Potere calorifico (inferiore e superiore)
238
2. Generatori di calore e pompe di calore
239
2.1
Elementi costituenti un generatore di calore
239
2.2
ipologie di caldaie e parametri caratteristici T dei generatori di calore
239
Principali parametri caratteristici di un generatore di calore ad acqua
240
2.3
2.4
Caldaie a condensazione
241
2.5
spetti di sicurezza connessi ai generatori di calore A alimentati a combustibili
242
2.6
Manutenzione delle caldaie
243
2.7
La centrale termica
243
2.8
Pompe di calore
245
3. Impianti di riscaldamento a uso civile
246
3.1
L’impianto di riscaldamento degli edifici
246
3.2
Le caldaie autonome
246
3.3
Caldaie per impianti centralizzati
248
3.4
L’impianto per la distribuzione del calore nell’edificio
249
3.5
Impianti a radiatori
249
3.6
Impianti a ventilconvettori
250
3.7
Impianti a pavimento o a soffitto
251
3.8
La regolazione dell’impianto di riscaldamento
251
3.9
Risparmio energetico e aspetti ambientali
253
4. Climatizzazione degli edifici a uso
4.1
Che cos’è la climatizzazione
254
4.2
La ventilazione degli edifici
255
4.3
ipologie di impianti di ventilazione negli edifici T del terziario (impianti centralizzati)
255
4.4
istemi di regolazione, controllo e supervisione S per impianti di climatizzazione
256
abitativo e terziario
254
XV
Questionario generale di verifica
259
Elaborazione
259
Approfondimenti Altaprestazioneenergetica:contanoancheidettagli
Test
10
parte
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
1. Infortuni e malattie sul luogo di lavoro
1.1 1.2
2. Pericolo e rischio
2.1 2.2
3. Legislazione in materia di sicurezza e
Infortuni sul lavoro Malattie professionali
Definizioni Differenza tra pericolo e rischio
salute nei luoghi di lavoro
3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6
Salute e sicurezza sul lavoro Struttura del D.Lgs. 81/08 I principi della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro (SSL) Soggetti responsabili della sicurezza e salute nel luogo di lavoro Obblighi per: datore di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori Il servizio di prevenzione e protezione aziendale, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il medico competente Obblighi per progettisti, fabbricanti, fornitori e installatori Il documento di valutazione dei rischi (DVR)
3.7 3.8
4. Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), ergonomia e segnaletica di sicurezza
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6
Generalità I Dispositivi di Protezione Individuale Caratteristiche e categorie dei DPI Tipologie di DPI Ergonomia Segnaletica di sicurezza
262 262 263 264 264 264 265 265 265 266 266 267 267 268 268 269 269 269 269 270 272 272
Questionario generale di verifica
276
Elaborazione
276
Schede tecniche
Segnaleticadisicurezza
Test
XVI
parte
11
Laboratorio: impianti elettrici tradizionali civili e per il terziario
1. Accorgimenti per il lavoro in sicurezza nei laboratori scolastici
1.1 1.2 1.3 1.4
2. Guida alle esercitazioni pratiche di laboratorio
2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6
Premessa Riferimenti normativi Classificazione dei lavori su apparati elettrici Procedure di primo soccorso
Colore dei conduttori Installazione degli apparecchi componibili Cassette di derivazione Simbologia e schemi dei più comuni apparecchi componibili Collegamento dei portalampada Pannelli didattici
3. Punto luce interrotto e punto presa
3.1 3.2 3.3 3.4
4. Punto luce commutato e punto presa
4.1 4.2 4.3
Considerazioni generali Funzionamento Schema d’installazione Osservazioni
Considerazioni generali Funzionamento Schema di installazione
5. Punto luce deviato e punti presa
5.1 5.2 5.3 5.4
Considerazioni generali Funzionamento Schema di installazione Osservazioni
6. Punto luce invertito e punti presa
6.1 6.2 6.3 6.4
7. Punto luce comandato da tre posti con relè interruttore
7.1 7.2 7.3
Considerazioni generali Funzionamento Schema di installazione Osservazioni
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 7, U 7A) Funzionamento (tav. U 7B)
278 278 278 278 279
280 280 281 282 284 284 285
286 286 286 287 287
289 289 290 290
291 291 291 292 293
294 294 294 295 296
297 297 298 299
XVII
7.4 7.5
8. Punto luce comandato da tre posti con relè commutatore
8.1 8.2 8.3
9. Impianto luce scale comandato da tre posti
Osservazioni Relè elettronico silenzioso
Considerazioni generali Funzionamento Schema di installazione
con relè temporizzatore
9.1 9.2 9.3
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 9) Schemi di installazione
10. Punti luce comandati da relè crepuscolare
10.1 10.2 10.3
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 10) Osservazioni
11.1
Considerazioni generali
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 12) Osservazioni
13. Inserzioni per lampade a vapori di sodio
13.1
12. Impianti tipici per tubo fluorescente a catodo caldo
12.1 12.2 12.3
Considerazioni generali
(chiamata esterna e interna)
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 14) Suoneria elettronica tritonale
con programmatore orario
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 15)
16. Coppia di citofoni a chiamata reciproca
16.1 16.2
308 308 308 309
310 310 311 311 311 313 314 314
315 315 316 316
15. Segnalazione acustica per edifici scolastici
15.1 15.2
304 304 305 305
14. Impianto di segnalazione acustica a suono distinto
14.1 14.2 14.3
301 301 302 303
11. Punto luce con lampada a vapori di mercurio comandato da relè crepuscolare
299 300
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 16)
17. Impianto citofonico con portiere elettrico
17.1
XVIII
Considerazioni generali
317 317 318 319 319 320 321 321
17.2 17.3
Funzionamento (tav. U 17) Osservazioni
18. Impianti con videocitofoni
18.1 18.2
Considerazioni generali Osservazioni
19. Segnalazione luminosa con quadro indicatore numerico
19.1 19.2 19.3 19.4
20. Segnalazione luminosa a display
20.1 20.2
Considerazioni generali Funzionamento (tav. U 19) Funzionamento (tav. U 19A) Osservazioni
Considerazioni generali Funzionamento
21. Impianto per richiesta udienza
21.1 21.2 21.3
Considerazioni generali Configurazioni Esempio applicativo
324 324 325 325 327 329 329 329 330 331 332 332 332 334 334 335 335
22. Schemi d’impianti per unità abitativa
336
23. Manutenzione e guasti
339 339 339 342
23.1 23.2 Esercizi
Manutenzione Guasti
Approfondimenti Software:disegnodelloschematopografico
Software GWCad:presentazioneeusodelsoftware
Schede tecniche Outdoorstantions,analoguesystem
parte
12
Laboratorio: soluzioni domotiche
1. Componenti base di un sistema domotico
1.1 1.2 1.3 1.4
Introduzione Apparecchi di comando Moduli attuatori Alimentatori e centraline di controllo
344 344 344 346 347
XIX
2. Installazione di impianti elettrici civili domotici 1 2 3 4 5 6
Comando tapparelle per un locale Automazioni per un locale Controllo dei carichi in un appartamento Automazione, antintrusione, videocitofonia per un appartamento Controllo della termoregolazione per un appartamento Controllo remoto di carichi in un appartamento
3. I nstallazione di impianti elettrici domotici nel terziario
1 2
Automazione di scenari per una sala conferenze Sistema di chiamata per una struttura ospedaliera
355 355 356
4. A ccorgimenti installativi e messa in servizio dei sistemi domotici
348 348 349 350 351 353 354
1 2
Installazione dei cavi del sistema BUS Messa in servizio dei sistemi domotici
Approfondimenti SchemidomoticideisistemiBTICINO
XX
358 358 359
1
parte
Premesse
Unità 1 Unità di misura
Fornire le premesse necessarie per facilitare lo studio dei successivi argomenti del testo e dare le indicazioni per una corretta scrittura delle relazioni matematiche.
Aula digitale
Obiettivi
Unità 2 Convenzioni
Strumenti
® Unità di misura
unità 1. Unità di misura
1.1
Il Sistema Internazionale Una grandezza per essere espressa come valore, necessita di due simboli: un numero che indica quanto è maggiore o minore rispetto alla sua unità di misura, e una lettera che rappresenta appunto l’unità di misura. Il Sistema Internazionale (SI) ha definito le unità di misura nel loro complesso in due grandi gruppi: 1. Unità base del SI e grandezze fondamentali; 2. Unità e grandezze derivate. Le unità di misura e grandezze fondamentali sono sette (tab. 1.1) mentre tutte le altre sono derivate dalle fondamentali (vedi par. 1.3). Tab. 1.1 – Unità di misura e grandezze fondamentali. Grandezza Lunghezza Massa Tempo Intensità di corrente elettrica Temperatura termodinamica Intensità luminosa Quantità di sostanza
1.2
Simbolo m kg s A K cd mol
Unità SI fondamentale metro chilogrammo secondo ampere kelvin candela mole
Multipli e sottomultipli delle unità di misura Per indicare multipli e sottomultipli delle unità di misura sono usati i prefissi come da tabella 1.2. Tab. 1.2 – Multipli e sottomultipli delle unità di misura. Prefisso exa peta tera giga mega kilo etto deca – deci centi milli micro nano pico femto atto
2
Simbolo E P T G M k h da – d c m m n p f a
Valore numerico 1018 1015 1012 109 106 103 102 101 100 1021 1022 1023 1026 1029 10212 10215 10218
Denominazione trilioni biliardi bilioni miliardi milioni migliaia centinaia decine unità decimi centesimi millesimi milionesimi miliardesimi bilionesimi biliardesimi trilionesimi
Parte 1
Premesse
1.3
Simboli di grandezze e unità di misura (norma CEI 25-7) Nella tabella 1.3 sono riassunti i principali simboli di grandezza e di unità di misura derivate, ritenuti importanti per il settore elettrico-elettronico. Nei nomi delle grandezze gli eventuali attributi indicati fra parentesi tonde possono essere tralasciati quando non strettamente necessari. La prima colonna di simboli delle grandezze della tabella 1.3, indica i simboli principali, la seconda colonna quelli di riserva, da usare soltanto quando il simbolo principale è considerato inadatto, ad esempio, quando il suo uso può portare a confonderlo con lo stesso simbolo usato con un significato diverso.
Tab. 1.3 – Tabella delle grandezze e delle unità di misura principali (norma CEI 25-7).
Nome
1
2
3
1
angolo (piano)
a, b g, j
Unità
Simbolo Simbolo Monomio principale di riserva dimensionale
Unità SI
Altre unità ammesse
Osservazioni Nome
Note
Numero
Grandezze
Simbolo
Nome
Simbolo
Conversione in unità SI
GEOMETRIA E CINEMATICA
3
4
5 j
6
7
sono simboli principa- radiante li anche altre lettere appropriate dell’alfabeto greco
l
9 grado (sessagesimale) minuto (d’angolo) secondo (d’angolo) grado centesimale
lunghezza
l
11 area, area di una superficie
A
S
l2
12 volume
V
v
l3
metro cubo
13 tempo
t
t
secondo
s
14 durata di un periodo
T
t
secondo
s
15 costante di tempo
t
T
t
secondo
s
16 frequenza
f
v
t21
17 frequenza di rotazione, numero di giri nella unità di tempo
n
18 scorrimento
s
19 pulsazione
v
t21
g
metro
8 rad
l’ISO non menziona metro “area di una superficie” quadrato
hertz questa grandezza è radiante spesso indicata con al il nome “velocità di secondo rotazione”; l’IEC e l’ISO non menzionano “numero di giri nella unità di tempo”
10
11
12
..°
1° 5 (p/180) rad
..9 ..0 gon oppure .. g
19 5 (p/10 800) rad 10 5 (p/648 000) rad
1 gon 5 (p/200) rad (1)
m m2 m3
1l 5 1023 m3
litro minuto ora giorno
min h d
1 min 5 60 s 1 h 5 3600 s 1 d 5 86 400 s
giro al minuto
giro/ min
1 giro/min 5 (2p/60) rad/s
Hz rad/s
(2) (3)
(adimensionale) t21
wt21
v 5 2pf
secondo a meno uno, radiante al secondo
s21
(4)
rad/s
(1) L’uso del simbolo ..g è ammesso fino al 31-12-1985. (2) L’ISO usa Hz e s21 e non espressioni corrispondenti a “giro al minuto”. (3) Sulle targhe delle macchine elettriche rotanti, possono essere usate, come simboli d’unità di frequenza di rotazione, anche r/min e r/s. (4) L’ISO una solo s21. L’altra possibilità rad/s è stata introdotta perché in elettrotecnica è spesso comodo esprimere relazioni di fase con misure angolari.
® Unità 1
Unità di misura
3
Tab. 1.3 – Segue. Numero
Grandezze Nome
1 2 20 velocità angolare 21 accelerazione angolare
Unità
Simbolo Simbolo Monomio principale di riserva dimensionale 3
4
5
v
V
wt21
Unità SI
Altre unità ammesse
Osservazioni 6 l’ISO non usa V; vedere n. 17
Nome
Simbolo
Nome
Simbolo
7 radiante al secondo
8 rad/s
9
10
radiante al secondo quadrato
rad/s2
metro al secondo
m/s
metro al secondo quadrato
m/s2
a
wt22
v, u, c, w
It21
24 accelerazione (lineare)
a
It22
30 massa
m
m
33 momento di inerzia
I, J
ml 2
F
Imt22
newton
N
38 momento di una coppia
T
2
l mt
newton metro
N?m
39 pressione
p
l21mt22
pascal
39 tensione bis meccanica
s, t
l21mt22
pascal, newton al metro quadrato
l2mt22
22 velocità (lineare)
l’IEC non usa u, c, w
a 5 dv/dt
Note
®
Conversione in unità SI 11
12
DINAMICA
34 forza
40 lavoro
W
A
kilogrammo
22
kg
t u
1 t 5 103 kg 1 u . 1.6605655 ? ? 10227 kg
kilokg ? m2 grammo metro quadrato
Pa
dina
dyn
bar millimetro di mercurio (7)
bar mm Hg
1 bar 5 105 Pa 1 mm Hg 5 5 133,322 Pa
(6)
Pa N/m2
joule
J
22
U è consigliata in joule termodinamica per l’energia interna e per l’energia di irradiazione di un radiatore integrale. Per questa grandezza vedere anche i numeri 99A, 100A, 101A
J
l2mt23
watt
W
2
tonnellata unità di massa atomica
(6)
41 energia
W, E
43 potenza
P
44 rendimento
h
45 temperatura termodinamica, [temperatura assoluta] 46 temperatura (usuale), temperatura Celsius
T
Q
Q
kelvin
K
(8) (9)
t
q, u
Q
grado Celsius
°C
(8)
l mt
kilowattora elettrovolt
KWh eV
1 KWh 5 3600 Kj 1 eV . 1,6021892 ? 10219 j
(adimensionale) TERMODINAMICA
(5) L’unità kilogrammo-forza deve essere abbandonata. (6) Il nome pascal, simbolo Pa, per il newton al metro quadrato è stato approvato dalla XIV Conferenza Generale dei Pesi e misure (1971). (7) L’unità è ammessa fino al 31-12-1985 per la misura della pressione sanguigna. (8) Le unità di misura per intervalli o differenze di temperatura termodinamica (K) e usuale (°C) sono identiche. Il Comité International des Poids et Mesures ha raccomandato il simbolo “deg” come simbolo in alternativa per l’unità di intervallo o di differenza di temperatura. (9) Nella Pubblicazione 27 della IEC è usato il simbolo °K in luogo di K.
® 4
Parte 1
Premesse
Tab. 1.3 – Segue. Numero
Grandezze
Unità
Simbolo Simbolo Monomio principale di riserva dimensionale
Nome
1 2 47 quantità di calore
3 Q
48 coefficiente di temperatura
a
49 conduttività termica
l
50 capacità termica
4
5 l2mt22
Q21
Unità SI
Altre unità ammesse
Osservazioni Nome 6
Simbolo
Nome
Simbolo
8 J
9
10
7 joule
un coefficiente di kelvin a temperatura non meno 1 è completamente definito fino a che non sia specificata la grandezza che varia. Per il coefficiente (di temperatura) di pressione si usa il simbolo b. Per il coefficiente (di temperatura) di dilatazione volumica, a, b, o g
Note
®
Conversione in unità SI 11
12
K21
(8) (9)
Imt23 Q21
watt al metro kelvin
W/ (m ? K)
(8) (10)
C
I2mt22 Q21
joule al kelvin
J/K
(8) (10)
51 capacità termica-massica, calore specifico
c
l2t22 Q21
1
3
k
quoziente fra la capacità termica e la massa
joule J/ al kilo(kg ? K) grammo kelvin
(8) (10)
ELETTRICITÀ E MAGNETISMO 2
4
5
6
7 coulomb
8 C
52 carica (elettrica), quantità di elettricità
Q
55 forza elettrica, intensità di campo elettrico
K
E
lmt23 i21
56 potenziale (elettrico)
V
w, F
l2mt23 i21
volt
V
57 tensione (elettrica) [differenza di potenziale]
U
V
l2mt23 i21
volt
V
58 forza elettromotrice
E
l2mt23 i21
volt
V
61 capacità (elettrica)
C
I22m21 t 4 t 2
farad al metro
F
67 corrente (elettrica)
i, I
i
ampere
A
it
l’ECO e l’ISO non menzionano “forza elettrica”. L’IEC adotta E come simbolo principale e K come simbolo di riserva
l’IEC non usa i
volt al metro
9 amperora
10 Ah
11
12
1 Ah 5 3600 C
V/m
(8) Le unità di misura per intervalli o differenze di temperatura termodinamica (K) e usuale (°C) sono identiche. Il Comité International des Poids et Mesures ha raccomandato il simbolo “deg” come simbolo in alternativa per l’unità di intervallo o di differenza di temperatura. (9) Nella Pubblicazione 27 della IEC è usato il simbolo °K in luogo di K. (10) Nella Pubblicazione 27 dell’IEC è usato il simbolo “deg” in luogo di “IC”.
® Unità 1
Unità di misura
5
Tab. 1.3 – Segue. Numero
Grandezze Nome
68 densità di corrente, corrente (elettrica) areica 70 forza magnetica, intensità di campo magnetico
Unità
Simbolo Simbolo Monomio principale di riserva dimensionale
J
Unità SI
i l21
H
Altre unità ammesse
Osservazioni
i l22
S
l’ICE e l’ISO non menzionano “forza magnetica”
Note
®
Nome
Simbolo
ampere al metro quadrato ampere al metro
A/m2
A/m
Nome
Simbolo
Conversione in unità SI
oersted
Oe
(11)
71 tensione magnetica [differenza di potenziale magnetico] 72 forza magnetomotrice
U, Um
A
i
l’ISO non usa U, né A ampere non menziona “tensione magnetica”
A
F, Fm
^
i
F 5 r Hs ds l’ISO non ampere usa ^
A
amperspira gilbert
At, As Gb
(12) (13)
73 induzione magnetica, [densità di flusso magntico
B
T
weber al metro quadrato gauss
Wb/m2
(14)
Gs
(15)
74 flusso magnetico, flusso d’induzione magnetica 76 induttanza propria
F
l2mt22 i21
weber
Wb
maxwell
Mx
(16)
L
l2mt22 i22
henry
H
77 induttanza mutua
M, Lmn
l2mt22 i21
henry
H
80 permeabilità, permeabilità assoluta
m ? mo
lmt22 i22
mho
mho
(17)
81 permeabilità relativa 85 induzione intrinseca, polarizzazione magnetica 87 resistenza elettrica
mt22 i21
(adimensionale) mt22 i 21
mr Bi, J
R
Re
l 2 mt23 i 22
tesla
l’ISO non menziona “permeabilità assoluta”
hanry al metro
mr 5 m/mo Bi 5 B 2 m0H; l’ISO non usa “induzione intrinseca vedere n. 93
l 3 mt23 i 22
tesla
T
ohm
W
88 resistività
r
89 conduttanza
G
Ge
l 22 m21 t 3i 2
91 riluttanza
R, Rm
R
l 22 m21 t 2i 2
l’ISO non usa R
93 impedenza
Z
Ze
l 2 mt 23i 22
è inteso che il terohm mine impedenza è usato in generale per indicare una grandezza complessa Z 5 R 1 jX
94 reattanza
X
Xe
l2mt23 i22
ohm
96 angolo di perdita
d
ohm metro
97 ammettenza
Y
w Ye
l22m21t3i2 22
Y 5 1/Z
21 3 2
98 suscettanza
B
Be
l m ti
99 potenza attiva
P
Pe
l2mt23
H/m
W?m
siemens
S
henry a meno 1
H21
W
W
radiante
rad
siemens
S
siemens
S
watt
W
(11) L’oersted è l’unità del sistema elettromagnetico CGS. (12) L’ISO menziona in nota un’espressione corrispondente a “amperspira”. (13) Il gilbert è l’unità del sistema elettromagnetico CGS. (14) Il tesla e il Wb/m2 sono la stessa unità. (15) Il gauss è l’unità del sistema elettromagnetico CGS. (16) Il maxwell è l’unità del sistema elettromagnetico CGS. (17) Il “siemens” e il “mho” sono la stessa unità. L’uso del ”mho” è sconsigliato.
® 6
Parte 1
Premesse
Tab. 1.3 – Segue. Numero
Grandezze
Unità
Simbolo Simbolo Monomio principale di riserva dimensionale
Nome
99 energia attiva A
100 potenza reattiva
W, E Q
100 energia reattiva A
Pq
Wq, Eq
Nome
Simbolo
joule
l2 mt23
var
l2 mt22
var secondo
var ? s
voltampere
VA
voltampere secondo
VA ? s
S
101 energia A apparente
WS, ES
101 fattore di B potenza
l
(adimensionale)
104 numero di spire di un avvolgimento
N
(adimensionale)
104 rapporto fra A numeri di spire
n
105 numero di fasi
m
(adimensionale)
106 numero di coppie di poli
p
(adimensionale)
l2 mt23
S 2 5 P 2 1 Q 2
l2 mt22
q
Altre unità ammesse
Osservazioni
l2mt22
101 potenza apparente
Ps
Unità SI
(adimensionale)
Note
®
J
Nome
Simbolo
Conversione in unità SI
wattora
Wh
1 Wh 5 3600 J
varora elettronvolt
var ? h eV
1 var ? h 5 3600 var ? s 1 e V . 1602 ? 1892 ? 10 219 var ? s
voltamperora
VAh
1 VAh 5 3600 VA ? s
var
l 5 P/S nel caso di tensione e correnti sinusoidali, l 5 cos w.
questi simboli possono essere usati anche per il rapporto di trasformazione di un trasformatore ideale
p è talvolta usato per indicare il numero di poli. In caso di ambiguità bisogna precisare il significato
ILLUMINAZIONE 1
2
3
4
5
113 intensità luminosa
I
Iv
I
candela
cd
114 flusso luminoso
F
FV
lV
lumen
lm
115 energia luminosa, quantità di luce 116 luminanza
Q
QV
l Vt
L
LV
Il22
lumen secondo candela al metro quadrato
118 illuminamento
E
EV
l Vl 22
Unità 1
Unità di misura
6
7
lux
8
9
10
11
12
lm ? s
cd/m2
lx
7
unità 2. Convenzioni
2.1
Convenzioni di scrittura La Norma Internazionale IEC 60027, classificata CEI 25-7, fornisce informazioni sulle grandezze generali, le unità con relativi simboli letterali e i simboli matematici da usare in elettrotecnica-elettronica. La medesima norma fornisce anche le regole per la scrittura e la stampa di questi simboli e per l’utilizzo di pedici o apici aggiuntivi ai simboli delle grandezze. Nel seguito sono forniti alcuni esempi ritenuti fondamentali per l’applicazione della norma citata.
8
l
Il simbolo di prefisso kilo va sempre scritto con carattere minuscolo (es. «kV» e non «KV»).
l
I simboli dei prefissi devono essere stampati in caratteri romani senza spazio tra il prefisso e il simbolo dell’unità (es. «MW» e non «M W»).
l
I numeri composti da molte cifre vanno scomposti in gruppi di tre cifre alternati con spazi bianchi, e mai con puntini o virgole (es. «2 345 000» e non «2.345.000» oppure «2,345,000»). I valori numerici sono sempre scritti in carattere tondo.
l
Il segno decimale è una virgola in linea con le cifre; se il valore assoluto è minore dell’unità, il segno decimale deve essere preceduto da uno zero.
l
L’unità di misura deve essere sempre indicata con il relativo simbolo quando segue il numero indicante il valore (e non con il suo nome); l’ultima cifra del numero deve essere spaziata dal simbolo (es. «6 A» e non «6 ampere» o «6A»).
l
Il simbolo dell’unità non deve essere seguito dal punto (2 s e non 2 s.) eccezione fatta se si tratta di fine periodo.
l
L’unità di misura va sempre scritta per esteso se non è accompagnata dal valore numerico (es. «molti metri» e non «molti m»).
l
L’iniziale dei nomi delle unità di misura va sempre scritta in lettere minuscole (es. «ohm, volt» e non «Ohm, Volt») e i nomi delle unità restano invariati al plurale (es. «watt» e non «watts»).
l
I simboli delle unità di misura devono essere generalmente stampati in lettere minuscole; la lettera iniziale viene stampata in maiuscolo, solo nel caso in cui il nome dell’unità derivi da un nome proprio (es. «Wb» e non «wb»).
l
Il segno di moltiplicazione deve essere indicato a mezza altezza con una croce o un punto (es. «4 3 5 oppure 4 ? 5» e non «4.5»).
l
I simboli delle grandezze devono essere scritti in corsivo (indipendentemente dal tipo di carattere utilizzato nel testo); l’unità di misura va scritta invece in tondo (es. «R 5 10 kV» e non «R 5 10 kV»).
l
Un pedice che rappresenti un simbolo di una grandezza fisica è stampato in corsivo; gli altri pedici sono stampati in tondo (es. Rx, RU, E1).
Parte 1
Premesse
2
parte
Legislazione per il settore elettrico e quadro normativo
Unità 1 Principali Enti normatori e legislazione riguardante il settore elettricoelettronico
Unità 2 Norme CEI Unità 3 Marcatura CE e marchi di conformità di un prodotto alle norme
Conoscere quali sono i principali Enti normatori internazionali, europei, nazionali e la legislazione specifica del settore elettricoelettronico. Acquisire il concetto di “norma” e comprendere la corretta consultazione di una norma CEI. Distinguere il significato di “marcatura” e “marchio”.
Aula digitale
Obiettivi
Questionario generale di verifica
Approfondimenti ® Elenco dei Comitati Tecnici e delle
principali norme CEI Schede tecniche ® IEC (in inglese)
Test
unità 1. Principali Enti normatori e legislazione riguardante il settore elettrico-elettronico Schede tecniche n IEC (in inglese)
1.1
Principali Enti normatori IEC (International Electrotechnical Commission) – Attraverso comitati di studio, ha il compito di fornire direttive di unificazione e armonizzazione di carattere internazionale, per il settore elettrico ed elettronico, alle quali i vari Paesi membri adeguano la propria normativa. CENELEC (Comitato Europeo di Normalizzazione Elettrotecnica) – Questo ente emette norme europee denominate EN, che devono essere completamente adottate come nazionali, quando si raggiunge un accordo con il consenso di un numero qualificato di paesi aderenti; viceversa, se in sede europea non viene raggiunto un accordo completo, il CENELEC emette documenti di armonizzazione siglati HD i cui contenuti tecnici devono essere introdotti nelle norme nazionali dopo un tempo concordato. Aderiscono al CENELEC Stati europei. CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) – Ha il compito di emanare, attraverso i suoi Comitati Tecnici (CT) e Sottocomitati (SC), norme a livello nazionale, uniformandosi a quelle di CENELEC e IEC. Fanno parte del CEI i seguenti Enti e le seguenti Associazioni: l l l l
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Federazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Informatica, Automazione e Telecomunicazioni (AEIT); Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL); Associazione Nazionale Industrie Elettrotecniche ed Elettroniche (ANIE).
La figura 1.1 evidenzia gli Stati di competenza degli Enti normatori sopracitati. ISO (International Organization of Standardization) – Organizza e coordina l’unificazione dei prodotti non elettrici in campo internazionale. UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) – Ha lo scopo di elaborare Norme e prescrizioni di carattere generale nazionali che interessano prevalentemente la produzione
Fig. 1.1 – Rappresentazione del territorio di competenza dei principali Enti normatori (da catalogo SCHYLLER).
10
Parte 2
LegisLazione Per iL settore eLettrico e quadro normativo