ci sia niente da fare, che non riusciranno mai più ad avere una vita normale, che
il ...... Ilaria Beltramme, 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita. 2.
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 2
leggi, scrivi e condividi 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 3
101 40
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 4
Prima edizione: maggio 2010 © 2010 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214 ISBN 978-88-541-1841-6 www.newtoncompton.com Stampato nel maggio 2010 presso Puntoweb s.r.l., Ariccia (Roma)
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 5
Martina Rinaldi
101 modi per addormentare il tuo bambino
Newton Compton editori
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 7
A Valentino, che ha riempito di amore i miei giorni (e le mie notti)
7
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 9
Introduzione
Il modo migliore per far sì che i bambini siano buoni è renderli felici Oscar Wilde
Care mamme e cari papà, una breve introduzione sarà utile per chiarire l’intento di questo piccolo volume. L’insonnia dei bambini è un supplizio per loro e per noi, per alcuni dura qualche mese, per altri addirittura qualche anno. A onor del vero, che ci crediate o no, ci sono anche neonati che dormono una quantità di ore consecutive che voi non osereste neanche sperare di accumulare in una settimana intera. Siete frustrati, stanchi, scoraggiati, confusi. Ho voluto raccogliere in queste pagine tutto quello che ritengo sia importante sapere sul sonno dei bambini, perché sono convinta che, come spesso accade nei casi della vita, una buona parte della salvezza stia nell’informazione e un’altra buona parte nella condivisione. Questo libro vi aiuterà a considerare ogni aspetto della faccenda sotto una luce diversa. Ma sappiate che non esistono metodi né manuali che possano dirvi come insegnare ai vostri figli come è giusto dormire. Innanzitutto perché, a pensarci bene, è un controsenso pensare di dover “insegnare” una cosa così naturale. Ciascun genitore, poi, è diverso dagli altri così come ciascun bambino, e la relazione intima, preziosa che lega un genitore a un figlio dovrebbe seguire solo la strada dell’istinto, e del buon senso naturalmente.
9
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 11
Il sonno deI baMbInI
11
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 13
1. Come dormono i nostri figli
È noto a tanti, ma non a tutti, che il ritmo del sonno nei bambini (in particolar modo dei neonati) è molto diverso da quello degli adulti. Scientificamente parlando, il bambino – che pure durante la gestazione ha ritmi di sonno piuttosto regolari – alla nascita ha bisogno di resettare le sue abitudini. Innanzitutto deve superare lo shock del travaglio e/o del suo nuovo mondo, un mondo di rumori, luci, respirazione, fame, spazio, freddo e improvvisa solitudine. E in secondo luogo deve trovare un equilibrio e questo richiede tempo, il tempo necessario al completamento del suo sviluppo cerebrale ed emotivo. Per queste ragioni i ritmi di sonno di vostro figlio rimarranno forse a lungo imprevedibili. Ma non c’è nulla di cui allarmarsi, rientra tutto nella norma, è tutto molto naturale. L’alternarsi di sonno e veglia nel neonato dipende solo ed esclusivamente dai suoi bisogni, non certo dall’orologio. È molto importante, almeno in questa prima fase, adattare il più possibile i nostri ritmi ai suoi, piuttosto che tentare di fare il contrario. Ecco una breve sintesi che vi sarà utile per capire un po’ meglio come “funziona” il sonno dei nostri figli. Nella fase che definiamo di pre-sonno il piccolo sbadiglia, gli si chiudono gli occhi, comincia a rilassarsi e cercare una posizione comoda per dormire. I segnali ci sono tutti, e naturalmente vanno assecondati. Questa fase dura circa 13
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 14
venti minuti ed è particolarmente delicata perché il bambino è sensibile a tutti gli stimoli esterni (luci, rumori, umori). Dopo aver chiuso gli occhi il bambino attraversa un’altra fase piuttosto articolata, che dura da un’ora a un’ora e mezza circa, e che per praticità descriveremo come una fase in cui il piccolo passa da un sonno leggero a un sonno via via più calmo e profondo. Segue una fase di sonno molto particolare, detto REM (dall’inglese rapid eye movement, movimento rapido degli occhi), in cui il bambino pur non essendo addormentato profondamente ha un’attività cerebrale molto intensa. In questa fase si concentrano i sogni. Dura circa quindici minuti, e se interrotta bruscamente può lasciare il piccolo irritato e nervoso. Non pienamente riposato, insomma. La fase finale del sonno, che al mattino accompagna dolcemente il risveglio, di notte è una fase intermedia di sonno leggero dalla quale poi ricomincia l’alternarsi di tutte queste fasi e che sostituisce quindi quella da cui siamo partiti: la veglia. Rispetto agli adulti, i bambini si “addormentano” in modo diverso. Questo soprattutto perché hanno bisogno di più tempo per raggiungere il sonno profondo. Ecco altre informazioni utili: È stato dimostrato che il sonno REM e il sonno non-REM sono gestiti da due aree diverse del cervello, e che il sonno REM in particolare è fondamentale in quanto strettamente collegato allo sviluppo cerebrale. Rispetto agli adulti, i neonati hanno infatti una percentuale di sonno REM molto più alta (quasi il doppio!). Solo verso i 2-3 anni i bambini cominciano a dormire in modo più simile a noi. Il passaggio dalle fasi di sonno non-REM al sonno REM è 14
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 15
molto più delicato nei bambini, ed è spesso questo passaggio travagliato a causare i noti “risvegli”. Ci vuole pazienza, ma è tutto molto “naturale” (almeno per i bambini), e questa è già una buona notizia. Dopo i primi 3-4 mesi di vita, noterete che la sensibilità del piccolo alle sollecitazioni esterne cambierà e sarà più facile per lui adattarsi spontaneamente a ritmi di sonno diversi. Un buon modo per incoraggiare tale adattamento è rispettare una certa regolarità negli orari, dare al bambino delle abitudini, senza però cedere alla tentazione di imporre rigidi schemi. Si regolarizzerà più o meno da solo, e se avrete la pazienza di tenere un diario delle sue abitudini vi sorprenderà notare come nel giro di qualche mese il neonato avrà acquisito una sua personale “visione del mondo”. Certamente questi suoi ritmi possono trovare una regolarità ben diversa dalla vostra, o da quella che avreste voluto. Tuttavia, non potrete dire: mio figlio non dorme. Ma piuttosto: mio figlio non dorme quando dovrebbe, oppure non dorme come dovrebbe. E chi lo dice, in fondo, quando dovrebbe dormire, o come? Provate a spostare la prospettiva: siete davvero voi che dovete insegnare a vostro figlio come dormire, o sarebbe forse un passo avanti cercare di imparare voi qualcosa su di lui? In fondo il neonato non fa che rispondere a un suo istinto, a un suo bisogno, che noi naturalmente desideriamo soddisfare. La prima cosa, dunque, è assecondare dolcemente i suoi ritmi – qualsiasi essi siano – e dopo aver imparato la sua lingua provare altrettanto dolcemente a portarlo dalla vostra parte. Compromessi, compromessi, compromessi. In queste pagine imparerete soprattutto come scendere a patti con l’insonnia di vostro figlio, che è anche il modo migliore per combatterla. 15
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 16
2. Il figlio del vicino mangia e dorme Tutti i bambini, a meno che non abbiano qualche patologia o disagio, nei primi mesi di vita mangiano e dormono. Non solo i figli degli altri, anche i vostri. Magari a voi non sembra. Siete abituati a pensare che i bambini debbano dormire ore e ore consecutive, svegliarsi, fare un sorriso alla mamma o al nonno, poppare e riaddormentarsi placidi tra i merletti della culla. E ogni volta che il piccolo si sveglia e piange pensate che ci sia qualcosa che non va. Non preoccupatevi, dipende solo dal fatto che siete, com’è giusto, impreparati e disinformati. Molta della vostra ansia è del tutto inutile: dovete ripetervi che vostro figlio è perfettamente normale, che sta cercando le sue coordinate in questo mondo e che voi dovete aiutarlo. Il pianto per il neonato è comunicazione, l’unico strumento che ha per esprimere i suoi stati d’animo. Naturalmente questo non significa che non ci siano bambini che dormono più di altri, ce ne sono eccome. Ma ciascuno è come è, non esistono bambini buoni e bambini cattivi. E ricordate che, per quanto possa sembrarvi elementare, il pianto dei neonati (così come quello dei più grandicelli) può avere moltissimi significati. Imparare ad ascoltare e interpretare il pianto di vostro figlio è davvero il primo passo per stabilire un canale di comunicazione, ed è il primo passo per essere dei “bravi” genitori. Se vostro figlio dorme meno del figlio della vicina e voi siete sicuri di soddisfare sempre le sue richieste, significa che ha semplicemente bisogno di meno ore di sonno. Un altro aspetto importante da sottolineare a questo proposito, come vedremo nel dettaglio anche nei punti che seguono, è capire che pur riuscendo a identificare la causa del pianto non è detto che si possa sempre risolverla, né ci si deve sentire in colpa se non ne siamo capaci. L’importante è provarci; pro16
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 17
vare a capire e intervenire nei limiti delle nostre possibilità (e forze). Va detto anche che non sempre i bambini insonni piangono, a volte capita che stiano semplicemente svegli. Non preoccupatevi, non forzate la mano, non stressatevi. Se il bambino è sveglio e se ne sta buono buono, continuate a fare le vostre cose lasciandolo tranquillo nella culla, nell’ovetto o tenendovelo nel marsupio. Se avete un figlio “sveglio” è fondamentale che impariate a fare un passo indietro, liberandovi dall’ansia di prestazione e dai commenti degli altri, per osservare questa nuova creatura e cominciare a conoscerla. Accettate la sua insonnia come un dato di fatto, armatevi di pazienza e fantasia e andate avanti usando tutta la vostra intelligenza e sensibilità. E infine, non fatevi troppi scrupoli e chiedete una mano. Un bambino che dorme poco (di notte come di giorno) può essere davvero faticoso: fatevi aiutare il più possibile e cercate di recuperare le ore di sonno perdute ogni volta che potete. È importante per voi ed è importante per vostro figlio: una mamma stanca e nervosa non concilia quasi mai il sonno… e l’esaurimento non aiuta a costruire una relazione serena ed equilibrata.
3. scambia il giorno per la notte Capita spesso che i neonati dormano molte ore consecutive durante il giorno, passando la notte tra un risveglio e l’altro. Hanno scambiato il giorno per la notte, come suol dirsi. Questa eventualità è fonte di grande stress per i neogenitori, che dormono poco e male, non sanno più come affrontare la giornata, perdono lucidità e infine si convincono che non 17
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 18
ci sia niente da fare, che non riusciranno mai più ad avere una vita normale, che il loro figlio continuerà così fino alla maggiore età. Sarà opportuno a questo proposito approfondire brevemente un argomento importante: il ritmo circadiano. Tutti gli esseri viventi (vegetali e animali) regolano il ritmo della loro esistenza sulla base dell’alternanza di luce e buio, nell’arco delle 24 ore. Questo ritmo è endogeno, ossia non è qualcosa che si impara ma qualcosa che abbiamo in dotazione, qualcosa che sappiamo per istinto. Il ritmo circadiano implica dunque una corretta alternanza di sonno e veglia. Per il neonato le cose, tuttavia, possono non essere così semplici. A volte capita che i piccolissimi siano regolati su un loro ritmo circadiano personale, per così dire, che invece delle 24 ore prevede brevi cicli di 3 o 4 ore, in base al senso di fame e di sazietà prima ancora che di luce e buio. Accade così che il bambino prenda per buoni questi input e li riproponga con una certa determinazione al suo nucleo familiare, chiedendo che i suoi bisogni vengano soddisfatti. Come senza dubbio saprete, o come forse vi suggerisce il buon senso, le primissime settimane di vita di un bambino sono molto delicate e i ritmi che lui stesso ci propone (di sonno, di veglia, di poppate, di pianti) vanno assecondati e rispettati senza mezzi termini. Trascorsa questa prima fase, se il problema persiste, può essere utile intervenire per tentare di rovesciare letteralmente l’abitudine. Ecco qualche piccolo accorgimento da adottare se vostro figlio ha scambiato il giorno per la notte. Differenziate le abitudini diurne da quelle serali, tanto per cominciare. Cercate di essere più attivi con vostro figlio durante il giorno (portatelo a passeggiare fuori, andate a farvi un bel giro in macchina, mettete un po’ di buona musica e chiacchierate con lui), caratterizzando invece i momenti prenanna serali con piccoli rituali rilassanti (bagnetto, canzon18
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 19
cina, massaggio, sussurri) e lasciando le luci soffuse. In questo modo, piano piano il piccolo imparerà ad associare l’attività e la veglia con la luce del giorno, e la quiete e il riposo con la notte. Potreste anche fare in modo che i riposini diurni avvengano in cucina, in sala, a passeggio, e riservare alla camera da letto solo il sonno notturno. Il piccolo imparerà così a distinguere ambienti e situazioni, modulando di conseguenza le sue abitudini. Non abbiate fretta, non esistono formule magiche. Siate pazienti con il piccolo e clementi con voi stessi. Se il problema è questo, il bambino imparerà. L’importante è non perdere la calma e recuperare sempre, per quanto possibile, le ore di sonno perdute. Al limite dormendo anche voi durante il giorno, se questo fosse l’unico modo. Ricordatevi che vostro figlio non passerà tutta la vita a dormire di giorno e star sveglio di notte, è solo una fase, non perdete la testa, riposatevi e siate comprensivi. Importante: se vostro figlio è un professionista dei risvegli notturni non significa automaticamente che abbia scambiato il giorno per la notte. Quello dei risvegli notturni è un discorso a parte, come vedremo. Il bambino che scambia il giorno per la notte è riconoscibilissimo: dorme di giorno e veglia di notte, proprio così.
4. I risvegli notturni e diurni Se vostro figlio è un insonne, probabilmente è uno di quelli che anche durante il giorno si risveglia dopo pochissimo e rimane nervoso e irritabile. Niente paura, conosciamo il nostro nemico e impareremo a combatterlo. Se avete letto con 19
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 20
attenzione il punto dedicato al modo in cui dormono i nostri figli, saprete che il sonno è diviso in fasi di sonno più leggero e fasi di sonno più profondo. Quando vostro figlio si sveglia dopo mezz’ora di sonnellino pomeridiano, è improbabile che abbia già finito di riposarsi. Probabilmente è ancora molto stanco, e ha bisogno di continuare a dormire. Se non riesce a riaddormentarsi da solo, intervenite per aiutarlo. Mi è capitato molto spesso di sentir piangere mio figlio dopo 20 minuti che l’avevo messo giù, e le prime volte mi chiedevo: ma è possibile? Poi ho visto che insistendo un po’ si riaddormentava e magari faceva una seconda tirata anche di due ore. Evidentemente questi piccoli non hanno imparato a gestire la fase di sonno intermedia, e per questo si svegliano. Ma il sonnellino è importante e deve continuare. Il discorso dei risvegli notturni è simile e diverso. Vediamo come e perché. I bambini si svegliano di notte, è un classico. E sono proprio i risvegli notturni a portare i poveri genitori sull’orlo del baratro, perché poi i piccoli (a volte) si riaddormentano senza difficoltà, ma gli adulti no! Le ragioni dei risvegli notturni possono essere davvero tante, come dimostrano quasi tutti i 101 punti di questo volume. Possono anche sovrapporsi, naturalmente. Come vedrete ci sono bambini che si svegliano perché hanno gli incubi, altri che si svegliano per un male all’orecchio, altri ancora che si svegliano perché il loro ritmo del sonno non è ancora sincronizzato con il vostro o perché non hanno imparato a superare le fasi di sonno intermedio. E che dire allora di quelli che si svegliano perché oltre ad aver avuto un incubo hanno anche l’otite? Insomma, le contingenze possono peggiorare le cose. Ma basta capire per attrezzarsi al meglio. I bambini, come abbiamo detto e come ripeteremo spesso, rispondono a un istinto. Quando si svegliano piangono perché per istinto di sopravvivenza sanno che è la madre a proteggerli e che senza di lei sono perduti. Quindi 20
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 21
piangono per richiamare l’attenzione della madre ai loro bisogni. La madre li nutre, la madre può nasconderli, la madre può prenderli in braccio e scappare se necessario. Loro, da soli, non possono fare molto… È probabile che nel giro di pochi mesi i risvegli dei neonati scompaiano. Se i risvegli continuano anche nei mesi successivi, e se vostro figlio è uno di quelli che ne ha 2 o 3 a notte, sappiate che ci sono bambini che si svegliano anche 15 volte. Bambini di mamme che lavorano, per giunta. Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante l’aiuto degli altri. Non lasciatevi triturare dall’insonnia di vostro figlio che, vi assicuro, non è eterna, ma può ugualmente essere sfibrante. Cercate piuttosto di risolverla e nel frattempo di affrontarla con lucidità e in buona salute psico-fisica. Durante il corso preparto, gli ostetrici hanno sottolineato un aspetto della nascita dei bambini che fino a quel momento non avevo mai considerato e che mi ha molto aiutato durante il travaglio. E cioè: le contrazioni del travaglio e del parto sono dolorosissime per voi, ma sono un vero e proprio shock per il bambino, che si sente improvvisamente strizzato e spinto verso un’uscita di cui non conosce l’esistenza e che sembra anche piuttosto strettina. E mentre voi (finalmente) spingete, loro devono fare delle giravolte incredibili per riuscire a passare da “lì”. Lo stesso principio può applicarsi all’insonnia, o ai risvegli notturni. A meno che vostro figlio non sia un neonato (che quindi ha davvero bisogno di continui risvegli, perché nella maggior parte dei casi è “impostato” così), un sonno insufficiente o continuamente interrotto è più faticoso per lui che per voi. Abbiamo detto, infatti, che la strada per trovare una regolarità è per alcuni una tappa obbligata e naturale, ma questo non significa che non sia al contempo esasperante! Messaggio per le mamme: QUANDO LA MAMMA E IL BAM21
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 22
BINO TROVANO UNA SINTONIA, PUR NELLE POCHE ORE DI SONNO, I RISVEGLI DIMINUISCONO FINO A SCOMPARIRE.
Individuate la causa dell’insonnia, e affrontatela nel modo che è più giusto per voi due. Questa è una chiave fondamentale. Non date ascolto alla vicina, alla nonna, all’amica, al libro di turno: ascoltate vostro figlio e voi stesse, abbandonatevi a quel che l’istinto vi suggerisce di fare. Come scrive il professor Giovanni Bollea in un suo memorabile saggio: le madri non sbagliano mai. A meno che, naturalmente, l’istinto non sia quello di buttare vostro figlio dalla finestra!
5. scoprite vostro figlio e riconoscete i suoi segnali Come ripeto spesso in queste pagine, è importantissimo che i neogenitori imparino a osservare e comprendere il proprio figlio. Non è una banalità, ed è anzi piuttosto difficile riuscire a interpretare i segnali, riuscire a entrare in sintonia e in comunicazione con una creaturina così piccola, considerate la scarsità dei mezzi di espressione di un neonato e la confusione emotiva in cui viviamo alla nascita di un bambino, gli ormoni impazziti, il senso di responsabilità e di inadeguatezza. Ma, soprattutto se il rodaggio è reso più faticoso da una forma di insonnia, diventa fondamentale recuperare innanzitutto la lucidità necessaria a comprendere vostro figlio, sostenerlo nei suoi bisogni e accettare la sua individualità. Per esperienza personale posso dirvi che la maggior parte dei casi di insonnia si risolve in questo modo. Cambiate prospettiva, scegliete il vostro punto di osservazione e cominciate 22
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 23
a “leggere” i segnali che vostro figlio, nel suo piccolo, vi manda. Tutti i neonati comunicano, per istinto di sopravvivenza, e tutte le madri, per istinto, vogliono provare a decifrare il codice unico e irripetibile dei loro piccoli. Vostro figlio vi farà sempre capire, a modo suo, quando è stanco, quando ha fame, quando ha dolore o quando vive un disagio. Bisogna dunque che i vostri tentativi vi conducano a interpretare la sua strana lingua. In particolar modo questo è importante per quanto riguarda i segnali di sonno. Non serve certamente una laurea per capire che se un bambino sbadiglia o è improvvisamente intrattabile significa che deve dormire. Ma è pur vero che ogni bambino è diverso dall’altro e ciascuno di loro manifesterà il bisogno di dormire in modo differente. Quando avrete imparato a riconoscere i segnali, fate attenzione a non sottovalutarli. La qualità del sonno dei piccoli passa attraverso questi accorgimenti solo apparentemente banali. Un bambino che va a dormire troppo stanco, o troppo nervoso o troppo eccitato, riposerà sicuramente peggio di uno che va a letto tranquillo, sereno e rilassato. Una pronta e corretta risposta alla sua richiesta servirà a infondere in lui una buona dose di sicurezza. Osservare vostro figlio spesso può farvi scoprire aspetti scomodi, ma importanti, riguardo ai suoi bisogni. Ad esempio, mio figlio è stato un neonato sensibilissimo alle sollecitazioni esterne e notavo che ogni visita inattesa, ogni spostamento imprevisto, gli procuravano una irritabilità che consumava le sue batterie molto prima del solito. A scapito forse della “mondanità”, ho sempre cercato di assecondare questo aspetto, forzandolo il meno possibile e proteggendolo (senza cadere nel patologico, credo… o forse a volte sì) da quegli stimoli che sapevo lo avrebbero stancato anzitempo e innervosito. Ho imparato così l’importanza dell’osservazione madre-figlio e di una routine regolare. 23
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 24
6. Ritmi e tempi, calma e sangue freddo Come abbiamo visto nei punti precedenti e come vedremo anche in seguito, i bambini seguono ritmi e tempi di sonno a modo loro regolari. Senz’altro personali. A volte, come nel caso dei bambini che scambiano il giorno per la notte, molto personali. E abbiamo imparato quanto sia importante, soprattutto nei primi mesi, assecondare questi ritmi e questi tempi. A questo punto avrete sicuramente compreso che sostengo l’approccio della “madre naturale”, quella cioè che è in grado di ascoltare il proprio figlio rispondendogli in modo adeguato e accogliente. C’è una cosa che però vorrei puntualizzare. Assecondare i ritmi e i tempi di vostro figlio significa avere imparato a conoscerli e a rispettarli, non soffocarli o “anticiparli”. In altre parole, non vi sto consigliando di precipitarvi a prendere in braccio vostro figlio al primo «nghè» che sentite provenire dalla culla. Vi sto invitando a restare in ascolto, perché prima di intervenire possiate capire cosa significa quel richiamo. Magari vostro figlio sta sognando, o magari è in una fase di sonno notturno transitoria, più leggera, e di lì a poco si calerà in una nuova profonda dormita. Il vostro intervento (accendete la luce, lo prendete in braccio, gli parlate) potrebbe essere inutile se non addirittura inopportuno. Non cadete nella trappola della schematizzazione dei ritmi e dei tempi secondo tabelle di marcia rigide, e cercate dentro di voi l’umiltà necessaria per osservare qualcosa che non conoscete e imparate a conoscerlo. Lungi da me volervi dissuadere dal prendere in braccio vostro figlio il più spesso possibile, vorrei puntualizzare che – tuttavia – accogliere non sempre è sinonimo di cullare e sbaciucchiare. 24
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 25
Accogliere ha, in realtà, un significato molto più ampio e complesso. Qualcosa che si avvicina a quel che abbiamo appena detto e che ripeteremo: riconoscere i veri bisogni di un bambino e assecondarli. Il più grande regalo che potete fare a vostro figlio, e a voi stesse, è aiutarlo ad accettare i suoi ritmi costruendo intorno a lui una vita che lo possa contenere e accogliere. Approfittate di questi primi, magici mesi, per entrare davvero in contatto con lui. Se saprete trovare la frequenza giusta, la relazione con il bambino sarà più ricca, più autentica, più profonda e molto più facile.
7. dormire tutta la notte, quando? Abbiamo visto che fino a una certa età, i risvegli notturni sono abbastanza normali. Ma abbiamo anche visto che il sonno notturno è costituito da varie fasi, tra le quali ve ne sono almeno un paio che andrebbero gestite con attenzione particolare. Se avete letto con attenzione il punto dedicato alle varie fasi del sonno, saprete che la fase REM, quella in cui si concentra l’attività onirica, o una fase di sonno leggero intermedio, potrebbero portarvi a pensare che vostro figlio ha bisogno di voi perché lo sentite muoversi o lamentarsi, e potreste essere indotte a intervenire interrompendo un suo ciclo di sonno naturale. Questo errore potrebbe costarvi molto caro, dal momento che il bambino rischia di prendere poi l’abitudine di svegliarsi alla fine di ogni fase di sonno leggero. C’è bisogno di ricordarvi che questo significa un risveglio ogni 2-3 ore nel migliore dei casi? Non siate ansiosi, restate in ascolto. 25
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 26
Generalmente, intorno ai 10 mesi di età un bambino che abbia già regolarizzato i suoi ritmi dovrebbe essere in grado di dormire una notte intera. Ma questa, naturalmente, è solo letteratura. Perché di lì a qualche mese potrebbe prendere un raffreddore e dopo alcune notti tormentate dalla difficoltà di respirare bene riprendere l’abitudine di svegliarsi, o potrebbe vivere un periodo di angoscia da separazione, o magari la vacanza al mare potrebbe nuovamente turbare i suoi equilibri notturni. Insomma, ci sono davvero tante variabili per cui un bambino non riesce a dormire una notte intera. Ed è bene conoscerle per sapere che sono normali, e che passeranno. Un discorso a parte va fatto, e lo faremo più diffusamente anche oltre, per i bambini allattati al seno. Molti studi dimostrano infatti che questi bambini, che poppano anche di notte, si svegliano più frequentemente degli altri e più a lungo nel tempo. Cercano il contatto con la madre cui sono abituati e che tanto li rassicura. Ma c’è da dire anche che, spesso, la madre non si accorge di questi risvegli perché in linea di massima è entrata anche lei, con il figlio, in una dinamica “naturale” per cui sonno, poppata e sogni si alternano senza soluzione di continuità.
26
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 27
8. Quanto dovrebbe dormire? Prendete la tabella che segue con le pinze, sono numeri, è statistica, ma può comunque essere utile come punto di riferimento. ETÀ
SONNO NOTTURNO
SONNO DIURNO
DURATA TOTALE
0-1 mese
9-10h
6-7h
17-19h
1 anno
10h
2 sonnellini 14h da 90-120 min
2 anni
10h
1 sonnellino 13h da 90-120 min
3-5 anni
10h
1 sonnellino da 60-90 min
12h
6-9 anni
11h
–
11-13h
10-14 anni
9h
–
9-10h
da 15 in su
8h
–
8-9h
27
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 29
PeRChÉ non doRMe
29
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 31
9. le coliche
Chimere della primissima infanzia, delle coliche si sa poco o niente. Alcuni bambini ne soffrono, altri no. Ma chi ci è passato sa quanto possano essere scoraggianti per un genitore e terribili per un neonato. In genere si presentano a orari fissi e regolari, più spesso nel tardo pomeriggio. I bambini piangono disperati rannicchiando le ginocchia verso il petto e sembra che niente di ciò che facciamo serva a farli stare anche solo vagamente meglio. Alcuni studi dimostrano che le coliche dipendono da una immaturità dell’apparato digerente, altri ancora insistono su origini psicosomatiche (una sorta di disagio esistenziale in embrione), e finché resterà oscura la causa scatenante di queste crisi sarà difficile trovare un antidoto realmente efficace. Quel che più frequentemente si associa alle coliche è l’aria. Aria nella pancia. Bisognerebbe cercare di limitare il più possibile le occasioni in cui il bambino ingurgita aria (se prende il biberon ad esempio, fate attenzione alla tettarella e non fatelo mai ciucciare “a vuoto”). Potete anche tentare di aiutarlo facendogli un delicato massaggio sul pancino, ma soprattutto cercate di non spazientirvi e consolatelo. Il dottor Harvey Karp suggerisce di infagottarlo (di solito questo calma i neonati) e riprodurre uno shh uterino che sovrasti il loro pianto. Vostro figlio è nato da poco e non sa cosa gli sta succedendo, stringetelo forte, mettetevelo nel marsupio, attaccatelo al seno, cantate, uscite in balcone, ma non sentitevi in colpa se il pianto non cessa. Se il piccolo è allattato al seno potreste bere tisane al finocchio. Esi31
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 32
stono diversi medicinali per contrastare le coliche, il vostro pediatra saprà consigliarvi al meglio. Personalmente ho affrontato le (rare, devo riconoscere) coliche di mio figlio con un rimedio omeopatico e con i fermenti lattici.
10. Il ruttino Il ruttino, come tutti sanno dai tempi dei tempi, è fondamentale. Il bambino mangia e dopo cinque secondi o cinque minuti (o anche di più) fa un sonoro ruttino e voi potete coricarlo serenamente. Vi hanno insegnato e sapete quasi per istinto che non si sdraia mai un bambino se non ha espresso il suo rituale apprezzamento post-prandiale. Ebbene, non è così. Non tutti i bambini (o quanto meno non alla fine di ogni pasto) hanno bisogno di questo passaggio. Prima di saperlo, ho passato diverse settimane in piedi, tenendo mio figlio in braccio, anche un’ora dopo ogni pasto, preoccupatissima che potesse soffocare per un rigurgito e convinta che lasciarlo dormire dritto potesse salvargli la vita. Una buona scuola per dissipare questa mia ansia è stato l’allattamento notturno. Dormivamo, infatti, di fianco uno di fronte all’altra, in modo che lui svegliandosi trovasse subito il seno senza troppe manovre, il che facilitava moltissimo le cose anche a me. E siccome le poppate erano frequenti e continuate, e spesso mi riaddormentavo quasi immediatamente, ho rinunciato molto presto a tirarlo su ogni volta per fargli fare il famoso ruttino. E non mi è mai capitato di pentirmene. Tuttavia ci sono neonati più sensibili sotto questo punto di vista, ma per fortuna se il bambino che si sveglia piangendo, una volta tirato su, fa 32
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 33
il suo ruttino e si tranquillizza, saprete con certezza come evitargli questo disagio in futuro. Per aiutarlo a liberarsi, se deve, potete fare così: tenete il piccolo in braccio in posizione il più possibile verticale, massaggiategli delicatamente il fianco sinistro dal basso verso l’alto, questo dovrebbe stimolare dopo un po’ un bel ruttino (meglio del solito tap tap sulla schiena). Se sospettate che vostro figlio abbia regolarmente bisogno del suo ruttino prima di dormire, aspettate sempre un quarto d’ora dopo la poppata prima di metterlo giù. La lotta contro l’insonnia dei figli si combatte sul campo: più osservate il vostro piccolo e più rapidamente saprete riconoscere i suoi segnali.
11. È bagnato I piccoli possono svegliarsi anche perché il pannolino bagnato o sporco dà loro fastidio. Il trucco più ovvio è quello di cambiarli subito prima della nanna, ma spesso non basta. Se vostro figlio vuole sentirsi sempre fresco e pulito, è possibile che vi richiami al dovere anche durante la notte. L’importante, come sempre, è evitare che il bambino si svegli completamente. Il che significa soddisfare con prontezza (quella che vi è consentita dal sonno, s’intende) la sua richiesta. Cercate di cambiarlo senza spostarlo dal luogo in cui si trova, qualunque esso sia, siate silenziosi e felini nel rivestirlo, possibilmente non accendete luci e non parlate. E ricordate che, a meno che vostro figlio non soffra di dermatiti, la pelle di un bambino per quanto delicata può sopportare ogni tanto di non essere incipriata dopo la pupù. Potete usare una 33
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 34
salvietta umidificata (o due, o tre, o quattro a seconda della… necessità) e lavarlo meglio la mattina dopo. A proposito di salviette umidificate: sono molto fredde e possono dar fastidio a un corpicino caldo e addormentato, soprattutto nelle parti intime, quindi vi consiglio di tenerle accanto a un termosifone. In genere è la pupù a dar più fastidio ai bambini, che possono svegliarsi con la sensazione di essere irritati, sporchi e appiccicosi. Vi consolerà sapere che da una certa età in poi (12 mesi più o meno), è più difficile che la facciano nel sonno. Se il problema di vostro figlio è davvero questo, provate a capire se c’è un orario ricorrente e anticipate il suo risveglio, così potrete cambiarlo senza provocare urla e pianti. Questo forse non risolve del tutto il problema, ma evita un passaggio cruciale: il riaddormentamento.
12. dentini È difficile prevedere quando vostro figlio comincerà a mettere i dentini, alcuni bambini nascono già con un dentino, altri arrivano sdentati anche a 12 mesi. In linea di massima, però, intorno ai 6 mesi potete cominciare ad aspettarvi qualcosa. I primi sintomi sono, neanche a farlo apposta, irritabilità e disturbi del sonno, nonché un’aumentata salivazione e – se guardate bene – un leggero gonfiore sulla gengiva. Spesso, poi, i dentini escono a coppia o comunque a distanza molto ravvicinata, peggiorando il disagio del piccolo che non conosce né può capire la ragione di tanto fastidio. Un modo per alleviare o contrastare i disturbi della dentizione è quello di passare un mignolo sulle gengive del bambino. Sono molto 34
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 35
utili anche gli oggettini da mordere che trovate in farmacia, quelli che contengono acqua potete tenerli in frigo (per carità non in freezer) e gli daranno molto conforto. Sempre in farmacia, e dietro consiglio del pediatra, troverete rimedi omeopatici che in alcuni casi fanno miracoli. Se siete in inverno, poi, evitate di portare fuori il bambino senza averlo coperto bene con una sciarpa o un passamontagna: sembra infatti che il freddo aumenti il dolore della dentizione. Ma, come sempre, sarà bene che vi armiate di pazienza: devono spuntare venti dentini, ne avrete fino ai due anni di età del bambino. E, ancora una volta, ritengo che la miglior cura sia la partecipazione: fate capire a vostro figlio che sapete cosa sta passando, e consolatelo.
13. È solo curioso della vita Può darsi che l’insonnia dipenda da una fase di “adattamento” alla nuova condizione, e che il pianto sia conseguenza di un disorientamento momentaneo; non sa neanche lui di cosa ha bisogno e l’unico modo che ha per esprimersi e chiedere conforto è, come ripeteremo spesso, proprio il pianto. In effetti, senza stare a lambiccarsi troppo il cervello con ipotesi su possibili cause e soluzioni, si potrebbe finire per accettare il fatto che vostro figlio non dorme semplicemente perché è venuto al mondo da poco e non ha ancora preso le misure con… il resto. Comunque, non tutti gli insonni piangono, ci sono anche bambini che si svegliano e parlottano, guardandosi intorno curiosi. Evviva allora le giostrine da montare sopra la culla e 35
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 36
il lettino, e tutti gli altri passatempi per stuzzicare il loro desiderio di conoscere, con forme e colori adatti a ogni fascia d’età. Fino ai tre mesi, ad esempio, i bambini distinguono meglio il bianco e il nero: potreste disegnare degli oggetti neri su sfondo bianco o viceversa e appenderli vicino alla culla in modo che vostro figlio possa vederli. Dai quattro mesi potete usare più colori (ma senza bombardare il suo campo visivo). Oltre alla carta potreste usare dei “fogli” di stoffa, che si divertirà anche a toccare. Intorno ai sei mesi, poi, i bambini mostrano in genere un discreto interesse per gli specchi, potreste sistemarne uno al lato del letto in modo che il piccolo possa divertirsi a guardare la propria immagine riflessa. Ne esistono di leggeri e infrangibili, studiati appositamente a questo scopo. Naturalmente, se tutta questa fanfara avviene di giorno è un conto… Se avviene di notte è tutto un altro paio di maniche, perché finirete per svegliarvi anche voi. In questo caso vi consiglio di tenere accesa una piccola luce e di lasciarlo fare senza interagire troppo (almeno finché non richiede espressamente la vostra attiva partecipazione). Esiste la remota (ma non poi tanto) possibilità che dopo un po’ si riaddormenti senza troppe storie.
14. otite I bambini, anche piccolissimi, soffrono molto spesso di otite. E quando sono davvero molto piccoli non possono certo comunicarvi di avere dolore all’orecchio. L’otite è quindi un’insidiosa potenziale causa di insonnia. Esistono dei segnali precisi che possono farvi insospettire: vostro figlio 36
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 37
piange portando la manina verso l’orecchio, oppure se lo toccate dietro i lobi strilla, o ancora: non si calma se gli offrite il seno e non vuole saperne di bere dal biberon. Il dolore, infatti, con la suzione può peggiorare. L’otite, un’infiammazione dell’orecchio medio, può presentarsi anche senza febbre, ad esempio in seguito a un forte raffreddore trascurato. È un disturbo molto fastidioso per il bambino e può portare anche alla lacerazione del timpano, se questo accade potreste trovare un po’ di liquido sul cuscino e notare che il bambino piange improvvisamente meno: quel che causa la gran parte del dolore, infatti, è proprio la tensione della membrana timpanica, quando la tensione si allenta, in seguito alla lacerazione, il dolore è meno acuto. Portate subito vostro figlio dal pediatra se sospettate che abbia una forma di otite, dopo averlo osservato con uno speciale apparecchio saprà consigliarvi il modo migliore di affrontare la contingenza. E soprattutto non preoccupatevi, a mio figlio si è lacerato il timpano almeno quattro volte: si rimargina sempre (a meno che non siate davvero sfortunati), ma naturalmente è necessario essere seguiti dal medico per la cura e la convalescenza. Se l’orecchio è il punto debole di vostro figlio posso consigliarvi di usare la soluzione fisiologica nel nasino il più spesso possibile, soprattutto quando è raffreddato (vedi il punto successivo).
37
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 183
Indice
p.
9
Introduzione
11
IL SONNO DEI BAMBINI
13 16 17 19 22 24 25 27
1. Come dormono i nostri figli 2. Il figlio del vicino mangia e dorme 3. Scambia il giorno per la notte 4. I risvegli notturni e diurni 5. Scoprite vostro figlio e riconoscete i suoi segnali 6. Ritmi e tempi, calma e sangue freddo 7. Dormire tutta la notte, quando? 8. Quanto dovrebbe dormire?
29
PERCHÉ NON DORME
31 32 33 34 35 36 38 38 40 40 41
9. Le coliche 10. Il ruttino 11. È bagnato 12. Dentini 13. È solo curioso della vita 14. Otite 15. Ha il naso chiuso 16. Allergie 17. Sete 18. Fame 19. Reflusso gastro-esofageo 183
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 184
p. 42 44 47
20. Angoscia da separazione 21. Pavor nocturnus, incubi e paure COSA FARE QUANDO NON DORME
(SECONDO GLI ESPERTI) 49 50 51 52 55 56 59
22. Richard Ferber: Dottor Jekyll e Mr Hyde 23. Brazelton: autonomo da subito 24. Il dottor Sears e la rivincita del lettone 25. Metodo Estivill: fatelo piangere, cronometro alla mano 26. Tracy Hogg: il linguaggio segreto dei neonati 27. Carlos Gonzales: dalla parte dei bambini 28. Pancia in giù o pancia in su, due parole sulla SIDS
63
COSA FARE QUANDO NON DORME
(SECONDO LE MAMME) 65 66 68 68 69 70 71 73 74 75 76 78 80 82 83
29. Marsupio, fascia e sacconanna 30. Cullarlo 31. Musica, una compilation vincente di musica classica e lirica 32. Musica, una compilation vincente di musica leggera 33. Andiamo a fare una passeggiata 34. Ninna nanna: canta che gli passa 35. Fiabe 36. Conta le pecorelle (elenchi e liste) 37. Libri 38. L’importanza dei rituali 39. Cosa fare se si sveglia 40. L’importanza del contatto fisico 41. Due parole sull’allattamento nei primi mesi 42. È finito il latte! 43. L’allattamento prolungato e il sonno 184
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 185
p. 85 86 88 89
44. Il ruolo dei papà 45. Il ciuccio 46. Appena lo metto giù piange! 47. Cosa fanno le mamme del mondo
91
DA EVITARE ASSOLUTAMENTE
93 94
101 103 105 107
48. Alimentazione della mamma in allattamento 49. Alimentazione dei piccoli dopo lo svezzamento 50. Fonti di eccitazione, la TV 51. Fonti di eccitazione, gli ospiti 52. Fonti di eccitazione, giochi scalmanati 53. L’importanza dei sonnellini durante il giorno da 0 a 3 anni: mai più senza! 54. Non cedete alle medicine 55. Rispettate gli orari 56. Non interrompete il sonno 57. Shh, sta dormendo!
109
L’AMBIENTE DELLA NANNA
111 112 113 115 116 117
58. Temperatura giusta 59. L’abbigliamento per la nanna 60. Biancheria e coperte 61. Tende e tappeti 62. Lettino o lettone? 63. Se dorme nel suo letto: cameretta o camera dei genitori? 64. Il lettino su misura per voi 65. Oggetto transizionale, che cos’è e perché è utile?
96 97 98 99
118 119 123
CONSIGLI EXTRA
125
66. Tisane 185
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 186
p. 126 128 130 131 132 133 134 135 137 138 139
67. Doccia o bagnetto? 68. Massaggi rilassanti 69. Oli essenziali per il bagno 70. Oli essenziali in gocce 71. L’osteopatia 72. Fiori di Bach 73. Il feng shui 74. Fidatevi di voi 75. Le figure profesionali che possono aiutarvi (professionisti e associazioni) 76. Trovare conforto online (forum, portali e siti dedicati) 77. Trovare conforto in libreria (bibliografia consigliata)
143
SITUAZIONI PARTICOLARI
145 146 148 149 150 152 154 155 157
78. Lo svezzamento dal seno 79. Se ha la febbre 80. Se è in ospedale 81. In viaggio 82. Se non è figlio unico 83. I genitori single 84. I genitori separati 85. Se va al nido 86. Quando la mamma va in crisi e pensa di sbagliare tutto
159
ESPERIENZE VERE
161 162 163
87. Matilde, la bambina che voleva i capelli 88. Roberta, la sua mamma e… la puericultrice 89. Lorenzo e il profumo della mamma sul cuscino 90. La mano nel reggiseno, il mio tettosauro
164
186
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 187
p. 165 166 167 168 170 170 171 172 173 174 175
91. Il lattuccio soporifero di Marta 92. Leonardo, campione di Estivill che dopo 3 anni finisce nel lettone 93. Le ciglia, il potente sonnifero di Riccardo 94. Agnese: solo in braccio! 95. Arianna, la piccola “ferberizzata” 96. Michele e la pancia di mamma 97. Il rumore bianco: la piccola Nicole e il phon 98. Federica e il solito giretto in macchina 99. Carolina e i 3 ciucci 100. Claudio con le cuffiette 101. Conclusioni: sfatiamo il mito del manuale perfetto!
177
Bibliografia
181
Ringraziamenti
187
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 188
101
1. Ilaria Beltramme, 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita 2. Federica Bosco, 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi) 4. Jill Cooper, 101 modi per essere sani, belli e con un corpo mozzafiato senza rinunciare ai piaceri della vita 5. Alberto Calligaris, 101 cose da fare a letto almeno una volta nella vita 6. Micol Arianna Beltramini, 101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita 7. Gianni Nosenghi, 101 cose da fare a Venezia almeno una volta nella vita 8. Patrizio Cacciari, 101 motivi per odiare la Lazio e tifare la Roma 9. Agnese Palumbo, 101 cose da fare a Napoli almeno una volta nella vita 10. Ilaria Beltramme, 101 perché sulla storia di Roma che non puoi non sapere 12. Paola Fiorentini, 101 cose da fare a Torino almeno una volta nella vita 13. Gianmichele Lisai, 101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita 14. Valeria Arnaldi, 101 luoghi dove innamorarsi a Roma per tutta la vita 15. Elisa Genghini, 101 cose da fare in Romagna almeno una volta nella vita 16. Federica Bosco, 101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro 17. F. Belotti – G. Margheriti, 101 storie su Milano che non ti hanno mai raccontato
CEM40_101_addormentare_bambino_Layout 1 05/05/10 17.23 Pagina 189
18. Margherita Bianchini, 101 cose da fare a Bologna almeno una volta nella vita 19. Maria Cecilia Averame, 101 cose da fare a Genova almeno una volta nella vita 20. Daniela Gambino, 101 cose da fare in Sicilia almeno una volta nella vita 21. Agnese Palumbo, 101 storie su Napoli che non ti hanno mai raccontato 22. Dante Sebastio, 101 motivi per odiare il Milan e tifare l’Inter 23. Marco Dell’Acqua, 101 motivi per odiare l’Inter e tifare il Milan 24. Franco Ossola, 101 motivi per odiare la Juventus e tifare il Torino 25. Rossano Astremo, 101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita 26. Alba Allotta, 101 ricette da preparare, provare e gustare almeno una volta nella vita 27. F. Morrone – C. Rumori, 101 trattorie e osterie di Roma dove mangiare almeno una volta nella vita e spendere molto poco 28. Andrea Frediani, 101 segreti che hanno fatto grande l’impero romano 29. Francesco Cagno, 101 modi per combattere il tuo nemico acquisito: tua suocera 31. Luciano Pignataro, 101 vini da bere almeno una volta nella vita spendendo molto poco 32. Carlo Cambi, 101 trattorie e osterie di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita e spendere molto poco 33. Micol Arianna Beltramini, I 101 luoghi più romantici di Milano dove innamorarsi per tutta la vita 34. Paolo Pedote, 101 motivi per credere in Dio e non alla Chiesa 36. Alba Allotta, 101 ricette da preparare al tuo bambino per farlo crescere sano e felice 38. Giovanna Canzi – Daniela Pagani, 101 cose fare a Milano con il tuo bambino