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La costruzione delle piramidi. 72. Erodoto e la mummificazione. 74. SEZIONE I. La preistoria e le prime civiltà. La Geo-Storia e gli strumenti per orientarsi nello ...
Indice

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LETTURA DOCUMENTO

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO POPOLI SCHEDA GEOSTORIA

La Geo-Storia e gli strumenti per orientarsi nello spazio e nel tempo Laboratorio… per cominciare

SEZIONE I

10

25

La preistoria e le prime civiltà

Contenuti

Approfondimenti

Geostoria

1 Prima della storia 1. L’evoluzione della specie 2. La diffusione dell’agricoltura 3. L’età dei metalli 4. Le trasformazioni sociali SINTESI ATTIVITÀ

30 32 36 38 40

La savana africana, culla dell’umanità

32

La vita dell’uomo del Neolitico

39

Individui e popoli in movimento

41 44

2 Le civiltà del grano e dell’orzo: l’antica Mesopotamia

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1. La “mezzaluna fertile” e la nascita delle “civiltà fluviali” 2. I Sumeri

3. Dagli Àccadi alla prima dinastia babilonese 4. Il primo Impero babilonese 5. Gli Assiri 6. Il secondo Impero babilonese SINTESI ATTIVITÀ

48 49

53 54 55 58

Una scoperta rivoluzionaria: la ruota

48

La “civiltà del grano e dell’orzo” e il rapporto con l’ambiente La vita di un povero scolaro I Semiti, i Camiti e gli Indoeuropei

49 51 52

Il Codice di Hammurabi La perfetta macchina militare degli Assiri I feroci re-guerrieri assiri La continuità della cultura mesopotamica

55 56 57 58

2. La civiltà egizia

2

46

59 60

3 La storia millenaria del Nilo: l’antico Egitto 1. La storia del regno

42

64

69

Il faraone, un re-dio Economia centralizzata e uso improduttivo delle risorse La stele di Rosetta Il papiro La costruzione delle piramidi Erodoto e la mummificazione

65 68 70 71 72 74

62 Attività umane e territorio

80

Indice Contenuti

Approfondimenti

SINTESI

75

ATTIVITÀ

82

Gli Hittiti: la civiltà del ferro Gli Hurriti e il regno dei Mitanni

Geostoria 78 79

4 Le antiche civiltà mediterranee: Fenici ed Ebrei 1. I Fenici 2. La civiltà fenicia 3. Gli Ebrei SINTESI

ATTIVITÀ

86 88 91

Le navi fenice Il viaggio di Annone La Bibbia, ovvero l’Antico e il Nuovo Testamento Il canto dell’esilio a Babilonia

87 90 92 94

Religioni e organizzazione dello spazio

76

C I T TA D I N A N Z A La concezione della giustizia

98

Laboratorio… per concludere

102

La civiltà greca

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5 Agli albori della storia greca: i Cretesi e i Micenei 1. I periodi della civiltà cretese

112

2. La cultura minoico-cretese 3. I Micenei

113 115

4. Aspetti della civiltà micenea 5. La religione minoico-micenea SINTESI ATTIVITÀ

117 118

I palazzi di Creta La leggenda del Minotauro La decifrazione del lineare B La donna a Creta e Micene La struttura delle città-stato achee La civiltà della vergogna Il culto degli eroi

110

112 113 114 115 116 117 118

119 122

6 Il “medioevo” ellenico e l’inizio dell’età arcaica 1. Il “medioevo” ellenico

96

95 100

S U L L E T R A C C E D E L L A S TO R I A La tomba di Tutankhamon

SEZIONE II

84

126

2. L’inizio dell’età arcaica

129

SINTESI ATTIVITÀ

133 134

L’invasione dei Dori e la formazione del popolo greco Il pantheon dei greci Ghéne, fratrìe e tribù

124

128 129 130

3

Indice Contenuti

Approfondimenti

Geostoria

7 L’ascesa delle poleis: Atene e Sparta a confronto 1. La polis 2. La vita nelle poleis 3. Le forme di governo

138 139 140

4. Sparta 5. Il dominio di Sparta e dei suoi alleati 6. Le origini aristocratiche di Atene 7. Solone e la costituzione timocratica 8. Pisistrato un tiranno illuminato 9. La riforma democratica di Clistene

143 145 145 146 148 149

10. Cultura e arte ad Atene e Sparta

152

SINTESI ATTIVITÀ

155 158

Il centro della vita cittadina: l’agorà

138

Le feste e i giochi L’origine della polis La dura vita dello spartiate

140 141 144

136 La nascita e lo sviluppo delle città

Le classi sociali nella costituzione di Solone 147 L’esercito e la falange oplitica L’ostracismo L’unitarietà della cultura greca Il tempio greco L’arte della divinazione

150 151 152 152 154

8 La grande espansione greca nel Mediterraneo

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1. La seconda colonizzazione greca 2. Cultura e arte nelle colonie SINTESI ATTIVITÀ

162 165

La partenza di una nave di coloni L’eredità della scuola pitagorica

163 166

160 Le aree mediterranee

1. I Persiani: le origini e i grandi re 2. La civiltà persiana

174 175

3. L’espansione dei domini persiani 4. La prima guerra persiana 5. La seconda guerra persiana SINTESI ATTIVITÀ

179 179 180

172

La guardia reale e l’esercito persiano 175 Una lettera di Dario a un suo amministratore 177

Un’arma vincente: le navi ateniesi

181

183 184

10 L’egemonia di Atene nell’età di Pericle

4

168

167 170

9 L’Impero persiano e lo scontro con le polis greche

1. Il consolidamento dell’egemonia ateniese 2. L’Atene di Pericle: faro di civiltà

156

188 189

L’educazione del cittadino ateniese L’elogio della democrazia ateniese L’opposizione aristocratica a Pericle

186

192 193 194

Indice Contenuti

Approfondimenti

3. Società e cultura nell’Atene di Pericle 196 SINTESI ATTIVITÀ

Una giornata ad Atene Il teatro di Stato L’acropoli di Atene

Geostoria 195 198 200

201 202

11 La guerra del Peloponneso e la crisi della polis 1. Atene contro Sparta 2. La prima fase della guerra 3. La seconda fase della guerra 4. La terza fase della guerra 5. La Grecia dopo la guerra del Peloponneso 6. La crisi della Grecia: Cartagine conquista la supremazia nel Mediterraneo 7. La cultura greca negli anni della guerra

206 206 208 211

L’imperialismo ateniese Alcibiade nel racconto di Plutarco

207 209

212

L’importanza storica della guerra del Peloponneso Dionisio, il tiranno di Siracusa

214 215

L’autodifesa di Socrate La medicina prima di Ippocrate

217 218

SINTESI ATTIVITÀ

219 222

204 Conflitti, terrorismo e armamenti

215 216

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12 La fine della libertà dei Greci. Alessandro Magno e l’ellenismo 1. La Macedonia prima di Alessandro 2. Alessandro Magno e il suo Impero 3. Lo smembramento dell’Impero di Alessandro 4. Società e istituzioni nell’Impero macedone

226 228

Demostene e la lotta per la libertà dei Greci 227 Il sogno di un Impero universale 229 La falange macedone 230

Flussi di informazione e centri di potere

224 242

232 235

5. La cultura ellenistica

238

SINTESI ATTIVITÀ

241 250

Alessandro un sovrano “divino” Grecizzazione e cosmopolitismo Aspetti della schiavitù nel mondo ellenistico

S U L L E T R A C C E D E L L A S TO R I A Schliemann, mercante e archeologo

120

C I T TA D I N A N Z A Forme e strutture dello Stato

244

C I T TA D I N A N Z A Il concetto di libertà e i doveri dei cittadini

246

C I T TA D I N A N Z A La conquista dei diritti dei cittadini

248

Laboratorio…

252

per concludere

220

235 236 237

5

Indice

SEZIONE III

L’Italia antica e le origini di Roma

Contenuti

Approfondimenti

Geostoria

13 L’Europa e l’Italia prima di Roma. I Celti e gli Etruschi 1. L’Europa dalla rivoluzione neolitica alla lavorazione dei metalli 2. Le migrazioni e gli insediamenti dei Celti in Europa

Lingue e popoli europei

263

Il ruolo della guerra nella società dei Celti 264 Il ruolo dei druidi nella società celtica 265 Parole italiane di origine celtica 266 Le testimonianze della civiltà ligure L’origine degli Etruschi e la teoria “di formazione”

La vita dei ceti dominanti

269

272

275

277 280

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14 Le origini di Roma e le prime istituzioni 1. Le prime fasi della storia di Roma

2. La nascita della Repubblica

284

288

3. Il conflitto tra patrizi e plebei 4. La religione e la cultura alle origini di Roma

291

SINTESI ATTIVITÀ

295 296

293

282

La storiografica antica e il mito La potestas e la condizione dei figli e delle donne Il cliente e il patrono Teorie storiografiche sull’origine di Roma e la nascita della Repubblica

284

I collegi sacerdotali e i riti Le leggi delle XII Tavole

293 294

286 287 288

15 L’espansione di Roma nella penisola italica 1. Roma verso l’egemonia 2. Le guerre sannitiche 3. La guerra con Taranto e la conquista della Magna Grecia

6

278

262

3. L’Italia nell’età del bronzo e del ferro 267 4. L’Italia all’inizio del I millennio a.C.: un mosaico di popoli e culture 268 5. Origini, espansione e declino degli Etruschi 270 6. Il sistema politico e sociale degli Etruschi 273 7. L’economia etrusca 274 8. La civiltà etrusca 274 SINTESI ATTIVITÀ

260

300 302

Guai ai vinti! L’esercito romano

301 302

303

La propensione dei Romani all’imperialismo 304

298 Le comunicazioni

310

Indice Approfondimenti 4. Politica e cultura dell’Italia romana

305

SINTESI ATTIVITÀ

309 314

Le più famose commedie di Plauto

C I T TA D I N A N Z A Il concetto di solidarietà

312

Laboratorio…

316

per concludere

Geostoria 308

Geografia Laboratorio…

320

per cominciare

Contenuti

Approfondimenti

Geostoria

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1 La Terra: le principali caratteristiche 1. Le terre emerse 2. I vulcani e i terremoti 3. Gli oceani 4. Le grandi regioni climatiche 5. I cambiamenti climatici 6. Gli ambienti naturali

326 327 329 331 333 335

SINTESI ATTIVITÀ

337 340

324

Scudi e piattaforme Le forme dei vulcani

326 329

Da Kyoto 1997 a Cancún 2010

334

La rappresentazione della Terra nel tempo

2 La popolazione e gli insediamenti

342

1. Il popolamento della Terra

344

Le “transizioni demografiche”

344

2. La popolazione aumenta ancora

346 348 350

I termini della demografia La “tratta degli schiavi” La densità della popolazione mondiale La crescita urbana è positiva? L’urbanizzazione e lo sviluppo I centri storici e l’UNESCO Il fiume nascosto di Los Angeles

347 348 351 355 356 358 359

3. Le grandi migrazioni 4. La distribuzione 5. L’urbanizzazione, una tendenza inarrestabile 6. I paesaggi urbani cambiano nel tempo e nello spazio

354 358

338

Una città nel tempo: Berlino

366

7

Indice Contenuti

Approfondimenti

Vivere negli slum

7. Le aree urbane sono collegate dalle vie di comunicazione SINTESI ATTIVITÀ

Geostoria

360

361 365 368

3 Il territorio e la popolazione dell’Europa 1. Le caratteristiche del territorio 2. I climi e gli ambienti naturali 3. Le tendenze demografiche: meno bambini più vecchi 4. L’Europa è diventata meta di intensi flussi migratori 5. Gli insediamenti: un continente ricco di città 6. I caratteri culturali: le lingue e le religioni SINTESI ATTIVITÀ

372 376

370

Un “Santuario” per delfini e balene Un ambiente favorevole 2015: “spartiacque” demografico dell’UE

373 377 378

Rom: migranti per vocazione?

381

La Rete transeuropea e i “corridoi”

383

Chiese in espansione: i pentecostali Protestanti e cattolici in Irlanda

385 386

I migranti europei nel tempo

378 380 382 384 387 390

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4 Il lungo cammino verso l’Europa unita 1. Fino al XIX secolo, una storia di espansione 2. La grande frammentazione nel XX secolo 3. Un nuovo tentativo di unificare l’Europa 4. Come funziona l’Unione Europea SINTESI ATTIVITÀ

Una città greca: Siracusa

392 394

394

Bruxelles nel tempo: da borgo di mercanti a capitale europea

8

404

396 398 400

La “Carta dei diritti fondamentali”

399

“L’Europa ha bisogno di un’anima” I “simboli” dell’Unione Europea

400 402

403 406

5 Il Mediterraneo e l’Italia 1. Un mare ricco di storia e di problemi 2. Il territorio dell’Italia 3. Le caratteristiche del clima 4. Lo Stato italiano e le sue Regioni 5. Le dinamiche demografiche nel nostro Paese 6. I flussi migratori

388

410 414 417 420 422 424

408 Un crocevia antichissimo I mille paesaggi delle coste italiane

410 417

Lo Stato della città del Vaticano L’Indice di dipendenza

421 423

Gli immigrati, il lavoro e la casa

425

Una città nel tempo: Roma

434

Indice Contenuti

7. La distribuzione della popolazione e gli insediamenti 8. Lo sviluppo economico e la qualità della vita 9. Le risorse e le attività produttive SINTESI ATTIVITÀ

Approfondimenti

Geostoria

Territorio e popolazione

426

Nel mondo siamo solo al 23° posto

429

Inquinamento e protezione dell’ambiente

432

426 428 430 433 436

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6 Gli altri Stati dell’Europa 1. Gli Stati della regione balcanica 2. Territorio e società in GRECIA 3. Gli Stati della regione occidentale

440 444 450

4. Gli Stati della regione centro-settentrionale

456

5. Gli Stati della regione orientale e caucasica

462

SINTESI ATTIVITÀ

470 472

438 Un nuovo Stato, il Kosovo

442

Al di là delle Colonne d’Ercole Da dove viene la xenofobia? Sviluppo ed etnie: il caso del Belgio I Vichinghi e la loro eredità L’Islanda ha rischiato la bancarotta Romania: una provincia del Veneto? Indigenizzazione o russificazione? Nel Caucaso, mille popoli diversi Le radici cristiane dell’Europa Il genocidio degli Armeni

452 454 455 459 460 461 464 465 466 467

F O C U S I luoghi spopolati

352

F O C U S Chi c’è sulle altre sponde?

412

F O C U S Vulcani e aree sismiche in Italia

418

Laboratorio…

476

per concludere

La Grecia nel tempo L’ex Iugoslavia e le guerre balcaniche

448 468

9

SEZIONE I

La preistoria e le prime civiltà UNITÀ

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■ ■ ■ ■

1 2 3 4

Prima della storia, p. 30 Le civiltà del grano e dell’orzo: l’antica Mesopotamia, p. 46 La storia millenaria del Nilo: l’antico Egitto, p. 62 Le antiche civiltà mediterranee: Fenici ed Ebrei, p. 84

1

Prima della storia Il tempio neolitico di Hagar Qim, sull’isola di Malta.

OBIETTIVI COGNITIVI

Studieremo:

■ che cosa si intende per preistoria e storia ■ l’evoluzione dell’uomo ■ i modi e i tempi della diffusione dell’uomo sull’ecumene ■ il rapporto uomo-ambiente e le trasformazioni operate dall’uomo nel corso della preistoria OBIETTIVI METODOLOGICI

Apprenderemo a: ■ utilizzare linee del tempo, carte, grafici per fissare sia visivamente sia razionalmente quanto studiato ■ considerare le fonti materiali come strumenti di indagine storica ■ conoscere le opinioni di storici e studiosi sulle problematiche affrontate OBIETTIVI ESPRESSIVI

Impareremo il significato di:

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● ambiente • ecumene • cultura • rivoluzione • sedentarizzazione • nomadismo • fossile • ominide • chopper • amigdala • totem • pitture rupestri • megaliti

I tempi

2,5-2 milioni di anni fa PA L E O L I T I C O I N F E R I O R E

30

UNITÀ 1

Prima della storia

2,5 milioni di anni fa Homo habilis

300 000 anni fa Homo sapiens

1,5 milioni di anni fa Homo erectus

200 000 anni fa Uomo di Neanderthal 150 000 anni fa Homo sapiens sapiens

PRIMA DELLA STORIA

Il termine preistoria indica un immenso arco di tempo che va dai primi segni della comparsa dell’uomo sulla Terra fino al sorgere delle prime società urbane e alla nascita della scrittura, all’incirca nel 3500 a.C., data che segna l’inizio della “storia” in senso proprio. Si tratta, ed è necessario tenerlo presente, di indicazioni convenzionali. Basti pensare al fatto che la stessa evoluzione dell’uomo lungo la preistoria è stata diversissima, a seconda delle regioni, del clima e delle condizioni di vita che si trovò ad affrontare; e che, ancora oggi, esistono popolazioni che vivono allo stato primitivo e non conoscono la scrittura.

100 000 anni fa PA L E O L I T I C O M E D I O

1 milione di anni fa Homo erectus migra dall’Africa in Asia e in Europa. Lavorazione dell’amigdala 2,5-2 milioni di anni fa Primi utensili di pietra scheggiata (chopper)

500 000 anni fa Scoperta del fuoco

I luoghi L’ambiente in cui nacque l’uomo è la Rift Valley africana, un enorme sistema di fratture della crosta terrestre in cui si verificarono condizioni di vita particolarmente favorevoli. Da qui con la prima migrazione, tra 1 milione e 200 000 anni fa, l’Homo erectus popolò tutte le zone temperate dell’Europa e dell’Asia. Con i cambiamenti di clima provocati dalla quarta glaciazione, di questa migrazione non rimase nulla. La seconda migrazione, iniziata circa 50 000 anni fa, portò, Homo sapiens sapiens a diffondersi in tutto il mondo, dall’Asia all’Europa, all’Australia e alla Nuova Guinea. Durante l’ultima glaciazione alcuni gruppi umani attraversarono a piedi il tratto di mare ghiacciato tra la Siberia e l’Alaska e passarono in America.

■ Le fonti (Homo erectus)

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(Homo sapiens sapiens)

40 000 anni fa PA L E O L I T I C O S U P E R I O R E

8000-3500 a.C. NEOLITICO

30 000 anni fa Scompare l’uomo di Neanderthal

3500 a.C. Fine della preistoria

10 000-8000 a.C. MESOLITICO

10 000 a.C. Fine dell’ultima glaciazione

6000 a.C. Inizio della lavorazione del rame

50 000-40 000 anni fa Homo sapiens sapiens migra in Asia, in Europa in Australia e Nuova Guinea

40 000 anni fa Prime pitture rupestri

30 000 anni fa Homo sapiens sapiens migra in America e in Oceania

10 000 a.C. Scoperta dell’agricoltura

Prima della storia

8000 a.C. Nascita dei villaggi

UNITÀ 1

31

2500 anni 100000 anni 1000000 anni

P A L E O L I T I C O 5 milioni 2,5 milioni Homo habilis 1,5 milioni Homo erectus Australopitechi

300 000 anni fa Homo sapiens

150 000 anni fa Homo sapiens sapiens

1. L’evoluzione della specie Primate Termine creato dal naturalista Carlo Linneo (1707-1778) per designare un ordine di mammiferi comprendente le scimmie e l’uomo. Molto probabilmente il primate di 70 milioni di anni fa non aveva le fattezze di una scimmia, ma assomigliava più a un animale di piccola taglia, per esempio uno scoiattolo.

Ambiente

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L’insieme delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche in cui vive una comunità costituisce l’ambiente fisico. Mentre per ambiente sociale e culturale, si intende il complesso di relazioni che condizionano la vita umana.

La savana africana, culla dell’umanità

A

Dai primi ominidi all’Homo habilis Circa 70 milioni di anni fa un piccolo mammifero cominciò a salire sugli alberi per sottrarsi ai predatori e trovare più cibo. Nel corso del tempo questi mammiferi, detti primati, oltre a cambiare modo di vita, subirono modifiche anche nell’aspetto, per adattarsi al nuovo ambiente. Due furono le modifiche fisiche fondamentali. Anzitutto le estremità delle quattro zampe, all’inizio dotate di artigli, si trasformarono progressivamente in arti dalla presa più sicura e dotati di maggiore capacità manipolatoria. Il muso, inizialmente appuntito e con gli occhi laterali, si andò accorciando e gli occhi si disposero in linea tra loro. I primati assunsero così la vista “stereoscopica”, cioè a tre dimensioni (quindi anche in profondità), e divennero capaci di distinguere le varie tonalità di colori. Da questi primati arboricoli discese un tipo di scimmie prive di coda, con tratti e caratteristiche simili a quelle umane e perciò dette antropomorfe. Le scimmie antropomorfe vissero ancora sugli alberi, ma acquisirono alcune caratteristiche che le resero diverse dalle altre scimmie: trasformarono le quattro zampe in vere e proprie mani prensili e svilupparono una struttura fisica già predisposta all’andatura eretta. Queste caratteristiche permisero loro di scendere dalle piante e di avventurarsi a terra alla ricerca del cibo che sugli alberi era sempre più raro [ A ]. a maggior parte dei ritrovamenti di resti degli antichi ominidi è avvenuta in un luogo particolare della Terra: la Rift

L

n Cranio di Homo habilis rinvenuto nel Kenya settentrionale.

Da alcune di queste scimmie, che per prime si avventurarono a terra, circa 5 milioni di anni fa si svilupparono i primi ominidi, gli australopitechi, che assai presto acquisirono la locomozione bipede. Intorno ai 2,5 milioni di anni fa apparve in Africa il cosiddetto Homo habilis. Secondo i dati finora in nostro possesso, questo individuo rappresenta il primo esemplare della specie Homo (“uomo”). È certo che i primi uomini e gli australopitechi convissero per circa un milione di anni, poi gli australopitechi si estinsero e l’uomo proseguì nella sua evoluzione (vedi p. 34).

Valley africana, un enorme sistema di fratture della crosta terrestre che si estende per migliaia di chilometri nella parte orientale del continente, dal mar Rosso (a nord) sino alla valle del fiume Zambesi (a sud). Quando, circa 20 milioni di anni fa, ebbero inizio i fenomeni geologici che sono all’origine della Rift Valley,

j Olduvai, in Tanzania, la località della Rift Valley africana in cui si è ritrovata la maggiore quantità di fossili del primo rappresentante della specie umana, l’Homo habilis.

32

UNITÀ 1

Prima della storia

anche il clima della regione e quindi il tipo di vegetazione cambiarono. La foresta pluviale, bisognosa di continue piogge per mantenere in vita la sua enorme massa vegetale, cominciò a restringersi e si ridusse a una striscia lungo i fiumi. Il clima più secco creò estese praterie coperte di alte erbe: la savana. La vita dei primati che traevano il loro sostentamento dall’abbondanza dei frutti della foresta divenne impossibile e qualcuno di loro iniziò a scendere dagli alberi, diventati troppo radi, e ad affacciarsi sull’immensa savana. Cominciava l’avventura dell’uomo sulla Terra.

50 000 anni fa Popolamento Eurasia, Australia e Nuova Guinea

30 000 anni fa Popolamento America

N E O L I T I C O 8000 a.C. inizio Neolitico

3500 a.C. fine Neolitico

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Inizialmente l’Homo habilis non era capace di cacciare e di uccidere le prede. Si comportava piuttosto come uno sciacallo, disturbando gli animali predatori e cibandosi dei resti delle loro vittime. Più tardi imparò a scheggiare le pietre per renderle taglienti, e mostrò i segni di un’intelligenza capace di operazioni complesse. Nel corso del Paleolitico, del Mesolitico e del Neolitico, infatti, la pietra fu il materiale prediletto per fabbricare stumenti e utensili. Le pietre più usate furono quelle che, percosse, si scheggiavano facilmente, come la selce, il diaspro e la quarzite. I primi rudimentali utensili fabbricati dall’Homo habilis erano semplici ciottoli, che venivano battuti con una pietra più grande e scheggiati su un solo lato in modo da creare un bordo tagliente; il sasso così trattato viene chiamato chopper.

Dall’Homo erectus all’Homo sapiens Circa 1,5 milioni di anni fa, sempre in Africa, comparve un nuovo tipo di uomo, più robusto, più alto e più intelligente: l’Homo erectus. Egli imparò a tendere trappole ai grandi mammiferi, che uccideva agendo in gruppi numerosi e utilizzando armi di pietra. Con l’Homo erectus si sviluppò la lavorazione dell’amigdala, che veniva sagomata battendola sopra un’altra pietra più grande, che fungeva da incudine. L’amigdala (detta anche pietra bifacciale, perché venivano scheggiate ambedue le facce del sasso) poteva essere impugnata e fungere da ascia o da coltello. Si ritiene che l’Homo erectus conoscesse già il fuoco e che poi imparò a controllarlo mantenendolo acceso a lungo.

Antropomorfo Letteralmente, “che ha forma umana”. Si parla, quindi, di scimmie antropomorfe, perché hanno un aspetto simile a quello dell’uomo.

Ominidi Il termine indica le diverse specie considerate “intermedie” tra le scimmie antropomorfe e l’uomo.

n La sepoltura di un adolescente di circa 12-14 anni (nota come tomba del “principe” per la ricchezza del corredo funerario), scoperta in Liguria nella grotta delle Arene Candide e risalente a circa 20 000 anni fa. Non sappiamo però quando e in quale modo l’uomo apprese la tecnica dell’accensione. Il pieno possesso del fuoco, documentato da reperti risalenti a 200 000 anni fa, fu un’importante conquista tecnologica. Oltre che per cacciare, riscaldarsi e cuocere la carne, il fuoco fu utilizzato in seguito per cuocere l’argilla, produrre coloranti naturali e lavorare i metalli (vedi pp. 38-39)

r L’evoluzione della tecnica di lavorazione della pietra: dal ciottolo scheggiato in modo rudimentale su un solo lato (detto chopper) all’amigdala, scheggiata su entrambi i lati, fino a strumenti e utensili più funzionali (punte di selce con l’impugnatura, arpioni, aghi per cucire le pelli).

Prima della storia

UNITÀ 1

33

2500 anni 100000 anni 1000000 anni

P A L E O L I T I C O 5 milioni 2,5 milioni Homo habilis 1,5 milioni Homo erectus Australopitechi

300 000 anni fa Homo sapiens

150 000 anni fa Homo sapiens sapiens

rallelamente e particolarmente adattata al clima rigido della penultima glaciazione, è quella dell’uomo di Neanderthal. La sua diffusione, tra 200 000 e 30 000 anni fa, fu ampia, poiché se ne trovano tracce in Asia e in Europa.

f Una pittura rupestre che raffigura una scena di caccia: un gruppo di cacciatori armati di archi e frecce affronta un branco di cervi.

L’Homo sapiens sapiens La decadenza e infine la scomparsa dell’uomo di Neandertal furono determinate dall’affermazione dell’Homo sapiens sapiens – detto anche “uomo di Cro-Magnon”, dal nome della località francese in cui sono stati trovati alcuni esemplari –, alla cui specie appartengono tutti gli uomini che oggi vivono sulla Terra. La maggior parte degli studiosi ritiene che abbia avuto origine nell’Africa sud-orientale intorno a 150 000 anni fa e che si sia diffuso in Europa circa 40 000 anni fa. Fin dalla sua comparsa l’Homo sapiens sapiens mostrò aspetti veramente evoluti e complessi. Fu in grado di lavorare vari tipi di pietra con grande abilità e di fabbricare strumenti e utensili sempre più efficaci. Sono state rinvenute vere e proprie lame, di selce o di ossidiana, e strumenti quali coltelli, punte di lancia e di freccia, bulini, raschiatoi ecc. Si affermò anche la lavorazione dell’osso, del corno e dell’avorio. L’Homo sapiens sapiens perfezionò il suo linguaggio e sviluppò un senso magico-religioso della vita sempre più marcato. Credeva in una vita dopo la morte, quindi aveva una visione “religiosa” dell’esistenza.

Glaciazione Periodo in cui la temperatura sulla Terra si abbassò in modo significativo e di conseguenza vaste aree si ricoprirono di ghiacci. A partire da 1,1 milioni di anni fa sino a 11 000 anni fa circa, si verificarono quattro principali glaciazioni: Günz (durata 150 000 anni), Mindel (100 000 anni), Riss (100 000 anni) e Würm (70 000 anni). Solo l’Africa non venne interessata dal fenomeno delle glaciazioni; il clima e l’ambiente naturale africani favorirono dunque la nascita e l’evoluzione di molte specie animali.

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Bulino Strumento appuntito utilizzato per incidere cuoio, legno, osso, corno o avorio.

L’esame dei crani dell’Homo erectus testimonia la possibilità che l’apparato laringeo fosse tale da permettere un linguaggio essenziale, ma già articolato. L’Homo erectus, inoltre, fu protagonista della prima migrazione dell’uomo: dall’Africa all’Europa e all’Asia. Il succedersi di grandi glaciazioni costrinse l’uomo a raffinare le sue capacità di adattamento all’ambiente. Circa 300 000 anni fa fece così la sua comparsa, ancora una volta in Africa, una specie più evoluta: l’Homo sapiens. Una variante dell’Homo sapiens, sviluppatasi pa-

EUROPA

ASIA

AFRICA

100 000 anni fa Homo sapiens neanderthalensis

Homo sapiens sapiens

Homo erectus

1 milione

Divergenza tra le linee evolutive africana e asiatica

f Lo schema mostra le tappe dell’ominazione, cioè del processo evolutivo della specie umana. Tra i diversi tipi di Homo apparsi sulla Terra non è stata rilevata una discendenza diretta. L’Homo erectus, ad esempio, visse per un lungo periodo contemporaneamente all’Homo habilis.

34

UNITÀ 1

Homo sapiens arcaico

Homo sapiens arcaico

di anni fa

Homo erectus

2,5-2 milioni di anni fa Homo habilis

5-3 milioni di anni fa

5 milioni di anni fa

Prima della storia

Divergenza evolutiva tra scimmie antropomorfe e uomo Australopithecus

Scimmie antropomorfe africane

50 000 anni fa Popolamento Eurasia, Australia e Nuova Guinea

Non si spiegherebbe altrimenti la presenza, accanto al morto, di corredi funerari. I cadaveri venivano a volte disposti nella tomba in posizione rannicchiata, come un bambino nel ventre materno, e con la testa rivolta a oriente, dove sorge il Sole: elementi simbolici che confermano la credenza in una seconda vita. Nelle società primitive è molto difficile distinguere, in linea di principio, la concezione magica e la concezione religiosa della realtà. Questa premessa è fondamentale per capire il significato delle pitture rupestri. Le pareti dipinte delle caverne e delle grotte sono sempre situate nei cunicoli più interni, bui e isolati. Questa collocazione lascia pensare che i dipinti fossero l’espressione di un rituale magico o religioso e che questi ambienti venissero considerati luoghi sacri. Accanto ad alcuni dipinti sono stati trovati piccoli flauti di osso, quindi è probabile che i riti fossero accompagnati da musica e danze. I soggetti delle pitture sono soprattutto animali, raffigurati con vivido realismo, mentre la figura umana è pressoché assente, probabilmente per ragioni di carattere religioso. Le rare raffigurazioni umane, inoltre, sono fortemente stilizzate, tanto da sembrare simboli.

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La diffusione della specie umana Dai reperti dell’Homo erectus rinvenuti dai paleontologi, sappiamo per certo che nel periodo compreso tra 1 milione e 200 000 anni fa si verificò una prima migrazione della specie umana dall’Africa verso altre terre. Le cause del fenomeno sono da attribuirsi alla necessità di trovare nuove risorse alimentari. Una seconda migrazione si verificò a partire da 50 000 anni fa circa e le cause sono da ricercarsi nei mutamenti del clima e dell’ambiente. L’Homo sapiens sapiens si diffuse quindi in tutte le zone dell’Europa e dell’Asia, già toccate dalla prima migrazione, e si spinse oltre, avviandosi a occupare l’intera ecumene. La diffusione dell’uomo su tutti i continenti fu favorita anche da fenomeni geologici. Durante le glaciazioni la superficie delle terre emerse aumentò. Si verificò, per esempio, il collegamento della Siberia all’Alaska, gli uomini passarono così dall’Asia in America, rimandendo poi isolati con il ritiro dei ghiacci.

30 000 anni fa Popolamento America

N E O L I T I C O 8000 a.C. inizio Neolitico

3500 a.C. fine Neolitico

j

Un idolo femminile appartenente alla cultura di Cucuteni, in Romania (III millennio a.C.).

grezzi o grossolanamente tagliati: i megaliti. Nasceva la cultura megalitica, che fiorirà per circa duemila anni. Le costruzioni megalitiche della preistoria hanno tutte nomi celtici, perché le prime a essere studiate si trovano nel territorio abitato dagli antichi Celti: la Bretagna francese e la Cornovaglia. I menhir (“pietra eretta”) sono grandi pietre conficcate nella terra come un rozzo obelisco. Gli studiosi hanno formulato diverse ipotesi sul loro significato: è assai probabile che i menhir siano connessi a qualche forma di culto magico o religioso. Un’altra ipotesi sostiene che siano monumenti funerari. I cromlech (“pietra curva”) sono formati da un certo numero di menhir disposti in circolo. Con ogni probabilità erano luoghi sacri o di culto. I dolmen (“tavola di pietra”), infine, consistono in uno o più lastroni di pietra orizzontali, appoggiati sopra pietre erette, e in origine erano coperti da un tumulo di terra o di pietrisco. In questo caso è stato accertato che erano monumenti funerari. I dolmen possono presentarsi isolati oppure riuniti in gruppi che danno vita a strutture complesse.

r Il cromlech di Stonehenge. Costruito tra il 3100 e il 1500 a.C. e abbandonato nel 1000 a.C. circa, questo luogo conserva ancora oggi un fascino straordinario. Il complesso, che sicuramente aveva una funzione religiosa, era anche una sorta di osservatorio astronomico: la disposizione dei cerchi di pietra consentiva infatti di predire i movimenti del Sole, della Luna e delle stelle maggiori.

Pitture rupestri Immagini dipinte sulle pareti di caverne o grotte. In tutto il mondo sono circa cento le località che conservano pitture rupestri del Paleolitico superiore e del Mesolitico. I primi segni tracciati sulle pareti di una caverna risalgono a circa 40 000 anni a.C. A un’epoca più recente, tra 20 000 e 10 000 anni a.C. circa, appartengono imponenti raffigurazioni di animali e scene di caccia.

Ecumene In greco significa “abitata” e sottintende la parola “Terra”. Per i Greci l’ecumene era quella parte del mondo abitato occupata dalle società civili, escludendo quindi le terre abitate dai “barbari”. Noi invece distinguiamo le terre abitate stabilmente dall’uomo (ecumene) dalle terre del tutto disabitate o solo saltuariamente abitate (anecumene).

Geostoria

[ PP. 42-43]

Le civiltà megalitiche In tutta Europa le popolazioni tardo neolitiche iniziarono a erigere suggestivi monumenti utilizzando grandi massi

Prima della storia

UNITÀ 1

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2500 anni 100000 anni 1000000 anni

P A L E O L I T I C O 5 milioni 2,5 milioni Homo habilis 1,5 milioni Homo erectus Australopitechi

300 000 anni fa Homo sapiens

150 000 anni fa Homo sapiens sapiens

2. La diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento

r

La scoperta dell’agricoltura Basandosi sulle scoperte avvenute sinora, quasi tutti ritengono che l’agricoltura sia nata nella fascia di territorio che comprende le montagne tra l’Iran e l’Iraq,

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L’agricoltura e l’allevamento nacquero in molte aree del mondo in modo indipendente e in periodi diversi, come mostra la carta. Lo sviluppo dell’agricoltura si basò ovunque sulla coltivazione dei cereali, che crescono rapidamente e producono semi molto nutrienti che si conservano a lungo. L’allevamento privilegiò i mammiferi erbivori, fondamentali per l’alimentazione o utili come animali da lavoro.

Da cacciatori ad allevatori L’uomo del Paleolitico garantì la propria sopravvivenza attraverso la caccia dei grandi erbivori (praticata dagli uomini) e la raccolta dei vegetali selvatici (compito riservato alle donne e ai bambini). La dipendenza dell’uomo dalle risorse che gli offriva l’ambiente in cui viveva era quindi totale. Terminata l’ultima glaciazione, l’innalzamento della temperatura provocò grandi mutamenti nell’ambiente naturale. Nel corso del Mesolitico l’uomo fu perciò costretto ad adattarsi al nuovo ambiente naturale, ma anche a cercare di modificare il suo rapporto con l’ambiente, imparando a “produrre” almeno parte del cibo necessario. Vanno in questa direzione i primi tentativi di addomesticamento di alcuni animali. A partire dai primi millenni del Neolitico l’uomo imparò ad addomesticare e poi ad allevare molte specie di animali diversi secondo le regioni e i climi.

36

UNITÀ 1

Prima della storia

la Siria, la Palestina e la Turchia meridionale, un’area in cui crescevano spontaneamente il grano e l’orzo. Sappiamo con certezza che l’uomo scoprì l’agricoltura tra il 10 000 e l’8000 a.C. L’ultima glaciazione era terminata e nel centro dei continenti si erano formate grandi foreste, intervallate da estese pianure con clima temperato o caldo-umido, che favoriva la crescita della vegetazione. Furono probabilmente le donne a “inventare” l’agricoltura. Provando a interrare i semi dei cereali spontanei, esse scoprirono che dopo alcuni mesi nascevano nuove piante; in seguito impararono a selezionare e “addomesticare” le specie più produttive e più utili per l’alimentazione umana.

r Una macina neolitica di pietra. I semi dei cereali venivano lasciati seccare e poi frantumati e trasformati in farina.

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50 000 anni fa Popolamento Eurasia, Australia e Nuova Guinea

Fu la necessità di riequilibrare il rapporto tra popolazione e risorse a spingere alcuni gruppi di cacciatori-raccoglitori a diventare agricoltori-allevatori. Con la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento cambiò profondamente il rapporto uomoambiente: da soggetto puramente passivo l’uomo si trasformò in soggetto attivo, capace non solo di adattarsi all’ambiente naturale, ma anche di modificarlo per adeguarlo alle proprie esigenze. Lo sviluppo dell’agricoltura determinò grandi cambiamenti nel modo di vivere dell’uomo, tanto che gli studiosi hanno parlato di rivoluzione neolitica per sottolineare che si trattò di una vera svolta nella storia dell’uomo.

30 000 anni fa Popolamento America

N E O L I T I C O 8000 a.C. inizio Neolitico

3500 a.C. fine Neolitico

n Un rilievo neolitico proveniente dall’isola di Malta che raffigura un gregge di capre. L’allevamento di capre, pecore e maiali si diffuse rapidamente ovunque: animali robusti, adattabili a qualsiasi clima, fornivano cibo in abbondanza (carne, latte) e se ne potevano utilizzare molte parti (lana, pelle, corna, setole ecc.) per produrre oggetti e vestiti.

r Resti di case in pietra, di forma circolare, di un villaggio neolitico scoperto nell’isola di Cipro.

La nascita dei villaggi Coltivare un campo e raccoglierne i frutti richiede molto tempo: ciò costrinse gli agricoltori a fermarsi nello stesso luogo per anni, creando insediamenti stabili. Nelle zone più fertili e adatte alle coltivazioni sorsero poi i primi villaggi, circondati dai campi coltivati [ LETTURA P. 39]. L’agricoltura indusse quindi alcuni gruppi alla sedentarizzazione. Il nomadismo tuttavia continuò a essere praticato sia dagli agricoltori, che quando la terra non rendeva più si trasferivano altrove, sia, soprattutto, dai pastori, che si spostavano stagionalmente con le loro mandrie alla ricerca di nuovi pascoli.

Prima della storia

UNITÀ 1

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50 000 anni fa Popolamento Eurasia, Australia e Nuova Guinea

30 000 anni fa Popolamento America

N E O L I T I C O 8000 a.C. inizio Neolitico

3500 a.C. fine Neolitico

Sintesi UNITÀ

1

Prima della storia

■ L’evoluzione dell’uomo I primi ominidi Da un piccolo primate arboricolo discen-

dono le scimmie antropomorfe e da esse, con una linea evolutiva diversa e parallela, i primi ominidi, gli australopitechi, che ben presto acquisiscono un’andatura eretta e la locomozione bipede. L’Homo habilis e l’Homo erectus Gli scavi e le ricerche condotte sui fossili indicano che il primo ominide, l’Homo habilis, capace di costruire semplici utensili in pietra e di sottrarre cibo agli animali predatori, compare in Africa circa 2,5 milioni di anni fa. L’Homo erectus (apparso circa 1,5 milioni di anni fa) è il primo ominide capace di cacciare in gruppo con armi in pietra e di elaborare rituali magico-religiosi, ed è il protagonista di una prima migrazione verso altre terre. L’Homo sapiens e l’Homo sapiens sapiens Dopo le glaciazioni appare ancora in Africa il diretto progenitore dell’uomo: l’Homo sapiens. Una variante di Homo sapiens è l’uomo di Neanderthal. L’Homo sapiens sapiens, fisicamente uguale a noi, giunge in Europa circa 40 000 anni fa.

■ Arte, religione e magia Le pitture rupestri Le prime pitture rupestri hanno funzione magico-rituale: in grandi caverne vengono

disegnate scene di caccia a scopo propiziatorio. Il culto dei morti e il sentimento magico-religioso Corredi funebri e sepolture dimostrano che fin dall’uo-

■ Le rivoluzioni del Neolitico Allevamento e agricoltura Fin dall’inizio del Neolitico l’uomo sopravvive con la raccolta di vegetali selvatici e con la caccia. Tra il 10 000 e l’8000 a.C., si sviluppano allevamento e agricoltura. La cattura di animali vivi consente di addomesticarli per utilizzarne la carne, il latte e come aiuto nel lavoro e nel trasporto. Nasce il pastore. Intorno all’8000 a.C. compaiono le prime coltivazioni agricole, che oltre a migliorare le condizioni di vita dell’uomo determinano anche importanti mutamenti sociali. La società Da matriarcale la società diviene patriarcale. L’uomo si lega alla terra e nascono i primi vil-

laggi. La divisione del lavoro porta all’origine delle classi sociali.

■ Dalla pietra alla lavorazione dei metalli

A

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mo di Neanderthal esistono il culto dei morti e forme primitive di religiosità, che si manifestavano nel totemismo o come animismo. Le pratiche religiose si fondono spesso con la magia. In molte parti del mondo si trovano costruzioni megalitiche (menhir, cromlech e dolmen), probabilmente destinate al culto dei morti.

OMINIDI,

p. 32 LAVORAZIONE DELLA PIETRA,

p. 33 AGRICOLTURA,

pp. 36-37

SCOPERTA E LAVORAZIONE DEI METALLI,

pp. 38-39

L’età della pietra Per circa 2 milioni di anni l’uomo lavora la pietra, ricavandone armi e utensili: sono infatti detti Paleoliti-

co, Mesolitico e Neolitico (cioè età della pietra “antica”, “di mezzo” e “nuova”) i tre periodi della preistoria. L’età dei metalli La lavorazione della pietra è sempre più raffinata, ma nel V millennio vengono scoperti i metalli. Inizialmente si usano rame e oro, facili da lavorare anche a freddo. Nasce la figura del fabbro. Dal 3500 a.C. la scoperta e la diffusione del bronzo consente la fabbricazione di armi, di strumenti e utensili molto più resistenti, che nel II millennio a.C. vengono progressivamente sostituiti da quelli in ferro.

PER NON DIMENTICARE

1. Attraverso quali tecniche è possibile realizzare rudimentali utensili in pietra? 2. Quali trasformazioni sociali determinano l’agricoltura e l’allevamento? 3. Come sono strutturate le prime rudimentali forme di vita comunitaria tra gli uomini? 4. Quali sono i principali progressi tecnologici compiuti nel Neolitico?

Prima della storia

UNITÀ 1

41

A

GEOSTORIA

Individui e popoli in movimento NEL TEMPO

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Si ritiene che un milione di anni fa l’Homo erectus abbia cominciato la sua migrazione alla ricerca di nuovi territori di caccia. Tra 200 000 e 30 000 anni fa l’uomo di Neanderthal si diffuse in Europa centro-meridionale, fino alla Russia e al Medio Oriente, per poi scomparire. Intorno a 40 000 anni fa l’Homo sapiens sapiens cominciò a diffondersi anche in Australia e nelle Americhe, dove raggiunse la Terra del Fuoco circa 10 000 anni fa. Dal VI millennio la cultura neolitica, nata nel Vicino Oriente, iniziò un cammino che la porterà in tutto il mondo. In Europa, a partire dal 3000 a.C., per circa 4000 anni, si verificano spostamenti di popolazioni che determinano in gran parte la distribuzione etnica sul territorio che si osserva ancora oggi. Dal 1200 a.C. gli Arii, discesi dagli altopiani dell’attuale Iran, occupano l’India settentrionale spingendo le popolazioni preesistenti nella parte meridionale della penisola. Popolazioni nomadi provenienti dalle steppe dell’Asia centrale (Unni, Mongoli), invadono a più riprese i territori europei tra il II e il XIV secolo. Dopo la scoperta dell’America (1492), l’Europa diventa punto di partenza di migrazioni successive verso il nuovo continente. A partire dal XVI secolo, il commercio degli schiavi strapperà in tre secoli circa 3 milioni di africani dalla terra d’origine, conducendoli soprattutto nelle Americhe. Nel corso dell’Ottocento e fino allo scoppio della Prima guerra mondiale si assiste alla migrazioni di migliaia di europei verso gli Stati Uniti e il Centro e Sudamerica; mentre con la fine del secondo conflitto mondiale le migrazioni sono per lo più interne al continente europeo o della propria nazione (per esempio gli italiani verso la Francia e il Belgio o dal Meridione al Settentrione). Dalla fine del XX secolo, invece, stiamo assistendo a flussi migratori dai Paesi del sud del mondo verso i Paesi più ricchi.

dall’Asia orientale e Sud-orientale

verso il Giappone

Saldo migratorio annuale medio (x 1000) da +2 a +19,4: paesi a emigrazione forte da +0,2 a +1,9: paesi a emigrazione moderata da –0,1 a +0,1: paesi dai movimenti migratori in equilibrio

3000 a.C.-1000 d.C. Europa: grandi migrazioni determinano la distribuzione delle etnie

42

Un milione di anni fa L’Homo erectus inizia le migrazioni verso Europa e Asia

da –14,8 a –0,2: paesi a immigrazione forte da –1,9 a –0,2: paesi a immigrazione moderata flusso migratorio

II-XIV sec. d.C. L’Europa viene invasa dai barbari 1200-1000 a.C. Gli Arii conquistano il bacino del Gange

GEO

A A

TEMI PP. 348-349, 380, 388-389 REGIONI PP. 424-425

NELLO SPAZIO

La distribuzione degli uomini sulla Terra è regolata dall’equilibrio dinamico fra stabilità e mobilità. Anche se l’uomo, da ormai molti secoli, è nella grandissima maggioranza dei casi stanziale, le migrazioni da una parte all’altra del pianeta non si sono mai arrestate. Oggi, come in passato, alcuni milioni di persone lasciano il loro paese di origine al-

la ricerca di condizioni di vita migliori. I motivi che spingono a emigrare generalmente hanno carattere pratico: sono economici, politici, razziali, religiosi. Attualmente i principali flussi migratori partono dai paesi poveri, collocati in gran parte nel Sud del mondo, alla volta dei paesi ricchi (soprattutto America settentrionale ed Europa).

verso gli Stati Uniti e il Canada

verso l’Europa

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I flussi migratori, che hanno modellato il paesaggio umano del pianeta, spesso sono all’origine di difficoltà e incomprensioni tra gruppi di cultura molto diversa che si trovano a dover convivere forzatamente. Ma la “mobilità” porta con sé scambio di conoscenze, opinioni, esperienze, offre la grande possibilità di aprire una finestra sul mondo.

XVI-XIX sec. Circa 3 milioni di schiavi africani sono costretti a trasferirsi soprattutto nelle Americhe XVI sec. Comincia la migrazione europea verso le Americhe

Fine XX-inizio XXI sec. Flussi migratori dal Sud del mondo verso i paesi ricchi

43

Attività1

Prima della storia

◗1

Quando parliamo della preistoria sono in gioco grandezze temporali difficilmente immaginabili. Per rappresentarle ti proponiamo di ricorrere alla metafora dell’orologio. Ipotizzando che la comparsa dei primati sia avvenuta nel primo minuto dopo le ore 24, calcola e segna sull’orologio, in maniera proporzionale, a che ora sono avvenuti i seguenti eventi.

a. b. c. d. e.

Comparsa dell’australopiteco Comparsa dell’Homo habilis Comparsa dell’Homo erectus Comparsa dell’Homo sapiens Comparsa dell’Homo sapiens sapiens XII

Comparsa dell’australopiteco

IX

III

VI

◗2

L’estrema adattabilità è il segreto dell’evoluzione umana. Uno dei cambiamenti che la resero possibile fu la liberazione delle mani dalla funzione della locomozione. Sai dire:

a. quando avvenne? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . b. con quali conseguenze? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

◗3 Contesti di GeoStoria 1 © 2012 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara

Sul planisfero, localizza e segnala con colori diversi, indicando direzione e data, le principali migrazioni di: a. Homo erectus b. Homo sapiens sapiens Specifica le condizioni che le resero possibili e le determinarono.

◗4

Completa il seguente brano inserendo i termini corretti scelti tra quelli elencati.

2,5-2 milioni • 4 milioni • 12 000 • 300 000 • Africa • 3500 • glaciazioni • habilis • fuoco • erectus • inferiore • legno • Neanderthal • pietra • superiore • sapiens sapiens • sapiens • Asia • migrazione Il Paleolitico (dal greco palaiós, “antico” e líthos, “. . . . . . . . . . . . . . . . .”) è il primo e più lungo periodo della preistoria e comprende l’arco di tempo che va dalla comparsa del primo utensile in pietra, . . . . . . . . . . . . . . . . . di anni fa circa, fino a . . . . . . . . . . . . . . . . . anni fa circa. In base alla tecnica di lavorazione delle armi e degli utensili, l’età paleolitica si articola in: Paleolitico . . . . . . . . . . . . . . . . ., Paleolitico medio e Paleolitico . . . . . . . . . . . . . . . . . I protagonisti del Paleolitico inferiore furono: l’Homo . . . . . . . . . . . . . . . . . , che apparve in . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 milioni di anni fa circa; l’Homo . . . . . . . . . . . . . . . . ., che si ritiene conoscesse già il . . . . . . . . . . . . . . . . . e che fu protagonista della prima . . . . . . . . . . . . . . . . . verso l’Europa e l’. . . . . . . . . . . . . . . . .; l’Homo . . . . . . . . . . . . . . . . ., che fece la sua comparsa . . . . . . . . . . . . . . . . . anni fa circa e una cui variante fu l’uomo di . . . . . . . . . . . . . . . . . , particolarmente adattato al clima rigido della penultima glaciazione; l’Homo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ., alla cui specie appartengono gli esseri umani attuali. Il Paleolitico fu un periodo caratterizzato da profondi mutamenti per quanto riguarda il clima; fu infatti l’epoca delle grandi . . . . . . . . . . . . . . . . . .

◗5

I resti delle popolazioni neanderthaliane sono stati ritrovati in un’area molto vasta che va dall’Europa settentrionale alla Spagna, all’Italia, all’Iraq, alla Cina, a Giava, alla Zambia, a Israele ecc. Un sito importante è la grotta di Shanidar, nei monti Zagros in Iraq, dove circa 60 000 anni fa fu sepolto un uomo. Il brano parla di quel ritrovamento. Dopo averlo letto individua le informazioni dirette e indirette raccolte dai ricercatori.

ricercatori del Musée de l’Homme di Parigi, che esaminarono il suolo intorno all’Uomo di Shanidar, scoprirono che molte e diverse specie di fiori erano state sepolte intorno a lui… La presenza di una sepoltura intenzionale è un fatto abbastanza interessante, perché denota un’acuta autocoscienza oltre a una sollecitudine rivolta alla spiritualità dell’uomo e l’offerta floreale accentua questo significato. Ma forse la cosa più affascinante di tutte è il fatto che numerose tra le diverse specie di fiori presenti nella sepoltura di Shanidar sono state usate nell’erboristeria medica locale fino a tempi recenti! Non è improbabile che la popolazione di Shanidar fosse cosciente di almeno alcune delle proprietà medicinali di questi fiori. Diventando sempre più indipendenti dalle esigenze ambientali, i primi membri della famiglia umana devono anche avere avuto una profonda conoscenza di ciò che la Natura può offrire, conoscenza che costituisce infatti la spiegazione del successo delle comunità cacciatrici e raccoglitrici.

I

(R.E. Leakey e R. Lewin, Origini, Laterza, Roma-Bari 1979)

44

ATTIVITÀ 1

Prima della storia

Informazioni dirette

Informazioni indirette

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◗6

Con il termine “cultura” si intendono in senso ampio tutte le espressioni della vita di un gruppo umano, dalla vita materiale a quella sociale, a quella artistica e spirituale. Con riferimento alla preistoria, completa la seguente tabella, individuando le diverse manifestazioni della cultura dell’uomo preistorico. Osservando la tabella, individua poi elementi di continuità e di discontinuità tra la cultura dell’uomo paleolitico e quella dell’uomo neolitico. Aspetti della cultura

Paleolitico

Neolitico

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Lavorazione della pietra

◗7

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Localizza sul planisfero e segnala le aree di sviluppo dell’agricoltura durante il Neolitico. Indica con un asterisco (*) quella in cui abbiamo più antiche testimonianze dell’attività agricola.

Sappiamo però che non è stato sempre così. Qual era, allora, il tipo di economia dei nostri antichi progenitori? Come possiamo definirla? In che cosa quest’attività economica si differenziava da quelle successive? Possiamo distinguere i sistemi economici in due grandi tipologie: a. le economie predatorie; b. le economie di produzione. La differenza tra i due sistemi sta nella diversa relazione tra l’uomo da una parte e il mondo vegetale e animale dall’altra: si tratta cioè di un passaggio dall’appropriazione di risorse spontanee alla produzione attraverso specie di piante e di animali che l’uomo riesce ad addomesticare. Nell’economia predatoria l’attività umana è dipendente dalla quantità delle risorse che sono offerte naturalmente da un determinato territorio. Una volta esaurita questa disponibilità, la consistenza numerica del gruppo umano si riduce o il gruppo stesso è costretto a emigrare alla ricerca di nuove occasioni di cibo. Si può parlare in questi casi quindi di un’utilizzazione passiva dell’ambiente. Nell’economia produttiva invece l’attività umana è finalizzata al controllo attivo delle risorse della natura, alla riproduzione e allo sfruttamento di specie vegetali e animali particolarmente vantaggiose per l’uomo. L’economia di produzione è nata con la rivoluzione del Neolitico (a partire dall’8000 a.C.), quando gli uomini riescono ad addomesticare le piante e gli animali. Sorta all’inizio in alcune regioni del mondo (Medio Oriente, Cina), l’economia produttiva si è diffusa nelle epoche seguenti, fino a raggiungere la quasi totalità delle comunità umane. All’economia di produzione agricola si affiancò tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento l’economia industriale, nata in Inghilterra e diffusasi rapidamente in tutto il mondo. In base a quanto detto, si può quindi affermare che l’economia del Paleolitico è un’economia essenzialmente predatoria. La caccia e la raccolta sono le attività fondamentali attraverso cui ci si procura il necessario per sopravvivere. a. Dopo aver scelto una scala di riferimento, costruisci una linea del tempo, da 600 000 anni fa a oggi, nella quale distingui tre periodi: – il periodo dell’economia di predazione; – il periodo dell’economia di produzione agricola; – il periodo dell’economia di produzione industriale. b. Elenca nella tabella le principali differenze tra l’economia predatoria e l’economia di produzione.

◗8

Economia predatoria

Economia di produzione

Leggi il seguente brano, poi svolgi gli esercizi.

gni gruppo umano ha costruito nel corso della storia una sua specifica modalità di risoluzione del problema della sopravvivenza e della produzione di beni e di servizi: ha realizzato una sua economia. Nel mondo contemporaneo, ad esempio, ci sono società a economia capitalistica (fondate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, sul lavoro salariato, sulla libera concorrenza), a economia pianificata (nella quale centrale è il ruolo dello Stato per il controllo della produzione e del mercato), a economia mista ecc.

O

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Prima della storia

ATTIVITÀ 1

45

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Geografia

UNITÀ ■ ■ ■ ■ ■ ■

1 2 3 4 5 6

La Terra: le principali caratteristiche, p. 324 La popolazione e gli insediamenti, p. 342 Il territorio e la popolazione dell’Europa, p. 370 Il lungo cammino verso l’Europa unita, p. 392 Il Mediterraneo e l’Italia, p. 408 Gli altri Stati dell’Europa, p. 438

1

La Terra: le principali caratteristiche

I continenti e gli oceani in un’immagine da satellite elaborata dalla NASA.

OBIETTIVI COGNITIVI

Studieremo:

■ le caratteristiche della Terra, i continenti e gli oceani ■ i fattori del modellamento terrestre: orogenesi ed erosione ■ i fattori del clima e le zone climatiche ■ i cambiamenti climatici e le loro conseguenze ■ i principali ambienti naturali

OBIETTIVI METODOLOGICI

Apprenderemo a: ■ interpretare i cambiamenti visibili e invisibili della superficie terrestre ■ riconoscere diversi tipi di ambiente, identificandone le principali caratteristiche ■ conoscere cause e conseguenze dei cambiamenti climatici OBIETTIVI ESPRESSIVI

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Impareremo il significato di:

324

● litosfera • epicentro e ipocentro • placche, dorsali e fosse oceaniche • scudi • piattaforme • orogenesi ed erosione • correnti marine • global warming • tundra • taiga • macchia mediterranea • prateria • steppa • deserto • foresta pluviale • savana • tsunami • Protocollo di Kyoto

La Terra nel tempo Nei primi anni del XX secolo il geologo tedesco Alfred Wegener formulò la teoria secondo la quale circa 250 milioni di anni fa tutti i continenti erano uniti in un unico grande supercontinente, la Pangea (dal greco pan, tutto, e gea, terra). In seguito la Pangea si è fratturata in diversi blocchi che, andando alla “deriva” sulla superficie terrestre, hanno aperto nuovi oceani se si sono allontanati tra di loro, oppure li hanno fatti chiudere se si sono avvicinati.

UNITÀ 1

Oltre 250 milioni di anni fa: sulla Terra vi è un unico grande continente chiamato Pangea.

La Terra: le principali caratteristiche

180 milioni di anni fa: la Pangea si divide in due masse, Laurasia e Gondwana, separate dal golfo della Tetide.

Un “sistema” molto complesso

135 milioni di anni fa: Laurasia e Gondwana si frammentano ancora; si formano gli oceani e le Americhe.

66 milioni di anni fa: Eurasia e Africa cominciano ad avvicinarsi, fino allo scontro che produce la chiusura della Tetide.

La Terra oggi: l’attuale conformazione non è definitiva perché il movimento dei continenti continua.

E U R A S I A F os s

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La Terra è un sistema complesso in cui si legano quattro componenti principali: la litosfera (dal greco lithos, roccia), cioè la parte più esterna e solida del pianeta; l’idrosfera, cioè l’insieme delle acque presenti sulla Terra; l’atmosfera, la parte gassosa che circonda il pianeta per circa 1000 chilometri di altezza e all’interno della quale avvengono i fenomeni meteorologici (come la pioggia, i venti ecc.); la biosfera, cioè la stretta fascia dove si trovano tutti gli organismi viventi e che comprende la zona esterna della litosfera e il sottosuolo fino alla profondità di poche decine di metri, l’idrosfera, fino a 200 metri di profondità, e gli strati inferiori dell’atmosfera.

a a t l a nt

ic a La Terra: le principali caratteristiche

UNITÀ 1

325

Magma Materiale composto da rocce fuse e gas, situato all’interno o sotto la crosta terrestre.

Moti convettivi Forme di propagazione di materiale e calore nei liquidi e nei gas.

Orogenesi Processi che concorrono alla formazione delle catene montuose (dal greco orós, montagna, e génesis, origine).

Scudi Regioni pianeggianti, leggermente convesse nella parte centrale (da cui la forma a scudo), costituite da rocce antichissime, ricche di metalli e spianate nel corso dei millenni dai movimenti dei ghiacciai e dall’erosione.

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Piattaforme Territori orizzontali o debolmente inclinati verso le regioni costiere, creati da enormi masse di sedimenti che hanno ricoperto gli scudi.

Scudi e piattaforme

A

1. Le terre emerse La Terra Terzo pianeta in ordine di lontananza dal Sole (da cui dista in media 149,6 milioni di km), la Terra ha avuto origine circa 4,5 miliardi di anni fa. È una sfera rocciosa, con un raggio medio di circa 6350 chilometri, formata da diversi strati concentrici: quello più esterno, a contatto con l’atmosfera, è la crosta che insieme alla parte superiore dello strato successivo, il mantello, essa costituisce la litosfera, una struttura rigida che può raggiungere uno spessore di circa 100 chilometri. La litosfera è “appoggiata” sull’astenosfera, uno strato quasi fluido di magma che fa parte del mantello. Questo è caratterizzato da moti convettivi che portano materiale più caldo e profondo verso la superficie. Più all’interno vi è il nucleo, composto soprattutto da ferro e silicio. I continenti La superficie totale della Terra ammonta a quasi 511 milioni di chilometri quadrati. Le terre emerse ne occupano solo il 30% e sono suddivise in continenti (dal latino continens, “terra continua”): l’Eurasia (formata da Europa e Asia), l’Africa, le Americhe, l’Australia e l’Oceania, l’Antartide. Fanno parte di ogni continente le isole che sorgono sulla zona costiera sommersa dal mare fino a una profondità di 200 metri. La maggior parte delle terre emerse si trova nell’emisfero settentrionale (o boreale), dove forma circa il 40% della superficie, mentre coprono solo il 15% circa dell’emisfero meridionale (o austra-

n Europa lo Scudo baltico occupa quattro quinti della Penisola Scandinava; in Asia sono scudi la gran parte del Deccan (India) e della Penisola Arabica; altri scudi sono presenti in Cina e in Siberia; nell’America Settentrionale vi è quello canadese. In Groenlandia e nell’Antartide gli scudi sono attualmente coperti da enormi ghiacciai a calotta (inlandsis). Gli scudi più estesi si trovano in Africa (dove occupano più di metà del continente), nell’America Meridionale (Amazzonia) e in Australia. Esempi di piattaforme continentali sono l’Arizona in America, il Sahara in Africa, la Penisola Terreni cenozoici e mesozoici Arabica e alcune regioni Terreni paleozoici Antichi blocchi continentali della Siberia in Asia, una Espandimenti vulcanici parte considerevole del-

I

le). Nel corso dei millenni i continenti hanno continuamente modificato forma, estensione e posizione. La litosfera, infatti, è suddivisa in numerose placche oceaniche e continentali: le maggiori sono quelle Euroasiatica, Africana, Antartica, Nordamericana, Sudamericana, Pacifica e Indoaustraliana. Queste placche sono “appoggiate” come enormi zattere sullo strato sottostante costituito da materiali fluidi; possono allontanarsi, avvicinarsi o spostarsi lateralmente una rispetto all’altra.

Le orogenesi e l’erosione Quando due placche continentali slittano una rispetto all’altra, si creano profonde fosse o depressioni: una delle maggiori è la Rift Valley che taglia l’Africa centroorientale. Se invece le due placche continentali si scontrano, i materiali della crosta si incastrano e si sollevano, formando una catena montuosa (orogenesi): un esempio tipico è la catena himalaiana, che si è innalzata a causa della collisione avvenuta tra l’India e l’Asia, iniziata circa 40 milioni di anni fa, così come le Alpi e gli Appennini sono “nati” in seguito allo scontro fra la placca Africana e quella Euroasiatica. I continenti sono composti da una zona più antica e stabile, formata dagli scudi e dalle piattaforme [ A ], e da zone geologicamente più “giovani”, fino a quelle dove l’orogenesi continua tuttora. Le catene montuose sono soggette all’erosione

l’Europa nord-orientale. Talvolta, in seguito a movimenti verticali delle placche litosferiche, le piattaforme sono state suddivise in grandi blocchi, che nel tempo sono stati incisi dai fiumi con profondi canyon.

SCUDI E PIATTAFORME Scudo Canadese

Piattaforma Russa

Piattaforma Siberiana Piattaforma Cinese

Scudo Africano

Piattaforma Indiana

Scudo Brasiliano Piattaforma Australiana

Catene montuose

Piattaforma dell’Antartide Orientale

326

UNITÀ 1

La Terra: le principali caratteristiche

che nel corso dei millenni ne modifica sensibilmente l’aspetto, fino alla completa demolizione. Pertanto, quelle innalzatesi nel corso delle orogenesi più antiche appaiono totalmente spianate, come gli scudi (orogenesi huroniana, circa 3800 milioni di anni fa) o ridotte ad alture dolci e ondulate, come le Highlands scozzesi (orogenesi caledoniana, circa 590 milioni di anni fa), o con rilievi più alti (orogenesi ercinica, circa 370 milioni di anni fa), come i massicci tra Francia e Germania, gli Urali, la catena degli Appalachi in America, i massicci della Cina meridionale e dell’Indocina. Le catene più elevate si sono sollevate durante l’orogenesi alpina e sono disposte in due immense fasce: una attraversa tutta l’Eurasia, dai Pirenei fino all’Himalaia e alle alture dell’Indocina; l’altra attraversa l’America da nord a sud con le Montagne Rocciose, le Sierre e le Ande.

r Le principali fasi di formazione delle montagne. Il processo di orogenesi è molto lungo nel tempo, può avvenire nell’arco di un centinaio di milioni di anni. Per esempio, l’orogenesi alpina ha determinato la formazione della catena alpino-himalaiana a partire da circa 250 milioni di anni fa per arrivare, attraverso varie fasi, fino al periodo attuale.

LE OROGENESI

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Le dorsali e le fosse oceaniche Quando due placche oceaniche si allontanano una dall’altra, nei fondali si creano estese fratture dalle quali fuoriesce il magma che, raffreddandosi, si accumula formando lunghi rilievi chiamati dorsali mediooceaniche. I punti più elevati affiorano e formano isole, come l’Islanda, le Azzorre e le Maldive. Invece, dove due placche si scontrano, quella costituita da rocce più dense si infila sotto l’altra e sul fondo degli oceani, lungo il confine tra le due placche, si forma una fossa: le più profonde si trovano nell’Oceano Pacifico (Fossa delle Marianne, 11,5 km di profondità) e nell’Oceano Atlantico (Fossa di Porto Rico, 8,3 km). Le fosse oceaniche sono accompagnate da archi di isole vulcaniche, come le Antille, le isole del Giappone e le Filippine.

2. I vulcani e i terremoti Lava

I fenomeni vulcanici Le aree del mondo situa-

n Le rocce dell’altopiano dell’Arizona si sono formate in ambiente sottomarino, poi sono state innalzate dall’incontro della placca Nordamericana con quella del Pacifico. Qui si estende il Grand Canyon: una gola scavata dal fiume Colorado, profonda 1,6 km, che attraversa l’Arizona del nord per 445 km. Il Grand Canyon è accompagnato da numerosi canyon minori, scavati dai molti affluenti del Colorado, cosicché tutta la zona, vista dall’alto, assomiglia a un immenso groviglio rugoso.

te lungo i margini delle placche sono caratterizzate da intensi fenomeni vulcanici e sismici, capaci di modificare l’aspetto del territorio e di condizionare la vita dei popoli insediati in quelle zone. Il magma può raggiungere la superficie terrestre attraverso il camino, un condotto creatosi fra le rocce della crosta, e poi fuoriuscire dal cratere, un’apertura di forma pressoché circolare. La fuoriuscita si chiama eruzione e il magma viene emesso sotto forma di lava, di materiale piroclastico lan-

Magma che ha perso i gas disciolti e si solidifica formando nuove rocce.

Materiale piroclastico Frammenti solidi incandescenti che possono giungere anche a decine di chilometri di distanza; a seconda della grandezza si chiamano bombe, lapilli, ceneri.

UNITÀ 1

327

Geostoria

[ PP. 338-339]

ciato in aria, oppure di nubi ardenti formate da ceneri e polveri che si dirigono ad altissima velocità verso il suolo. Il progressivo accumulo di questi materiali forma particolari rilievi chiamati vulcani: attualmente sulla Terra vi sono circa 500-600 vulcani attivi; in migliaia di altri, invece, l’attività è cessata da lungo tempo e spesso i loro crateri si sono riempiti d’acqua formando laghi. Se la lava è molto fluida, si può espandere senza formare coni vulcanici, ma vastissime coperture rocciose, estese anche per centinaia di chilometri quadrati [ A P. 329]. Le maggiori si trovano in Groenlandia, nel Deccan (India), in Siberia, Mongolia, Arabia, Etiopia e in Patagonia. Anche le eruzioni che avvengono lungo le dorsali medio-oceaniche sono di questo tipo. Nelle zone dove l’attività vulcanica sta cessando, si possono formare fenomeni di vulcanesimo secondario, come i geyser (emissioni ritmiche di acqua bollente e vapori), i soffioni (violente emissioni di vapor d’acqua), le solfatare (emissioni di vapor d’acqua ricco di composti solforosi), le fumarole (vapori caldi che fuoriescono da crepacci).

I terremoti e i maremoti Nella maggior parte

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dei casi i terremoti non vengono percepiti dalle persone, ma solo da appositi strumenti, i sismografi; quelli più forti, però, possono provocare la distruzione di estese regioni e migliaia di vittime. Un terremoto è costituito da una serie di rapide vibrazioni del suolo causate da un’improvvisa liberazione di energia. La sorgente di questa energia FENOMENI SISMICI E VULCANICI

f Come mostra la carta, le catene montuose e i vulcani non hanno una distribuzione casuale sulla superficie terrestre, ma si trovano lungo i margini delle placche in cui si ripartisce la litosfera. I margini di queste placche non coincidono sempre con quelli dei continenti: per esempio, la placca Africana include zone continentali e zone oceaniche, quella Pacifica è costituita solo da litosfera oceanica, mentre la placca Euroasiatica solo da litosfera continentale.

328

UNITÀ 1

La Terra: le principali caratteristiche

può essere situata a diverse profondità e in differenti zone della Terra: il luogo in cui si trova la sorgente viene chiamato ipocentro; il punto della superficie terrestre dove l’intensità del terremoto è massima si trova sulla verticale dell’ipocentro ed è chiamato epicentro. Le cause dei terremoti sono molto varie: la maggior parte di essi dipende dai movimenti delle placche che sottopongono le rocce nel sottosuolo a forti sollecitazioni, fino alla loro rottura; questa libera una gran quantità di energia che si propaga sulla superficie terrestre sotto forma di onde sismiche. Altre cause meno frequenti sono le eruzioni vulcaniche, il crollo di caverne sotterranee e l’impatto di meteoriti. Quando un terremoto ha l’epicentro in mare prende il nome di maremoto (viene chiamato anche tsunami, un termine giapponese che significa “onda nel porto”). Il maremoto produce onde di eccezionali dimensioni, lunghe anche alcune centinaia di chilometri, che si spostano a grande velocità. In mare aperto, dove le acque sono profonde, le onde in superficie sono alte al massimo 2-3 metri e quindi passano inosservate; quando però si avvicinano alle coste, dove le acque sono basse, l’altezza delle onde cresce rapidamente fino a raggiungere i 20-30 metri. Quando, infine, si abbattono sulle coste provocano danni ingentissimi, come è successo il 26 dicembre 2004 lungo il litorale di molte località indiane e del Sudest asiatico; un altro tsunami catastrofico si è abbattuto sulle coste di Sumatra (in Indonesia) nell’ottobre 2010, causando centinaia di vittime.

vulcani hanno forme diverse, che dipendono dal tipo di materiali eruttati e che poi si consolidano sulla superficie terrestre. Il vulcano a scudo è caratterizzato da eruzioni pressoché continue di enormi quantità di lava molto fluida, in colate lunghissime (percorrono anche 50 km prima di solidificarsi): per questo la forma del vulcano è appiattita, con una base molto ampia e un’altezza relativamente modesta. Le isole Hawaii, nell’Oceano Pacifico sono vulcani di questo tipo. Il vulcano di tipo stromboliano ha una forma di cono regolare, come quello di Stromboli nelle isole Eolie. Le eruzioni di questo tipo di vulcani sono in genere tranquille, con la lava che corre fluida in lunghe colate sui versanti, ma talvolta si possono verificare fenomeni esplosivi, con emissione violenta di lapilli. Il vulcano di tipo peleano, che prende il nome dal vulcano La Pelée, nell’isola di Martinica, è quello più pe-

Le forme dei vulcani

I

B ricoloso poiché presenta eruzioni fortemente esplosive nel corso delle quali si formano enormi nubi ardenti di ceneri e lapilli. Poiché la lava che fuoriesce è molto poca e solidifica immediatamente formando solo delle alte guglie, il vulcano è costituito soprattutto dalle ceneri e dai lapilli ricaduti. Lo strato-vulcano, come il Vesuvio e l’Etna, è costituito da strati alternati di colate laviche e materiali piroclastici. In genere presenta una forma conica con versanti più ripidi rispetto a quelli del vulcano a scudo.

n Il vulcano La Pelée, nell’isola di Martinica: ha dato il suo nome a un tipo di vulcani caratterizzati dalle eruzioni molto pericolose.

3. Gli oceani

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La prevalenza delle acque marine La superficie totale della Terra è composta soprattutto da enormi distese di acque marine: gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, insieme ai numerosi mari da essi dipendenti, coprono infatti il 70% della superficie terrestre e in particolare circa l’85% di quella dell’emisfero meridionale (o australe). I fondali oceanici sono formati in gran parte da immense piane abissali coperte da fanghi. Sui fondali si aprono le fosse oceaniche, accompagnate da lunghi archi di isole vulcaniche, e si elevano i rilievi sottomarini, tra i quali dominano le dorsali oceaniche: queste sono catene montuose lunghe in complesso oltre 50 000 chilometri e alte anche 2000 metri rispetto ai fondali; talvolta affiorano oltre il livello del mare, formando isole come le Azzorre.

L’Oceano Atlantico L’Atlantico si estende dalla costa orientale delle Americhe a quelle occidentali dell’Europa e dell’Africa. È un oceano ancora in crescita: si allarga di qualche centimetro l’anno grazie al magma che fuoriesce dai vulcani sommersi della dorsale medio-atlantica, lunga più di 20 000 chilometri. L’Equatore divide l’Atlantico in due sezioni distinte: quello del Nord e quello del Sud. L’Atlantico del Nord è ricco di fondali pescosi ed è costellato ai lati da arcipelaghi popolosi: a poche centinaia di chilometri dall’Africa emergono gli ar-

cipelaghi di Madeira, delle Canarie e di Capo Verde. Sul lato americano vi è invece il lunghissimo arco insulare delle Antille. Ai due lati dell’Atlantico del Nord si affacciano Paesi tra i più sviluppati del mondo, e fra i porti delle due coste esistono le più intense correnti di traffico marittimo. A confronto con quello settentrionale, l’Atlantico del Sud appare deserto. Le coste dell’Africa sud-occidentale e dell’America Meridionale sono compatte, prive di insenature, per lunghi tratti non abitate. L’unico arcipelago di rilievo è quello delle Falkland (Malvine). Le acque dell’Atlantico meridionale sono fra le meno frequentate del mondo: solo lungo la costa africana l’oceano viene percorso dalle enormi petroliere che fanno la spola fra i giacimenti del Golfo Persico e i Paesi occidentali. L’Oceano Atlantico e i suoi mari OCEANO ATLANTICO Mar Glaciale Artico Mar Caribico Mar Mediterraneo Mar di Groenlandia Mar di Norvegia Mar di Kara Mare del Nord Mar Baltico Mar Nero (Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2012)

Sup. (km2) 106 100 000 14 060 000 2 754 000 2 505 000 1 205 000 1 547 000 883 000 580 000 420 000 413 000

La Terra: le principali caratteristiche

n Le riprese satellitari mostrano che la Terra è un pianeta prevalentemente azzurro: infatti, due terzi della crosta terrestre sono coperti dalle acque marine. Mentre l’altitudine media delle terre emerse è di appena 840 metri, la profondità media degli oceani è di circa 3500 metri.

UNITÀ 1

329

particolarmente pericolosi al tempo delle navi a vela a causa delle frequenti bufere. Oggi, invece, il crescente sviluppo economico dei Paesi che vi si affacciano rende sempre più intensi i traffici.

L’Oceano Pacifico L’Oceano Pacifico divide la costa occidentale delle Americhe dall’Asia e dall’Australia. Il Pacifico è l’oceano più vasto e comprende al suo interno le centinaia di arcipelaghi che, con l’Australia e la Nuova Zelanda, formano l’Oceania. A differenza dell’Atlantico, il Pacifico si sta restringendo. Il fenomeno di contrazione si sviluppa in corrispondenza dei suoi margini, segnati per la gran parte da fosse oceaniche che costeggiano lunghi archi insulari. Dopo le grandi scoperte geografiche, il Pacifico è rimasto ai margini delle principali rotte oceaniche per molti secoli, anche perché la sua enorme estensione rendeva lenti i collegamenti, e

n

Lunga quasi 20 000 km (si estende da oltre il Circolo Polare Artico fino a sud dell’Africa), la dorsale medio-atlantica ha una larghezza fino a 2000 km e un’altezza media intorno ai 1500 m, con creste che arrivano generalmente a meno di 2700 m di profondità. Lungo la dorsale, però, vi sono anche picchi molto più elevati della media che sporgono oltre la superficie oceanica, formando isole come l’arcipelago delle Azzorre e l’Islanda.

L’Oceano Pacifico e i suoi mari OCEANO PACIFICO Mar dei Coralli Mar Cinese Meridionale Mare di Bering Mar di Ohotsk Mar degli Arafura Mar del Giappone Mar Cinese Orientale Mar di Banda Mar di Giava Mar di Celebes (Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2012)

L’Oceano Indiano L’Indiano è l’oceano più piccolo e occupa l’area compresa fra l’Africa orientale, la Penisola Arabica, le coste occidentali dell’India e quelle dell’Indocina. A sud si apre verso l’Antartide. Dai fondali si sollevano imponenti dorsali attive, lungo le quali il magma costruisce nuova crosta. Invece l’estremo bordo orientale, che segue l’arco insulare di Sumatra e Giava, è segnato da una profonda fossa. Delimitato da terre densamente popolate (un quarto dell’umanità vive sulle sue coste), l’Oceano Indiano è il naturale punto di collegamento fra Occidente e Oriente ed è sempre stato intensamente trafficato. Anche oggi è percorso da rotte molto frequentate.

Sup. (km2) 179 650 000 4 791 000 3 347 000 2 270 000 1 580 000 1 037 000 978 000 752 000 695 000 480 000 435 000

L’Oceano Indiano e i suoi mari OCEANO INDIANO Mar Arabico Mar di Timor Mar delle Andamane Mar Rosso (Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2012)

Sup. (km2) 74 900 000 3 683 000 615 000 602 000 440 000

Le fosse oceaniche più profonde

m 11 034 8 300 7 450

Fossa delle Marianne (Oceano Pacifico) Fossa di Porto Rico (Oceano Atlantico) ik Fossa di Giava (Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2012) tin

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La Terra: le principali caratteristiche

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Dorsale del Cile

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Fossa dell’America Centrale

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Zone sismiche marine e coste soggette a maremoti

330

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Contesti di GeoStoria 1 © 2012 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara

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DORSALI E FOSSE OCEANICHE

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Ocea India

Sintesi UNITÀ

1

La Terra: le principali caratteristiche

■ Le terre emerse La Terra e i continenti La Terra è una sfera rocciosa, formata da diversi strati: il più esterno è la crosta che con il mantello costituisce la litosfera. Questa è suddivisa in placche oceaniche e continentali che si muovono una rispetto all’altra creando fosse oceaniche, lunghi rilievi sottomarini (dorsali), o montagne (orogenesi). Le terre emerse sono suddivise in continenti: l’Eurasia (formata da Europa e Asia), l’Africa, le Americhe, l’Australia e l’Oceania, l’Antartide. I continenti sono composti da una zona più antica e stabile, gli scudi e le piattaforme, e da zone geologicamente più “giovani”. Le catene montuose sono soggette all’erosione, che nel corso dei millenni ne modifica l’aspetto, fino alla completa demolizione.

■ I vulcani e i terremoti I fenomeni vulcanici I vulcani sono formati dall’accumulo del magma che fuoriesce dai crateri; attualmente sulla Terra vi sono circa 500-600 vulcani attivi; in migliaia di altri l’attività è cessata da lungo tempo. Dove l’attività vulcanica sta cessando, si possono verificare fenomeni di vulcanesimo secondario, come i geyser, i soffioni, le solfatare e le fumarole. I terremoti Un terremoto è costituito da una serie di rapide vibrazioni del suolo (onde sismiche) causate da un’improvvisa liberazione di energia. Il luogo sotterraneo in cui si trova la sorgente dell’energia è l’ipocentro; il punto della superficie terrestre dove l’intensità del terremoto è massima è l’epicentro. La maggior parte dei terremoti dipende dai movimenti delle placche che sottopongono le rocce nel sottosuolo a forti sollecitazioni. Quando un terremoto ha l’epicentro in mare prende il nome di maremoto (o tsunami) e produce onde lunghe anche centinaia di chilometri, che si spostano a grande velocità.

■ Gli oceani Piane, fosse e dorsali Gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, insieme ai numerosi mari da essi dipendenti, coprono il 70% della superficie terrestre. I fondali oceanici sono formati da piane abissali, da fosse e da rilievi, tra i quali le dorsali oceaniche, che talvolta formano isole. L’Oceano Atlantico è ancora in

crescita grazie al magma che fuoriesce dai vulcani sommersi della dorsale medio-atlantica. Al contrario il Pacifico (l’oceano più vasto) si sta restringendo perché lungo i suoi margini sono presenti numerose fosse; l’Indiano (il più piccolo), invece, si sta accrescendo da un lato e contraendo dall’altro.

Temperature e precipitazioni A seconda della temperatura media possiamo distinguere cinque fasce che si

A

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■ Le grandi regioni climatiche e i cambiamenti climatici

PLACCHE CONTINENTALI E OCEANICHE, OROGENESI, EROSIONE,

pp. 326-327 VULCANI ATTIVI, VULCANESIMO SECONDARIO,

pp. 327-329 TERREMOTO, MAREMOTO,

p. 328

FONDALI OCEANICI, DORSALI OCEANICHE, pp. 329-330 CINQUE FASCE, ZONE ARIDE, ZONE UMIDE,

pp. 331-332 EFFETTO SERRA,

p. 334 NUMEROSI AMBIENTI NATURALI,

pp. 335-336

succedono dall’Equatore ai poli: una tropicale, due temperate e due polari. Considerando anche le precipitazioni, vi sono zone aride dove le precipitazioni annue totali non superano la media di 250 millimetri e zone umide dove superano i 250 millimetri. Il clima che interessa la superficie più ampia è quello boreale; il clima che interessa il maggior numero di persone è quello tropicale umido. I cambiamenti climatici Secondo gli scienziati la temperatura media della Terra sta aumentando in modo

tale da provocare profondi cambiamenti climatici che avranno l’effetto di esasperare sia la desertificazione sia le alluvioni. L’aumento della temperatura dipende dall’effetto serra, un fenomeno naturale accentuato dalle emissioni di anidride carbonica e altri gas prodotti dalle attività umane.

■ Gli ambienti naturali Climi, vegetazione e fauna Sulla Terra vi sono numerosi ambienti naturali, a seconda del tipo di vegeta-

zione e di fauna: per esempio, la tundra è la vegetazione delle regioni glaciali, seguita dalla taiga (foresta di conifere). Altre foreste sono quella di latifoglie (zone temperate) e quella pluviale (zona equatoriale). Nelle zone continentali, meno umide, vi sono steppe e praterie; in quelle più aride i deserti freddi. Nelle zone a clima caldo secco o arido vi sono le savane e i deserti caldi. Nelle zone a clima mediterraneo si trova la cosiddetta “macchia”.

PER NON DIMENTICARE

1. Cosa sono le placche continentali e oceaniche? Quali conseguenze hanno i loro movimenti? 2. Che cosa sono i fenomeni di vulcanesimo secondario? 3. Che cosa sono maremoti e terremoti? 4. Quali fattori differenziano i climi della Terra? 5. Quali differenze climatiche ci sono tra le zone a savana e quelle a steppa?

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