Il nudo, le donne, i sogni. Un arcipelago di artisti. La scuola e il ...

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“Il nudo ha un fa scino irre sistibile, anche nell'ar te sacra : pensiamoper un istante a ... dono ancora cer ti conti, fors e di un negozio , fo rse di un magazzino …e ...
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ll nudo, le donne, i sogni

Antonio Iacona foto di Jessica Hauf



Sogni e donne si sono finalmente anim ati, hanno trovatolalorovergine serv aincuiincarnarsie sonosbocciatiin una mos tra antologicache ha avutoper tem a: “Il nudo”, per sottotitolo“la vita”. La galleria “Arte Nuvò” di Catania, diretta e curata da Adriana Conti, ha ospitato una parte im portante della produzione pittorica e s cultorea del maes tro Sebastiano Milluzzo: quellache va dal 1940al 2004. Propriocosì: al 2004. Perché SebastianoMilluz zo, catanese, classe 1915, non ha m ai smesso di lavorar e, così facendodella propria vitaun’opera d’arte. Studente nel ’36 alla Scuola libera del nudo a Roma, dove nel’ 39sidiploma al Liceo artistico;dal 1940docente di Storia dell’arte negli istituti m edi superiori, si impone definitivamente come pittoreinSicilia a par tire dagli anni ’70. Le sue produzioni succes sivamente invadono le gallerie d’Italia, d’Europa, degli Usa, del Giappone, dove i passaggi delicatidei suoi pennelli sulle telepresentano come docili geishe occidentali le sue modelle (molte sono ragaz ze anonime, molte compaiono a cefale, per molte ha posatosuanipote, ma forse l’unicaveramusa ispiratrice è stata da sempre la signora Vittoria, che rimane accanto al marito silenziosamente, a nche durante le interviste, ma con quel silenzio elegante che parla di tutto, a com inciare dall’am ore edalla s tima…). P oi Milluzzopartecipa alla Quadr iennale di Roma e alla Biennale di Venezia e viene ormai considerato, assieme ad artisti com eFiume, Migneco, Guttuso, Guccione, uno dei maggiori rappresentanti della pittura italiana e siciliana, in particolare. Se gli chiediamo chi è stato il vero maestroper lui, tira fuori unelenco di nom i, di correnti pittoriche, di periodi artistici… Perchéinrealtàilverobinario sucui Milluzzo si è moss oès em pre statoquellodisordinatoeaffas cinante, tortuosoe caparbiodell’esistenza. Dalle strutture geometriche di Cèzanne al Cubismo di P abloRicasso(“che mi ha fattod iventare pittore rivoluzionario!…”), all’astrattis modi Mondriane K lee, finoal triste sus surro delle donne oblunghe di Modigliani, Milluzzo attraversa il folto sentiero delle arti figurative sentendosi a proprioagiocontutti e tuttim ettendoindiscus sione, acominciare da se stess o. Finoa preferire a un c erto punto la scultura alla pittura. “Emilio Greco e Concetto Mar chese– ci confessa – eranomiei amici fr aterni.Sentivoallorae sentoancoraadesso unlegamefor tissimocon la scultura. Pure Marchese dipingeva, ma si definiva scultore. Era na toper farelos cultore.” Poi,tornaa parlaredi pittura: “Mi sentovicinoalla scuola napoletana, a Domenico Morelli, a Fr ancesco Paolo Michetti…”. Ricordiam oinsieme il celebrequadroispiIn alto il maestro Sebastiano Milluzzo; ratoa“La Figliadi Jorio” di d’A nnunzio. Dietrol’angolo in basso a destra alcune sue opere c’è il dramma, dietroil sottile velodellabelle zza edell’a-

I sogni? Non sono più qualcosa di astratto, qualcosa su cui poeticamente dissertare come novelli Alighieri o innamorati Petrarca. Le donne? Non sono più quell’universo misterioso che da secoli l’uomo cerca di comprendere, di ammaliare, di conquistare definitivamente, forse senza esserci mai riuscito.

more, c’è l’erotismoelevatoa viaggionel tras cendentale e nel misterioso. Masui suoi quadri non si sb ilancia, non ne tradisc e uno. - A quale produzione, Maes tro, è particolar mente legato, come adun’amante preferita?” “A tutti, nessunoes cluso.” -P erché il nudo?” “Il nudoha unfa scinoirresistibile, anche nell’arte sacra : pensiamoper un istante a Michelangelo… Il nudopuò rappresentare l’animale perfetto oquello che più deg li altri si avvicina alla perfezione: cioè l’uomo.” -Che cosa lericordanoi suoi quadri? Quali sono gli s tati d’animoche traspaionoancora oggi?” “A volte l’am ore, a volte la giovinezza, altre volte la mia terra. Spess operò, purtroppo, la m iseria in cui si viveva allora, per esempio nell’im me diato Dopoguerra. Non c’era piùcarta sucui dipingere,sucui diseg nare e sucui sognare.Era come se fosse statatoltaall’ uomoanche l’ariaper respirare .E si ric orreva a tutto: addirittura in uno diquesti quadri appes i qui,se losi volta, dietrosi intravedonoancora certi conti, fors e di un negozio, fo rse di un magazzino…e adesso si celano, forse sghignazzando, tra le belle arti…” È la signora Vitto ria, invec e, a ricordarci che Sebastiano Milluz zoha recentemente partecipatoanche al restauro di alcuneaule dell’Università di Catania . Ma i suoi disegni, i suoi acquerelli, i suoi oli, le sues culture, come ha sottolineatol’assessore ai Beni culturali della P rovincia Regionale di Catania Gesualdo Campo, che ha presenziatol’inauguraz ione della m ostra, non hanno bisogno di riconoscimenti accademici, di titoli preferenziali, di certificati né di diplomi: le opere di Milluzzosonostate e continuano adess ere il frutto di un’esistenz a trascorsa sullaspiaggia dei ricordi e delle em ozioni.Il frutto dichi, contutta la sua inc oscienza ela sua bravura, si è scommessonell’arte. Vincendocomunque, siache il suodestinofoss enoir oche foss erouge…

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Un arcipelago di artisti Sebina Pulvirenti

No Logo Art è una manifes tazione dichiar atamente non selettiva: non si èprefissa come scopoprimario di stabilire valori o poetiche, m a lascia un margine aperto agli interventi ospitati per favorireil dibattito e lo scamb iofra realtà e contesti di matrice dif ferente. Sta qui, in particolare l’originalità di una manifes tazione che, tr a le altre cose, ha trasformato Catania, A cirealeedintorni in un palco scenico, o meglio,inun laborator ioa cielo aperto: “No Logo Art per sdoganare il conc etto folk dell’arte contemporanea connessa per lopiù a eventi enogastronomici - afferm a la direttrice artistica Tania Giuga -. N o Logo Art c ome momento diretto di libera interazione tra operatore creativo e s pettatore”. La direttrice artistica dell’evento si è dichiarata s oddisfatta dell’edizione di quest’a nno che, seppur meno “giocos a”, ha mostratouna metodologia chiara, delineando una topografia del te rritorio sui criteri della ricerca e della sperimentazione. “Certo - continua Tania Giuga - il pubblico non ries ce ancora ad apprezzare e ad approfittare finoin fondodella possibilità di chiamare un artista per visitare il s uostudio, di partecipar e all’atto creativo nel suo compiersi, né gli artisti sono abituati adessere tantoal centrodell’attenzione. Tuttavia siamo s oddisfatti del flusso notevole che ha com unque invas o i luoghi privati di produzione artistica, specialmente il gradimento promettentem ostrato dalle scolares che”. Ventinove sono stati gli atelier che hanno ap erto le porte anche ai “non addetti ai lavori”, cinquantadue gli spazi animati dalla manifestazione, moltissime le personalità nazionali e internazionali intervenute, dal mondoartistico e accademico. Uno dei m omenti più ricchi di spunti c ritici e di confronto, a detta degli organizzatori, “anche a costo di risultare parziali”, è stato l’intervento del celebre Giovanni Manfredini, pittore modenese per la prima volta in Sicilia , che è stato protagonista d i una tavola rotonda dal titolo

“ Tentativodi esistenza”. In collaborazione con l’assessoratoalle Politiche culturali della Provincia di Catania, coordinato da GesualdoCampo, e con il Comune di Acir eale, ledue città, per quindici giorni, sonostate trasformate inun solo laboratorio artisticoinfermentoper l’interazione creativa tra artis ti locali, pubb licoe celebri ospiti del panoram a artistico italianoedeuropeo. Sono state queste occasioni di confronto, secondo Frances co Musmeci, responsabile della progettazione, il m omentopiù fecondodi No LogoA rt: “tanti artisti locali, spessoisolati,che nel confrontoreciprocoecon artisti di fama internazionale, tra momenti di crisi e di ec citazione, hannocreatoi presupposti per un lavoro altro da sé. Tral’evento mondanoe il momentopiù s erio di dibattitoartisticoe culturale, delle isole sono diventate un arcipelago”. Un’im magine efficace e s uggestiva che ci promette nuove emo zioni e contam inazioni estetiche per la pros sima edizione. L’arte s i è liberata dalle catene mecenatizie e as sociazionis tiche, per diventare momento di “educazione allo sguardo”, occasione aperta a chiunque di ass aporare creatività. E’diventata esplosione di energia, invadendo persino luoghi inediti come la sala d’attesa della Stazione FF.SS. di Acireale (la proiezione di Zoltan Faz ekas) e contaminando in un s olo momento di es pressione creativa diver se forme di arte (la “liquida scultura” del ba llerino Enrico Musmeci e le pitto-installazioni musicali di M yroLor ber). L’ar te è diventata “Pericolo”, secondol’interpretazione dello s cultor e F ranco Politano e del poeta Fr anc esco Nicolosi, pr otagonisti della serata conclusiva: “Pericolo” in quanto scintilla di riflessione e di sviluppodel pens ierocritico. È diventata colore, in città che nell’im prevedibile r ilettura dei propri spazi hanno ritrovato un fas cino inaspettato.

Un calendario ricco di eventi per la seconda edizione della manifestazione Studi Aperti – No Logo Art, conclusasi nella suggestiva Cappella Bonaiuto di Catania. Una festa collettiva tra arte, danza, musica e poesia

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Gianfranco Polizzi foto di Andrea Annaloro

La scuola e il museo della ceramica

Un edificio monumentale di Caltagirone, restituito all’originario decoro e alla piena funzionalità, ospita una mostra della propria storia e attività Nella sala museo dell'Istituto statale d'arte per la ceramica “Luigi Sturzo” di Caltagirone è stata allestita la mostra dal titolo “La scuola e il museo”. Un appuntamento culturale di rilievo questo che, sotto il profilo artistico e della valorizzazione dei prodotti ceramici, ha consentito l'allestimento di una mostra-rassegna di manufatti, sculture e maioliche contemporanee. Il ruolo di quest’ istituzione scolastica tende sempre più ad aprire la scuola al servizio del territorio. Ciò, non a caso, è anche il frutto dello svolgimento di un'intensa attività didattica. Le opere in vetrina, a loro volta donate da docenti ed ex allievi, schiudono nuove prospettive di sviluppo: concepire un diverso modello di turismo in sinergia con le istituzioni. La Provincia regionale di Catania, già da qualche anno, non sta lesinando sforzi per rilanciare il comparto ceramico. Gli obiettivi sono quelli di garantire un adeguato sostegno a beneficio di quanti opera-

no in questo settore della produttività. A testimonianza di ciò eme rge l'impegno finalizzato alla costituzione di una società mista per la ceramica. Da qui l'azione svolta dall'Ente del Centro direzionale Nuovaluce che, nell'ottica di un già programm ato rilancio dell' artigianato, sta “trainando” l'arte e la maestria degli operatori. L 'allestim ento della mostra “L a scuola e il museo” vuole essere il segno tangibile di più risvolti occupazionali: turismo, cooperazione e individuazione di nuove fonti d'investimento. “L'artigianato della ceram ic a – hanno spiegato il presidente della P rovincia , Raf faele Lombardo e l’as ses sore alle Politiche scolastiche, Maria Barbanti - praticato da sempre nel Calatino, trova nella scuola d'arte il suo completamento naturale. Creare un museo all'interno

di una sede scolastica è poi il punto di forza delle varie memorie storiche che, grazie ai contributi forniti da ex allievi e docenti, rafforzano il legame con la tradizione di questo popolo”.Un secondo aspetto da non sottovalutare è certamente correlato al rilancio della scuola sotto l'aspetto infrastrutturale e del servizio reso al territorio. L'Istituto d'arte di Caltagirone è anche fiore all'occhiello dell'edilizia scolastica. Il recupero e il restauro conservativo di questo bene storico e monum entale ha riportato al suo originale s plendore un immobile che s’ins erisce in unnuovoitinerar io enei circuiti turistici del territorio.Il terzo elementocardinedela mostra “La s cuola e il museo” è rappres entato dall'impegnoprofusodal preside, RosarioBranciforti e da tutto il corpo docenti, oltre a: Emanue le Nicastro, Franco Sagone, Antonio Delfino, Turi Aquino e Vi n c e n z o Castellana, che hannocurato le f asi d’allestimento. Le oper edei 35artisti esaltanoil valore di una mostra che merita d'ess ere visitata e, quindi, am mirata.