L'ultima fermata Personaggi: Mara e Camelia. Mara entra ... - Aquilino

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1. L'ultima fermata. Personaggi: Mara e Camelia. Mara entra trascinando alcune valigie. In scena c'è già Camelia, seduta sulla panca di una fermata d'autobus.
L’ultima fermata

Personaggi: Mara e Camelia. Mara entra trascinando alcune valigie. In scena c’è già Camelia, seduta sulla panca di una fermata d’autobus. MARA

Non sperare di passarla liscia! Ti ho visto in faccia! Ti so riconoscere! E ho gli ultimi tre numeri di targa! Delinquente! Mi ha spinta giù dal taxi. Mai vista una cosa simile. Prenda l’autobus, mi fa. Imbecille. In autobus con tutti i bagagli? Ma perché, poi? Perché si è comportato così? Una forma di follia, improvvisa e spaventosa. Sto ancora tremando. Scusi, mi dà una mano a sistemare le valigie? Signora… mi scusi… Signora! Non sarà sorda? Anche se lo fosse, lo vede in che impiccio mi trovo. 1

Prima di pensare alle valigie devo telefonare a Roberto. Ha spento il cellulare, l’idiota! Se non controlla la segreteria è un bel guaio. Roberto, sono Mara… un incidente di percorso, poi ti spiego… sono qui a una fermata d’autobus… penso che sia via Pascoli, o quella prima o quella dopo… ma mi vedi, sono qui sul bordo della strada… poi ti spiego tutto… ti aspetto! Forse è straniera. Conosce poco la lingua. Non vuole essere coinvolta. Magari è irregolare. Non che a me interessi. La capisco, se preferisce farsi i fatti propri. CAMELIA Posso darle una mano? Quei bagagli hanno l’aria di essere pesanti. Li mettiamo là, va bene? MARA Allora mi capisce. CAMELIA Sì. MARA Non mi dava risposta, così ho dedotto che non mi capisse. CAMELIA Anzi, parlo volentieri con gli estranei. Con chi si conosce non ci sono più parole, se non quelle dure, scolpite sulle labbra. È meglio non ascoltarle. MARA Ho pensato che fosse straniera. CAMELIA Ero solo stupita. MARA Ah, sì. Brutta storia. Andavo in taxi a casa del mio fidanzato… CAMELIA Non per quello. Lei mi ha rivolto la parola. Non succede mai che qualcuno si accorga della mia presenza. Mi sono domandata per quale motivo non mi avesse ancora camminato sui piedi. A 2

volte la gente mi si siede in grembo, ritenendo che il posto sia libero. MARA Guardi, le dico la verità. Ho avuto qualche esitazione nel rivolgermi a lei. Forse a causa dell’agitazione. Anzi, ero proprio fuori di me dalla rabbia. Scaricarmi senza motivo! Lo denuncerò, quel mascalzone. Le sembrerà un’assurdità, ma sa che non ero del tutto sicura che lei fosse qui? Una sensazione strana, che adesso mi fa sorridere. Poi l’ho sentita sospirare e mi sono permessa di disturbarla. CAMELIA Nessun disturbo, gliel’assicuro. Devo far passare il tempo dell’attesa e i pensieri ottengono l’effetto opposto, di renderla interminabile. D’altronde, evitare di pensare mi è impossibile. Sono sempre vissuta più nei pensieri che nelle parole. Come in una sfera di mutismo. MARA Io non ne sarei mai capace. Detesto il silenzio. Monotono come un mare senza barche. E insensato come un cielo senza aerei. Io amo i rumori, le musiche, i movimenti, gli aromi, le sensazioni tattili… Per esempio, sono contenta di fare conversazione. Stare qui ad aspettare senza avere niente da fare… brrr… mi vengono i brividi. Per fortuna è un’attesa breve. Non appena Roberto, il mio fidanzato, ascolterà il messaggio… Siamo in partenza, ma non mi preoccupo, c’è tempo. L’aereo parte solo tra sei ore. Lei quali viaggi ha fatto? CAMELIA Quando mi sono sposata la prima volta saremmo dovuti andare in viaggio di 3

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nozze a Venezia. A mio marito, però, venne il mal di schiena. Forse rimase anche paralizzato. Non ne sono sicura, ho le idee confuse. Sono successe così tante cose da allora! Un marito paralizzato… non è facile da dimenticare. Lo sa per esperienza o lo dice per rimproverarmi? Nessun rimprovero, per carità. Di solito, però, delle disgrazie non ci si dimentica mai. L’anno scorso mi hanno tamponata. Avevo l’auto da appena una settimana. Sa che ancora adesso ho gli incubi? Ma la mia non fu una disgrazia. Fu una liberazione. Non so poi che fine abbia fatto mio marito. Io ero così giovane! Una bambina. Lui era vecchio. Quando ero sola, parlavo con me stessa. Lo chiamavo l’orco. Non lo odiavo. Mi faceva solo paura. Non gli rimase accanto quando lui…? Certo, era il mio dovere di moglie. Ma poi morì, mi pare. O forse era solo moribondo. So che mi ritrovai per strada con due bambini. Due anni con lui, due bambini. Se ne andò via? Sì, ma fu una fuga. O forse solo un incubo. Come quando nei film il protagonista è catapultato in un altro universo. I suoi parenti mi trovarono e mi presero i bambini. Così me ne andai via da sola. Che storia strana. Io amo viaggiare. Viaggiare apre la mente. La polvere del viaggio, ha scritto non so chi, è un

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abrasivo che riporta alla luce l’anima universale dell’individuo. Belle parole. Tutti dovrebbero viaggiare. Infatti sto aspettando l’autobus. Non bisogna esitare, così dico sempre ai miei amici. Un aereo e via. Io mi accontento dell’autobus. Un buon viaggiatore può fare il giro del mondo anche se non è ricco. Dev’essere, però, un buon viaggiatore. Ecco il motivo per cui il biglietto dell’autobus mi è sembrato così caro. Io non sono una buona viaggiatrice. Va lontano? Sì, grazie. Noi eravamo indecisi tra il Sudamerica e il Sudest asiatico. In un momento come questo, in cui non si parla che di recessione, criminalità, guerra… ho detto ai miei amici che bisogna tuffarsi nel misticismo dell’Oriente. Lei come trascorrerà questo periodo di transizione? Sull’autobus. È una scelta originale. Mi fa piacere che lo dica. Di solito non faccio scelte originali. Provo a richiamare Roberto. Magari ha riacceso il cellulare, ma non ha sentito la segreteria. Macché, spento. Gli mando un sms. Provo a sentire anche Clara. Nemmeno lei risponde. Forse Claudio. Niente. Possibile che tutti i cellulari siano spenti proprio quando ho un’emergenza? Giulia! Lei ha il telefono fisso. Suona e non risponde. 5

Ma dove sono finiti tutti quanti? CAMELIA Non si preoccupi, succede. Si pensa chissà che cosa… e invece gli altri continuano a vivere. Anche senza di noi. MARA CAMELIA MARA CAMELIA MARA

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È sposata? Lo sono stata fino a pochi minuti fa. Non capisco. Ho lasciato mio marito. Ma lei lascia sempre i mariti? Scusi, non sono fatti miei. Oh, dio. Sta scappando un’altra volta! Forse non è il termine corretto. Ho aperto la porta e me ne sono andata. Senza disturbare nessuno, non intendevo creare ansia. Ho pulito la casa, ho preparato il pranzo e sono uscita. Non andavate più d’accordo? Tra noi non c’è mai stato né accordo né disaccordo. Semplici coincidenze di opinione, del tutto innocue e non spiacevoli. Allora non lo ama più. Non lo so. Ci sono stati rapporti sessuali sporadici, alcuni di intensità discreta, e saluti quotidiani meccanici. Ricordo che un mattino ho anche percepito dell’affetto, in me. Non ho saputo, però, come manifestarlo. Così è stato riassorbito nel silenzio della casa. Non sembra un rapporto profondo. Era comunque un rapporto stabile. Lui faceva carriera e guadagnava sempre di più, la casa era nostra e l’erba del giardino veniva tosata ogni sabato pomeriggio. I figli erano sani e

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ambiziosi, gli amici cordiali, il tempo quasi sempre bello, né troppo caldo né troppo freddo, a volte umido. Accendevamo il camino e si guardava la televisione. Scusi se glielo dico, ma… una vita priva di emozioni. Non lo so. Ho sempre ritenuto inutile piangere o ridere, perché nessuno avrebbe asciugato le mie lacrime e nessuno avrebbe riso con me. Tutto si raccoglieva nel piccolo spazio del soliloquio e questa era l’emozione: avere troppo dentro e niente fuori. Sarei scappata anch’io. Sono solo uscita di casa. E tuo marito… possiamo darci del tu?… che cos’ha detto? ti ha implorata di restare? i figli… ne hanno sofferto? è stata dura, per te? Nessuno si è accorto di niente. Ormai, però, lo avranno scoperto, verranno a cercarti. Passeranno giorni, settimane, forse mesi, anni… prima che qualcuno si accorga che io non sono più con loro. Forse non se ne accorgeranno mai. Questo è impossibile. È sempre andata così. Hai abbandonato marito e figli e sostieni che nessuno noterà la tua assenza? Non l’hanno mai notata nemmeno prima, perché dovrebbero farlo adesso? Dove hai intenzione di andare? Sull’autobus. Questo lo so. Ma… dopo? L’ultima fermata va bene. 7

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