Principali metodi di analisi e di ricerca psicologica del '900. C. G. Jung: I tipi
psicologici. Ci sono due termini usati da Jung - “introverso” ed “estroverso” - che
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Principali metodi di analisi e di ricerca psicologica del ‘900
C. G. Jung: I tipi psicologici Ci sono due termini usati da Jung - “introverso” ed “estroverso” - che sono diventati molto celebri, e sono entrati anche nel linguaggio comune. Ci può dire come è nata, nel pensiero di Jung, l’opposizione tra “introversione” ed “estroversione”? Jung potrebbe essere considerato un grande teorico della personalità - vorrei ricordare che nel 1921 diede alle stampe un famoso libro, intitolato Tipi psicologici. Per Jung i “tipi psicologici” hanno un senso soltanto se noi capiamo a quale tipo apparteniamo. Io nutro sempre dei dubbi - sono professore proprio di “Psicologia della personalità” - sulle classificazioni troppo schematiche, perché, per nostra fortuna, l’essere umano è talmente variabile, è talmente individuale che non può essere mai racchiuso in una formula, e occorre sempre mantenere un’ampia prospettiva per poter comprendere una certa specificità. Jung si era accorto che gli esseri umani possono comportarsi secondo due fondamentali tendenze. Una di queste è quella di essere attratti proprio dal mondo esterno; l’”essere fuori” è da Jung denominato “estroversione”. Si vive proprio perché c’è un mondo di relazioni, un mondo di cose, ed infatti, molti di noi, la maggioranza del tempo, passano la vita con questo atteggiamento. E’ il mondo esterno che conta: conta avere una bella macchina, conta avere dei buoni amici, conta anche un successo nel lavoro. E sono naturalmente cose importanti perché fanno parte, del resto, della nostra esperienza. Ma - qui c’è un “ma” - si danno delle tipologie molto diverse. Tutti noi conosciamo delle persone molto riservate, che stanno sempre per conto loro, che magari preferiscono un concerto a una festa da ballo: sono quelle persone che Jung chiama “introverse”. La persona introversa è una persona che, in un certo senso, può fare a meno delle cose esterne, perché è nutrita, appunto, da una dimensione interna, nel senso che c’è un flusso interno di immagini che lo appaga. Questo tipo di persona non ha bisogno, ad esempio, di guardare una partita di calcio. Operazione nobile per chi lo fa, ma per una persona del genere, una persona cioè che è introversa, è più importante magari ascoltare una poesia o fare delle passeggiate solitarie - mi viene in mente a questo proposito un famoso libro di Rousseau, Le passeggiate di un solitario. Anche le persone introverse hanno bisogno, in un certo senso, di un colloquio, perché hanno un’interiorità prorompente che grida e che si vuole estrinsecare. Da questo punto di vista si può capire il motivo per cui, ad esempio, molti artisti sono delle persone introverse. L’intenzione di Jung, scrivendo questo libro, era quella proprio di far vedere come lo sforzo dell’uomo dovrebbe consistere nel poter raggiungere quell’aspetto tipologico nel quale è carente. Per Jung si nasce introversi o estroversi. Adesso lasciamo da parte la lunga discussione, se l’ambiente influisce o no su questo aspetto Io, direi, da un mio punto di vista, che l’ambiente e l’eredità sono due cose unite, non si possono dividere. E’ chiaro che si ereditano gli occhi azzurri o gli occhi neri, ma da un punto di vista psicologico le due cose non possono essere così delimitate. Direi quindi che ambiente ed eredità giocano un ruolo importante in maniera quasi parallela. In questo caso, anche se si parte come persone estroverse, sarebbe poi necessario, per una completezza della nostra processualità psicologica, potere sviluppare anche gli altri aspetti. Per cui si può capire bene che il libro Tipi e aspetti psicologici, è un libro sull’individuazione, nel senso che permette alla persona di specificare sempre più il senso della sua vita psicologica, e cercare di impadronirsi di altri aspetti di cui è apparentemente carente e andare verso una dimensione, attraverso la quale noi, appunto, raggiungiamo un’individuazione delle nostre possibilità più creative, e, soprattutto, più personali. Aldo Carotenuto (il Grillo)
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