RELAZIONE PREVENZIONE INCENDI - Comune di Messina

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21 apr 2011 ... La redazione della presente relazione del progetto di prevenzione ... 12 aprile 1996 e alla relativa regola tecnica di prevenzione incendi per la ...
MUNICIPIO DI MESSINA UFFICO "PROGRAMMI COMPLESSI”

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PROGETTO DI RECUPERO EDILIZIO E ARCHITETTONICO E DI RIFUNZIONALIZZAZIONE DELL’ISTITUTO MARINO DI MORTELLE-MESSINA

R REEL AZ ZIIO NEE P REEV VEEN NZ ZIIO NEE IIN NC CEEN ND LA ON PR ON DII PPR RO OG GE ET TT TO OD DE EFFIIN NT TIIV VO O

Comune di Messina Ufficio Programmi Complessi Staff di coordinamento e progettazione: RuP: Arch. Massimo La Spada Progettisti: Arch. Giovanni Scipilliti Arch. Amelia Leotta Ing. Vito Leotta Strutture: Ing. Massimo Pistorino Ing. Nunzio Santoro

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IIN ND DIIC CE E PREMESSA .................................................................................................................................................................. 3 LO STATO DI FATTO ................................................................................................................................................ 3 IL PROGETTO ............................................................................................................................................................. 5 PREVENZIONE INCENDI......................................................................................................................................... 6 PREVENZIONE INCENDI CORPO 8 ..................................................................................................................... 6 PREVENZIONE INCENDI CORPO 3 ................................................................................................................... 11 PREVENZIONE INCENDI IMPIANTO CUCINA A GAS. ................................................................................. 15

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PREMESSA La redazione della presente relazione del progetto di prevenzione incendi descrive lo stato di fatto del sito interessato, le linee principali del progetto definitivo per il recupero e la rifunzionalizzazione del complesso residenziale dell’Istituto Marino e i criteri di prevenzione incendi adottati in conformità al dettato normativo di settore per le attività soggette ai sensi del Decreto del Ministero dell'lnterno del 16/02/1982.

LO STATO DI FATTO La sede dell'Istituto, edificata dopo la guerra ’15 -‘18, è ubicata in un'area di circa 20.000 m², in zona destinata dal P.R.G. a redazione e approvazione di un piano esecutivo secondo le prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti dove è possibile eseguire interventi edilizi di recupero dell’esistente. Essa è costituita da un complesso edilizio, formato da più corpi disposti a padiglioni isolati, con una superficie coperta di circa 4.500 m² ed un volume complessivo di quasi 22.500 m3. Considerato lo stato di abbandono e di degrado in cui versa il complesso, il Comune di Messina, tramite i fondi URBAN ITALIA Città di Messina, assegnati alla città di Messina con D.M. 07/08/2003, ha eseguito un intervento di ristrutturazione del Padiglione centrale dell’Istituto Marino – CORPO 4 - con allestimento funzionale e tecnologico degli spazi. E' stato all'uopo eseguito un intervento, concluso nel 2007, che dona al complesso una struttura rinnovata destinata a: Segretariato Sociale con funzioni di information point, Centro di accoglienza sociale e di formazione-educational, sala polivalente, spazio attrezzato per mostre permanenti ed un percorso storico- commemorativo sulle iniziative benefiche dell’Opera Pia. L’attività soggetta al controllo di prevenzione incendi della struttura Corpo Centrale è quella del Museo dei laghi inserito nei locali dell’edificio oggetto di recupero. Per tale attività è stato ottenuto il parere (prot. N. del) sul progetto che è andato in appalto le cui opere sono state già ultimate adottando tutte le misure antincendio di riferimento dettate dal decreto interministeriale 20 maggio 1992 n.569 dedicato alle norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre nel caso di locali con superficie non superiore a 400 mq. Quando sarà definito il materiale espositivo e di arredo che sarà introdotto nei locali interessati dal museo verrà richiesta la visita per il rilascio del C.P.I..

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Nelle foto che seguono si mostra lo stato di fatto del padiglione centrale dopo i lavori di recupero e adeguamento.

Sempre con i fondi del Programma Urban Italia si è proceduto alla ristrutturazione del CORPO 8 (Turismo Sociale) e del CORPO 5 (Cucina, Mensa e Bar) e della Centrale Termica a gas. Tale intervento è rimasto incompleto per cui con l’attuale progetto, dovendo procedere alla rifunzionalizzazione dell’intero istituto, si provvederà all’adeguamento normativo dei due corpi, alla realizzazione delle finiture interne mancanti e all’allestimento delle aree esterne di pertinenza. Nessun nuovo intervento è previsto per la Centrale Termica di potenza termica pari a 279 KW che è già esistente e già adeguata alla normativa di cui al decreto ministero dell'interno 12 aprile 1996 e alla relativa regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi alla pressione massima di 0,5 bar . La restante parte del complesso edilizio versa in stato di totale abbandono, concepito secondo i criteri antisismici dell'epoca, vale a dire con una struttura resistente in muratura di mattoni pieni, rinforzata con pilastri e cordoli in c.a., il tutto poggiante su robuste fondazioni continue in c.a. La copertura, dove ancora presente, è prevalentemente a tetto con orditura in legno e controsoffitti in canne e gesso; alcune parti hanno le chiusure superiori costituite da solai in c.a. I vani di porte e finestre sono rinforzati al contorno

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mediante riquadrature in c.a.; nelle murature sono inseriti inoltre, a mezza altezza, dei cordoletti orizzontali di incatenamento. Tutte le membrature di rinforzo in c.a., specie quelle corrispondenti all'involucro esterno, risultano degradate per effetto dell'ossidazione delle armature che, ha creato un aumento di volume causando il lesionamento del cls. del copriferro e instaurando una reazione a catena ha provocato l'espulsione totale del copriferro stesso. e aree esterne sono costituite da spazi a verde dotati di alberature ad alto fusto di specie autoctone con vaste zone incolte e un ampia fetta di arenile lato mare di competenza del complesso.

IL PROGETTO L’intervento viene così complessivamente denominato: PROGETTO DI RECUPERO EDILIZIO E ARCHITETTONICO E DI RIFUNZIONALIZZAZIONE DELL’ISTITUTO MARINO DI MORTELLE-MESSINA.

Esso si pone seguenti obiettivi: 1. La realizzazione nel Centro Istituto Marino di un intervento complessivo di qualità e tecnicamente valido cerente con il lascito dell’Opera Pia Istituto Marino di Mortelle “Adriana Bosurgi Caneva” a favore del Comune di Messina, per perseguire ed assicurare servizi socialmente utili e attività benefiche e di assistenza alle fasce disagiate della popolazione; 2. il recupero edilizio dei corpi di fabbrica non ultimati mirato al massimo rispetto dell'assetto strutturale e architettonico originario; 3. La riqualificazione delle aree esterne e l’attrezzaggio degli spazi da destinare a luoghi di incontro e attività culturali, di svago e socializzazione nel rispetto del contesto ambientale e paesaggistico; 4. Lo sfruttamento delle fonti da energie rinnovabili per conseguire obiettivi di risparmio energetico. Per il dettaglio degli interventi si rimanda alla relazione generale del progetto. Tale progetto prevede, quindi, la seguente destinazione d’uso dei corpi di fabbrica presenti nel complesso denominato Istituto Marino di Mortelle: CORPO 1: Laboratori multimediali e artigianali; CORPO 2: Formazione e Uffici; CORPO 3: Turismo sociale con 17 posti letto;

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CORPO 4: Accoglienza sociale, Sala congressi, Museo dei laghi (già completato con precedente intervento); Chiesetta; Casa del custode: adibita a residenza; CORPO 5: Sala Mensa, Cucina e Bar (da completare rispetto all’intervento parziale già eseguito) con potenza termica complessiva dei focolari pari a 97,5 Kw; CORPO 6: Asilo Nido per 30 unità; CORPO 7: Centro attività motorie e benessere (locali accessori al turismo sociale corpo 8); CORPO 8: Turismo sociale con 25 posti letto; CENTRALE TERMICA: esistente a gas di potenza complessiva pari a 279 Kw.

PREVENZIONE INCENDI Le attività da verificare ai fini della prevenzione incendi ma non soggette al controllo dei VV.F. sono: Corpo 8 – Turismo sociale: soggetto alle disposizioni contenute nel DECRETO Ministeriale 9 aprile 1994 –“Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere” TITOLO III. Corpo 3 – Turismo sociale: soggetto alle disposizioni contenute nel DECRETO Ministeriale 9 aprile 1994 –“Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere” TITOLO III. Corpo Centrale Termica di potenza superiore ai 100 Kw termici: soggetto al DECRETO MINISTERO DELL'INTERNO del 12 aprile 1996 ESISTENTE E NON SOGGETTA AD INTERVENTO CON IL PRESENTE PROGETTO. Altri Corpi per cui si rimanda alle norme generali di sicurezza sui posti di lavoro dettate dal D.lgs.626/94 e dal DM 10 marzo 1998 o al DM 12 aprile 1996 per gli ambienti con utilizzo di gas metano con potenza inferiore ai 100 Kw (vedi cucina). Si riportano qui di seguito le prescrizioni normative citate confrontate con i relativi provvedimenti presi in sede di progettazione.

PREVENZIONE INCENDI CORPO 8 Dovendo completare a seguito del precedente intervento la struttura ricettiva Turismo Sociale del Corpo 8, si applicano le disposizioni del titolo III del DECRETO Ministeriale 9 aprile 1994 valido per attività con capacità non superiore a venticinque posti letto. Tali strutture non sono soggette al controllo da parte del Comando dei VV.F. per cui non necessitano del parere preventivo sul progetto definitivo.

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Comunque serve riportare le disposizioni del titolo III del Decreto Ministeriale 9 aprile 1994 cui fare riferimento per le dotazioni minime da prevedere per il corpo 8.

Titolo III DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE ATTIVITA' RICETTIVE CON CAPACITA’ NON SUPERIORE A VENTICINQUE POSTI LETTO A. Le strutture orizzontali e verticali devono avere resistenza al fuoco non inferiore a REI 30. Tale conformità viene assicurata dall’uso D.M. 16/02/2007 Allegato D - Modalità per la classificazione in base a confronti con tabelle per i requisiti R di resistenza a fuoco ed EI di tenuta ed isolamento. 1. Pareti in laterizi forati : tabella D-4.1. Per il rispetto del requisito è sufficiente

dimostrare uno spessore della parete pari a s=120 mm con spessore di intonaco normale pari a 20 mm, nel nostro caso di pareti di spessore complessivo di 35 cm con intonaco di 5 cm risulta abbondantemente soddisfatto il requisito minimo di REI 30; 2. Solai in laterizio con armatura monodirezionale: tabella D-5.1. Per il rispetto del

requisito è sufficiente uno spessore del solaio di 80 mm con copriferro di 10 mm con parte isolante maggiore di 60 mm (massetto, malta, pavimentazione, materiali incombustibili) di cui almeno 40 mm di c.a., nel nostro caso tali requisiti vengono abbondantemente soddisfatti sia nella tipologia di solaio piano che quello a falda per cui il requisito REI 30 è assicurato; 3. Travi in c.a.: Tabella D-6.1. Per il rispetto del requisito è sufficiente uno spessore di

80 mm (nostro caso 300mm) e un corpi ferro di 25 mm ( ns caso 50 mm) ambedue soddisfatti nel caso in esame. 4. Pilastri in c.a.: Tabella D 6.2. Il requisito è soddisfatto per spessori minimo dei

pilastri pari a 200 mm (300 nel nostro caso) e di copri ferro di 30 mm (50 nel nostro caso).

B. Gli impianti devono essere realizzati a regola d'arte. Per quanto riguarda gli impianti

(elettrico, idrico e riscaldamento) si conferma che

sono di nuova realizzazione e dotati della relativa certificazione di conformità.

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C. Deve essere assicurato per ogni eventuale caso di emergenza il sicuro esodo degli occupanti. Tale requisito è assicurato strutturalmente dalla presenza di più uscite e dalla larghezza delle stesse e delle vie d’esodo come risulta dalla seguente analisi. Affollamento Il massimo affollamento è fissato in: aree destinate alle camere: numero dei posti letto con camere a due/tre posti per un totale di 25. aree comuni a servizi del pubblico: totale 380 mq con densità di affollamento pari a 0,4 persone/mq per un totale di 152 presenze al massimo affollamento ipotizzato. Le persone presenti sono in tutto 177 che, con la maggiorazione per le aree destinate ai servizi del 20% (wc, cucina, spogliatoi), danno luogo a un affollamento massimo complessivo di 212. Capacità di deflusso. Al fine del dimensionamento delle uscite, le capacità di deflusso deve essere non superiore al seguente valore: 50 per il piano terra. Sistemi di vie di uscita. L’edificio è già provvisto di un sistema organizzato di vie di uscita, dimensionato con ampio margine rispetto al massimo affollamento previsto in funzione della capacità di deflusso e che adduce in luogo sicuro. I percorsi sono costituiti esclusivamente da corridoi. All’interno e intorno all’edificio sono disponibile ampi spazi calmi accessibili anche a persone con capacità motorie ridotte od impedite. Non sono presenti impedimenti o ostacoli nei percorsi d’esodo. Le porte di accesso che immettono all'esterno in luogo sicuro, si aprono tutte nel verso dell'esodo a semplice spinta (dotate tutte di maniglione antipanico). Le porte delle camere per ospiti saranno tutte dotate di serrature a sblocco manuale istantaneo delle mandate dall'interno, al fine di facilitare l'uscita in caso di pericolo. Le vie d’esodo mostrate in planimetria non presentano nel loro percorso restringimenti della larghezza. La larghezza, utilizzata per il calcolo del rispetto della capacità di deflusso sotto riportato, viene misurata nel punto più stretto dell’uscita verso l’esterno pari a 1,40 mt.

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PIANO TERRA: Vie d’uscita

dati

u.m.

Numero totale di uscite

8

n.

Larghezza delle uscite

1.40

mt

Numero totale di moduli

18.66 mod.

Affollamento calcolato

212

persone

Capacità di deflusso massima

50

pers./mod.

Capacità di deflusso calcolata

11.36 pers./mod.

Lunghezza massima delle vie di uscita 19

m

Numero di scale

0

n.

Larghezza delle scale

-

m

Larghezza delle vie di uscita La larghezza utile delle vie di uscita è maggiore ai due moduli (1,20 m) normalmente prescritti. Lunghezza delle vie di uscite. Dalla porta di ciascuna camera e da ogni punto dei locali comuni è possibile raggiungere una uscita su luogo sicuro o con un percorso non superiore a 40 m (max 19 mt). Larghezza totale delle uscite. La larghezza totale delle uscite da ogni piano, espressa in numero di moduli, è determinata dal rapporto tra il massimo affollamento previsto e la capacità di deflusso del piano. Il calcolo su riportato dimostra l’ampio margine tra la larghezza totale e il rapporto affollamento/capacità di deflusso. Numero di uscite. Il numero delle uscite del piano terra dell'edificio è pari a 8 e poste in punti contrapposti.

D) Devono inoltre essere osservate le disposizioni contenute nei punti 11.2, 13, 14 e 17. 11.2. Estintori La struttura sarà dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli estintori saranno di tipo approvato dal Ministero dell'interno ai sensi del decreto ministeriale 20 dicembre 1982 (Gazzetta Ufficiale n. 19 del 20 gennaio 1983) e successive

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modificazioni. Gli estintori saranno distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere e in particolare: - in prossimità degli accessi; - in vicinanza di aree di maggior pericolo; -in posizione facilmente accessibile e visibile; - saranno accompagnati da appositi cartelli segnalatori; - saranno in numero minimo di uno per ogni 200 mq di pavimento. Gli estintori portatili avranno capacità estinguente non inferiore a 13 A-89 B;. 13. Segnaletica di sicurezza La segnaletica di sicurezza sarà conforme al decreto del Presidente della Repubblica n. 524/1982 (Gazzetta Ufficiale n. 218 del 10 agosto 1982). Inoltre, la posizione e la funzione degli spazi calmi dovrà essere adeguatamente segnalata. Gestione della sicurezza 14.1. Generalità Sarà a cura del responsabile dell’attività provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza, ed in particolare assumere tutte le precauzioni indicate nel decreto. 17. Istruzioni di sicurezza All'ingresso della struttura ricettiva sarà esposta bene in vista tabella con precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed in particolare una planimetria dell'edificio per le squadre di soccorso che deve indicare la posizione: delle scale e delle vie di evacuazione; dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili; dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità; del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione; del quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme; degli impianti e locali che presentano un rischio speciale; degli spazi calmi. A ciascun piano deve essere esposta una planimetria d'orientamento, in prossimità delle vie di esodo. La posizione e la funzione degli spazi calmi deve essere adeguatamente segnalata. In ciascuna camera precise istruzioni, esposte bene in vista, devono indicare il comportamento da tenere in caso di incendio. Oltre che in italiano, queste istruzioni

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devono essere redatte in alcune lingue estere, tenendo conto della provenienza della clientela

abituale

della

struttura

ricettiva.

Queste

istruzioni

debbono

essere

accompagnate da una planimetria semplificata del piano, che indichi schematicamente la posizione della camera rispetto alle vie di evacuazione, alle scale ed alle uscite. Le istruzioni debbono attirare l'attenzione sul divieto di usare gli ascensori in caso di incendio. Inoltre devono essere indicati i divieti di: impiegare fornelli di qualsiasi tipo per il riscaldamento di vivande, stufe ed apparecchi di riscaldamento o di illuminazione in genere a funzionamento elettrico con resistenza in vista o alimentati con combustibili solidi, liquidi o gassosi; tenere depositi, anche modesti, di sostanze infiammabili nei locali facenti parte del volume destinato all'attività.

PREVENZIONE INCENDI CORPO 3 Si applicano le disposizioni del titolo III del DECRETO Ministeriale 9 aprile 1994. Trattasi di Attività di nuova costruzione in quanto il corpo 3, con il presente intervento,

sarà

oggetto

di

totale

ristrutturazione

con

demolizione

e

fedele

ricostruzione dello stesso e sua funzionalizzazione come attività ricettiva. Di seguito si descrivono gli adempimenti progettuali che devono essere realizzati.

A. COMPORTAMENTO AL FUOCO DELLE STRUTTURE Le strutture orizzontali e verticali avranno resistenza al fuoco non inferiore a REI 30. Dalla lettura delle tabelle di riferimento ministeriali sono assicurate le stesse caratteristiche strutturali già analizzate per il corpo 8. Non sono previste strutture separanti. B. IMPIANTI Gli impianti (elettrico-idraulico e climatizzazione) saranno realizzati a regola d’arte e dotati della relativa dichiarazione di conformità. C. MISURE PER L’ESODO Tale requisito è assicurato strutturalmente dalla presenza di più uscite e dalla larghezza delle stesse e delle vie d’esodo come risulta dalla seguente analisi. Affollamento Il massimo affollamento è fissato in: aree destinate alle camere: numero dei posti letto con camere a uno/due/tre posti per un totale di 17.

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aree comuni a servizi del pubblico: totale 97 mq con densità di affollamento pari a 0,4 persone/mq per un totale di 39 presenze al massimo affollamento ipotizzato. Le persone presenti sono in tutto 56 che, con la maggiorazione per le aree destinate ai servizi del 20% (wc, cucina, spogliatoi), danno luogo a un affollamento massimo complessivo di 68 (parziale per il piano primo: 12 + 20% = 14,4). Capacità di deflusso. Al fine del dimensionamento delle uscite, le capacità di deflusso deve essere non superiore al seguente valore: 50 per il piano terra e 37,5 per il piano primo. Sistemi di vie di uscita. L’edificio è già provvisto di una via di uscita, dimensionata con ampio margine rispetto al massimo affollamento previsto in funzione della capacità di deflusso e che adduce in luogo sicuro. I percorsi sono costituiti esclusivamente da corridoi e da una scala. All’interno e intorno all’edificio sono disponibile ampi spazi calmi accessibili anche a persone con capacità motorie ridotte od impedite. Non sono presenti impedimenti o ostacoli nei percorsi d’esodo. Le porte di accesso che immettono all'esterno in luogo sicuro, si aprono tutte nel verso dell'esodo a semplice spinta (dotate tutte di maniglione antipanico). Le porte delle camere per ospiti saranno tutte dotate di serrature a sblocco manuale istantaneo delle mandate dall'interno, al fine di facilitare l'uscita in caso di pericolo. Le vie d’esodo lungo la scala e attraverso la porta d’ingresso non presentano nel loro percorso restringimenti della larghezza. La larghezza, utilizzata per il calcolo del rispetto della capacità di deflusso sotto riportato, viene misurata nel punto più stretto dell’uscita verso l’esterno pari a 1,40 mt (porte che adducono al locale ingresso). PIANO TERRA: Vie d’uscita

dati

u.m.

Numero totale di uscite

1

n.

Larghezza delle uscite

1.40

mt

Numero totale di moduli

2.33

mod.

Affollamento calcolato

68

persone

Capacità di deflusso massima

50

pers./mod.

Capacità di deflusso calcolata

29.2

pers./mod.

Lunghezza massima delle vie di uscita 29

mt

Numero di scale

1

n.

Larghezza delle scale

1,40

mt

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Larghezza delle vie di uscita La larghezza utile delle vie di uscita è maggiore ai due moduli (1,40 m) normalmente prescritti. Lunghezza delle vie di uscite. Dalla porta di ciascuna camera e da ogni punto dei locali comuni è possibile raggiungere un’uscita su luogo sicuro o con un percorso non superiore a 40 m (max 29 mt al piano primo). Larghezza totale delle uscite. La larghezza totale dell’uscita dal piano primo a terra, espressa in numero di moduli, è determinata dal rapporto tra il massimo affollamento previsto e la capacità di deflusso del piano. Il calcolo su riportato dimostra l’ampio margine tra la larghezza totale e il rapporto affollamento/capacità di deflusso. Numero di uscite. È consentito da decreto che gli edifici fino a due piani fuori terra siano serviti da una sola scala, purché la lunghezza dei corridoi che adducono alla stessa non superi i 15 m (max 9 mt nel caso in esame), e ferma restando l'osservanza del punto 7.5 primo comma circa la lunghezza complessiva della via d’esodo pari a 40 mt (max 29 mt nel caso in esame). Saranno inoltre osservate le disposizioni contenute nei punti 11.2, 13, 14 e 17 sotto riportate. D) Devono inoltre essere osservate le disposizioni contenute nei punti 11.2, 13, 14 e 17. 11.2. Estintori La struttura sarà dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli estintori saranno di tipo approvato dal Ministero dell'interno ai sensi del decreto ministeriale 20 dicembre 1982 (Gazzetta Ufficiale n. 19 del 20 gennaio 1983) e successive modificazioni. Gli estintori saranno distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere e in particolare: - in prossimità degli accessi; - in vicinanza di aree di maggior pericolo; - in posizione facilmente accessibile e visibile; - saranno accompagnati da appositi cartelli segnalatori; - saranno in numero minimo di uno per ogni 200 mq di pavimento.

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Gli estintori portatili avranno capacità estinguente non inferiore a 13 A-89 B;. 13. Segnaletica di sicurezza La segnaletica di sicurezza sarà conforme al decreto del Presidente della Repubblica n. 524/1982 (Gazzetta Ufficiale n. 218 del 10 agosto 1982). Inoltre, la posizione e la funzione degli spazi calmi dovrà essere adeguatamente segnalata. Gestione della sicurezza 14.1. Generalità Sarà a cura del responsabile dell’attività provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza, ed in particolare assumere tutte le precauzioni indicate nel decreto. 17. Istruzioni di sicurezza All'ingresso della struttura ricettiva sarà esposta bene in vista tabella con precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed in particolare una planimetria dell'edificio per le squadre di soccorso che deve indicare la posizione: delle scale e delle vie di evacuazione; dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili; dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità; del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione; del quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme; degli impianti e locali che presentano un rischio speciale; degli spazi calmi. A ciascun piano deve essere esposta una planimetria d'orientamento, in prossimità delle vie di esodo. La posizione e la funzione degli spazi calmi deve essere adeguatamente segnalata. In ciascuna camera precise istruzioni, esposte bene in vista, devono indicare il comportamento da tenere in caso di incendio. Oltre che in italiano, queste istruzioni devono essere redatte in alcune lingue estere, tenendo conto della provenienza della clientela

abituale

della

struttura

ricettiva.

Queste

istruzioni

debbono

essere

accompagnate da una planimetria semplificata del piano, che indichi schematicamente la posizione della camera rispetto alle vie di evacuazione, alle scale ed alle uscite. Le istruzioni debbono attirare l'attenzione sul divieto di usare gli ascensori in caso di incendio. Inoltre devono essere indicati i divieti di: impiegare fornelli di qualsiasi tipo per il riscaldamento di vivande, stufe ed apparecchi

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di riscaldamento o di illuminazione in genere a funzionamento elettrico con resistenza in vista o alimentati con combustibili solidi, liquidi o gassosi; tenere depositi, anche modesti, di sostanze infiammabili nei locali facenti parte del volume destinato all'attività.

PREVENZIONE INCENDI IMPIANTO CUCINA A GAS. I locali cucina e il relativo impianto di adduzione gas devono rispettare i criteri stabiliti dal DM 12 aprile 1996 per gli ambienti con utilizzo di gas metano con potenza inferiore ai 100 Kw che non sono soggetti al parere preventivo e al controllo dei VV.F ma che comunque devono soddisfare i requisiti di cui ai seguenti punti. TITOLO IV - PUNTO 4.4 sui LOCALI DI INSTALLAZIONE DI IMPIANTI CUCINA E LAVAGGIO STOVIGLIE.

Generalità I locali devono essere destinati esclusivamente agli apparecchi per cui è stato creato un locale unico per l’impianto cucina che soddisfa i seguenti criteri. 4.4.1 Caratteristiche costruttive. Per impianti di portata termica complessiva fino a 116 kW sono consentite caratteristiche R/REI 60. Tale conformità viene assicurata dall’uso D.M. 16/02/2007 Allegato D - Modalità per la classificazione in base a confronti con tabelle per i requisiti R di resistenza a fuoco ed EI di tenuta ed isolamento. 1. Pareti in laterizi forati: tabella D-4.1. Per il rispetto del requisito è sufficiente

dimostrare uno spessore della parete pari a s=150 mm con spessore di intonaco normale pari a 20 mm, nel nostro caso di pareti di spessore complessivo di 30 cm con intonaco di 5 cm risulta abbondantemente soddisfatto il requisito minimo di REI 60; 2. Solai in laterizio con armatura monodirezionale: tabella D-5.1. Per il rispetto del

requisito è sufficiente uno spessore del solaio di 120 mm con copriferro di 20 mm con parte isolante maggiore di 60 mm (massetto, malta, pavimentazione, materiali incombustibili) di cui almeno 40 mm di c.a., nel nostro caso tali requisiti vengono abbondantemente soddisfatti sia nella tipologia di solaio piano che quello a falda per cui il requisito REI 60 è assicurato; 3. Travi in c.a.: Tabella D-6.1. Per il rispetto del requisito è sufficiente uno spessore di

120 mm (nostro caso 300mm) e un corpi ferro di 40 mm ( ns caso 50 mm) ambedue soddisfatti nel caso in esame.

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4. Pilastri in c.a.: Tabella D 6.2. Il requisito è soddisfatto per spessori minimo dei

pilastri pari a 250 mm (300 nel nostro caso) e di copri ferro di 45 mm (50 nel nostro caso).

4.4.2 Accesso e comunicazioni. L'accesso avviene direttamente: -

Dall’ingresso comune tramite disimpegno e porta larga mt 0,90 di caratteristiche REI 30 (consentito per portate minori a 116 kw), dotata di dispositivo di autochiusura asservito al sistema di rivelazioni incendi;

-

dal locale self-service, tramite porta larga 1,2 m di caratteristiche REI 30 (consentito per portate minori a 116 kw), dotata di dispositivo di autochiusura asservito al sistema di rivelazioni incendi;

-

Dal locale dispensa e stoccaggio tramite porta larga 1,2 m di caratteristiche REI 30 (consentito per portate minori a 116 kw), dotata di dispositivo di autochiusura asservito al sistema di rivelazioni incendi.

TITOLO V. IMPIANTO INTERNO DI ADDUZIONE DEL GAS. 5.1 GENERALITA'. Il dimensionamento delle tubazioni e degli eventuali riduttori di pressione è tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L'impianto interno ed i materiali impiegati sono conformi alla vigente legislazione tecnica e saranno forniti da ditte specializzate in impianti cucina che potranno certificare che gli apparecchi a gas che rientrano nel campo di applicazione della direttiva 90/396/CEE del 29 giugno 1990 e i relativi dispositivi di sicurezza, regolazione e controllo, sono muniti rispettivamente di marcatura CE e di attestato di conformità ai sensi della citata direttiva.

5.2 MATERIALI DELLE TUBAZIONI. Possono essere utilizzati esclusivamente tubi idonei. Le tipologie utilizzate sono rispondenti alle caratteristiche di seguito indicate e realizzate, nel caso in esame, in acciaio per i percorsi a vista e in polietilene per quelli interrati. 5.2.1 Tubi di acciaio. I tubi di acciaio sono con saldatura longitudinale e hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8863. 5.2.3 Tubi di polietilene.

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I tubi di polietilene, ammessi e utilizzati unicamente per l'interramento all'esterno degli edifici, hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non minori di quelle indicate dalla norma UNI ISO 4437 serie S8, con spessore minimo di 3 mm.

5.3 GIUNZIONI, RACCORDI E PEZZI SPECIALI, VALVOLE. 5.3.1 Tubazioni in acciaio. a) L'impiego di giunti a tre pezzi è ammesso esclusivamente per i collegamenti iniziale e finale dell'impianto interno. b) Le giunzioni dei tubi di acciaio saranno realizzate mediante raccordi con filettature o a mezzo saldatura di testa per fusione o a mezzo di raccordi flangiati. c) Nell'utilizzo di raccordi con filettatura è consentito l'impiego di mezzi di tenuta, quali ad esempio canapa con mastici adatti (tranne per il gas con densità maggiore di 0,8), nastro di tetrafluoroetilene, mastici idonei per lo specifico gas. E' vietato l'uso di biacca, minio o altri materiali simili. d) Tutti i raccordi e i pezzi speciali saranno realizzati di acciaio oppure di ghisa malleabile; quelli di acciaio con estremità filettate o saldate, quelli di ghisa malleabile con estremità unicamente filettate. e) Le valvole devono essere di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso. Esse devono essere di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite. Non è consentito l'uso di ghisa sferoidale nel caso di gas con densità maggiore di 0,8. 5.3.3 Tubazioni in polietilene a) I raccordi ed i pezzi speciali saranno realizzati in polietilene; le giunzioni devono essere realizzate mediante saldatura di testa per fusione a mezzo di elementi riscaldanti o mediante saldatura per elettrofusione o saldatura mediante appositi raccordi elettrolabili. b) Le giunzioni miste, tubo di polietilene con tubo metallico, devono essere realizzate mediante raccordi speciali (giunti di transizione) polietilene-metallo idonei per saldatura o raccordi metallici filettati o saldati. Sono altresì ammesse giunzioni flangiate. c) Le valvole per tubi di polietilene possono essere, oltre che dello stesso polietilene, anche con il corpo di ottone, di bronzo o di acciaio, sempre con le medesime caratteristiche di cui al punto 5.3.1 lettera e).

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5.4 POSA IN OPERA. 5.4.1 Percorso delle tubazioni. Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori è all'esterno dei fabbricati con posa interrata con percorso separato rispetto il cunicolo esistente; All'interno del fabbricato la tubazione è posta in appositi alloggiamenti aerati. Nei locali di installazione degli apparecchi il percorso delle tubazioni è consentito in vista. 5.4.2 Generalità. a) Le tubazioni devono essere protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti. b) E' vietato l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso. c) E' vietata la collocazione delle tubazioni nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie. d) Eventuali riduttori di pressione o prese libere dell'impianto interno devono essere collocati all'esterno degli edifici o, nel caso delle prese libere, anche all'interno dei locali, se destinati esclusivamente all'installazione degli apparecchi. Queste devono essere chiuse o con tappi filettati o con sistemi equivalenti. e) E' vietato l'utilizzo di tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altro impianto già funzionante. f) All'esterno dei locali di installazione degli apparecchi deve essere installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura rapida per rotazione di 90° ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso. g) Per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale (se alimentato tramite contatore), devono essere utilizzati tubi metallici flessibili continui. h) Nell'attraversamento di muri la tubazione non deve presentare giunzioni o saldature e deve essere protetta da guaina murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine tra guaina e tubazione del gas deve essere sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno. i) E' vietato l'attraversamento di giunti sismici.

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l) Le condotte, comunque installate, devono distare almeno 2 cm dal rivestimento della parete o dal filo esterno del solaio. m) Fra le condotte ed i cavi o tubi di altri servizi deve essere adottata una distanza minima di 10 cm; nel caso di incrocio, quando tale distanza minima non possa essere rispettata, deve in ogni caso essere evitato il contatto diretto interponendo opportuni setti separatori con adeguate caratteristiche di rigidità dielettrica e di resistenza meccanica; qualora, nell'incrocio, il tubo del gas sia sottostante a quello dell'acqua, esso

deve

essere

protetto

con

opportuna

guaina

impermeabile

in

materiale

incombustibile o non propagante la fiamma. 5.4.3 Modalità di posa in opera all'esterno dei fabbricati. 5.4.3.1 Posa in opera interrata. a) Tutti i tratti interrati delle tubazioni metalliche devono essere provvisti di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione ed isolati, mediante giunti dielettrici, da collocarsi fuori terra, nelle immediate prossimità delle risalite della tubazione. b) Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia lavata, di spessore minimo 100 mm, e ricoperte, per altri 100 mm, di sabbia dello stesso tipo. Per le tubazioni in polietilene è inoltre necessario prevedere, a circa 300 mm sopra la tubazione, la sistemazione di nastri di segnalazione. c) L'interramento della tubazione, misurato tra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, deve essere almeno pari a 600 mm. Nei casi in cui tale profondità non possa essere rispettata occorre prevedere una protezione della tubazione con tubi di acciaio, piastre di calcestruzzo o con uno strato di mattoni pieni. d) Le tubazioni interrate in polietilene devono essere collegate alle tubazioni metalliche prima della fuoriuscita dal terreno e prima del loro ingresso nel fabbricato. 5.4.3.2 Posa in opera in vista. 1) Le tubazioni installate in vista devono essere ancorate adeguatamente per evitare scuotimenti, vibrazioni ed oscillazioni. Esse devono essere collocate in posizione tale da impedire urti e danneggiamenti e ove necessario, adeguatamente protette. 2) Le tubazioni di gas di densità non superiore a 0,8 devono essere contraddistinte con il colore giallo, continuo o in bande da 20 cm, poste ad una distanza massima di 1 m l'una dall'altra. Le altre tubazioni di gas devono essere contraddistinte con il colore giallo, a bande alternate da 20 cm di colore arancione. All'interno dei locali serviti dagli apparecchi le tubazioni non devono presentare giunti meccanici.

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5.5 GRUPPO DI MISURAZIONE. Il contatore del gas sarà installato all'esterno in apposito contenitore. 5.6 PROVA DI TENUTA DELL'IMPIANTO INTERNO. La prova di tenuta sarà eseguita prima di mettere in servizio l'impianto interno e di collegarlo al punto di consegna e agli apparecchi. TITOLO VI. DISPOSIZIONI COMPLEMENTARI. 6.1 IMPIANTO ELETTRICO. L'impianto elettrico viene realizzato in conformità alla legge n. 186 del 1-3-1968 e tale conformità deve essere attestata secondo le procedure previste dalla legge n. 46 del 53-1990. L'interruttore generale nei locali di cui al punto 4.2 è installato all'esterno dei locali, in posizione segnalata ed accessibile. 6.2 MEZZI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI. In ogni locale e in prossimità di ciascun apparecchio sarà installato un estintore di classe 21A 89BC. 6.3 SEGNALETICA DI SICUREZZA. La segnaletica di sicurezza deve richiamare l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti e segnalare la posizione della valvola esterna di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale. 6.4 ESERCIZIO E MANUTENZIONE. Si richiamano gli obblighi di cui all'art. 11 del decreto del Presidente della Repubblica 26-8-1993, n. 412. Nei locali di cui al punto 4.2 è vietato depositare ed utilizzare sostanze infiammabili o tossiche e materiali non attinenti all'impianto e devono essere adottate adeguate precauzioni affinché, durante qualunque tipo di lavoro, l'eventuale uso di fiamme libere non costituisca fonte di innesco.

Messina , 21/04/2011

Il Progettista

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