di Ascarelli, un maestro di diritto commerciale e di teoria generale che citava il
processo di Kafka, non ricordo a che proposito. Incuriosito mi procurai il volume e
...
RILEGGENDO IL PROCESSO DI KAFKA.
1.- Premessa Si, rileggendo1, perché lo lessi tutto di un fiato circa una cinquantina di anni fa’, quando iniziavo la mia
attività
professionale,
dunque,
non
prima
del
1944, in una nota del Foro Italiano (una gloriosa rivista giuridica, tuttora pubblicata),in uno scritto di Ascarelli, un maestro di diritto commerciale e di teoria generale che citava il processo di Kafka, non ricordo a che proposito. Incuriosito mi procurai il volume e ricordo la impressione che mi rimase e che mi
riaccompagnò2,
fino
a
quando,
sollecitato
dalla
Presidente per una conferenza su questo tema, ripresi quell’opera dalla mia confusa biblioteca. La
vicenda
Josef
K.,
può un
così
riassumersi:
procuratore
di
il
banca,
protagonista
trentenne,uomo
normale che ha fatto una discreta carriera, riceve una mattina di buon'ora due
personaggi misteriosi,
vestiti in modo strano, i quali gli comunicano che è in istato di arresto. Tuttavia non sarà trattenuto; basterà
che
fantomatico 1
2
egli
si
sottoponga
tribunale,il
quale
al
giudizio
dovrà
di
un
stabilire
la
1 Quale sintonia con le parole di GIDE,Diario,28 agosto 1940: “io rileggo il processo dio Kafka con una ammirazione più viva ancora ,se è possibile, di quando ho scoperto per la prima volta questo libro prestigioso… Infatti, in epoca recente, nella Rivista in Iure Praesentia,1997,
1
pena da infliggergli. K. respinge dapprima l'accusa di aver violata la legge,in quanto ignora di quale delitto
sia
accusato,
accetta
con
reticenza
di
scegliersi un avvocato,Huld,cerca poi di guadagnarsi il
favore
dei
giudici
ricorrendo
a
un
pittore
Titorelli; ha un colloquio imprevisto col cappellano del
carcere.
Ma
il
suo
destino
è
segnato:
alla
vigilia del suo trentunesimo compleanno,due signori vestititi
di
nero
lo
prelevano
dalla
pensione
ove
abita, lo conducono nei dintorni della città e lo sgozzano
con
un
coltello
da
macellaio,secondo
un
cerimoniale cui K. non tenta nemmeno di sottrarsi. L’impressione che riportai, allora, era di
amarezza
e di commiserazione per quel povero Josef K,
Ma,
poco alla volta, - e ciò allora mi meravigliava per la
progressiva
sempre
crescente
rassegnazione,
si
persuase di una colpa non meglio identificata (ma non occorreva mi aveva insegnato i professori di penale, una imputazione puntuale?); come mai non si faceva valere
questo
avvocato,
al
argomento? quale,come
E
come vedremo
mai
un si
valente rivolse,
l’avv.Huld, di cui diremo, lo trattò con sufficienza e nulla fece per lui?
2
Kafka per meglio conoscerlo, va inquadrato nelle diverse epoche in cui di volta in volta ha vissuto le sue creazioni letterarie;
ai tre periodi
breve esistenza, corrisponde il
della sua
diverso contenuto
della sua produzione letteraria: il primo periodo è quello che va dal 1912 al 1915 (quando scrive: la condanna,
la
metamorfosi,
il
processo);
i
temi
prevalenti sono quelli della colpa, della condanna, della
esclusione,
suggeritigli
evidentemente
dal
dissidio con suo padre, alla difficoltà di integrarsi nella
società,
al
fallimento
del
suo
progetto
matrimoniale con Felice3. Il secondo periodo della
esclusione;
va dal 1916 al 1918, è il periodo egli
ha
superato
le
conseguenze
della rottura del fidanzamento con Felice,
e scrive
brevi racconti ( un medico di campagna, una visita alla miniera, il cruccio di un padre di famiglia). Si
ha
qui
l’impressione
che
la
esclusione
dalla
famiglia, dalla società, si sia già consumata; emerge una fatalità
inesorabile ( questo è un altro tema
del processo). Nel terzo periodo,
dal 1919
inizia il lavoro sul
castello, caratterizzato dalla ricerca. 3
In questo periodo si sviluppano pensieri sull'arte, sulla inefficienza impersonata nel pittore meschino Titorelli,che dipinge quadri prevelentemente di giudici assai mediocre, di ncui diremo.
3
In questa vasta e variegata attività che egli alla fine della vita voleva forse rinnegare,è estremamente difficile
l'interpretazione
delle
opere,incluso
il
processo, Avendo ottenuto il risultato di dare forma coerente alla sua angoscia, egli aveva trovato la sua strada originale nella letteratura4. Ed è altrettanto difficile distinguere i vari filoni della sua opera. Possono
distinguersi:
il
tema
della
colpa,
(che
impinge nella psicanalisi freudiana); quello che, per così dire, attiene alla visione religiosa della vita; quello psicologico; quello umoristico(della comicità dell'opera. Fra questi il
momento5
giuridico-
il
prescelgo per il processo,per
filone,
giudiziario,
che
può
occasionato
qualificarsi
dal
fatto
che
Kafka era laureato(se pur contro la sua volontà) in legge. Peraltro, questa scelta nasce, forse, come è naturale6, dalla mia distorsione professionale. Gli aspetti giuridici attengono ai temi della legge,della organizzazione
giudiziaria,degli
interrogatori,
dell'opinione di K.sugli operatori di giustizia.
4 5
6
CRESPI,Kafka umorista,Milano,1984,pag.90 ss. Per ora accantono l'altro filone che pure mi attrae, quello della comicità di Kafka,se ne potrà parlare in altra occasione. Mi occupo di diritto dalla data della mia iscrizione in giurisprudenza nell'Unoiversità di Messina, 1940, a tuttoggi, sono ben 72 anni !
4
Ma,
per
cercare
di
puntualizzare
i
contenuti
è'
opportuna una premessa: a)sul
metodo
seguito
da
Kafka:
è
un
particolare
metodo induttivo,(quello tipico del discorso legale, che ha base nel pensiero aristotelico e in quello ciceroniano).Per Kafka, il metodo muove da narrazioni molto
puntuali
ed
analitiche,irreali,
e
trasforma
queste narrazioni in conseguenze reali, dando così luogo a stranezze che impressionano il lettore. Egli scende via via al particolare in una sorta di unità concettuale
tra
l'immaginario
e
il
reale,
ed
è
nell'analisi del reale che si trova spesso per il contrasto, l'aspetto umoristico b)
sull'ansia
dall'inizio,
che
quando
comincia
a
dopo
primo
il
insinuarsi momento
fin di
incredulità circa la visita dei due poliziotti, sia per il luogo: una casa in un sobborgo,ove egli non era mai stato, Qui si manifesta il primo germe dell'idea che poi si svilupperà tutti
ossessivamente
sapevano
della
in di
varie lui
occasioni,
(indeterminata
che e
generica) colpa. c)sulla descrizione dei luoghi,spesso con l'analisi dei
personaggi
e
degli
atti
da
questi
compiuti, 5
tendente
a
screditare
diretto
nesso
gli
con
legge.mostrandovi
la
la
ambienti
che
giustizia
avevano e
con
inabitabilità,la
un la
mancanza
d'aria,l'affollamento,etc. Tema ancor oggi di attualità.In particolare:l'aula di udienza
piena,
la
descrizione
della
udienza,
anticipa, profeticamente,quello che oggi si verifica. Josef giunse finalmente alla prima porta del quinto piano, ove una giovane donna con due occhi neri e luminosi (vedremo il ripetersi di tali descrizioni degli occhi femminili)) , gli indicò una porta aperta della
stanza
accanto,
dicendogli:
“avanti
si
accomodi”. Siamo in piena fantasia,nel regno della irrealtà)). E qui è descritta l'aula di udienza, una stanza con 2 finestre di media grandezza,intorno a cui proprio sotto il soffitto, correva una galleria dove
la
gente
doveva
stare
curva
e
toccava
il
soffitto con la testa,tanto che si portava i cuscini per metterli sopra la testa e non urtare col soffitto (satira).
L'ingresso
nell'aula
pone
K.
A
contatto
visivo e auditivo col giudice: alla estremità della sala dove c'era un podio basso,ma affollato anch'esso di gente,con un tavolo messo di traverso, dietro il quale,
presso
l'orlo
del
podio
sedeva
un
ometto 6
grasso
e
sbuffante
Questi
era
l'inquirente
(il
p.m.attuale,il gip,che so io),questi era colui che prese a rimproverarlo per il ritardo, L'ometto grasso e sbuffante, pur dicendo di non avere l'obbligo di sentirlo, disse che eccezionalmente voleva farlo, ma che non si ripetesse più il ritardo. E la gente si pigiava dietro K., come accade,oggi, nelle udienze affollate, dovette tenersi saldo sulle gambe per non rovesciare il tavolino del giudice istruttore. Nell'altro capitolo dedicato alla sala delle adunanze vuota
,
alle
cancellerie
vi
è
qualche
alla organizzazione giudiziaria,
e
riferimento
si incrocia la
prosecuzione del dialogo con una donna che gli offre l’aiuto che K in un primo tempo rifiuta; nonché la giustificazione di K che prega la donna di non fare nulla per il suo processo, rispetto al quale afferma “a me non me ne importa nulla dell’esito di questo processo
e
anche
una
condanna
mi
farebbe
solo
ridere”. Qui un accenno alla lungaggine del processo Ancora
una
volta
il
dialogo
si
inframmette
sui
rapporti che la donna ha col giudice istruttore, con uno studente e con Bertaldo, il marito. In soffitta; si accorse di un cartello appeso alla fine di una scala
di
legno:
“entrata
alla
cancelleria
del 7
Tribunale”. Si chiedeva come mai nella soffitta di quella
casa
d’affitto
c’erano
gli
uffici
di
cancelleria. All’ingresso fu lì lì per cadere perché dietro la porta c’era uno scalino, il che gli fece dire: “è proprio vero che per il pubblico non si hanno troppi riguardi. La stanza d’aspetto: era un lungo corridoio con
tante
porte
grezze
che
immettevano
ai
singoli
uffici della soffitta; nessuna apertura per la luce invece
di
pareti
avevano
verso
il
corridoio
delle
cancellate di legno che arrivavano fino al soffitto, per cui, attraverso le fessure si potevano vedere gli impiegati
che
guardavano
la
l’occasione,
stavano gente
a
nel
parlando
con
scrivere
ai
corridoio. uno
che
tavoli Qui
o
si
dà
aspettava,
di
precisare che quello era molto preoccupato per il suo processo. “Ma non tutti la pensano come lei, disse K.; anch’io sono accusato ma non ho offerto prove, né ho
fatto
niente
del
genere.
Lei
lo
crede
necessario?”. E qui sopravviene un malessere di K. occasionato dall’aria quasi irrespirabile nei giorni di grande affollamento. Alla fine, però, ci si abitua anche
a
quest’aria;
se
ritornerà
due
o
tre
volte
finirà per accorgersi appena di questa apprensione. 8
E
qui
si
svolge
l’informatore,
un
colloquio
con
dà
tutte
informazioni
che
le
un
signore, che
occorrono al pubblico che aspetta, e siccome tra la gente le cose di legge non sono troppo conosciute, continua è la richiesta di informazioni. A qualsiasi domanda egli dava una risposta, seconda
presa
personaggi
di
del
contatto
tribunale;
con
Così finisce questa i
queste
locali
ed
alcuni
situazioni
sono
quelle il cui ricordo costituì le impressioni che per tanti anni, alla prima lettura, mi accompagnarono in quel primo impatto. Si
innesta
qui,
prima
della
descrizione
dei
personaggi,di cui fra poco diremo, d) la descrizione degli atti del processo: la satira dell'arringa. Solo il giudice istruttore era rimasto in piedi ad ascoltarlo, perché era stato sorpreso dall'arringa , nel
momento
in
cui
si
era
alzato
per
imporre
silenzio alla galleria. Qui la satira si rivolge a un libro di appunti, gli atti del processo, che K chiese di vedere. La consultazione di questi libri è in
un
primo
tempo
vietata
dell'usciere,e,successivamente,
dalla è
moglie
consentito
vederli:Il primo libro coteneva una figura indecente 9
su un canapé un uomo ed una donna nudi; nel II libro un
romanzo
dal
titolo:le
noie
che
Greta
doveva
sopportare per colpa di suo marito Maus.E' evidente l'intento
di
parlar
delprocesso:”questi
male
sono
i
dei
libri
presunti di
legge
atti che
si
studiano qui,dice K.e da questi uomini io mi dovrei far giudicare? E chiede al giudice, cosa cerca? Il suo libretto non può che confermare ciò che ho detto e
osò
persino
di
torglierlelo
dalle
mani,
prendendolo solo con due dita, quasi avesse ribrezzo, E
riprese
a
parlare
della
(diremmo oggi) del processo
efficacia
erga
omnes
un indizio del modo con
cui si procede anche verso altra gente, ed è per questo che io sono qui, non per me”. Qualcuno in alto applaudì, gridando bravo bravo. Io non cerco trionfi oratori;
quello
che
io
voglio
discussione di un pubblico abuso!
è
la
pubblica
E qui K. narrò la
stranezza dell'accaduto, del suo prelievo di buonora, delle
precauzioni
adottate
quasi
fosse
stato
un
pericoloso brigante . Sono giunto alla fine,aggiunse, e poiché non c'era un campanello dette un pugno sul tavolo, spaventando il giudice e il suo consigliere che
si
allontanarono
l'uno
dall'altro,
incalzando”tutta la questione mi è indifferente e per 10
ciò posso giudicarla con calma: . Si fece un gran silenzio
così
grande
era
l'influenza
di
K.
sull'assemblea7 ed egli approfittò dell' occasione per offrirci quella che è la chiave del suo argomentare in tutte le sue opere, sia nel processo, sia nelle metamorfosi, sia nel castello: questa chiave consiste nella
organizzazione
termini: guardiani
una
giudiziaria,nei
organizzazione
corruttibili,
che
seguenti
occupa
ispettori
non
solo
straccioni,
e
giudici istruttori, che, nel migliore dei casi sono modesti;E quale è signori il senso di questa grande organizzazione? Esso consiste nell'arrestare persone innocenti e procedere contro di loro come nel caso mio
nel
più
insensato
dei
modi.
Come
sarebbe
possibile, in mezzo a tanti controsensi, nascondere la
peggiore
impossibile,
corruzione nemmeno
il
degli
giudice
impiegati? più
alto
E'
potrebbe
riuscirvisi . Ed oltre alla chiave si ha conferma della tecnica espositiva di K. che, come dicevamo, dapprima
descrive
diligentemente
una
situazione
irreale, e poi vi innesta sopra una situazione reale, con una sorta di inversione logica, che stranizza.
7
op.cit,pag.45.
11
Questo epilogo della assemblea gli dà occasione per dirci del suo disprezzo per i tribunali, i pubblici ministeri,
gli
cappello,si generale
organi
avviò
che
di
verso
esprimeva
polizia,etc.
Preso
l'uscita,tra
stupore.
il
il
il
silenzio
giudice
fu
più
lesto e lo fermò sulla porta dicendogli: volevo solo farle
presente
rinuncia
al
l'arrestato meno
che
dei
lei,
privilegio
senza che
l'interrogatorio”.
vostri
averne
coscienza,
costituisce
“Straccioni
interrogatori”
esclamò
e
per
faccio
a
aprì
la
porta e si precipitò giù per le scale.
Da questa piuttosto analitica descrizione in cui il personaggio del giudice si intreccia col richiamo ad alcuni
atti
kafkiane, assoluta processo,
giudiziari,
traspaiono
è
da
che
bene
fin
impossibilità che
col
di
ora
alcune
sottolineare:
consultare
processo
idee
gli
nulla
atti
hanno
la del che
vedere.Inoltre K.ritiene che l'attività giudiziaria, posta in essere da magistrati,avvocati e ausiliari, sia
inutile,
l'organizzazione consiste
perchè
va
giudiziaria,
nell'arrestare
tenuta la
innocenti,e
cui agire
presente finalità nel
più
12
insensato
dei
modi
in
cui
alligna
la
peggiore
corruzione. E)Dopo
ciò
deve
ora
dirsi
di
altri
personaggi
descritti nel processo; nessuno di famiglia8, se si esclude lo zio di campagna, unico a rimproverare a K.la trascuratezza nel seguire il processo, del quale nella
meraviglia
del
nipote
è
perfettamente
informato, processo penale che porterà al disonore della
famiglia,
argomento
questo
che
alla
fine
convince il riottoso K. a recarsi da un avvocato. Così,
raggiunta
automobile oscura,
l'intesa,
K.,l'auto
lo
zio
si
suonò
lo
fermò alla
zio
trascina
davanti prima
a
porta
in
una
casa
e
nello
spioncino comparvero due grandi occhi neri (anche gli occhi della moglie del custode del tribunale erano neri),e poi sparirono. All'insistenza dello zio, si sentì sussurrare: l'avvocato è malato, e sono le otto del
mattino
e
non
può
ricevervi.
Lo
zio
non
demordeva, e finalmente la porta fu aperta9;era la porta della stanza ove stava l'avvocato: un viso con una gran barba bianca si sollevò dal letto e saputo
8
Il processo prende le mosse dalla lite col padre (29 luglio 1914,pag.475), ma poi non c'è più traccia di lite,vi è solo la figura vicariale dello zio. 9 Nell'anticamera c'era una ragazza con un lungo grembiule bianco ed una candela in mano. K. riconobbe i grandi occhi scuri apparsi poco prima dallo spioncino; aveva un visetto rotondo da bambola e Josef chiese: “mal di cuore?”credo di si, rispose la ragazza. questa
13
chi
fosse,
finalmente,si
cominciò
a
parlare
del
processo
Varie considerazioni possono farsi cosa
sia
la
giustizia,
cosa
sull 'avv. Huld:
serve
motivare
la
condanna (pagg.27-32),cosa la memoria difensiva, l'inutilitàdell'avvocato,l'esaltazione e
della
racomandazione,
ordine.Prima
di
tutto
lo
ma,
dell'imbroglio
procediamo
studio,il
luogo
con
ove
si
stabilisce il contatto fra avvocato e cliente10,non è un ambiente austero,pesantemente arredato, circondato da ritratti e inondato di libri, bensì una stanza buia a malapena illuminata da una candela,nella quale il professionista malato,giace in un letto11. (( La infermiera
non
vorrebbe
che
si
affaticasse
a
discutere coi clienti, ma io ricordo quanto mi diceva mio
padre,
può
avere
l'avv.Giuseppe neanche
un
Panuccio:
raffreddore,
l'avvocato deve
lo
non
stesso
attendere alla sua attività, specie in prossimità di termini)),e l'avv.Huld risponde a
questa esigenza,
riceve malgrado malato il cliente. Il rispetto della privacy; quando l'avvocato apprende che si tratta del
10
Gustoso il raffronto che fa SALAZAR,L'avvocato di carta,Milano,2005,pag.371,nt.2 L'avv.Hult si può dire vive nelle tenebre che Dio ha gettato sul mondo; la casa è scura, la infermiera illumina con una candela l'anticamera senza luce,e la stanza è buia. 11
14
nipote dello zio invita la infermiera ad allontanarsi E dichiara,prima ancora di conoscere i fatti, che si occuperà
della
consentiranno.
faccenda,
se
le
forze
glielo
Notare che nella trama del romanzo a
incertezza si aggiunge incertezza: K. non sapeva di cosa
dovesse
neanche
i
naturalezza:
rispondere,
fatti,eppure K.
Aveva
l'avvocato tutto
bisogno
non
si
di
un
sapeva
svolgeva
con
difensore,
il
difensore teneva troppo alla causa che non conosceva. Giustamente è stato osservato che Huld è il difensore che non conosce il processo, non si cura neanche di esaminare le carte12,e, secondo la interpretazione di un
autore13,
condanna,solo
assicurerebbe
che
se
la
percorrerà
potrà strada
evitare della
la
fede,
della devozione, dell'illimitata obbedienza religiosa e confiderà nella grazia14. L'avv. Huld è inquadrato perfettamente
nella
vicenda
Kafkiana
si
dovrà
occupare di un processo di cui nessuno sa nulla,per una imputazione segreta, per un processo che rimarrà segreto per tutti: imputato avvocato e giudice. E' stato osservato che è allucinante il principio che regge
12 13 14
tutto
il
processo,nelle
parole
di
Huld:”il
SALAZAR,op.cit.,pag.373 CITATI,Kafka,Mondadori, Così CITATI,Kafka,p.137.
15
procedimento in generale non soltanto è segreto per il pubblico, ma anche per l'imputato,aggiungendo:lei deve
che”15
riflettere
rendono
continuamente
l'intelletto burocratica
non ((
in
esplicite
basta che,
questo
più”.
procedimento
cose
per
Nella
rappresenta
le
si
quali
organizzazione nel
romanzo
la
trasposizione della autorità paterna, e che in tutto campo
esplode
rotella
nel
della
castello))
l'avv.
organizzazione”una
Huld
è
parte
una dell'
ingranaggio della giustizia penale” e come tale si comporta. Il compito suo non è la difesa, ma far funzionare
questo
finalità,
la
ingranaggio;
funzione
questa
diventa
dell'avvocato:la
la
difesa
dell'interesse oggettivo dell'ordinamento giuridico, non già del cliente16. Tutte le componenti: giudici. , avvocati, cancellieri, ufficiali giudiziari e quanti altri si aggiungano alla bisogna, svolgono funzioni che
assicurino
il
dell'organizzazione, illogicità:
non
accelerazioni,né quietarsi17.
15 16 17
Se
di è
le
continuo cui
dato
soste,né
questo
è
il
movimento
contraddizioni,
conoscere meno
che
processo,
né
mai cosa
le
il è
suo la
CALASSO,op.cit.,p.281; SALAZAR,op.cit., p.374. M.LA TORRE,op.cit.,p.68 E' la interpretazione di SALAZAR,op. cit.,p.375, da condividere.
16
giustizia? Coerentemente non ci si può attendere che essa non si regga sulla aleatorietà, l'arbitrarietà, la illogicità. L'avvocato deve informare il cliente di come opera il sistema giudiziario, senza illuderlo di giustizia perché quel sistema ha la sola finalità di
far
funzionare
dell'imputato
la
che
macchina,
per
sua
senza
disgrazia
preoccuparsi si
dovesse
rivolgere al Tribunale “entità misteriosa,segreta e manifesta,
celata
e
apparente,invisibile
e
visibilissima”18 Senza nessuna certezza che gli atti siano esaminati, addirittura rintracciati e non smarriti (come spesso accade oggi in certi tribunali,per cui lo spostamento di
un
fascicolo
cancelleria
da
ostacola
una il
casella
corso
di
all'altra un
della
processo
per
anni). D’altronde in un processo così immaginato, in cui il valore della difesa non esiste,sostituito dal valore di far funzionare la macchina organizzativa, cosa serve l'esame degli atti? Cosa serve motivare la condanna?
Cosa
serve
assolvere
o
condannare
l'imputato?19 Con queste premesse cosa serviva a J.K.
18
CITATI,op.cit.,p.127. Chi esercita ancora oggi laprofessione,ricorderà certo,nella sua esperienza qualche decisione riformata in sede di gravame, perché priva di motivazione.SALAZAR,op. Cit., pag.376 nt.7 ricorda infatti la sentenza n.27/2000 del tribunale di Siena,annullata dalla Cassazione (sent.sez.I, 2/7 2004,n.12114,perché incomprensibile, senzapossibilità dei coglierne il senso,val quanto dire,appunto,priva di valida motivazione. 19
17
l'opera
di
atmosfera
un
difensore,anche
di
oppressione,
incapacità,di verbalismo decisione
di
abbandonare scrivere
avvolge uscire
stesso
come,non
partecipe
il
da
processo;
quel
memoria
sapendo
quale
considerando che occorreva
e
donde
labirinto
decidendo
la
della
avvilimento,
contraddizione
l'avvocato20,
egli
scriverla
di
oscurità,di
che
lui
di di la
e
di
altresì
di
difensiva. fosse
Ma
l'accusa,
riportare nella memoria
l'intera sua vita in tutti gli atti e gli eventi esaminandoli da tutti i lati! La difesa tecnica perde così,
qualsiasi
valore.
Non
c'
è
posto
in
un
ordinamento siffatto né per la soggettività, né per l'umanità
dell'avvocato,in
questo
ordinamento
gli
avvocati e anche il tribunale avrebbero il compito di aiutare a rendersi palese una condanna che sussiste da sempre21 Ma allora,forse l'unica via è quella dell'imbroglio, della questa
raccomandazione, logica
forse
conseguenza
della
corruzione,e
della
di
precedente
impostazione kafkiana del processo, della giustizia,
20
21
Al licenziamento dell'avvocato è dedicato il capitolo VIII, anche se la preoccupazione fondamentale di K. È quella delle modalità del licenziamento dei difensore (non ha pensato al recesso senza giusta causa del difensore moderno,art. cc.) Questa è la logica conclusione di CALASSO,op.cit.,p.278.
18
dei tribunali, della avvocatura, parla il successvo capitolo dell'opera, intitolato ancora:l'avvocato, l'industrriale,
il
pittore.
Il
pittore
è
tale
Titorelli. f) Queste, e analoghe riflessioni, sono inframmezzate e
interrotte
ricevere
dal
lavoro
clienti,
del
suo
contrariati
ufficio; perché
dovette
li
aveva
piantati, fra i quali un industriale che gli chiese se avesse un processo,
Del processo, affermò, ho
sentito parlare da un certo Titorelli, un pittore, dal quale apprese che la fonte principale di guadagno era fare ritratti; lavorava per il Tribunale e da allora, in ogni sua visita, si è fatto un’idea di questo meccanismo. Titorelli può un poco aiutarlo, disse l’industriale, egli conosce parecchi giudici e può
anche
consigliarle
come
avvicinare
persone
influenti. K. cominciò a pensare che il vantaggio che quella raccomandazione piccolo
del
avrebbe danno
potuto
portargli
costituito
dal
era
fatto
più che
l’industriale sapeva del suo processo e il pittore poteva diffondere la notizia.
Segue una dettagliata
narrativa dell’indirizzo del povero quartiere ove era 19
collocata
la
ulteriore
narrazione,
aspetti
casa
del
giudiziari,
pittore, per
Qui
bocca
attraverso
di
la
si
apre
Titorelli,
discussione
una di sul
quadro che rappresenta la giustizia e la dea della vittoria. K. ridendo disse: “la giustizia deve stare tranquilla, altrimenti la bilancia si muove e non è più possibile un giudizio giusto”. E’ gente vanitosa, disse il pittore, parlando della figura del giudice ritratto. K.
pensò
personali,
che si
se
davvero,
poteva
attraverso
giungere
facilmente
relazioni a
tirar
dalla sua il giudice, voleva dire che i rapporti del pittore
con
quei
giudici
vanitosi
avevano
una
particolare importanza. Titorelli apre così una sorta di teoria generale sui possibili
esiti
della
vicenda
giudiziaria
in
questione. Muovendo dalla dichiarazione di innocenza “quale specie di assoluzione lei desidera? Ci sono tre assoluzioni, quella reale, quella apparente e il rinvio”
“ovviamente,
quella
reale
desidererei,((
anche se c’è una contraddizione: lei ha detto che è possibile influire personalmente sui giudici e ora nega
che
sia
mai
possibile
giungere
ad
una
assoluzione reale”)). 20
“Nessuna contraddizione, disse il pittore, si tratta qui di due cose diverse: nella legge sta scritto che l’innocente sarà assolto ma non c’è scritto che i giudici possono essere influenzati”. La discussione si svolge, e nel corso di essa si appura che non c’è mai
stata
nemmeno
un’assoluzione
reale,
il
che
fa
dire a K. “questo conferma l’opinione che mi ero già fatto del Tribunale: un’istituzione senza scopo; un unico
carnefice
potrebbe
rimpiazzare
l’intero
Tribunale”. (( Titorelli per rassicurarlo in qualche maniera, aggiunge: “qualche assoluzione ci sarà pure stata, ma le sentenze conclusive del Tribunale non sono rese mai pubbliche, e perciò sui vecchi processi non sono conservate che leggende”)). “Quali sono le altre due possibilità?” “l’assoluzione apparente ed il rinvio, ed è solo di queste che si può trattare nel suo caso” disse il pittore.. La
prima
richiede
uno
sforzo
temporaneo,
ma
maggiore, il rinvio uno sforzo minore, ma duraturo. “Se
lei
apparente,
desiderasse io
dichiarazione
scrivo della
di su
sua
ottenere un
foglio
innocenza,
presso i giudici che conosco,
un’assoluzione di
carta
faccio
un
una giro
e confermo che lei è
innocente e che io garantisco ; non è una garanzia 21
formale, ma una vera e propria garanzia impegnativa. Del resto, non è neppure sicuro che ognuno mi creda, può
anche
capitare
che
i
giudici
si
rifiutino
di
ascoltarmi. Quando ho raccolto un numero bastevole di firme,
vado
dal
giudice
che
sta
istruendo
il
suo
processo; è possibile che ottenga anche la sua firma e allora tutto va anche più rapidamente. E’ giunto, per
l’accusato,
il
momento
di
tranquillizzarsi;
è
strano, ma è vero, in questo periodo gli accusati sono
più
dunque,
sicuri
che
libero?”
dopo
disse
l’assoluzione”. K.
“ma
libero
“Sarei, solo
apparentemente o per dir meglio temporaneamente.. E qui si spiega la differenza fra l’assoluzione reale e quella apparente: nella prima, gli atti del processo sono messi via, scompaiono dall’incartamento, e non solo
l’accusa,
l’assoluzione,
ma sono
Altrimenti
succede
apparente.
Può
anche
il
distrutti, se
si
succedere
processo, tutto
tratta che
di
un
è
e
persino
distrutto.
un’assoluzione giorno,
quando
nessuno se lo aspetta, un giudice qualsiasi prende l’atto in mano, si accorge che l’accusa esiste ancora e ordina, subito, l’arresto. Il processo comincia di nuovo, ma esiste sempre la possibilità di ottenere una seconda assoluzione. Non posso dirle niente di 22
preciso”,
“ma
allora
neanche
questa
seconda
assoluzione è definitiva” disse K., “naturalmente no, ad una seconda assoluzione segue un terzo arresto, alla terza assoluzione un quarto arresto, e così via. Questa è l’assoluzione apparente”. “Forse
le
converrebbe,
meglio,
il
rinvio,
che
consiste che il processo è durevolmente trattenuto ai primissimi stadi, per ottenere ciò, l’accusato, e chi lo aiuta, devono mantenere un contatto personale ed ininterrotto col Tribunale. Di fronte all’assoluzione apparente,
il
rinvio
offre
il
vantaggio
di
un
avvenire meno incerto per l’accusato, ed è al sicuro dalla sorpresa di un improvviso arresto. Il rinvio ha, però, altri svantaggi, principalmente il fatto che l’accusato non è mai libero, il processo non può rimanere
sopito
senza
che
ci
siano
motivi
almeno
apparenti. Vi è un altro svantaggio: dal di fuori deve succedere qualche cosa, di tanto in tanto devono essere presi dei provvedimenti; l’accusato deve essere interrogato e
possono
farsi
perquisizioni,
sicchè
egli
rimane
sempre obbligato a presentarsi, spesso, al giudice. A questo punto K. aveva messo la giacca sul braccio e si
era
alzato
per
uscire.
Il
pittore,
riassumendo 23
ancora una volta tutto, quasi volesse mandar via K., confortato,
disse:
impediscono
che
soggiunse
“ma
“tutti
e
l’accusato
due sia
impediscono,
questi
metodi
giudicato”.
anche,
una
K. vera
assoluzione”. g)
Sicchè
resta
l'ultimo
personaggio:il
prete,il
cappellano del carcere, e l'incontro nella chiesa, che gli racconta l'allegoria dell'uomo che cerca di essere
ammesso
alla
rende conto che luogo
a
presenza
della
legge.
Lì
K.si
al processo non si sfugge che dà
considerazioni
sulla
legge e sulle tre teorie
interpretazione
della
che in proposito possono
formularsi. ((
K.
disse:
“io
non
sono
colpevole,
questo
è
uno
sbaglio, come è possibile del resto che un uomo sia colpevole? Siamo tutti uomini" e qui, in poche parole, è riassunto il senso dell’intera opera, senso, che ha anche un afflato etico-religioso nella frase finale, che ricorda un motto latino “homo sum et nihil a me alienum puto”)). Si parla ancora di qualche profilo giudiziario
attraverso
la
parola
del
prete:
“la
sentenza non viene di un tratto, ma l’intero processo si trasforma un poco alla volta in sentenza” Come la
24
vita come processo,la morte come castigo,l'inganno come ordine universale,possono valere a definire la visione dell'esistenain K.. Il prete aggiunge che tutti tendono a conoscere la legge
ad
entrare
in
essa,
ma
che
nessuno
poteva
ottenere di entrare poiché questa entrata è riservata solo a te, adesso vado e la chiudo ((“Tu non hai troppo rispetto per la scrittura ed alteri
la
contiene
storia”,
anche))
disse
due
il
prete,
importanti
“la
storia
schiarimenti
del
guardiano a proposito dell’ingresso della legge, uno al principio ed uno alla fine, il principio dice “ora non
posso
concederti
di
entrare”
ed
il
secondo
“questo ingresso era destinato solo a te” fra questi due
schiarimenti
sorta di accenno attraverso
non
c’è
E’
una
alla interpretazione della legge,
l’argomentazione,
commentatori,
contraddizione”.
che
comportante,
comprendere
giustamente
secondo una
non esclude che si possa anche fraintenderla.
i
cosa
Spesso
le varie interpretazioni non sono che una espressione della
disperazione
che
nasce
di
fronte
a
questa
inalterabilità.
25
Su questo punto, però, esiste anche un’altra teoria, secondo la quale è possibile l’inganno, fondato sulla ingenuità
del
soggetto
che
si
rivolge
alla
legge;
((si dice che egli non conosce l’interno della legge ma
solo
la
dinnanzi
al
niente
e
si
dell’interno teoria”,
strada testo
che
normativo
illude della
disse
deve
il
battere
il
sull’aspetto legge)).
“Vi
prete,
vi
di
continuo
malcapitato e
sul
sa
significato
sarebbe sono
non
una
terza
alcuni
che
sostengono che il testo della storia non dà a nessuno il diritto di giudicare il guardiano; egli è un servo della legge,(( quindi appartiene alla legge e sfugge al
giudizio
nell’oscurità
umano”)). K.
chiese
Camminando “siamo
in
vicini
silenzio
all’ingresso
principale?” “no”, disse il prete, siamo dalla parte opposta”, della
e
legge
qui e
sull’irreale delle
delle
situazioni
interpretazioni soggettive
dei
sottoposti ad essa si innesta la conseguenza reale, ((secondo un metodo che è proprio, come abbiamo avuto altra
occasione
di
sviluppare
della
comicità
di
Kafka: “bisogna che io vada via, dovendo tornare in banca, ero venuto solo per accompagnare dei turisti, clienti”)). “Ebbene, allora va”, disse il prete e gli tese la mano.(( K. gridò forte “ti prego, aspettami 26
ancora”. “Ti aspetto, disse il prete, non vuoi altro da me?” chiese K., “no, disse il prete, hai detto che te ne devi andare cerca tu, prima, di comprendere chi sono io”, “sei il cappellano della prigione disse K. e si avvicinò al prete)) Il suo ritorno alla banca non gli appariva più indispensabile.
h)E siamo così alla fine (cap.X) : alla vigilia del suo
31°
compleanno,
umoristico(vecchi
alle
nove
di
sera,aspetto
attori,l'aspetto
carnefici,l'apparizione
della
fisico
sig.na
dei
Burstner)
giunsero alla porta di casa di K. due signori in redingote,lucidi
e
grassi
con
due
cilindri
apparentemente inamovibili sul capo (che differenza rispetto al vestito da viaggio del primo uomo che apparve a K. all’inizio della sua avventura) .Senza che la visita fosse stata preannunziata K, era li , vestito di nero, seduto su una poltrona vicino alla porta, come un o che attende ospiti, e si infilò due guanti
nuovi
che
Dunque,alzatosi in
gli
stringevano
le
dita.
piedi, disse “dunque loro sono
stati assegnati a me”. I due signori fecero cenno di si, e col cilindro in mano uno additò l’altro. K. confessò a se stesso che attendeva un’altra visita; 27
Pensòsi cerca di sbarazzarsi di me con e
rivolto
Teatro,
ai
due
disse
all’altro
e
disse:
in
uno,come
rimasero
che
per
muti.
poca spesa. ,
teatro
recitano?
chiedere
Non
sono
consiglio
in
grado
di
rispondere a nessuna domanda disse K. e andò in cerca del suo cappello. Questa è l’atmosfera dell’incontro, che appare normale, atteso, e lascia intendere che K. attendesse fermata,
la
conclusione.
agli
orli
di
una
Si
ha
così
piazza
vuota
la
prima
adorna
di
aiuole e K. ha quasi una ribellione; gridò: perché hanno mandato proprio loro? Io non vado avanti provò a dire K. ma quelli non risposero.
Quando si vide
spuntare da una scaletta nella piazza una persona che somigliava
grandemente
alla
signorina
Burstner
(la
protagonista del primo incontro),non che la cosa lo interessasse inutilità
molto, della
prosegue:
si
signorina
Burstner
laterale,
mentre
ma
valse
sua
rendergli
resistenza.La
abbandonò
accompagnatori.
a
la
che K.
traccia
ripiegò si
un
la
passeggiata seguita
in
una
abbandonava
Attraversarono
nota
ponte
dalla strada
ai
suoi
illuminato
dalla luna, e K. si volse verso il parapetto, l’acqua luccicante divideva
e
tremolante
attorno
a
nella
luce
un’isola,
della
sulla
luna
quale
si si 28
confondevano masse di alberi e cespugli.Così giunsero a
una
cava
di
pietra,
dietro
una
casa
ancora
di
aspetto cittadino. Qui si fermarono i due signori, Ovunque
era
diffuso
il
chiaro
di
luna
con
quella
naturalezza e quella calma che non possiede nessuna altra luce. Spogliato K. i due fecero stendere K. per terra col capo appoggiato a una pietra, provando una posizione
che
fosse
quella
più
naturale,
aiutati
dallo stesso K. Allora uno dei due tirò fuori un lungo coltello da macellaio, affilato da entrambi i lati
della
lama,
e
ricominciarono
le
loro
odiose
cerimonie sulla testa di K.: l’uno passava all’altro il coltello, e questi lo restituiva al primo.
K.
muoveva solo la testa guardandosi intorno. Capiva che era ingiustificabile da parte sua di non liberare i rappresentanti della autorità da questa fatica,
I
suoi sguardi caddero sull’ultimo piano della casa che si alzava sul limite della cava; come una luce si spalancò una finestra e apparve un uomo che a quella altezza appariva esile e debole, si piegò in avanti allargando le braccia. Chi era? Un amico? Un uomo di cuore?
Uno
che
provava
compassione?
Che
voleva
portare aiuto? Era uno solo? Erano tutti? Era ancora possibile venire in aiuto di K.? Si poteva ancora 29
fare qualche obiezione che era stata dimenticata? Di certo
vi
era
qualche
obiezione
da
fare
La
logica
della legge è incrollabile, ma non resiste ad un uomo che vuole vivere.Dove era il giudice che egli non aveva
mai
veduto?
Dove
era
il
tribunale
supremo
davanti al quale egli non era stato ammesso? Alzò le mani con le dita spalancate. Ma sulla gola di K. gli si erano già poggiate le mani di uno dei due signori, mentre l’altro gli immergeva il coltello nel cuore e lo
girava
due
esterrefatti
volte
egli
nella
vide
ferita.
ancora
il
Con
viso
gli dei
occhi due
al
disopra del suo, guancia contro guancia che spiavano la fine, “come un cane” mormorò, e gli parve che la sua vergogna gli sarebbe sopravvissuta.
Così
finisce
impregnato
di
questo
capitolo
ineluttabilità,
della
vita
e
rassegnazione
di
(anche se qualche scossa di vita egli ebbe)
di
K.,
per un
colpa che mai seppe quale fosse, per la decisione ignorata di un giudice che mai poté vedere; questa era
la
logica
di
una
condanna
la
logica
imperscrutabile e imperscrutata della legge. Questa era
la
legge
qualsiasi
in
assenza
difesa,
di
e
nella
impossibilità
qualsiasi
aiuto!
di La 30
incompiutezza
dell’opera
si
combina
così
con
la
incompiutezza della giustizia, della ragione.
Ed ora, per finire, qualche osservazione conclusiva. 1) Non può sfuggire dall’analisi che precede quanto siano
suggestivi,
tentativi
di
significato
pur
ai
spiegare
limiti
in
della
termini
fantasia,
di
valori
i il
di
alcuni
personaggi
dell’opera,
l’avvocato
Huld
potrebbe
impersonare
l’inefficacia
dell’aiuto
dei
nostri
simili,
la
compiacente
domestica di Huld potrebbe impersonare il fuggevole oblio
dato
colpevoli,
dall’amore, il
dell’arte,e
pittore
che
consola
Titorelli:
dell'imbroglio;
soprattutto
la
il
i
insufficienza
cappellano
del
carcere, incontrato nel Duomo, la voce inascoltata della
trascendenza,
zone
tutte
che
l’a.
stesso
ha
le
principali
voluto forse lasciare nella penombra. 2)
Possono
altresì
dedursi
caratteristiche emergenti dal lavoro22 a)
La
minuziosa
attenzione
che
K.
mette
nella
descrizione della realtà: persone, oggetti, ambienti
22
31
sono rappresentati con estremo realismo, eppure la vicenda va ben al di là dei confini del realismo tradizionale. b)
L’altra
romanzo
è
caratteristica il
meccanismo
che
colpisce
complessivo
in
e
questo
inesorabile
della legge, che all’uomo non è dato conoscere, e che rende assurda e tragica la sua vita. Di fronte a questa
inesorabilità
tutti
i
mezzi
di
cui
il
protagonista può disporre falliscono. c)
Da
questa
incomprensibilità
e
inaccessibilità
della legge derivano i molteplici temi presenti nel romanzo: la solitudine dell’uomo; l’impossibilità di stabilire un rapporto di adesione col mondo che lo circonda e di trovare nella sua giornaliera trama di gesti
e
di
vicende
un
senso
plausibile;
l’impossibilità di realizzarsi in una dimensione di autenticità; la consapevolezza della sua condizione di escluso. 3)
Residua
il
tema
più
complesso
per
la
interpretazione etico-religiosa dello scritto. Questo può quale
sintetizzarsi è
la
colpa
nell’interrogativo di
questo
uomo
che
angoscioso: subisce
un
processo di cui non conosce nulla che giustifichi né l’imputazione,
né
la
condanna.
Il
discorso
sulla 32
colpa dovrebbe fornire al lettore il significato di questa opera che abbiamo in certo senso vivisezionato considerando il prescelto filone giudiziario. Varie interpretazioni sono state avanzate. Una, secondo cui tutta la strana sequela di eventi sia
la
trasposizione
allegorica,
in
linguaggio
giuridico, delle fasi progressive della malattia e della morte (Spaini), ripresa a dimostrazione della polivalenza di significati del racconto. ((Questa tesi ha poco sostegno: appare limitata nella economia del racconto, non così certo se si pensa al divieto
del
padre
nella
famosa
lettera,
in
cui
addirittura gli è consigliato il suicidio)). Altra
interpretazione
è
quella
di
Brod,
quasi
autentica, per il rapporto con Kafka (e al quale va il merito, evidentemente dopo avere approfondito la conoscenza delle opere Kafkiane, di averle salvate dalla
distruzione
che
Kafka
morendo
gli
aveva
imposto), che nel processo scorge il dramma dell’uomo che si esclude dall’ordine divino (anche se taluno ha rilevato
che
sulla
scia
del
das
Urteil,
il
padre
assume gli attributi del Dio biblico e condanna il figlio
al
suicidio
perché
ha
osato,
attraverso
il
fidanzamento, penetrare nel regno della vita e della 33
verità).
La
figura
di
Joseph
K.,
nella
critica
spiritualistica, è vista con maggiore difficoltà nel processo,
di
quanto
non
sia
in
America
e
nel
Castello, riassumerebbe in sé il senso di colpa e il destino
di
persecuzione
legittimerebbe dell’opera
la
del
popolo
ebraico.
interpretazione
Kafkiana,
in
evidente
Che
religiosa
contraddizione
dell’uomo che si esclude dall’ordine divino. Per lui il
dilemma
fede
ateismo
perde
ogni
carattere
di
assolutezza dell’uomo K, può credere o non credere in Dio, ma il suo vero dramma, grande nella sua miseria consiste
nella
dell’esistenza
impossibilità anche
di
di
fronte
capire alla
le
ragioni
ineluttabilità
della morte imminente. Per essere compreso il romanzo va letto come se si stesse
ascoltando
sogno,
in
cui
le
un
sogno
vicende
un
lungo
esterne
e
complicato
accadono
nello
spazio e nel tempo, pur essendo rappresentazioni di pensieri e di sentimenti che si muovono all’interno del sognatore, in questo il protagonista del romanzo K.,cioè l'autore Kafka, nella logica dell'innocente condannato!
Messina, 22.07.2011
Vincenzo Panuccio 34