SPECIALE TERRY BROOKS. 4 ... Terry Brooks: il Verbo, il Vuoto e la Genesi .....
Perciò il volume viene seguito da Il cavaliere del Verbo nel 1998 e Il fuoco degli ...
NUMERO 2 / ANNO 1 /
INVERNO 2010
L’ALMANACCO DI
GIOCARE FANTASY un’avventura inedita
FANTASTICO ITALIANO Med Fantasy Lino Aldani Andrea Camilleri
HARRY POTTER
al cinema il capitolo finale
Un racconto inedito di
PAT CADIGAN
e racconti di Eleonora Rossetti, Bruno Bacelli, Maurizio Cometto e Simone Conti
Terry Brooks Un signore del fantasy da Shannara a Lucca
DELOSBOOKS
N. 1 PRIMAVERA 2010
N. 2 AUTUNNO 2010
N. 3 PRIMAVERA 2011
N. 4 AUTUNNO 2011
N. 5 PRIMAVERA 2012
N. 6 AUTUNNO 2012
L’ALMANACCO DI
COMPLETA LA COLLEZIONE!
Editoriale
L’almanacco di
di Emanuele Manco
ISSN 1974-823X
Si replica! In anticipo rispetto al previsto, ma rispettando la tabella di marcia di due numeri all’anno riproponiamo la nostra rivista cartacea. Intanto dobbiamo ringraziare tutti voi lettori che ci avete dato fiducia, esaurendo la prima tiratura del primo numero già in fase di prenotazione. È un bell’attestato di stima, che crediamo sia stato ricompensato dal nostro lavoro, visti anche riscontri di gradimento positivi ricevuti verso il primo numero. Non sono mancate critiche costruttive che ci hanno aiutato ad aggiustare il tiro. Non temete, nessuna osservazione è sfuggita. Di queste critiche facciamo tesoro. È ben facile osservare è che sono tantissimi quelli pronti a criticare senza costrutto, ma è anche vero che intorno a progetti concreti le persone costruttive accorrono e contribuiscono a farli crescere. Basta proporre e proporsi, senza pontificare dai vari scranni telematici e non. Noi lavoriamo ogni giorno, come ben sapete, alla versione online, ma ci siamo caricati con entusiasmo di questo nuovo progetto perché la volontà di fare è tanta, troppa, anche se il tempo per tutti i nostri progetti è sempre troppo poco. Chiunque condivida questa nostra visione delle cose è il benvenuto. L’occasione in cui esce questo secondo numero è ghiotta. L’edizione 2010 di Lucca Comics & Games. Chi ci segue con assiduità sa che da qualche anno siamo partner dell’organizzazione di Lucca Games e che la seguiamo con attenzione e passione. Ecco perché la parte monografica del numero è dedicata proprio al super ospite di questa edizione, ossia Terry Brooks, l’autore della popolare saga della Spada di Shannara e di molto altro di cui parliamo negli articoli di questo numero. E non solo. C’è veramente tanto in questo numero e di tutto. Il nostro scopo è la realizzazione di un prodotto eterogeneo, perché eterogenei sono gli aspetti del fantastico. Quindi alla parte monografica abbiamo affiancato articoli che spaziano su diversi ambiti, da letteratura a cinema, dalla musica ai fumetti: e proponiamo anche un singolare racconto-gioco, che siamo sicuri vi divertirà. La parte narrativa propone anche stavolta validi “giovani leoni” italiani — Eleonora Rossetti, Bruno Bacelli, Maurizio Cometto e Simone Conti — guidati da un prestigioso nome straniero: la statunitense Pat Cadigan, che si cimenta con graffiante ironia con un tema in cui sembra che sia stato detto tutto, dimostrando che una buona narrazione riesce sempre a trovare nuovi spunti. C’è molta Italia in questo numero, non solo nella narrativa. Parliamo del Med Fantasy, del contributo al fantastico italiano di due grandi scrittori Lino Aldani e Andrea Camilleri e di tradizioni popolari siciliane. Sul fronte degli spunti critici forniti dalla letteratura mondiale ricordiamo James Barrie e La Collina dei Conigli di Richard Adams. Non trascuriamo i videogiochi parlando del successo planetario Assassin’s Creed. L’imminente film Harry Potter e i Doni della Morte è in cima ai nostri pensieri. Occhio anche al mondo del fumetto con un focus sul mondo dei Manga. Infine la musica, con la celebrazione di una metal band molto amata: i Blind Guardian. Stiamo chiudendo questo numero in pieno agosto, sotto un sole cocente. Quando ci leggerete farà freddo e speriamo quindi che questo secondo corposo volume vi riscaldi l’inverno, possibilmente non gettato nel vostro camino! Buona lettura.
FantasyMagazine Reg. al tribunale di Milano n. 522 del 5-9-2006
Numero 2 Inverno 2010 Direttore responsabile Franco Forte A cura di Emanuele Manco Collaboratori Bruno Bacelli Chiara Codecà Cristina Donati Clelia Farris Pia Ferrara Martina Frammartino Neil Gaiman Marco Guadalupi Marina Lenti Alberto Priora Simona Ricci Luca A. Volpino Filippo Messina Marco Guadalupi Stampa Universal Book Rende CS Ristampa luglio 2010 Edito da Associazione Delos Books Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano Tutti i diritti riservati © Delos Books 2010
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SPECIALE TERRY BROOKS
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Terry Brooks, la biografia
5
!
Martina Frammartino
Da Shannara al Demone e ritorno !
Terry Brooks: il Verbo, il Vuoto e la Genesi !
27
Bruno Bacelli e Luca A. Volpino
Avventura in solitario 2
24
Emanuele Manco
Giocare Fantasy !
20
Roberto Paura
Terry Brooks e il cinema !
16
Cristina Donati
Landover: La magia di crescere !
10
Martina Frammartino
32
C’è vita dopo la riabilitazione? !
Paradiso !
100
Marco Guadalupi
Siete pronti per i Doni della Morte? !
93
Rita Ricci
Assassin’s Creed, cronologia del successo !
88
Maria Cristina Calabrese
La collina dei conigli e l’utopia concreta della Decrescita !
84
Emanuele Manco
James M. Barrie, l’alter ego di Peter Pan !
79
Salvatore Proietti
Fantastico Camilleri !
75
Cristina Donati
Lino Aldani e la Fantasy Italiana !
73
Letizia Mirabile
Fantasy, Mc Fantasy e Med Fantasy !
71
racconto di Simone Conti
La festa dei morti in Sicilia !
64
racconto di Maurizio Cometto
Viaggiatore ai confini del mondo !
58
racconto di Eleonora Rossetti
Sogni !
54
racconto di Bruno Bacelli
L’ultimo giorno !
41
racconto di Pat Cadigan
103
Marina Lenti
I manga e il fantasy: i maggiori successi degli ultimi anni 108 !
Pia Ferrara
Blind Guardian, una storia di Bardi !
112
Andrea Massacesi 3
presenta
Speciale Terry Brooks
SPECIALE
Terry Brooks, la biografia !
Martina Frammartino
A volte la magia funziona, ovvero come dedicarsi alla propria passione per sfuggire alla noia e trasformarla nella propria vita Terence Dean Brooks, più noto agli appassionati di fantasy come Terry Brooks, nasce a Sterling, nell’Illinois, l’8 gennaio del 1944. La passione per la narrativa lo accompagna fin dalla più tenera età. Lui stesso ha confidato ai suoi lettori di aver iniziato a scrivere storie nel momento stesso in cui ha scoperto come trasformare le semplici lettere dell’alfabeto in parole. E il luogo preferito per sognare a occhi aperti e per provare a rendere concreti i suoi sogni era quello stesso Sinnissippi Park che tanti anni più tardi sarebbe stato una delle ambientazioni principali de Il demone. Terry Brooks Storie dedicate a cani e cavalli, fantascienza, western, saghe familiari, gialli e thriller, sono molti i generi provati senza successo dal giovane Terry. Il quale, invariabilmente, dopo qualche tempo abbandonava l’opera sulla quale stava lavorando perché si accorgeva che non era ciò che voleva scrivere. A 14 anni Brooks scopre i grandi romanzi d’avventura del XVIII e del XIX secolo: Ivanhoe, L’isola del tesoro, Il conte di Montecristo e innumerevoli altre avventure lo colpiscono profondamente e gli fanno comprendere quale sia il genere di storie che vuole narrare. Ha la lucidità, però, di capire di essere privo delle basi storiche necessarie a rendere credibili e coerenti le sue storie e così, pur senza abbandonare la passione per la scrittura, si concentra sugli studi. La facoltà da lui prescelta nel frattempo, quella di Legge, si rivela però estremamente noiosa, perciò all’inizio del 1967 sceglie di ricorrere alla sua terapia preferita contro l’apatia: la scrittura. Il romanzo che ha intenzione di scrivere deve essere d’avventura, ovviamente, come quelli che tanto lo hanno colpito durante gli ultimi anni, e il mondo in cui si svolge la storia deve essere talmente vasto, strano e affascinante da essere capace esso stesso di tenere il lettore incollato alle pagine. E se il mondo reale non ha le caratteristiche giuste per essere ciò che Brooks desidera, nella sua mente c’è ben vivo il ricordo del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, letto solo un paio di anni prima. La soluzione a questo punto si presenta quasi da sola: in un mondo per certi versi paragonabile a quello di Tolkien agiscono personaggi che potrebbero essere stati creati
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dalle penne di Walter Scott o di Alexandre Dumas. Dall’idea iniziale nascono le prime domande. È questo il suo sistema per sviluppare la trama. Inizia a rivolgersi alcune domande, a partire dall’interrogativo su cosa potrebbe capitare in una determinata circostanza. “Che succederebbe in questo caso?” si chiede ogni volta che si accinge a narrare una nuova storia. “Che succederebbe in quest’altro? Continuo a rivolgermi queste domande finché non arrivo alla questione centrale dell’intero filo di ragionamenti, e a quel punto o trovo la storia da raccontare o lascio perdere l’idea iniziale e ricomincio da zero.” Con La spada di Shannara immagina una vicenda ambientata in un luogo senza tempo, ma che in qualche modo potrebbe anche essere il nostro futuro. Un futuro che però ha perso la memoria del passato e nel quale la scienza è stata rimpiazzata dalla magia. La magia stessa può essere tanto positiva quanto negativa a seconda delle intenzioni di chi la usa, e il protagonista, lungi dall’essere un sovrano o un mago potentissimo, con il quale il lettore farebbe fatica a immedesimarsi, è un personaggio qualunque collocato in circostanze straordinarie. E anche se l’aspetto esterno è quello del fantasy, e la sua storia si colloca lungo quella tradizione che, tornando indietro nel tempo a partire dal Signore degli Anelli attraverso l’Iliade e l’Odissea arriva ai miti greci e romani, ma anche nordici e celtici, e a leggende e favole di magia ancora più antiche, per Terry La Spada di Shannara rimane sempre e comunque un romanzo d’avventura. Fra interruzioni, riscrittura e impegni universitari da rispettare la scrittura vera e propria gli prende parecchio tempo. Dopo sette anni di lavoro solitario nei quali nessuno ha mai visto il manoscritto Brooks, totalmente estraneo al mondo editoriale, decide di spedirlo alla DAW Books. Qualche mese più tardi Donald Wolheim, editor della DAW, rifiuta la pubblicazione ma contemporaneamente lo incoraggia a proporre il suo testo a Judy-Lynn del Rey, appena assunta dalla Ballantine Books come direttore editoriale della divisione fantascienza e fantasy. Ironia della sorte, la Ballantine non era stata la prima scelta del giovane aspirante scrittore perché già pubblicava le opere di Tolkien e lui aveva ipotizzato che, avendo già in catalogo il maestro, non avessero nessun interesse a pubblicare uno sconosciuto esordiente. Inutile dire che, almeno in questo, Brooks si era sbagliato. Nel 1974, l’epoca dei primi contatti fra Terry, Judy-Lynn e suo marito Lester del Rey, c’era la convinzione generale che la fantasy non vendesse, che i lettori fossero pochi e che le possibilità di espansione per il genere fossero estremamente limitate. Certo, c’era stato il caso di Tolkien che, fra Signore degli Anelli e Lo Hobbit, aveva venduto centinaia di migliaia di copie, ma solo perché lui era Tolkien e non c’era nessun altro capace di eguagliarlo. La fantasy era ritenuta un genere troppo lontano dalla realtà per interessare un vasto pubblico. Lester riteneva che queste convinzioni fossero delle sciocchezze, che potenzialmente il mercato fosse immenso e i lettori molto fedeli. Per provare le sue convinzioni scelse La spada di Shannara, mostratagli dalla moglie per un parere, visto che lei conosceva meglio la fantascienza. In quel momento il romanzo era ancora troppo grezzo e c’erano molte cose da rivedere per renderlo pubblicabile, ma Lester aveva visto bene. La spada fu pubblicata nel 1977 e – primo romanzo fantasy capace di compiere l’impresa – entrò immediatamente nella classifica dei best sellers del New York Times, restandoci per oltre cinque mesi. Per un genere fino a quel momento enormemente sottovalutato fu un punto di svolta inimmaginabile. Il romanzo di Brooks, come lui stesso ricorda, fu pubblicato perché somigliava a
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quello di Tolkien e questa circostanza inevitabilmente, anche a tanti anni di distanza, spinge lettori e critici fare confronti fra le due opere. Dal canto suo Brooks sottolinea come lui, a differenza del professore di Oxford, non era interessato a canzoni e poesie, né a usi e costumi dei personaggi o alle lingue da loro parlate, che la maggiore somiglianza fra i due romanzi risiede nella scelta di un personaggio ordinario come protagonista e che quel che voleva narrare era una grande avventura. Lester del Rey lo aveva usato per dimostrare che sulla fantasy aveva ragione e che potenzialmente il mercato era enorme, ma aveva scelto lui perché era convinto che si trattasse di “un romanzo dannatamente buono”. Pubblicare un romanzo e vederlo vendere oltre ogni ragionevole aspettativa è il sogno di ogni aspirante scrittore, ma la vita va avanti e non ci si può fermare al primo successo. Per qualche tempo Terry porta avanti parallelamente i suoi due lavori, quello di avvocato e quello di scrittore. Ma se l’attività legale gli risulta noiosa, non è che con il suo secondo mestiere tutto fili liscio. I del Rey premono per avere informazioni su un secondo volume della serie, anche se La spada di Shannara era nata per essere un volume autonomo. Brooks si mette perciò al lavoro su un’opera provvisoriamente intitolata Il canto di Lorelei. Dopo quasi 400 pagine scritte, però, si trova in difficoltà, non sa più come proseguire, e così chiede consiglio a Lester. Il quale gli dice senza mezzi termini che Il canto è da buttare e, pagina dopo pagina, gli mostra tutti i suoi errori. Pur deluso dalla stroncatura di quello che fino a poco prima gli era parso un capolavoro Terry fa tesoro dell’esperienza per pianificare meglio i romanzi futuri e, rimboccatesi le maniche, ricomincia da capo. Certo, gli capiterà altre volte di dover riscrivere parte delle sue storie, ma la base, il modo di costruire le vicende e di verificarne la solidità, si trova in un episodio che avrebbe potuto togliere ogni velleità di scrittura a qualcuno meno intelligente e determinato di lui. “Riandando indietro nel tempo” ha affermato “mi rendo conto di avere imparato molto di più, sull’arte dello scrivere e sull’attività di scrittore, da quella revisione che dalla somma di tutte le altre esperienze di scrittura della mia vita.” L’esito di questa vicenda è un nuovo volume pubblicato nel 1982 dopo aver abbandonato completamente personaggi e situazioni della storia precedente: Le pietre magiche di Shannara. Nel 1985 arriva La canzone di Shannara, ma ormai quel mondo a Terry sta iniziando ad andare stretto. Come ogni artista ciò che lo interessa davvero è la possibilità di esplorare nuovi miti e nuove idee, e restare impegnato troppo a lungo nello stesso tipo di storia rischierebbe di far diventare la scrittura qualcosa di meccanico e poco sentito. Prima di ultimare Le pietre magiche Brooks aveva iniziato a meditare su un’altra opera intitolata Il re di Koden. La tiepida accoglienza dei del Rey al nuovo progetto, pe-
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rò, lo aveva fatto sfumare nel nulla. Dopo quindici anni trascorsi fra Legge e scrittura, due attività che avrebbero richiesto tutto il suo tempo e non solo una parte, la vita di Brooks era a una svolta. Il lavoro di avvocato, che gli dava equilibrio e stabilità economica, lo annoiava, mentre la professione di scrittore era rischiosa, tanto più che voleva prendersi una vacanza da Shannara per dedicarsi a qualcosa di più leggero. Per uscire dal dubbio ancora una volta chiede un consiglio a del Rey, il quale gli parla di una sua idea relativa a un uomo che in un catalogo di regali natalizi trova l’annuncio relativo a un regno magico in vendita. Naturalmente però non è tutto oro quel che luccica, e il regno non è esattamente ciò che il suo acquirente si era aspettato. Terry non si lascia sfuggire la nuova sfida, e inizia subito a porsi le prime domande. “Chi è l’uomo che acquista il regno? Perché decide di acquistare il regno magico? L’intero romanzo dipendeva dalla risposta a quelle due domande: che direzione avrebbe preso la storia, come si sarebbe sviluppata e in che modo il lettore si sarebbe identificato con il protagonista? Con grande stupore mi accorsi di avere già le risposte. Le trovai immediatamente. L’uomo era un avvocato, era stanco della sua vita e voleva cambiarla. Voleva cambiarla a ogni costo. Era disperato. Quell’uomo ero io.” Anche se pieno di trovate umoristiche, il nuovo romanzo si interroga su problemi importanti come su cosa avvenga quando qualcuno prova a cambiare vita, sull’effetto del cambiamento in chi gli sta accanto e sugli eventuali problemi che possono nascere quando non tutto va come il protagonista aveva sperato. Il risultato è Il magico regno di Landover, pubblicato nel 1986. E anche se le vendite del volume sono inferiori rispetto a quelle delle storie precedenti, il romanzo segna comunque una svolta visto che Brooks abbandona la professione legale per dedicarsi unicamente alla scrittura. Al Magico regno seguono L’unicorno nero nel 1987 e Mago a metà nel 1988, prima di un ritorno a Shannara con Gli eredi di Shannara nel 1990 e Il druido di Shannara nel 1991. Il 1991 è anche l’anno di Hook. Capitan Uncino, tratto dalla sceneggiatura del film di Steven Spielberg. L’esperienza si rivela per Terry una delusione totale, al punto da spingerlo a dichiarare che non avrebbe mai più lavorato a un’opera legata al cinema. Affermazione smentita tanti anni più tardi quando, nel 1999, scriverà il romanzo basato sulla sceneggiatura del film di George Lucas Star Wars EPI. La minaccia fantasma. Tanto quanto la prima esperienza con Hollywood si era rivelata deludente così la seconda si rivelerà esaltante e segnerà un momento indelebile nella carriera di Brooks: per la prima volta un suo romanzo – pubblicato tre settimane prima dell’uscita del film nelle sale – arriva in cima alla classifica di vendita del New York Times. Con Gli eredi di Shannara iniziano le serie vere e proprie di Brooks. Non più solamente romanzi autoconclusivi ma una tetralogia e diverse trilogie dedicate a storie dal respiro più ampio rispetto alle precedenti. Arrivano così La regina
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degli elfi di Shannara nel 1992, I talismani di Shannara nel 1993, La scatola magica di Landover nel 1994, La sfida di Landover nel 1995 e Il primo re di Shannara nel 1996. Nel 1997 arriva nelle librerie Il demone, una storia completamente diversa da tutto ciò che Brooks aveva realizzato fino a quel momento. La proposta dell’editore di dedicarsi a una nuova ambientazione era arrivata qualche anno prima, e così Terry aveva avuto tutto il tempo necessario a sviluppare con tranquillità il nuovo progetto. Il suo interesse, questa volta, si era orientato verso una fantasy cupa ambientata nel mondo contemporaneo che trattava di problemi sociali inseriti in una cornice magica, e che contemporaneamente era la storia di una crescita e del raggiungimento della maturità di una ragazzina in cerca della propria identità. Una scelta rischiosa da parte di editore e scrittore, perché il pubblico è abitudinario e da un autore tende a cercare sempre lo stesso tipo di storia, pena un calo delle vendite. Ma, come ricorda ancora Brooks, “scrivere è un’arte, e l’espressione artistica richiede che l’artista segua il proprio cuore”. Perciò il volume viene seguito da Il cavaliere del Verbo nel 1998 e Il fuoco degli angeli nel 1999, prima di un nuovo ritorno al suo più vecchio mondo con La strega di Ilse nel 2000, Il labirinto nel 2001 e L’ultima magia nel 2002. Del 2002 è anche A volte la magia funziona, volume a cavallo fra l’autobiografia – dal quale sono tratte le citazioni qui riportate – e i consigli di scrittura. L’anno prima, insieme a Teresa Patterson, aveva curato la pubblicazione di Il magico mondo di Shannara, una guida ai romanzi successivamente aggiornata nel 2009. Del 2003 è Indomitable, uno dei suoi pochissimi racconti contenuto nell’antologia Legends II di Robert Silverberg. Nel 1991 aveva già scritto Amici immaginari per Magicland. Storie di fate, principi e folletti dei maestri della fantasy curato da Lester del Rey e nel 2005 avrebbe scritto Why I Write About Elves per Amazon, ma si tratta di episodi sporadici visto che Brooks si trova a suo agio quando ha a disposizione qualche centinaio di pagine mentre la mancanza di spazio diventa un ostacolo. Shannara è proseguita con Jarka Ruus nel 2003, Tanequil nel 2004 e La regina degli Straken nel 2005. Subito dopo è iniziato un nuovo, ambizioso progetto, per il quale però erano già state poste solide basi nei volumi precedenti: l’unificazione del mondo magico di Shannara con quello contemporaneo di Il Verbo e il Vuoto. Ecco arrivare quindi I figli di Armageddon nel 2006, Gli elfi di Cintra nel 2007 e L’esercito dei demoni nel 2008. Nello stesso anno esce la graphic novel Lo spirito oscuro di Shannara, basata su una sua idea per una nuova avventura di un personaggio creato tanti anni prima, ai tempi della Canzone di Shannara. Nel 2009 è la volta di A Princess of Landover mentre un nuovo volume a cavallo fra due mondi, Bearers of the Black Staff, è da poco uscito negli Stati Uniti, e il suo seguito, The Measure of Magic, è previsto per il prossimo anno. Ma anche se è ancor impegnato in queste opere la mente di Terry vola, e già si concentra sui prossimi progetti con una nuova trilogia che dovrebbe essere pubblicata fra il 2012 e il 2014. Dopo tanto tempo la passione per l’avventura non è ancora finita, e ogni mattina Brooks va a scrivere con lo stesso entusiasmo di tanti anni fa. Metodico, prepara la sua scaletta per ogni romanzo in modo da sapere fin da subito se la storia a cui vorrebbe dedicarsi è abbastanza solida da potersi reggere sulle sue gambe, e poi si dedica allo sviluppo. In genere finisce un romanzo nello stesso periodo in cui il precedente viene pubblicato, così lui è sempre di un volume avanti rispetto a ciò che hanno in mano gli appassionati, e riesce regolarmente a rispettare le scadenze dei contratti perché niente è più importante dello scrivere. Come ha affermato, “la scrittura è vita”, e ne respira a pieni polmoni.
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SPECIALE
Da Shannara al Demone e ritorno ! Martina Frammartino
Cronostoria di un mondo non troppo lontano
Tutto è cominciato tanti anni fa con un romanzo autoconclusivo intitolato La spada di Shannara. La storia editoriale di Terry Brooks è abbastanza lineare, con romanzi pubblicati (giustamente) in un unico volume così come li ha realizzati il suo autore, e ristampe che hanno sempre mantenuto il titolo con cui il volume era stato pubblicato in un primo momento. Tutto semplice quindi? Forse, ma i romanzi sono tanti, e lo stesso Terry si è divertito a passeggiare avanti e indietro nel suo mondo creando la necessità di un elenco che indichi il corretto ordine di lettura. Ordine indicato per ben due volte sul proprio sito da Brooks stesso, che ha scelto di evidenziare la sequenza cronologica nella quale lui ha scritto le varie storie e successivamente quale sia la corretta sequenza di lettura nella cronologia del mondo di Shannara. Pubblicata negli Stati Uniti nel 1977 e tradotta in Italia l’anno successivo da Mondadori, La spada di Shannara presenta elementi classici quali una compagnia eterogenea impegnata in una missione apparentemente impossibile contrapposta a un Oscuro Signore dagli enormi poteri. La storia era tutta lì, racchiusa nelle oltre 600 pagine del volume, ma Judy-Lynn del Rey, editor del romanzo, continuava a chiedere a Terry un seguito, conscia del successo dell’opera e probabilmente anche del fatto che il suo autore avesse ancora molte cose da narrare. E così, dopo una falsa partenza e un notevole lavoro di riscrittura e di 10
perfezionamento, ecco arrivare nel 1982 Le pietre magiche di Shannara. Il mondo era ancora quello della prima storia, ma i suoi protagonisti erano cambiati: 50 anni dopo Shea Ohmsford e la sua ricerca della mitica spada toccherà al nipote Wil Ohmsford partire per una nuova missione. Con La canzone di Shannara, pubblicata nel 1985 e dedicata a una nuova generazione di Ohmsford, i fratelli Brin e Jair, Terry chiudeva la trilogia di Shannara. Lo stretto legame fra i tre romanzi autoconclusivi è sottolineato anche dalla loro pubblicazione prima in un cofanetto intitolato proprio La trilogia di Shannara e comprendente i tre volumi, e poi in un unico omonimo tomo dalle notevoli dimensioni. Dopo cinque anni di pausa nei quali Brooks si è dedicato alla serie di Landover, nel 1990 con Gli eredi di Shannara iniziano nuove avventure in un mondo che, trascorsi 300 anni dal tempo di Brin e Jair, è molto cambiato. Nuovi protagonisti e nuovi problemi, ma soprattutto un nuovo respiro con una trama decisamente più ampia, al punto da aver bisogno di una serie di volumi per svilupparsi in tutta la sua compiutezza. Agli Eredi seguiranno Il druido di Shannara, La regina degli elfi di Shannara e I talismani di Shannara per una tetralogia che è forse la sua opera più celebre. Dopo aver portato avanti le vicende del suo mondo per tanto tempo, Terry ha sentito la necessità di tornare indietro e chiarire meglio un episodio importantissimo del passato. I prequel ormai sono diventati una realtà ben consolidata, e Brooks non si sottrae alla voglia di spiegare cosa è realmente avvenuto 500 anni prima di Shea, al tempo di Jerle Shannara. Il volume che racconta la sua storia arriva nelle librerie nel 1996 e si intitola Il primo re di Shannara. I lettori più appassionati sanno prima ancora di iniziare a leggerlo che Jerle in qualche modo non riuscirà a portare a definitivo compimento la sua missione, ma le insidie che ostacoleranno il suo cammino renderanno comunque il suo percorso molto interessante. Dopo otto romanzi – intervallati dai cinque volumi di Landover – Brooks si allontana nuovamente dal mondo di Shannara. Ma è davvero un allontanamento? Nel 1997 pubblica Il demone, un fantasy dai toni estremamente cupi ambientato nel nostro mondo. Anche in questo caso la storia è molto articolata, e sebbene ogni volume sia autoconclusivo per narrare la storia di Nest Freemark e del Cavaliere del Verbo John Ross ne sono necessari ben tre. Al Demone seguono Il Cavaliere del Verbo e Il fuoco degli angeli che insieme costituiscono la trilogia Il Verbo e il Vuoto. Chiusa la parentesi contemporanea si torna nella fantasy più pura con la trilogia Il viaggio della Jerle Shannara, ambientata 130 anni dopo la fine della tetralogia degli Eredi e costituita da La strega di Ilse, Il labirinto e L’ultima magia. Strettamente legata a questa e ambientata solo una ventina d’anni più tardi è la trilogia Il druido supremo di Shannara, composta da Jarka Ruus, Tanequil e La regina degli Straken. Ma davvero il mondo di Nest e quello di Shannara sono tanto lontani? Già nella Spada Terry aveva parlato delle “Grandi Guerre” che “segnarono la fine di un’era in cui l’Uomo era stato la razza dominante. L’Uomo era quasi completamente distrutto e persino la geografia a lui nota era completamente alterata.” E, parallelamente alla scomparsa della cultura e al mutare della geografia, c’erano stati anche altri cambiamenti, perché “l’Uomo cominciò a scoprire che altre razze oltre la sua abitavano il mondo… creature che erano sopravvissute alle Grandi Guerre e erano andate evolvendosi.” E lo spettro della civiltà distrutta dalle Grandi Guerre era poi tornato nel Viaggio della Jerle Shannara. Una civiltà scomparsa da talmente tanto tempo che se ne è quasi perso ogni ricordo,
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