pratica linguistica, e ha modificato profondamente gli scopi e il campo d'azione
della filosofia del linguaggio. Le teorie che prenderò in esame nel corso di ...
Polisemia: tra semantica e pragmatica ROCCO PIROVANO
La pol isemia è la facoltà di una parol a di avere d iversi significati ordi nari che stanno in relazione tra loro.1 Per esempio:2 (1) Il giornale costa meno di un euro. (copia) (2) Il giornale d edica pi ù spazio all a cultur a della televi sione. (mass-med ia) (3) Il giornale ha li cenziato Gianni. (casa editr ice, azienda). (4) Gi anni è andato al giornale. (luogo) La par ola giornale, negli enunciati (1), ( 2), (3) e (4) vi ene usata per indi care quattro oggetti differenti, connessi tra loro d a certe relazioni: un giornale, infatti, è una pubbl icazi one che, normalmente, vi ene stampata in diverse copi e e
1
Vedi pa ragrafo 1.1
2
Gli e semp i so no s tati ada ttati da que lli di G.Nunb erg (197 9).
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
di stri buita quotid ianamente, rappresenta un modo d i tenersi informati, viene prodotto d a un’organizzazi one, e solitamente esiste una sede centrale dove si riunisce la red azione. Per capire in che cosa consiste il carattere ordinario di questi quattro usi confrontiamoli con l’uso d ella parola fulmine nel seguente enunciato: (5) Gi anni è un fulmine. L’uso
di
fulmine
in
questo
enunciato
è
metaforico:
l’enunciato (5), i nfatti, significa che Gi anni è molto vel oce. Il signifi cato metaforico di fulmine va considerato come un significato anomalo o deviante perché esprime un senso che va oltre a ciò che la parola fulmine denota normalmente, ossia un fenomeno atmosferi co d i natura elettri ca. Nessuno degli usi di giornale negli enunciati che ab biamo esaminato sembra essere un uso anomalo i n questo senso. Un’importante caratteristi ca d elle parole poli semi che è che una sola parol a possa essere usata per rif erir si ad oggetti d ifferenti senza causare problemi a chi ascol ta, nemmeno quando una parola nota vi ene usata in un modo nuovo. Si può di re, infatti, che la poli semi a si a una caratteristica che rende il l inguaggi o pi ù el asti co e semplice, e che rappre-
2
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
senti uno degl i el ementi che rendono una l ingua viva e in evoluzione. Nel primo capi tolo di questa tesi cercherò innanzi tutto di approfondire la definizione di poli semi a, concentrandom i s o p r a t t u t t o s u g l i a s p e t t i c he r i g u a r d a n o i l t r a t t a m e n t o d i questo fenomeno nell’ambito di alcune teorie d el l inguaggi o. L’interesse per lo studio dell e li ngue natural i ha determi nato un’attenzione crescente per gli aspetti legati alla pratica li ngui stica, e ha modi ficato profondamente gli scopi e il campo d’azione della filosofi a del li nguaggio. Le teorie che prenderò i n esame nel corso di questo lavoro, si propongono di descrivere e spiegare i meccani smi che stanno al la base dell a nostra possibi lità di comunicare. Queste teori e si situano nel campo d ella semanti ca e del la pragmatica: la pri ma riguarda lo studi o del si gnificato dei segni linguis t i c i , l a s e c o n d a , i n v e c e , s i o cc u p a d i c i ò c h e s i p u ò f a r e c o n i segni, ossia di come si possono util izzare nel concreto. 3 L a di scussione del ruolo reci proco di semanti ca e pragmatica rappresenta il tema di fondo d el secondo e del terzo capitolo.
3
Ca sale gno (199 7).
3
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Quello del la polisemia è un problema teori co compl esso che ri guarda molti ambiti dell a li ngui stica come ad esempi o la psi coli ngui stica, l a lessicografia e la linguistica computazionale. Queste discipli ne affrontano il problema second o di verse prospettive, e rappresentano i l banco di prova per le teorie dell a polisemia che esamineremo nel corso di questo lavoro.
4
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Sommario 1
2
INTRODUZIONE ........................................................... 7 1.1
Polisemia e omonimia ........................................ 7
1.2
Il carattere regolare della polisemia .................. 14
1.3
Polisemia e filosofia del linguaggio ................... 19
POLISEMIA
..................................23
2.1
Pragmatica Radicale ....................................... 24
2.2
L’analisi di Nunberg ....................................... 25
2.3
Indeterminatezza e significato convenzionale ....... 27
2.4
Convenzioni linguistiche separate? .................... 30
2.4.1
Lingue str aniere ..........................................31
2.4.2
Anafora .....................................................33
2.5
Convenzioni: il punto della situazione ................ 35
2.6
La soluzione di Nunberg................................... 37
2.6.1
Referenza mediata (Def erred reference) ..........37
2.6.2
Le funzioni di riferimento ............................40
2.7 3
E INDETERMINAZIONE
Alcune osservazioni ......................................... 44
POLISEMIA
E SOTTOSPECIFICAZIONE ...............................48
3.1
Blutner e la pragmatica lessicale. ..................... 48
3.2
Indeterminazione e sottodeterminazione .............. 50
3.3
Alcuni problemi per l’approccio tradizionale ....... 53
5
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
3.3.1 3.4
Polisemia e sottospecificazione ......................... 60
3.4.1 3.5
Il problema delle restrizioni ............................. 68 Restrizioni, bloccaggio e anomalia ................72
3.5.2
Bloccaggio lessicale ....................................73
Verso una spiegazione pragmatica ..................... 77
3.6.1
Implicatur e conver sazionali ..........................77
3.6.2
Pr agmatica Lessicale ...................................83
3.6.3
Il problema delle restrizioni .........................89
3.7
5
Entrate lessicali sottospecificate ...................63
3.5.1
3.6
4
Aggettivi ...................................................53
Conclusioni ................................................... 91
3.7.1
Significato convenzionale.............................93
3.7.2
Meccanismi di specificazione ........................97
TRA
SEMANTICA E PRAGMATICA.
...................................99
4.1.1
Psicolinguistica ..........................................99
4.1.2
Polisemia: l’approccio computazionale ......... 103
4.1.3
Lessicografia ............................................ 104
BIBLIOGRAFIA ......................................................... 106
6
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
1
Introduzione
1.1
Po lise mia e om onim ia
La pol isemia, come ho accennato al l’inizio, è la proprietà di una parola di avere di versi si gnificati ordinari che stanno in rel azione tra l oro. Gli autori che si occupano di polisemi a utilizzano spesso esempi d i sostantivi : la pol isemia, tuttavia, riguarda anche aggettivi , verbi, ecc. Gl i aggettivi, infatti, possono i ndicare qual ità diverse a seconda del sostanti vo a cui sono associ ati; uno stesso verbo, i nvece, può indicare azioni di verse. Vediamo alcuni esempi : (1)
L’Italia è bagnata dal Med iterraneo. (regi one geografica)
(2)
L’Italia è una repubbl ica. (stato)
(3)
L’Italia non vince ai mond iali dal l’82’. (squadra di calcio)
(4)
Un uomo modest o. (umi le, disi nter essato)
(5)
Un risultato modest o. (limitato, scarso)
(6)
Tagliare una torta. (col coltello)
(7)
Tagliare i l pr ato. (con la fal ciatrice)
7
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Negli enunciati (1), (2) e (3) la parola Italia vi ene util izzata per indicare rispettivamente un’area geografica, uno stato e una squadra di cal cio. Tutti e tre gli usi sono comuni , e intuitivamente
appaiono
in
rapporto
tra
loro:
L’Italia
(squad ra d i calcio) rappresenta nelle competizioni cal cistiche uno stato (l’Italia), il qual e occupa una determi nata superficie geografica (l’Italia). All o stesso mod o si possono intuir e delle relazioni tr a gl i usi di modest o esemplifi cati in (4) e (5), basate sull ’idea di limitatezza, e nel caso del verbo tagliare: la r elazione in questo caso è pi uttosto indi retta.4 La questione che riguarda la forma e l a natura del le relazi oni tra i vari signi ficati d elle parole poli semi che è centrale per affrontare i l problema d ella pol isemia. Approfondi rò i n seguito questo argomento. La pol isemia è un fenomeno piuttosto d iffuso, che si man i f e s t a c o n t r a tt i c o m u n i i n t u tt e l e l i n g u e n at u r a l i . S e c o n d o al cuni studi, in i nglese l e parole che hanno d ue o più signifi cati in rapp orto tra lor o sa rebb ero quas i il 40% .5 D a qu este osservazioni risul ta anche che mol te d elle parole più comuni tendono ad essere polisemiche,6 i l che fa del la polisemia
4
Per un a an alis i de ttag liata cfr, Ba rtsc h (1 994)
5
Ra vin & Le acoc k (2 000).
6
Il We bste r’s se venth Dictio nary d istingue , ad ese mpio , 29 sen si e 125
su b-se nsi del verb o ru n (co rrere).
8
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
un’area di notevol e interesse per la l inguistica. La pol isemia è una particolare forma d i ambiguità: in un dato l inguaggi o, i nfatti, un’espressione è ambigua quando può avere più di un si gnificato. Per avere un’idea più precisa
della
pol isemia
può
essere
utile
distinguerla
da
un’altra forma di ambi guità, l ’omonimi a. A pri ma vista questi due casi presentano, infatti, una certa somigli anza: come nel caso dell a polisemia, le parole omoni me hanno molteplici signifi cati ord inari, tuttavia si tratta di due fenomeni piuttosto d ifferenti. E cco un esempio d i omonimi a: (8)
Ben coltiva miglio.
(9)
Ben abita ad un miglio d al suo campo.
S o t t o l ’ a s p e t t o d e l s i g n i f i c a t o , l a d i f f e r e n z a pi ù e v i d e n t e t r a omonimia e pol isemia si ri duce al fatto che, nel primo caso, i diversi significati associati ad una med esima sequenza articolata di suoni non sono i n rapporto tra l oro. Questa banale circostanza comporta, però, una serie d i importanti conseguenze teoriche che riguardano la classificazione e i l trattamento dei due fenomeni . Cercherò d i essere più chi aro: il lessico è composto d a una ser ie d i parole. Le parole, nel senso che intend o utilizzare qui, sono sequenze articol ate di suoni associate ai si gnificati. Il rapporto tra sequenze di fonemi e signifi cati è sta-
9
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
bi lito da una seri e di regole, chi amate convenzioni linguistiche, che associano questi due elementi.
Sequenza d i suoni
Pa role
(elementi del lessico)
Significati
L’omonimia
dipende
da
un’ambiguità
semanti ca,
consi-
stente nel fatto che una medesima sequenza articol ata di suoni è associ ata a si gnificati di fferenti grazie a due convenzioni l inguisti che indi pend enti . L’omonimia, dunque, è caratterizzata dal fatto che ci sono d ue elementi del lessico di stinti che condi vidono l a stessa forma fonica. Due elementi del lessico, infatti , vanno distinti quando sono formati d a sequenze d i suoni differenti, oppure quand o ad una medesi ma sequenza di suoni sono associ ati significat i diversi. La maggi or parte dei dizionari, seguendo questo principi o, prevede voci separate per definire il signifi cato del le parole omonime. Il caso di miglio è piuttosto i nteressante per introd urre alcuni nuovi el ementi alla nostra d iscussione:
10
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Mi g l i o 1 : 1 . u n ità di mis u ra it in e ra r ia p re sso p o p oli a n tich i e mode rn i... 2 . dista n z a ip e rb olic a ( in sen so g en eri c o) 3 . p ie tra milia re Mi g l i o 2 : 1 . Erb a a n n u a le de lle g ra mi n a ce e . .. 2 . Be cch i me p e r u cce l li ( c on v alor e c oll et t iv o ) 7
Second o Devoto-Oli (1990), il lessico ital iano prevede due entrate di stinte mi glio1 e mi glio2. Queste parol e vengono di stinte i n quanto corrispondono a due signifi cati diversi e pr ivi di r elazione. Consid erando separ atamente le due voci , tuttavia, si può notare che il dizionario riporta diversi significati in relazione tra loro per ci ascuna d i esse. Secondo al cuni studiosi,8 i nfatti, i si gnificati in rel azione tra l oro associ ati ad una medesima sequenza articol ata di suoni dovrebbero essere ri cond otti ad un unico signifi cato e d i conseguenza ad un uni co elemento del lessico. Un aspetto importante da consi derare è che il rapporto tra i diversi significati di una parol a polisemica non è casuale, ma è regolato d a meccanismi che permettono di passare d a un signifi cato all ’altro. Questi meccanismi, i noltre,
7
Devoto-Oli (1 990).
8
Per e semp io Nunbe rg (1979 ).
11
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
non di pend ono direttamente da fattori linguaggio-speci fici , ma nel la maggi or parte dei casi presentano tratti comuni i n tutte le l ingue.9 Ma come si fa a stabil ire che giornale (copia) e giornale (mass-medi a) sono in realtà la stessa parola? Le parol e poli semi che, in fond o, d esignano oggetti chi aramente distinti nell’ontol ogia di chiunque, e sembrerebbe ragi onevole ricorrere a differenti convenzioni l inguisti che per ciascun r i f e r i m e n t o . 10 Q u e s t o s p i e g h e r e b b e , t r a l ’ a l t r o , i l f a t t o c h e entrambi i signifi cati di una parola come giornale, appaiono “normali” e consueti allo stesso modo dei due significati indipendenti d i miglio o di qualsiasi altro caso di omonimia. Sebbene nel caso d ella pol isemia i signifi cati siano i ntuitivamente i n rapporto tra l oro, questa circostanza da sola non può costringerci a scartare l a tesi che, come nel caso d ell’omonimia, ci ascun si gnificato si a legato al suo corrispettivo linguistico da una propria convenzione l inguisti ca. Il probl ema di quest’ipotesi , però, è che non spiega perché in certi casi possiamo comprendere i l si gnificato di espressioni conosci ute, ma usate in mod o nuovo e in altri
9 10
Vedre mo in de ttag lio ques ti a rgomenti nel sec ondo cap itolo. Per esempio: pollo1 nel s enso di gallo o gallina. Pollo2 nel s enso di tipo
di carne ricav ata da galli e galline.
12
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
no: questa differenza è fondamentale nella distinzione tra polisemia e omoni mia. Cercherò d i approf ondi re questo punto consider ando un al tro caso di omonimia. La maggior parte d elle persone che parlano italiano sanno che la parola pennello si usa per indi care uno strumento che serve ad appl icare la vernice, ma probabilmente non sono in molti a sapere che l ’italiano ha un’altra parol a pennello usata per denotare una bandier a t r i a n g o l a r e c h e s i u s a p e r i s e g n a l i m a r i n i . 11 N e l p r i m o s i gnificato, d’altra parte, non c’è null a che ci permetta di ri sali re al second o e viceversa, neppure un’etimol ogia comune, è concepibile, dunque, che si possa apprendere uno dei si gnificati di una parola omonima senza apprendere l’altro. L a conoscenza di uno dei significati, inoltre, non ci permette i n al cun modo di ricavare intuiti vamente l’al tro. Consid eriamo ora gli enunciati seguenti: (10) Ben coltiva miglio.
(cereale)
(11) Ben abita ad un miglio d al suo campo. (misura) (12) Il giornale costa meno di un euro (copia) (13) Il giornale d edica pi ù spazio all a cultur a della televi sione. (mass-med ia)
11
Io l’ho s cope rto guardand o il Dizion ario della lingu a Italia na Devo to-Oli.
13
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Come nel caso di pennello, si può ipotizzare che ci sia qualcuno che comprende il significato di miglio nell’enunciato (10), ma non i n (11), o vi ceversa: non sembra però plausibi le che uno possa comprendere il significato di giornale i n (12) ma non in (13). Questo tipo di test mette in l uce due forme di competenza lessicale, la prima basata sull a conoscenza del la convenzi one specifica che regola l’utili zzo di una d eterminata parola, la seconda basata sulla possibil ità di comprendere si gnificati non ancora cod ificati nel proprio lessico mentale in virtù d elle rel azioni che essi hanno con quelli già conosciuti . Il test costituisce un buon criterio per d isti nguere i casi d i omonimia d a quelli di poli semi a, anche se, in pratica, ci possono essere alcuni casi in cui è più diffici le riconoscere il nesso che l ega diversi significati tra l oro.
1.2
Il car atte re r egol are dell a po lise mia
Il confronto tra polisemia e omoni mia fa emergere, accanto al car attere normale e ordinario d ei molteplici si gnif icati di una parola pol isemica, l’altro aspetto fondamental e della polisemia, ossia i l fatto che questi signi ficati sono connessi tr a loro i n modo sistematico, sebb ene i meccanismi che rea-
14
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
l i z z a n o q u e s t e c o n n e s s i o n i p o s s a n o e s s e r e a s s a i v a r i . 12 L a polisemia non è qualcosa d i defini to e uni tari o, ma un fenomeno complesso che richi ede di essere approfondi to su diversi piani. Un pri mo aspetto, su cui è uti le soffermarsi, è quello che ri guar da l a defini zione dell’aspetto sistematico della polisemia. In cosa consiste la regolarità dell a polisemia? Secondo Apresjan (1974), la regolarità è un aspetto fondamental e del fenomeno: la relazione tra i signi ficati a1 e a2 di una parola A d i una data l ingua è regolare quand o, nella stessa l i n g u a , ( I ) e s i s t e a l me n o u n a p a r o l a B i c ui s i g n i f i c a t i b 1 e b 2 sono i n rapporto tra l oro nell o stesso mod o di a1 e a2, e (II) a1 e a2 e b1 e b2 non sono sinonimi . Second o questa definizi one, perciò, la comprensibil ità di un si gnificato a partire da un altro non dovrebbe d ipendere da regole speci fiche per ogni parol a, ma da schemi generali che si appl icano a casi simil i. Un esempi o di regolarità può essere l a relazi one tra al beri e l egno: (14) Nel gi ardi no ci sono un noce e un ciliegio. (alb eri) (15) La casa è arredata con mob ili in noce e ciliegio. (legno)
12
Diversi a utori so sten gono che la polisemia sia un fen omen o re gola re
15
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
La definizione di poli semi a di Apresjan ri chiede essenzialmente che ci sia connessione tra i diversi signifi cati , e che questa connessione sia realizzata secondo uno schema comune ad al meno un’altra parola del la stessa li ngua. I modi in cui i signi ficati d i una parola sono connessi tra l oro sono molti, e i meccani smi in grado di real izzare queste connessi oni regolari possono funzionare secondo schemi d ifferenti. A d e s e m p i o : 13 (16) Il pollo razzola sull’aia. (animale-esemplare) (17) Abbiamo mangiato pollo i mpanato. (carne) (18) Questa sedia é rotta. (oggetto) (19) Questa sedia era comune nei salotti del di ciannovesimo secolo. (ti po-genere) (20) Il giornale è di carta ri cicl ata. (copia o complesso di tutte le copie) (21) Il giornale ha aumentato la tiratura. (ed itor e) Il caso di pollo sembra funzionare in virtù di una regola che permette d i utilizzare una sol a parola per ind icare si a
po iché le paro le p olis emic he p osso no a ssumere dive rsi sign ific ati in modo prevedibile. 13
Questi es empi son o ad atta ti d a qu elli pre senti in Nun berg (19 79).
16
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
l ’ a n i m a l e c h e l a c a r n e c h e s i r i c a v a d a e s s o 14 ( o v i c e v e r s a dalla carne al l’animal e da cui la carne proviene). Una regola come questa è soggetta ad una serie d i restri zioni che ne determi nano il domi nio di appli cabi lità: in questo caso, ad esempio, non può essere applicata a tutti i tipi di carne o a t u t t i g l i a n i m a l i , 15 e c i p o s s o n o e s s e r e d i f f e r e n z e t r a l e di verse li ngue. Lo schema che permette di coll egare i due si gnif icati di sedia negli enunciati ( 18) e (19) esemplifi ca una delle relazioni fondamentali secondo cui organizzi amo le nostre
conoscenze,
ossi a la rel azione i ndividuo-tipo.
Questo schema ha l a caratteristica di avere un dominio di applicabil ità molto vasto. La parola giornale, invece, è un esempi o cl assi co d ella letteratura sul la polisemia poi ché, nella maggior parte delle lingue, è una parola a cui si possono appli care mol ti schemi che producono una rete di significati associati molto complessa. L a regolarità del la parola giornale consi ste nel fatto che, consi derati singolarmente, gli schemi ad essa appl icabili sono general i e funzi onano anche con altre parole. Per esempi o, l a relazi one
14
Lo stesso schema vale per chicken in ingles e, e poulet in francese,
in oltre se mbra valere anch e ne l ca so d i ta cchino, tu rkey , dindon o an atra ,
du ck, cana rd. 15
In in gles e il vitello (an imale) è ca lf, me ntre vitello (ca rne) è ve al.
17
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
tra copia fisi ca e testata edi tori ale è applicabil e si a ai giornali che alle riviste: (22) Quel giornale è di carta ri cicl ata. Quel giornale è fil o-governativo. (23) Quella rivist a è di carta patinata. Quella rivist a è fil o-governativa. Il car attere regolare ( Apresjan) o sistematico (N unberg e Bl utner) d ella pol isemia è ciò che rend e interessante i l fenomeno dal punto d i vi sta linguistico. Gli schemi regolari , infatti, sono gli elementi che permettono di comprendere si gnificati nuovi partendo da quel li conosciuti: che tipo di regole sono quelle che ci permettono d i estend ere il signi ficato d elle par ole? Come interagiscono con il l essi co? A che livello
funzionano?
Second o
alcuni
autori,
per
avere
un’idea pi ù defini ta d el nostro oggetto di studio bisogna analizzare la poli semi a come un fenomeno i n cui l’aspetto pragmatico svolge un ruolo di primo pi ano.
18
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
1.3
Po lise mia e fi loso fia del ling uagg io
Le pri me testi moni anze del lo studi o della poli semi a ri salg o n o a g l i S t o i c i , 16 c h e , i n t e r e s s a t i a l l e c o m p l e s s e r e l a z i o n i c h e intercorrono t ra significati e parole, avevano notato che un si ngol o concetto si può esprimere in modi diversi (sinonimi a) e che una stessa parola può espri mere diversi concetti (polisemia). L ’interesse d egli Stoici nei confronti del li nguaggi o, tuttavia, era legato per lo più a questioni riguardanti l’origine delle parole e del linguaggio, e non aveva dato vita a studi approfonditi sugli aspetti regol ari del fenomeno. Lo studio dell a semantica, in tempi moderni, nasce graz i e a F r e g e e a i f i l o s o f i d e l l i n g u a g g i o i d e a l e , 17 d a n d o i l v i a al la moderna filosofia del linguaggio. Questi stud iosi si occupavano di linguaggi formal i nel tentativo di costruire un linguaggio perfetto: il linguaggio naturale, infatti, era consid erato imperfetto, di fettivo, e addirittura pericoloso. I primi stud iosi che ini ziarono ad occuparsi di linguaggio ordinario, infatti , si trovarono d i fronte ad una seri e di
16
Ro bins (19 67). Que sta tema tica , se cond o Ro bins , era presen te a nche in
Aristotele. 17
Bianc hi (2003 ). Questa ca tego ria, oltre a Fre ge, include Ru ssel, il primo
Wittg enstein e Ta rski.
19
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
problemi che andavano oltre le possibi lità esplicative del la semant ica classica. Il linguaggio naturale non è sempl icemente un sistema di segni e si gnificati astratti, ma un modo d i comuni care compl esso, fl essi bile e i n evoluzione, in cui i segni linguistici vengono utilizzati per portare a termi ne d eterminati fini. La pragmatica è, i n generale, la d isci plina che si occupa dell’uso d el l inguaggi o. N el suo d ominio ricad ono lo studi o del contesto e dei fattori extra-l inguisti ci che i nfluiscono s u i c o n t e n u t i c h e v e n g o n o c o m u ni c a t i , e l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d i ci ò che i parl anti intendono comunicare (che spesso è diverso da ciò che semplicemente di cono). L’evol uzione d elle teorie del linguaggio ordinario, secondo Recanati (2004), ha portato in generale ad una maggi ore pred isposizi one a consid erare il linguaggio naturale sotto il profi lo pragmatico e a ri vedere alcuni presupposti del paradi gma trad izionale fregeano r iguardo alla car atteri zzazione del la semantica. Le teorie che esaminerò nel corso del la tesi partono da una prospetti va che consi dera la dimensione pragmat ica d el l inguaggi o. Questo punto di vista consiste, innanzitutto, nel valutare l ’importanza del contesto per la determi nazi one del significato. La pragmatica, in un primo momento, era consid erata come una sorta di pattumiera della semantica ( Bianchi 2003),
20
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
ossia un ambito di studi i n cui venivano relegati i fenomeni refrattari ad una spiegazi one semantica come l ’ambigui tà (e in particolare la poli semi a) e i termi ni i ndicali. Secondo una delle tesi più importanti dell a semant ica classica, il significato dell e parole è stabi lito da una seri e di convenzioni che associano l e parole agl i oggetti. Questa id ea i mpli ca che le parole abbi ano un signi ficato fisso e d eterminato dalle regole d el l inguaggi o. Il paradigma tradi zionale può essere caratteri zzato da tre tesi. Il valore semantico di un’espressione (I) è determinato dall a forma dell ’espressione (il senso è convenzionale); (II) è dato d alle condizi oni di soddi sfazione del l’espressione (condi zioni di applicazione di una parola o condi zioni di verità di un enunci ato); (III) è costante (il contributo semantico dell ’espressione all e condizioni di veri tà d ell’enunciato in cui si trova è sempre il medesimo). Bianchi (2001) Nel li nguaggio natural e, tuttavia, è molto comune che le parole abb iano usi diversi : al l’interno del paradigma tradizionale una delle risposte possibi li a questo probl ema è quella di moltipli care le entrate lessical i ipotizzand o delle convenzioni specifiche per ciascun signifi cato e trascurando la differenza tra casi di omonimia e casi di polisemi a.
21
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Nelle pagi ne precedenti abbiamo confrontato omonimia e polisemia rilevando alcune differenze che ci sembrano importanti. Per quanto riguarda la semantica, nei casi d i polisemia non sembra plausibil e ipotizzare che tutti i possibi li usi di una parola siano convenzionali, anche perché la pragmatica non sembra svol gere semplicemente i l compito di sel ezionare dei signifi cati convenzionali appropriati al contesto, ma permette di comprendere anche espressioni nuove. Nel le prossime pagi ne d iscuterò di come il fenomeno del la polisemia può essere affrontato nel quadro di due teorie alternative all a semant ica classica.
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
2
Polisemia e indeterminazione
L’idea pri ncipale del convenzi onal ismo linguistico è che ci si a una sorta di tacito accord o, o di propensi one a coordinarsi, tra i parlanti a garanzia d el fatto che le parole abbiano un certo si gnificato, i l si gnificato letterale, ind ipendente dalla volontà comunicativa dei singoli , che possono utilizzare l e parole per portare a termi ne svari ati fini . In generale i n questa sezione vorrei affrontare alcuni problemi che ri guardano la semantica in rapporto al la spiegazione d el fenomeno d ella pol isemia. La nozione d i convenzione linguis t i c a è s t a t a d i s c u s s a e c r i t i c a t a d a m o l t i a u t o r i , 18 i l m i o i n teresse nei confronti di questa id ea si li mita al fatto che nello stud io d el l inguaggi o la semanti ca e il lessico svol gano un ruol o insostitui bile. La difficoltà maggiore con le convenzioni è quel la d i determinarne i l contenuto, il grad o di
specifi cazi one
e l’atti vità
che
svolgono nei processi
mental i che permettono di comprend ere e di parlare.
18
Ad es empio W.V.O Quine e M.White negano che esista qualcosa di si-
mile p oich é le con venz ioni son o ac cord i, e noi non ci siamo ma i ac cord ati su lle conv enzioni della no stra lin gua. Le wis (196 9) a l co ntra rio sostiene ch e es ista no c onve nzio ni d i lingua ggio ma che non sian o acco rdi.
23
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
2.1
Pr agma tica Rad ical e
Negli Stati Uniti, a parti re d agli anni settanta, è maturato un nuovo atteggiamento nei confronti d ei probl emi dell a f i l o s o f i a d e l l i n g u a g g i o , l a r a d i c a l p r a g m a t i c s . 19 Q u e s t o t e r mi ne i ndica in general e una forte pred isposizi one a considerare il linguaggio sotto il profilo pragmati co. L’ipotesi di fondo è che molti dei fenomeni linguistici che sono stati ascritti alla sfera della semantica di pend ono in realtà da fattori
pragmatici .
Alcuni
autori
accolgono
quest’indi cazi one dal punto di vista metod ologico, cercando di limi tare il ricorso a spiegazioni di natura semantica: nel dubbio tra una spi egazione pragmatica ed una semantic a , 20 l a r a d i c a l p r a g m a t i c s i m p o n e d i s c e g l i e r e l a p r i m a , a meno che ci si a una forte evid enza in favore d ella seconda. Di versi autori che si rifanno a questa corrente, i nvece, accettando che una distinzione empirica tra semantica e pragmatica non é possi bile in pratica, si occupano di fenomeni relativi all’uso del linguaggio senza interrogarsi trop-
19 20
Nu nberg (1979 ). Per s pieg azio ne s eman tica intendo una spiegaz ione che asc rive deter-
minati fen omen i alle p roprietà del lin guag gio: il conv enzionalismo è u n es empio di spiegaz ione semantica. Per spie gazione prag matica, al c ontra-
24
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
po sul la l oro classifi cazi one teorica, come ad esempio hanno fatto molti sosteni tori del programma d ell’intelligenza arti fici ale.
2.2
L’ anal isi di N unbe rg
Geoffrey N unberg è uno dei pri mi autori che si è occupato in mod o approfondi to d i polisemia. Nunberg è consi derato l’esponente pr inci pale del la radical pragmatics: egli sostiene che la distinzione tra semanti ca e pragmatica non sia possibi le nemmeno i n li nea di principio. Second o la sua tesi non si può determi nare, per esempi o, se la regolarità dell ’uso di un termine è d i natura convenzionale o no. In questo è forte il richiamo al la tesi dell ’ind eterminatezza del si gnificato di Quine: Nunberg sostiene che le convenzioni linguistiche si ano collet tivament e indeterminate, ossi a che i parl anti non possono stabil ire univocamente quale sia i l si gnificato convenzionale del le parol e. Secondo N unberg, ad eccezione di un piccolo numero di nomi propri, non esistono parole di cui il signifi cato sia dato dalla lingua stessa, tuttavia appare inevitabile che un significato le parol e debbano averlo.
rio, inten do u na s pieg azio ne c he s i ba sa s u co ncetti n on lingu istici, ma le gati piu ttos to a lla sfera de l co mpo rtamento .
25
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Ol tre a ci ò Nunberg osserva che le convenzioni linguistiche non sono i n grado di spiegare tutti gl i usi che una medesima espressione può avere. Su questo si basa la differenza fond amentale tra linguaggi naturali e artifi cial i: nessuna
convenzione
naturale
può
d eterminare
l’uso
di
un’espressione in tutte le situazi oni possibil i poiché ci possono essere sempre nuovi casi di appli cazi one. In un l inguaggi o naturale, inol tre, non ci sono nomi prefissati per ogni tipo di cosa: in assenza di termi ni speci fici certe parole vengono spesso utilizzate per riferirsi ad oggetti di fferenti. La determinazione d el signi ficato nel l inguaggi o naturale sembra richiedere un continuo adattamento d ella semantica di fronte ai nuovi casi, adattamento che coi nvolge la sfera pragmatica. Second o la tesi di Nunberg l’i ndetermi natezza del signifi cato coi nvol ge la divisione del lavoro tra pragmatica e semantica, ossia la possibil ità (e l ’opportunità) di separare i due ambiti . Per operare una di stinzione netta tra le convenzi oni linguistiche e gli aspetti pragmatici del li nguaggio, in fatti, d ovre mmo trovare un crite rio vali do p er d isti ngue re quali degl i usi di una parola sono convenzionali e quali per estensione: Nunb erg intende mostrare che la poli semi a costitui sce un argomento contro questa possi bilità.
26
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
N u n b e r g ( 1 9 7 9 ) c e r ca d i s v i l u p p a r e u n a s p i e g a z i o n e d e l l a polisemia, e d i al tri problemi legati al l inguaggi o, alternati va e ind ipendente dalla semantica. L a sua argomentazione proced e su diverse linee che esami nerò nel dettagl io nelle sezioni seguenti .
2.3
Indeterminatezza e significato convenzionale
Nunberg indivi dua due criteri intuitivi, i ndipendenti l’uno dall’altro, in base ai quali d isti nguere gli usi metaforici da quelli convenzionali, che chiamerò pri ncipio d i normal ità e princi pio di d erivabi lità. I.
Princi pio di n ormalità: se un’espressione viene usata in mod o normal e per ri feri rsi ad oggetti d iversi, esistono convenzioni l inguisti che che permettono questi usi .
II. Princi pio di d erivabil ità: se il signifi cato di un’espressione usata i n un mod o nuovo è comprensibile grazie alla conoscenza d ell’uso normale di quella stessa espressione, si tratta di un uso derivato pragmaticamente, che non richiede nessuna convenzione li ngui stica specifica. Ecco un esempi o per capire come funzionano questi principi:
27
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
(1)
Quel mobil e è un armadio.
(2)
Quel pugil e è un armadio.
(3)
Sto imparando a suonare la viola.
(4)
Il mio fiore preferito è l a viola.
Gl i enunci ati (1), (3) e ( 4) r isul tano normali e non devi anti per la maggior parte dei parlanti d ella lingua ital iana, non sembrano esserci modi più semplici per esprimerne il contenuto: appl icando i l princi pio di normalità possiamo affermare che questi usi sono regolati da convenzi one. L’espressi one armadio nell’enunciato (2), invece, comuni ca qualcosa d i pi ù, che va ol tre il signi ficato ordinario del la parola armadio. Secondo il principio di deri vabi lità l’uso d i armadio nell’enunciato (2) non è regol ato da una convenzione specifi ca, ma è comprensibi le grazi e al la conoscenza dell’uso normale d i armadio e all e conoscenze general i condi vise dai parlanti. Il rapporto tra gli enunciati (1) e (2), quindi , ri sulta di fferente rispetto a quel lo che c’è tra (3) e (4): i l senso dell ’espressione armadio in (2) è d erivabil e dal suo si gnificato ordinario, cosa che non avviene nel caso d i viola passando da (3) a (4). Una persona di lingua madre italiana che comprenda l’espressione (1) e sappia cos’è un armadi o, sentendo per la prima vol ta l ’enunciato (2), non
28
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
dovrebbe avere particolari difficoltà a capire che la frase si gnifica che il pugil e è piuttosto robusto e imponente. Questo, tuttavia, non potrebbe accadere nel caso i n cui conoscesse i l si gnificato di (3) e si trovasse per l a prima volta di fronte a (4). Consid erati assieme, però, i principi di normalità e d i derivabili tà non costi tuiscono un criterio efficace di demarcazione tra usi convenzionali e usi derivati, se si applicano ai casi di pol isemi a: (5)
Bruno sta leggendo un giornale.
(6)
Bruno lavora per un gi ornale.
L’uso dell ’espressione giornale appar e assolutamente normale e non metaforica sia in (5) che i n (6), quind i, per i l princi pio di normalità, bi sognerebbe concl udere che c’è una convenzione specifica distinta per ciascuno di questi usi. A di fferenza dei casi ri portati in (3) e (4), in quest’ultimo caso è applicabile anche il principio di derivabilità, per cui non si dovrebbero ipotizzare d ue convenzioni l inguisti che separate. In effetti, come abbiamo visto precedentemente, la caratteristica pri ncipale dell a polisemia è il fatto che una parola abb ia d iver si usi normali. Lasciand o da par te l a que-
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
s t i o n e d e l c a r a t t e r e d e b o l e d i u n c o n c e t t o c o m e n o r m a l e , 21 i due princi pi d i cui ci sti amo occupand o non danno un risultato univoco, e non forniscono evid enze suffici enti sul la base d elle quali d ecid ere se gli usi d i una parola pol isemica sono convenzionali o meno: per questo moti vo non è possibi le stabi lire fin dove si estende la sfera di interesse per l a semantica e dove i nizi a quella del la pragmatica.
2.4
Co nven zion i li ngui stic he s epar ate?
Le caratteristiche pri ncipali dell a polisemia sono la normali tà d ei d iversi signi ficati che una parol a può avere e la loro connessione sul piano del signifi cato. Il fatto che, nel caso d ella pol isemia, i princi pi d i normal ità e di derivabili tà non funzi onino per di stinguere gl i usi convenzionali da quelli
derivati
non
costituisce
un
argomento
contro
l’esistenza delle convenzi oni linguistiche, e non ci i mped isce nemmeno di considerare i molteplici usi di una parola polisemica come il prodotto di diverse convenzioni separate, anche se, per gli esponenti della radical pragmatics, la mancanza d i un argomento d efinitivo in favore di una soluzi one semantica costituisce di per sé un argomento in favo-
21
Nel s enso che que sto giud izio rig uard a l’acce ttab ilità di un’espressione
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
re per ascrivere l a polisemia tra i problemi trattabil i da una teoria pragmatica. La questione d elle convenzioni separate costituisce un ambito a sé ri spetto al problema generale dell e convenzioni li ngui stiche, e merita di essere approfond ito ancora un po’. Consid eriamo alcuni ar gomenti contro l ’ipotesi del le convenzioni l inguisti che separate per le parole polisemiche.
2.4.1
L i n gu e s t r a n i e re
Esaminando diverse lingue si può osservare che la poli sem i a s e g u e s p e s s o d e g l i s c h e m i c o m u n i 22 c h e p e r m e t t o n o d i comprendere i differenti usi d i una medesi ma espressione. Questa circostanza mette i n di fficoltà un argomento legato al l’ipotesi convenzionalista poiché, d ato che le convenzioni sono arbitrari e, ciò che è sancito da una convenzi one potrebbe essere sancito da una convenzione d iversa. Se i diversi significati dell e parole pol isemiche fossero stabili ti d a convenzioni separate non ci sarebbe ragione di aspettarsi di trovare dei parall elismi tra d iverse l ingue. Alcuni esempi:
in una determinata pra tica soc iale . 22
Anche se esis tono delle interessa nti ecce zion i (Nunbe rg 1 995):a vremo
mo do in se guito di affrontare ques ti c asi.
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
(7)
Il libro pesa due chil i. ( copi a) Il libro è stato r ifiutato. (contenuto)
(8)
The book weighed five pounds. (copia) The book has been refuted. (contenuto)
(9)
Le livre pèse deux kil os. (copia) Le livre a été ref usé. (contenuto)
Come si può vedere da questo esempio, in i tali ano, in ingl ese e in francese la parola libro (book, li vre) può essere usata per indi care sia un oggetto fisi co sia un oggetto astratto: i l parall elo tra ital iano ed ingl ese mostra che non si t r a t t a d i u n a p r o p r i e t à e r e d i t a t a d a u n ’ e t i m o l o g i a c o m u n e , 23 come potrebbe essere nel caso del francese. Un rapido confronto tra le lingue mostra che ci sono innumerevoli altri esempi di questo tipo di paral leli smi. Il confronto d ei casi di omoni mia tra le d iverse l ingue di mostra i nvece che è assai improbabil e trovare dei parallelismi in lingue diverse. Riconsi deri amo per un momento l’esempio di miglio che abbiamo introd otto in precedenza come un caso d i omonimia spiegabil e mediante convenzioni li ngui stiche separate:
23
In qu esto cas o si potrebb e ip otiz zare che le paro le libro e livre a bbia no
ereditato le c onve nzio ni d ella parola latina liber d a cu i de riva no.
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
uni tà di misura
I T AL IANO
I NG L E SE
F R AN C E SE
mig lio 1
Mil e
mil le
mig lio 2
Mil let
mil let
iti nera ri a… Erb a annu a dell e gra minace e…
In italiano esistono d ue parol e miglio, che hanno un’ori gine s t o r i c a d i f f e r e n t e . 24 L a t a b e l l a m o s t r a c h e , s e b b e n e n e l l e li ngue considerate nel l’esempi o l’etimologia d elle due parole sia comune, solo in i tali ano le d ue parol e condividono la stessa forma li ngui stica.
2.4.2
Anafora
Il caso dell’anafora appli cato all e parole pol isemiche può essere visto come un ulteriore argomento che mette in dubbi o l’idea di ricorrere a convenzi oni linguistiche separate per i diversi significati di una parol a polisemica: questo ti po d i spiegazione, i nfatti, non considera il carattere sistematico dell e connessioni tra i significati, basilare per i meccanismi del l’anafora. L o spunto di quest’osservazione
24
Miglio (misu ra) deriva d all’inglese mile c he d eriv a da l la tino milia (p lu-
ra le d i milium). Miglio (c erea le) deriva d al latin o vo lgare milio c he a sua vo lta deriva d al latin o classico milium.
33
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
deriva dal fatto che l ’opzione di evitare la ripetizione d i un termine, sosti tuendolo con un pronome o sempli cemente el iminandolo, è di sponibil e nei casi d i polisemia ma non i n quelli d’omoni mia: (10) Il giornale ha deciso di camb iare il suo f ormato. (11) La sedia su cui sei seduto er a comune nei sal otti dell’800. (12) Ho col to una viola e ho deci so d i imparare a suonarla. I n q u e s t i e s e m p i g i o r n a l e e s e d i a , 25 p u r r i c o r r e n d o u n a s o l a volta nell ’enunciato, in combi nazi one con un pronome sono in grado d i designare due oggett i d ifferenti, cosa che il termi ne viola non può f are. In (10) il giornale si ri feri sce agli ed itori, mentre il pronome si riferisce al giornal e cartaceo, inteso sotto i l pr ofil o gr afico. In (11) l a sedia i ndica un esemplare, mentre i l pronome la categoria d i oggetti a cui la sedia appartiene. A di fferenza degli esempi (10) e (11), i n (12) l a parola viola, usata per ind icare il fiore, non è in grado di farci accedere anche all ’idea di viola i ntesa come strumento musi cale.
25
Gli e semp i so no tratti da Nun berg (19 79).
34
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Lasciando da parte i probl emi legati ai pronomi, che assi eme ai termi ni i ndicali rappresentano un’area di notevole interesse per lo studi o del ri feri mento, quell o che voglio sottol ineare è il fatto che l’effi caci a del ri feri mento nei primi due casi dipende più dagli oggetti d esignati che dal la lingua.
Gli schemi second o cui queste associazioni avven-
gono ( prodot to-produttore,
parte-tut to,
esemplare-tipo,
ecc. )
funzionano perché agiscono sul piano d ei signi ficati, ma non c’è nessuno schema general e che possa mettere in collegamento due termini omonimi come in (12), poiché in questo caso l’associazione significat o1-parola-significat o2 è fortui ta e gli oggetti designati non hanno nessun tipo di relazi one tra loro. Il caso dell’anafora mette in evid enza il fatto che ipotizzare d elle convenzioni linguistiche separate per le parole poli semi che non spiega come i di versi si gnificati d i una parola sono in rapporto si stematico tra loro: anche per questo scopo è necessari a una spiegazione pragmatica ind ipendente.
2.5
Co nven zion i: i l pu nto dell a si tuaz ione
Gl i argomenti che abbi amo esaminato nella sezi one precedente in favore di un’alternativa alle convenzioni linguistiche separate per l e parole pol isemiche ci suggeriscono di
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
cercare modell i esplicativi che ri specchino meglio i processi che supportano la nostra attività linguistica. Il primo passo da compiere è probabil mente quello di ipotizzare che l e parole pol isemiche siano regol ate da convenzioni singole: come fanno queste parole ad avere diversi significati? Di che ti po sono le convenzioni che regol ano queste parole? Un’idea potrebbe essere che ogni parol a ha un proprio si gnificato princi pale da cui deri vano gli altri per estensione: questa sol uzione, però, si scontra con diverse difficoltà. In alcuni casi , infatti, non sembra che ci siano probl emi a di stinguere quale dei significati di una parol a si a il pri ncipale e quale i l derivato o metaforico: Picasso, ad esempio, è il pittore pri ma d i essere un dipi nto (un Picasso) per lo meno, intuitivamente, sembrano esserci d elle buone ragioni per af fermare che è così. Ci sono però mol ti casi in cui non é così facile dire quale sia (e se ci sia) il significato principale d a cui derivano gli altri : ad esempio la parola gioco si ri feri sce sia ad un’attivi tà sia ad un insieme di regole, la parola vita i ndica si a un periodo di tempo si a una forma di esistenza; non si può dire facilmente qual e dei due si a priori tari o. Se non vogliamo accettare questo come aporia, dobbi amo trovare dei criteri per operare una distinzi one tra i si gnificati di una stessa parola. L’ordine in cui abbi amo imparato ad usare un signi ficato o la frequenza relati va d i
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
utilizzo non forni scono informazioni semantiche sulla priori tà d i un uso. Certe espr essi oni sono usate molto più frequentemente in senso metaforico pi uttosto che in senso propri o, e ne riconosciamo la natura quand o comprendiamo anche il senso letterale. Certe volte dobb iamo rianali zzar e gl i usi che conosciamo di un termi ne quand o ne impariamo di nuovi . Per Nunber g l’indeterminazione delle convenzi oni linguistiche è l a realtà con cui dobbiamo mi surarci per affrontare il tema della caratterizzazione delle convenzi oni linguistiche. L a soluzi one che propone per il probl ema dell a polisemi a, i n ogni caso, sembra richiedere che ci si a un significato d i partenza, sebbene indeterminato o “virtual e”, da cui derivano gli altri.
2.6
2.6.1
La sol uzio ne d i Nu nber g
Referenza mediata (Deferred reference)
Second o Nunberg una teoria del la polisemia potrebbe spiegare i n generale come un termi ne possa essere usato per ri feri rsi a qualcosa senza che ci sia una convenzi one linguistica specifica. Per questo motivo prende in consi derazione di versi fenomeni che ritiene si ano trattabi li i n modo effica-
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
ce da una teor ia pragmatica: l a deferred reference, descritta d a Q u i n e 26 è u n o d i q u e s t i . La deferred reference, o referenza mediata, è un meccanismo che consente d i ri feri rsi a qualcosa senza nominarla o indicarla direttamente. Un caso particolar e di deferred reference è la deferred ostension, o ostensione mediata: per attuare questo meccanismo occorre un oggetto fi sico che il parlante indi ca, che faccia d a tramite per il vero ri feri mento. P e r e s e m p i o p o s s o i n d i c a r e l a s p i a d e l l a b e n z i n a 27 d e l l a m i a auto e dire: “è il motivo per cui non mi compro un’auto a otto cilindri!” al ludendo al costo del la benzi na consi derato il consumo di un’auto di grossa cili ndrata. Il caso della deferred reference mostr a al cune analogi e con il problema dei termini di mostrati vi: gli enunciati che contengono termini come io, quello, oggi, ad esempi o, hanno un contenuto determinato solo nel contesto della loro emi ssione, ossia quando l ’interprete riconosce l’oggetto a cui il p a r l a n t e v u o l e r i f e r i r s i . Il co nt e s to di emissione d i un e nuncia to i n f l u i s c e i n m o d o d e t e r m i n a n t e s u l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e e la comprensione nasce da una corri spondenza mental e suscitata dagli oggetti indi cati (è indi fferente se attraverso
26
Quine (19 68).
27
L ’ese mpio è a dattato da q uello de l ga s ga uge d i Qu ine (196 9).
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
gesti ostensivi, termini ind ical i, ecc.) più che dal le parol e che li designano. Un altro caso si gnif icativo di deferred reference può essere il fatto che talvolta si può fare riferimento ad una persona utilizzand o espressioni che fuori da quel contesto sarebbero gi udicate impropri e. I med ici di ER si riferiscono ai loro pazienti
d icendo:
“la
frattura
scomposta
in sala
visite
due…” e così via… ed é poco probabile che esistano convenzioni l inguisti che specifiche per tutti questi contesti specializzati. Con questo non s’i ntende negar e l’esistenza delle convenzioni l inguisti che, e neppure i l fatto che un gesto ostensi vo possa far parte d ei parametri contestual i che una regola l inguisti ca può prevedere. Sempli cemente qui le convenzioni l inguisti che non ci interessano: Nunberg punta pi uttosto ad affermare che una spi egazione pragmatica indi pend ente per fenomeni come l a deferred ostension è necessaria. Si aspetta poi che la spiegazione d i come si passa dalla frattura scomposta al paziente che ha subito quel tr auma ci possa dire qualcosa anche su come si passa dal giornale all’editore.
39
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
2.6.2
L e f u n z i o n i d i ri f eri m en t o
Ri capi tolando, Nunberg si aspetta che risolvendo i l problema del riferiment o mediat o (deferred reference) si possa r isolvere anche quello dell a polisemia. La questione é: sotto quali cond izioni possi amo indi care, nominare o descrivere un oggetto a, ri ferendoci efficacemente ad un al tro oggetto b? Il punto di partenza può essere i l suggerimento d i Quine (1968): a volte il riferimento è efficace quando abbiamo una corrispond enza nel la mente. Il pri ncipio generale è che, quando non possiamo indicare una cosa direttamente, possi amo farl o indicandone un’altra a due condizi oni: la prima è che tra di l oro ci sia una relazione specifi ca e diretta, la second a è che il nostro interl ocutore sia in grado di identifi care la relazione che abbiamo in mente.
Come fa all ora
chi ascolta a determinare le relazioni sottintese da chi parla? Una funzione d i ri feri mento (RF d’ora in poi) è una funzi one che l’ascoltatore, d ato come argomento d ella funzione l’oggetto che il termi ne d enota, scegl ie per i dentificare la cosa che i l parlante i ntende i ndicare, nominare o descrivere. Dato un oggetto, esiste un numero molto grande di funzi oni ad esso appli cabi li. Le RF si possono basare su un vasto numero d i schemi funzionali semplici (ti po d i…, pos-
40
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
sessore di … ecc.) e composti. Il problema princi pale di qualsi asi interprete è qui ndi la selezione del la funzi one gi usta per calcolare i l ri feri mento. Ci sono parecchi fattori generali che ci consentono di ridurre il campo delle possibi lità tra le qual i operare la scelta: la natura d el predi cato, la morfologia dei pronomi (genere, numero, ecc.) d a un lato, e le conoscenze e le abitudini che i parlanti cond ivid ono dall’altro. Consid eriamo questo fatto: le descrizi oni che possiamo usare per riferirci in mod o corretto e uni voco ad uno stesso oggetto o indi viduo sono molte, anche se non sono tutte ugualmente efficaci. L a salienza, ad esempio, può essere un el emento d iscriminante, infatti è più faci le i dentificare un uomo ricorrend o al la sua carica politi ca, piuttosto che al n u m e r o e s a t t o d i c a p e l l i c h e h a i n t e s t a . 28 U n a l t r o f a t t o r e ri levante è la probabi lità che, nell’ambito delle conoscenze comuni , una determinata descri zione si a associ ata faci lmente al referente: senza dubbio è più faci le i dentificare il Manzoni come l’autore dei P romessi sposi piuttosto che come l’autore del Discorso sopra alcuni punt i della storia longobardica in Italia.
28
Se arle (19 69).
41
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Nunberg introd uce poi la cue validity, un pri ncipio tratto dalla letteratura psicologica che permette di valutare la predisposi zione
di
una
parola
a
dare
il
via
ad
un’interpretazione piuttosto che ad un’altra i n un determinato contesto. Per esempio, nel caso della deferred reference, un enunciato che espri me una relazione di identità tra due termini ha una cue validity molto alta: se inf atti ind icando un quotidi ano dici amo “questo è un giornal e” tra tutti i possib ili referenti della parola giornale, quel lo d i pubbli cazi one pare essere il più probabile, se non l’unico sel ezionab i l e . I l p r i n c i p i o f o n d a m e nt a l e d e l l a c u e v a l i d i t y a f f e r m a c h e una volta che si raggi unge un possibil e referente ci si deve fermare. Questa nozione è fortemente legata ai parametri contestuali . Vediamo ora come possono f unzi onare le RF nei casi di poli semi a: (13) Carlo ha compr ato un giornale. Second o l’anal isi di Nunber g la par ola giornale ha un signifi cato
convenzionale
collettivamente
i ndetermi nato.
Per
comprendere il signifi cato del l’enunci ato (13) sembra inevi tabi le che l ’interprete debba scegli ere un signi ficato d i base, ed eventualmente cercare un referente mi gliore d ella parola giornale derivando pragmati camente un’al ternativa.
42
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Sebbene il signifi cato convenzionale d i una parola sia collettivamente i ndetermi nato, un singolo parlante può com u n q u e s ce g l i e r e u n o d e i s i g n i f i c a ti d e l l a p a r o l a p ol i s e m i c a che conosce, e applicare ad esso l e funzioni d i ri feri mento come se il signifi cato scelto fosse quello pri ncipale. Assumi amo che il signi ficato d i giornale si a quello di tipo di pubblicazione quotidiana a mezzo stampa, si aprono di verse poss i b i l i t à d i i n t e r p r e t a z i o n e : 29 C a r l o p u ò a v e r c o m p r a t o c o p i a di giornal e o un’azienda che pubbl ica una particol are testata. In questo caso le abitudini dei parlanti permettono di esclud ere diverse possibil i estensioni di giornale che non si possono comprare (giornale-luogo, giornale-insieme di copie).
Ul teri ori
informazioni
contestuali
possono
aiutare
nella selezi one: (14) Carlo ha compr ato un giornale. L’ha pagato in monete da cinque centesimi . (15) Carlo ha compr ato un giornale. Ritiene che l ’edi tori a si a un settore promettente. Aggiungend o questo tipo di elementi è possibil e stabil ire quale dei possibil i si gnif icati della parola giornale sia sali ente in ciascuna situazi one. In (14) il giornale di cui si sta
29
Interpretando il verb o co mpra re in se nso meta forico s i po treb be a ggiu n-
ge re u n’ulteriore poss ibilità: Carlo h a co rrotto u n’in tera red azio ne…
43
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
parlando è plausibilmente una copi a, poiché è l’unico oggetto tra quel li che l a parola giornale può i ndicare ad avere un prezzo che può essere ragionevolmente pagato in monet i n e . I n ( 15 ) l a p a r o l a g i o r n a l e s i r i f e r i s c e a d u n ’ az i e n d a c h e pubbli ca giornali, o ad un tipo di impresa: l’elemento che rende sali enti questi significati deri va d al fatto che il contesto suggerisce che si stia parlando di i nvestimenti economi ci. Introducendo ul teri ori dati contestuali mol ti d i questi dubbi possono essere risol ti, restano però aperti alcuni i nterrogativi.
2.7
Al cune oss erva zion i
La pri ma osservazi one riguarda il concetto di convenzi oni indeterminate. Consideriamo in breve l ’analisi di Nunb erg: egli afferma che, salvo poche eccezioni, non ci sono parol e che hanno un signi ficato d ato interamente dall a semantica. Ogni parol a ha un significato convenzi onal e, tuttavia non abbiamo basi empiriche per dire qual è poi ché sono ammissi bili diverse analisi : l’indeterminazione di cui parl a Nunberg è sostanzialmente un’indeterminazione col lettiva, consi stente nel fatto che una comunità non sa decidere qual è il si gnificato convenzionale
dell e parole. Nunberg ri tiene,
però, che non abbi amo bisogno di saper e qual è il vero si-
44
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
gnificato d i una parola per essere in grado di capi re a cosa si riferisce quand o vi ene usata. L e possibili di screpanze tra i parl anti nel la scelta del si gnificato convenzionale dovrebbero essere minimizzate grazie alle funzioni di riferimento che regolano i meccani smi di transfer, assumendo che i parlanti si comportino in modo cooperativo, cercando d i massimizzare la possibilità di avere successo nel riferimento. Negli ulti mi esempi che abbiamo consid erato abbiamo assunto che il signifi cato convenzionale d i giornale fosse quello di tipo di pubblicazione a mezzo di stampa, tuttavia un al tro parl ante potrebbe legittimamente ritenere che il signifi cato convenzionale d i giornale si a quello di oggett o cartaceo st ampato. Partendo d a questo signifi cato di base, poi, utili zzerebb e comunque l e funzioni d i ri feri mento per calcolare i l referente corretto. Per quanto riguard a la descrizione del la polisemia, questa teoria presenta al cuni punti d ebol i. Un primo dubbio ri guarda l a caratterizzazi one del fenomeno. Nunberg (1995) ha discusso il caso del panino al prosciut to: in un contesto appropriato questa espressione può essere util izzata per indicare i l cl iente che ha ord inato il panino. Alcuni potrebbero tuttavia obbi ettare che i casi di questo tipo non siano da considerare come casi d i polisemia, ma piuttosto come
45
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
usi devianti o metaforici. Nei casi di pol isemia, infatti, i si gnif icati derivati sembr ano essere normali e non devianti. La mancanza di una distinzione formale tra usi convenzionali ci porta a consid erare la pol isemia come un fenomeno dai confini sfumati, i n cui l’aspetto convenzi onal e del fen o m e n o è d a i n t e n d e r e i n m o d o d e b o l e 30 e i n t u i t i v o . L a spiegazione basata sul mod ello del la deferred ostension, infatti, tratta allo stesso modo sia i casi di polisemia come giornale, che quelli di riferimento in contesti speci ali zzati. Un problema ulteriore consiste nel fatto che questo modello non è in grado d i determinare, ad esempi o, quali sono le condizi oni in cui si possono applicare i transfer che collegano i referenti definiti convenzionalmente ai referenti derivati: in francese, ad esempio, è possi bile applicare una funzione d i ri feri mento che permette d i utilizzare il nome di un frutto per i ndicarne il succo, questa funzione, tuttavi a, non è prevista né in ital iano né in i nglese. Sebbene la relazi one tra frutta e succo si a spiegabile pragmaticamente, non sembrano esserci d ei motivi pragmatici evi denti che spieghino
perché
questo
transfer
sia
consi derato
non-
anomal o solo i n francese.
30
Conve nzio nale nel sen so di arma co nven zion ale o matrimo nio co nven-
zionale, ma n on n el s enso di Conv enzione di Ginev ra.
46
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
P e r s p i e g a r e q u e s t i c a s i , 31 N u n b e r g e Z a e n e n ( 1 9 9 2 ) 32 i n tr oducono il concetto di licenze lessicali. Secondo gli autori, infatti, abbiamo bisogno d i un secondo tipo di meccani smo per spiegare come certi li nguaggi lessicalizzino alcuni casi particolar i di transfer. Le licenze lessicali non sembr ano trattabili come casi di ambigui tà semantica, ma piuttosto come eccezioni consoli date nel tempo, idiomati che, una sorta di convenzioni d’uso accettate a l ivel lo ( più o meno) locale. Questa nozione, a mio avvi so, rend e la teoria di Nunberg meno preci sa e uni tari a: i noltre è dubbio se i casi in cui si appl icano queste licenze lessicali possano essere consid erati come reali casi di pol isemia.
31
Ch e Nu nberg (1 995) chiama altern anze les sica li.
32
Nunbe rg & Za enen (19 92). Nun berg (19 95).
47
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
3
Polisemia e sottospecificazione
3.1
Bl utne r e la p ragm atic a le ssic ale .
Reinhard B lutner è un esponente della Lexical Pragmatics (p ragm atica radicale), una dire zione di ricerca che si propone di dare una spiegazione si stematica dei fenomeni pragmatici connessi al la sotto-specifi cazi one semantica degli elem e n t i d e l l e s s i c o . 33 N e l l e i n t e n z i o n i d i B l u t n e r l a L e x i c a l Pragmatics si pone come al ternativa al la semantica lessicale cl assi ca che, sostenendo una concezione statica degli elementi lessical i, produce un’immagi ne d el l inguaggi o inadatta ad uno studi o dei problemi l egati al la prati ca l inguistica per i quali occorrono teorie che studino in modo particolare gli aspetti extra l inguisti ci d ella comuni cazi one. Bl utner ri tiene che gl i aspetti extra linguistici svol gano u n r u o l o d e t e r m i n a n t e , c o s t i t u e n d o i p r e r e q u i s i t i 34 p e r l a comprensione d el l inguaggi o: questi aspetti possono consistere in conoscenze condivise dai parl anti , in fattori socioculturali ecc. L’i mportanza di questi fattori in certi casi è
33
Blutn er (1998 ).
34
Ka tz e Fo dor (196 3) li ch iame rebb ero se ttin g.
48
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
tale che l a mancanza d i conoscenze contestuali non permette di cogli ere il contenuto informativo di certi enunci at i . E c c o u n e s e m p i o : 35 (1)
Il timbro era impuro perchè la sacca era strappata.
Sebbene la sintassi di questo enunciato sia sempl ice e non ci siano parol e inusuali, il signi ficato è completamente chiaro sol o se sappiamo che parla di cornamuse: la d iffi coltà dell’i nterpretazione d i questo enunciato consi ste soprattutto nell ’attivare il giusto campo concettual e, che i n questo caso è piuttosto i nusuale. Questo esempio, inoltre, ci spinge a consi derare attentamente la d ifferenza tra si gnificato grammaticale di un’emissi one e si gnificato (pragmatico) associ ato dai parlanti a quell’emissione. Bl utner è molto interessato al lo studi o dell’i nterazione tra si gnificato lessicale e pragmatica. I significati espressi dai li nguaggi naturali dipendono sia d a fattori semantici che da fattori contestual i. L a nostra capacità di comprendere un linguaggio è fondata su diversi fattori: il lessico e la grammatica, ossia l’insieme delle conoscenze relati ve alle p a r o l e e d e l l e r e g o l e d e l l i n g u a g g i o , 36 e l ’ e n c i c l o p e d i a , o s s i a
35
Blutn er (2000 ).
36
Ad ese mpio semantica, morfolog ia, sintassi, fo nolo gia ecc. ecc .
49
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
l’insi eme dell e nostre conoscenze sul mond o. In questo capi tolo esamineremo una teoria che affronta il problema della poli semi a basata pri ncipalmente sull ’idea di una profonda interazi one di questi due el ementi.
3.2
Indeterminazione e sottodeterminazione
Come N unberg, anche Bl utner nega che l a polisemia sia una forma di ambigui tà l essi cale come l’omonimia. Entrambi sostengono inoltre che la semantica non determini il signifi cato
delle
parol e
in
mod o
autonomo
dai
meccanismi
p r a g m a t i c i . 37 La concezi one di B lutner parte, tuttavia, da presupposti di fferenti rispetto a quel li d i Nunberg. Per quanto ri guarda la semanti ca, Nunberg sostiene che l’i ndetermi nazi one del si gnificato si a dovuta all ’incapacità di una comunità di stabi lire in modo uni voco il contenuto delle convenzi oni linguisti che. L’i ndetermi nazi one o pi ù precisamente l a sottodeterminazione di cui parl a Bl utner, i nvece, è una caratteristica propria del lessico, i cui elementi non specificano interamente i possibili significati che una parola può assume-
37
Per lo meno se per significato di una parola si intende il contenuto che
qu esta parola ha a ssun to in un dato co ntes to d ’uso . Ritorn eremo in seguito su questo punto.
50
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
re. Ri spetto a Nunberg, Bl utner propone un mod ello del la semantica che si differenzia in modo diverso da quello della semant ica classica. L a struttura dell e rappresentazioni semantiche che compongono il lessico, come vedremo in seguito, è caratterizzata dall a presenza d i un signifi cato di base e da una vari abil e di pend ente dal contesto che può essere realizzata da una serie di oggetti differenti che d eterminano i di versi sensi che una parola può avere. La differenza tra la semantica di Blutner e quella di Nunberg è riscontrabil e soprattutto in rapporto al problema sollevato da Chomsky (1993): a che cosa si riferiscono le parole? Di scutendo del la questione che riguard a il rapporto tr a nomi e oggetti reali, Chomsky critica l’id ea d i Fr ege second o cui le parole si riferiscono alle cose, sostenend o che non può esistere un oggetto reale a cui un nome, Londra per seguir e il suo esempio, si rif erisce. Il nome Londra, infatti, può essere usato per riferirsi all ’agglomerato urbano, all a gente che vi abita o al luogo in cui si trova, ecc. Per esemp i o p o s s i a m o d i r e c h e L o n d r a è m o l t o i n q u i n a ta , r i f e r e n d o c i al l’aria, che ha eletto un nuovo sindaco, parl ando del la popolazi one che vi risiede, o che sorge sull e ri ve d el Tamigi, in questo caso ci riferiamo al l’agglomerato urbano. Ma nella real tà, dice Chomsky, non esiste niente che possa avere simultaneamente tutte queste proprietà.
51
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Per quanto riguard a il problema della poli semi a, ritengo che Chomsky, pur non proponend o un’analisi approfondita e strutturata dell a polisemia, sol levi un problema nuovo ri spet to a Nun berg . Nu nberg ha affront ato il p robl ema dell a polisemia ipotizzando che i di versi si gnificati in rapporto tra loro che una parol a può avere si ano riconducibil i ad un’uni ca convenzione l inguisti ca, lasciand o però aperta la questi one che riguarda il contenuto delle convenzi oni linguisti che. Nunberg sostiene che le convenzioni siano i ndeterminate, nel senso che i parlanti non sono i n grado di determinare quale sia la convenzione semantica che regola l’uso dell e parole, ma non sembra mettere in d iscussione i l m o d e l l o t r a d i z i o n a l e d e l l e c o n v e n z i o ni c h e c o l l e g a l e p a r o l e al le cose. Blutner, a mio parere, affronta esplici tamente questo problema proponendo un modello che anal izza in modo nuovo gli elementi del lessico. In risposta a Chomsky di rebbe che un’entrata lessicale sottospecificata non si riferi sce direttamente ad un oggetto ma a qualche oggetto f ra una serie di oggetti che reali zzano in mod o di verso una stessa proprietà. La sua anali si, per certi versi, può essere intesa
come
una
possibile
risposta
al
problema
dell’i ndetermi nazi one lasciato in qual che modo aperto da Nunberg. Approfond iremo in seguito quest’idea.
52
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
3.3
Alcuni problemi per l’approccio tradizionale
3.3.1
A g get t i v i
Il pri ncipio d i composizionali tà è uno dei pri ncipi fondamental i della filosofi a del li nguaggio e svolge un ruolo molto importante nel processo di speci ficazione dei si gnificati. In generale, questo principi o di ce che è possibi le scomporre e analizzare un’espressi one complessa in espressi oni più semplici che ne determinano il signi ficato. Più precisamente i l si gnificato di un’espressi one complessa è una funzione del significato delle parti e della sintassi che reg o l a l a l o r o c o m p o s i z i o n e . 38 Q u e s t a v i s i o n e è a c c o m p a g n a t a dall’i dea che il signi ficato d i una parola contribuisce in modo pressoché costant e al si gnif icato delle espr essi oni compl esse in cui occorre. Consideriamo i seguenti enunciati: (2)
Jean è uno studente francese.
(3)
Il bordeaux è un vino francese.
Il contrib uto dell ’aggetti vo francese al signifi cato degli enunciati ( 2) e (3) è costante, infatti uno st udente francese è
38
Pa rtee (19 84).
53
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
uno studente che proviene dalla Francia e, al lo stesso modo, un vino francese è un vino che proviene dalla Francia. In un’anal isi composizionale sempl icistica, gl i aggettivi vengono analizzati come predicati ad un posto, in cui il significato quello
dell’aggettivo
del
sostantivo,
si
combina formand o
direttamente il
con
signifi cato
dell’espressione compl essa. Il signifi cato del l’espressione complessa ha come estensione l ’intersezione delle estensioni del le componenti . Prendi amo come esempio l’espressione vino francese: second o l’anal isi composizionale questa espressione può essere rappresentata logicamente come λx [ x ( v i n o ) ∧ x ( f r a n c e s e ) ] . 39 Un’analisi più approfondita ri vela però che questa sol uzi one, e d i conseguenza quest’idea di composizionalità, ri sulta inadeguata e probl ematica in rapporto alla descrizi one del linguaggio naturale. Bl utner, riprendendo una temati ca d iscussa da Quine (1960), osserva che gli aggetti vi non hanno un unico senso fissato d alla semanti ca, ma possono d enotare proprietà di verse, o riferirsi a parti d iverse, a seconda del tipo di oggetto che il nome con cui occorrono denota, influendo in modo rilevante sull’i nterpretazione dell’i nter a espressione: i l rosso d i una mela non è il rosso
54
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
dei capell i, una mela rossa è una mel a con la buccia rossa m e n t r e u n ’ a r a n c i a r o s s a è u n ’ a r a n c i a c o n l a p o l p a r o s s a . 40 Questo esempio mette i n luce i l fatto che nel linguaggio naturale i l si gnificato delle espressi oni complesse è prod o t t o d a l l ’ i n t e r a z i o n e d e i s i g n i f i c a t i d e l l e s u e c o m po n e n t i . I l problema riguarda principalmente i l fatto che gli aggettivi contri buiscono a speci ficare aspetti d iversi a seconda del n o m e c o n c u i o c c o r r o n o . 41 L a g e n e r a z i o n e d e l s i g n i f i c a t o d i un’espressione complessa non va intesa come la semplice somma dei significati dell e parole che la compongono, ma deve rappresentare in modo più fed ele la d inamica dell a costituzione d ei signi ficati compl essi . A questo scopo Blutner prende in consi derazione un mod e l l o a l t e r n a t i v o b a s a t o s u l l a c a r a t t e r i z z a z i o n e f u n z i o n a l e 42 degli aggettivi. L ’idea consiste nel consi derare gli aggettivi come funzioni adnominali che contribui scono al senso d elle espressioni complesse in cui occorrono in funzione del
39
Questa es pres sion e pu ò es sere letta c ome: la prop rietà di ess ere un
in dividuo x tale che x è un vino e x è fra nces e. 40
Questo es empio è basa to s u qu ello di Quin e (1 960) che utilizz a le e-
sp ress ioni re d ap ple e pink grape-fruit (mela ross a e pomp elmo ros a). 41
Il fa tto che l’ag gettivo ro sso p ossa den otare co lori intuitivame nte diffe-
re nti no n è un g rave pro blema se si cons idera ro sso c ome un termine ge nerico c he n on d enota un colore in p articola re ma un colore in u na c erta gamma. 42
Fu nctional view. Per un ana lisi di ques to tipo si v eda Ke enan (19 74).
55
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
contesto l etterale del l’espressione, ossia le altre parole che c o m p o n g o n o l ’ e n u n c i a t o . 43 I l l e s s i c o e n u m e r a i n m o d o d i sgiuntivo le caratteri stiche che un aggettivo può denotare ri spetto ai nomi: λx [Rosso(x)] è l a pr opri età di… I.
Avere la bucci a rossa se x d enota frutti il cui esterno è commestibile.
II.
Avere la polpa rossa se x d enota frutti il cui esterno non è commestibil e.
III. Avere la carrozzeria rossa se x d enota auto. IV.
Avere la l ampada superiore accesa se x d enota un semaforo.
Questo mod ello ha però un difetto: l’enumerazi one, sebbene si a in grado d i rendere conto del fatto che uno stesso aggettivo usato in combi nazi one con nomi diversi possa riferi rsi a parti diverse o denotare proprietà differenti, non mette nell a gi usta evi denza il fattore sistematico dei processi che prod ucono il signifi cato del le espressioni composte. Questa soluzi one, infatti , somigl ia molto all ’idea di
43
In ce rti casi, in oltre, a nche il co ntes to e sterno p uò influ enza re il signifi-
ca to d egli agg ettivi. Per esempio l’es pres sion e le batterie so no e saurite
56
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
trattare i casi di pol isemia come casi di ambigui tà l essi cale: come abbiamo visto nel le pagine preced enti questo genere d i s p i e g a z i o n e n o n s e m b r a m o l t o p l a u s i b i l e . 44 Bl utner ri tiene che si a necessario considerare anche un al tro principi o fondamentale, la sistemati cità del la competenza linguistica dei parl anti . La sistematici tà d ella competenza li ngui stica consiste nel fatto che l’abili tà d i un parlante d i produrre o di comprend ere il signi ficato d i un’espressione è l egato al la capacità di comprendere o produrre altre espressioni semanticamente col legate. Se uno comprende il signi ficato d i moto nera e auto rossa, infatti, deve necessari amente comprendere anche il significato di moto rossa e auto nera. Questo deve valere anche per i casi come mela rossa e arancia rossa. Nella visi one semplici stica composizionali tà e sistematici tà sono d ue aspetti collegati : n e l l a c a r a t t e r i z z a z i on e f u n z i o n a l e d e g l i a g g e t t i v i , a l c o n t r a ri o, non sembra possibile garantire che la comprensione delle espressi oni complesse si a una competenza si stematica. La sol uzione che B lutner propone cerca di unire i vantaggi che deri vano da entrambe le anal isi, cercand o di evitare i problemi connessi a ciascuna di esse. La sua i dea con-
può significare sia che le batterie s ono scariche, sia che, in un negozio, le batterie sono finite. 44
Cfr. 1 .2.
57
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
si ste nell ’analizzare gli aggettivi (ma lo stesso discorso può valere anche per i nomi) come formule aperte, in cui compaiono del le variabili (teoria delle variabili libere): il significato d elle parole vi ene determinato dai valori assegnati di volta in volta all e variabili in base al contesto in cui l’aggettivo compare, l a completa speci ficazione di un signifi cato si otti ene perciò attraverso la saturazione del la vari abil e in funzione delle altre componenti del l’espressione in
cui
la
parola
occorre.
Prendiamo
come
esempio
l’espr essi one mela rossa: in una prima approssimazione la rappresentazione λx [Rosso(x)∧Mela(x)] verreb be trasf ormata in λx [ Rosso(x,X)∧Mela(x)]. X r appr esenta una variabile lib era che ind ica la classe-esempi o che deve essere determinata contestual mente per ottenere l a corretta i nterpretazione d i Rosso. Per Bl utner Rosso(x,X) può essere soddi sfatta d a un oggetto rosso rispetto all a cl asse ind icata dalla vari abil e X. Il vantaggio d i questa forma di rappresentazi one rispetto a quel la basata sull’enumerazi one consiste pri ncipalmente nel fatto che in questo modo non si corre il rischio d i tralasciare
al cun significato possibil e dell’aggettivo. Utilizzan-
do la forma logica proposta da Blutner, infatti, l a determinazione del si gnificato di un aggettivo avviene contestualmente, attraverso la speci ficazione della vari abil e li bera: in questo mod o il problema di rendere conto d ei d iversi signi-
58
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
fi cati che un aggettivo può assumere cessa di essere una questi one grammati cale. Il problema della specificazione tuttavia rimane, ma vi ene assegnato ad una teoria che indaga come le nostre conoscenze l inguisti che interagi scono con le nostre conoscenze enciclopediche. Questo ti po d i soluzi one sembra preferibi le rispetto all’anal isi funzionale d escritta prima, in quanto i si gnificati possibili che un aggetti vo può assumere quando si applica ad oggetti diversi sembrano essere sensibili al variare d elle nostre conoscenze encicl oped iche. Per esempi o, se venissero create d ue nuove specie di mele una con la polpa verde e una con la pol pa rossa, probabi lmente l ’espressione mela rossa potrebbe denotare del le mele con la polpa rossa. P r i m a d i a p p r o f o n d i r e q u e s t’ i d e a v o r r e i p r e s e n t a r e l a t e o ria di Blutner in un quadro pi ù ampio. Quello degl i aggettivi , infatti, è una parte d el probl ema generale del la polisemi a. L ’approccio che B lutner propone si chiama Radical underspecification view, e si basa su quattro punti chiave: I.
Ogni unità lessicale d etermina una rappresentazione sottospecificata che contiene del le variabili il cui valore vi ene determinato dal contesto.
II.
Il sistema combinatori o del li nguaggio determi na i l modo i n cui le uni tà l essi cali si combinano per
59
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
formare unità più grandi (espressi oni complesse e frasi). III. C’è un sistema di regole e restrizioni che determi na se una struttura, considerata sotto il profilo del suo grado di speci ficazione, è ben formata.
IV. Ci sono dei meccanismi che per mettono di specificare il contenuto i ndetermi nato del lessico ri correndo al contesto (contextual enrichment).
3.4
Po lise mia e so ttos peci fica zion e
Cerchi amo innanzitutto di capi re i n cosa consi ste e da dove deriva l’i dea dell a sottospeci ficazione semantica: Blutner consid era innanzitutto gli studi semantici di Caramazza e Grober (1977). Questi stud i erano cond otti ricercando tutti i si gnificati possibili di una parol a si ngol a per studiarne i rapporti: ciò che si cercava d i trovare era un signifi cato di base ( core meaning) e una serie di r egol e semantiche di estensi one del significato. Caramazza e Gr ober hanno anali zzato ventisei sensi diversi del la parol a line (linea) con i l proced imento d ella decomposizi one concettuale. Secondo l’anal isi di Caramazza e Gr ober ciascuno dei ventisei sensi di line deriva da un unico significato di base. I sensi della parola line, secondo gli autori, si articolano second o ci nque
60
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
varianti principal i. N ella tabella ho cercato di proporre questo tipo di analisi per la parola i tali ana linea. Anche questa parola, infatti , ha mol tepl ici significati riconducibil i ad un’unica id ea principal e. Ecco uno schema molto semplifi cato che rappresenta alcuni dei significati dell a parola l i n e a : 45 S I G N I F I C AT O B A S E
VAR IANTI
SENSI DI LINEA
F ig u ra
A ) D ime n s ion e s p a z ia l e
Og g e tto v isib il e :
g e o me tric a
L in ea re t ta .
Tra ccia u n a lin ea a m a tita .
in t u itiva me n te
B) Ele me n to ide a le ch e
Est e tico:
com e f orm a ta
de s crive u n de t e rmin a to
la lin ea di u n ve s tito.
da l le p os iz ion i di
a sp e tto.. .
de f in ib il e
P ra tico:
u n p u n to in
u n a lin ea di con dot ta .
mov ime n to . C) e cc.
Per spiegare come si reali zzano tutti i si gnificati della parola esami nata a parti re d al signi ficato d i base che i l dizionario linguist ico associ a al la sequenza arti colata d i suoni line (linea), i due autori hanno proposto l’idea di una seri e di istruzioni semantiche d ella for ma realizza x come y, dove x e y sono d ue rappresentazi oni semantiche: x corrispond e ad
45
Nella prima c olon na h o in dica to il significato di bas e da cui derivan o
tu tti i significati de lla paro la linea . Ne lla seco nda colo nna ho indic ato alcune varianti principali del sen so g enerale di linea : la variante A corrisp onde al sign ific ato di b ase, la variante B p rodu ce i sig nificati astratti di linea che vertono sull’ide a di con tinu ità.
61
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
un signifi cato sottospecificato e y ad una possibile specificazione. Per esempio i l senso di linea nella frase traccia una linea a matita, secondo gli autori, deri va d all’appl icazione in successione di due istr uzioni: la pri ma si applica al significato di base d i linea e dice di real izzarne l’estensione come
dimensione
spaziale,
la
seconda
dice
di
realizzare
l’estensione spaziale di linea come oggetto visibile. Allo stesso modo i l si gnif icato di linea di condotta r appr esenta l a realizzazione del si gnif icato base d i linea come elemento ideale descrittivo, ri feri to ad un aspetto pratico. Uno degl i aspetti interessanti d i questa analisi consiste, tra l ’altro, nel mostrare che ci sono diversi livelli di (sotto)specificazione. Questi studi, essendo stati condotti su si ngol e unità lessi cali , hanno però il difetto di l imitarsi ad una descrizi one della struttura di singoli concetti, trascurando l ’aspetto che ri guarda l a regolarità che caratterizza un fenomeno come quello del la polisemia. Caramazza e Gr ober , inoltr e, sembrano assumere che i signi ficati d i base e le regole di istruzi one siano parte del lessico. Come vedremo fr a br eve Blutner metterà in discussione proprio questo aspetto. In questi stud i tuttavia non mancano d iversi spunti interessanti sotto var i aspetti, a par tire dal l’id ea d elle istruzioni di realizzazione. Consider are le istruzioni che r eali zzano l ’ e s t e n s i o ne d e i s i g ni f i c a t i c o me p a r t e d e l l e s s i c o p u ò e s s e r e
62
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
problemati co se si considera che una serie di regole d i deri vazi one pragmati ca che si possono applicare ad un insieme di casi simili potrebbero d are un’i dea migl iore del la regolarità del le connessioni che caratteri zzano il fenomeno d e l l a p o l i s e m i a . 46 L ’ o b b i e t t i v o p r i n c i p a l e d e l l a P r a g m a t i c a Lessicale di Blutner è soprattutto quell o di semplif icar e radi calmente il sistema di stipulazi oni lessical i, affid ando a dei meccanismi di rafforzamento pragmatico il compito della specificazione d elle uni tà l essi cali : naturalmente i l prezzo da pagare per questa operazione, come vedremo, è una maggiore compl essi tà d ei compi ti che l a pragmatica deve compi ere. Il punto di par tenza della Pragmatica Lessicale è l’id ea d ella sottospecif icazione del le rappresentazi oni semantiche.
3.4.1
En t ra t e l e s s i c a l i s o t t o s p e c i f i c a t e
Second o Bl utner le rappresentazioni semantiche sarebbero caratterizzate dal la forma general e:
λx ∃y[SIGNIF ICATO-BASE(y)∧REALIZZA(y, x)]
46
L a sp iega zion e de lla polisemia di Nun berg , ad ese mpio , se gue pres sap-
po co q uesta strada .
63
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Il signifi cato semanti co d i una parola denota un oggetto y realizzato dal la proprietà x di essere un certo tipo di oggetto. In questo capitolo cercherò di chiarire questa defi nizi one mostrand o che questo tipo di rappresentazione semantica può essere uti le per spiegare perché una stessa parola può avere diversi signifi cati in connessi one tra loro. A mio parere l ’aspetto più interessante in questa forma di rappresentazioni semantiche consiste nel fatto che il significato di base di una parol a vi ene separato dal tipo di oggetti che la parola può denotare (ossia gli oggetti che realizzano il significato semantico di una parola). Le entrate lessical i devono essere intese come degl i schemi formati
da
due
componenti
principali:
SIGNIF ICATO_BASE(y)
rappresenta il nucleo di signi ficato che accomuna tutti i s e n s i c h e u n a me d e s i m a p a r o l a p u ò a s s u m e r e . 47 I l s i g n i f i c a t o di base, i noltre, rappresenta ciò che rend e le parole diverse una dall’altra.
REALIZZA
(y,x), i n cui x è un elemento ind e-
terminato dal punto di vista semantico,
è un predicato di
realizzazi one che dice come un signifi cato di base y deve essere realizzato. Blutner afferma che le possibil i specificazi oni di x non fanno parte d el l essi co, il che signi fica che le
47
La nozione di significato di bas e è piuttos to c omplessa e difficilmente
de finibile . Discuterò di alc uni prob lemi leg ati a qu esta noz ione nel cap itolo 3.7.
64
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
di fferenti interpretazioni che si possono dare del significato d i una parola non possono essere trattate semanti camente. Le rappresentazioni interamente specificate dei significati dell e parole, infatti, vengono reali zzate attraverso un procedi mento di arricchimento pragmatico governato da massime conversazi onal i che determinano a qual e oggetto una certa parola si ri ferisce. Una rappresentazione sottospecificata di per sé si riferisce a qualche oggetto tra quell i che realizzano il significato di bas e de lla paro la. La p arol a sc uola , ad ese mpio , pu ò es sere usata per i ndicare sia un tipo di istituzione, si a un edi fici o: i l si gnif icato lessicale di scuola tuttavia non corri sponde a nessuno d ei suoi possibil i usi, ma corrispond e invece al signifi cato del la formula seguente: λx ∃y[SC UOLA(y)∧REALIZZA(y, x)] Questo schema dice che la parola i tali ana scuola d enota un oggetto che appartiene all ’insieme del le realizzazi oni possibili di
SC UOLA
nella for mula. La par ola ital iana scuola, in
questo senso, non deve essere confusa con il signi ficato d i base
SC UOLA(y).
Essere una
SC UOLA,
infatti, è una proprietà
che può essere god uta da i nsieme molto ampio di oggetti , mentre il significato dell a parola scuola d enota una possibi le reali zzazione di y second o la determi nazi one di x. Le
65
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
formul e seguenti mostrano due possibil i realizzazi oni di scuola come isti tuzi one o come edifici o: a) λx ∃y[SC UOLA(y)∧REALIZZA(y,x)∧ISTITUZIONE(x)] b) λx ∃y[SC UOLA(y)∧REALIZZA(y,x)∧EDIFIC IO(x)] A questo punto occorre innanzi tutto chiedersi che cosa determina le possi bili specifi cazi oni di una parol a. Secondo Bi erwi sch esistono dei modelli semant ici che codif icano tutti i significati che ciascuna parola può avere. Bi erwi sch, per esempi o, r itiene che i l si gnif icato lessicale di scuola corrisponda all ’insieme dei signifi cati cod ificati nel lessico: il si gnificato di scuola dovrebbe essere interpretato come un ti po di istituzione, un tipo di edi fici o oppure come un tipo d i p r o c e s s o . 48 Q u e s t a s o l u z i o n e p u ò e s s e r e v i s t a c o m e u n o sviluppo d ell’idea del le r egol e di istruzi one di Caramazza e Grober, ereditandone i difetti fondamental i: l a versione fin qui presentata, infatti, si basa su una forma di enumerazi one lessicale. Occupandoci del problema d egli aggetti vi abbiamo visto che, per avere una nozione interessante di composi zionalità, è util e caratterizzare il lessico in modo che contenga delle vari abil i contestual i. Dal punto di vista teorico la
48
Bierwisch (198 3), Blutner (199 8).
66
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
sottospeci ficazione delle entrate lessical i permette d i affermare in senso proprio che una medesima parola può avere diversi signifi cati . Naturalmente non è suffici ente postulare rappresentazioni semantiche sottospeci ficate e ind icare il campo delle possibili specificazioni delle variabili. Un semplice el enco del le possi bili specifi cazi oni, infatti , non è sufficiente per garantire la sistematici tà d ella nostra competenza linguistica; ci vor rebb ero, piuttosto, dell e regole che spieghino come le variabi li contestual i possono essere specifi cate in modo appropriato in tutte le situazi oni possibili. Per spiegare come funzionano i meccani smi dell a comprensione d el l inguaggi o naturale bisogna spiegare come gli aspetti che non sono determinati dalla semantica vengono specificati in mod o appropriato. Secondo i l parere di Blutner questi meccanismi si basano necessariamente sulla nostra conoscenza del mondo.
L’idea principale di
Bl utner è che la scelta degli oggetti che possono stare nella relazi one di realizzazi one sia spiegabi le con un approccio basato su una riformul azione appropriata d ella teoria dell e implicature conversazionali. La determi nazi one dei significati è una questi one piuttosto complessa. Per avere un quadro complessivo occorre af frontare anche un al tro prob lema col legato: il problema
67
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
delle rest rizioni sui possi bili signifi cati del le parol e polisemiche.
3.5
Il pro blem a de lle rest rizi oni
Uno degli aspetti a cui Bl utner è più interessato è rappresentato dall’i dea di sistemati cità del la competenza li nguistica. Questa esigenza era stata avvertita da Lehrer con i s u o i s t u d i s u i c a m p i s e m a n t i c i . 49 L e h r e r ( 1 9 7 0 ) o s s e r v a c h e , se diverse parole sono in relazione in un determinato campo semanti co e una di loro è collegata ad un altro campo, dovrebbe essere possibile estendere al secondo campo i l si gnificato di tutte l e al tre parole d ell’insi eme di partenza. In pratica, come abbiamo vedremo, ciò non avviene semp r e . 50 B l u t n e r ( 1 9 9 8 ) d i s c u t e i r i s u l t a t i d i u n o s t u d i o 51 c h e r i guarda diverse parole tedesche che denotano istituzioni, e che, i n certi casi , possono essere usate anche per denotare ed ifici o processi . Ho riportato l a tabell a che mostra i ri-
49
Le hrer in particolare ha s tudiato i ca mpi sema ntic i de lle paro le legate
alla c ucin a (1 968), alla tempe ratu ra (1970 ) e alle percezioni (197 8). 50
Un ese mpio : gli ag gettivi ac uto e ottuso p osso no riferirsi entramb i ad un
angolo
o
ad
una
pe rson a
co nsid erata
sotto
il
p rofilo
intellettuale:
l’este nsio ne a l ca mpo sema ntic o de i su oni, pos sibile p er a cuto , è però preclu sa a l te rmin e ottuso .
68
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
sultati dello stud io: il simbolo accettati in ted esco,
X
0
indica gli usi normalmente
indica invece gli usi generalmente
c o ns i d e r at i a n om a l i . I n t e d e s co , l e p a r o l e d e l ti p o 1 , a d e s e mp i o , d e n o t a no n o r ma l m e n te s i a i s t i t uz i o n i , s i a e d i f i c i s i a p r oc e s s i , me n t r e q u e l l e d e l ti p o 2 s i p o ss o n o us a r e pe r i s ti t u z i on i e d e d i f i ci , m a n o n p e r r i f e r i r s i a p r o ce s s i . I n g e ne r a l e i l p r ob l e m a d e l l a r e s t r i z i o n e c on s i s t e i n q ue s t o : p e r c h é , d a t a u n a r a p p r e s e n t az i o n e s e m a n ti c a , ce r t e e s t e n s i o n i s on o p o s s i b i l i e a l t r e n o ? D i c h e n at u r a so n o l e r e go l e d i r e s t ri z i o n e ? 52
51 52
Bierwisch (198 3). Elenc o qu i la tra duzione delle pa role ted esch e ne lla tabe lla. Tipo 1 :
sc uola , un iversità , te atro , op era, chiesa, acc ademia. Tipo 2 : parlamen to, mu seo, min iste ro, assicura zion e, p rigione, hotel, grande mag azzino, tratto ria. Tipo 3 : esercito , ma trimonio . Tipo 4 : gove rno, comitato. È imp orta nte nota re c he, salv o alcuni cas i, q uesta ta bella è valida a nche per l’italiano.
69
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
TIPO 1
TIPO 2
TIPO 3
TIPO 4
ISTI TUZIONI
0
0
0
0
EDIF ICI
0
0
X
X
P R O C E S S I 53
0
X
0
X
Sch ul e
Pa r l a me nt
A rm e e
R e g i e rung
U n i ve rsit ä t
Museum
Eh e
A u s sch u ß
Th e a te r
M in iste ri u m
Op e r
V e r sich e r u n g
K ir ch e
Ge f ä n g n is
A k a de mie
Hot e l Kaufhaus Ga s th a u s
Per spiegare l e di fferenze che riguard ano la possi bili tà d i utilizzare queste parole per d enotare vari tipi di oggetti , Bi erwi sch (1983) propone questa analisi: l e entrate lessicali delle parole sono sottospecifi cate, il lessico però preved e dei modell i di possibi li speci ficazioni. L ’entrata semanti ca unitaria d i Schule, come abbiamo visto, prevede i seguenti modell i che determinano gl i usi ammissibil i di questa parola i n tedesco: a) λx ∃y[REALIZZA(x, y)∧SC UOLA(y)∧ISTITUZIONE(x)] b) λx ∃y[REALIZZA(x, y)∧SC UOLA(y)∧EDIFIC IO(x)] c) λx ∃y[REALIZZA(x, y)∧SC UOLA(y)∧PROCESSO(x)]
53
Per p roce ssi s’in tend e pe riod i di tempo c aratterizzati da llo svolgers i di
un a de terminata attività.
70
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
I modelli che pred eterminano i l campo dei possibil i oggetti che possono realizzare la rappresentazione semanti ca d i una parola del tipo 4 come Regierung, invece, non prevedono tutte queste possibilità: a ) λ x ∃ y [ R E A L I Z Z A ( x , y ) ∧ G O V E R NO ( y ) ∧ I S T I T U Z I O N E ( x ) ] b ) λ x ∃ y [ R E A L I Z Z A ( x , y ) ∧ G O V E R NO ( y ) ∧ E D I F I C I O ( x ) ] c ) λ x ∃ y [ R E A L I Z Z A ( x , y ) ∧ G O V E R NO ( y ) ∧ P R O C E S S O ( x ) ] S e c o n d o B i e r w i s ch i m o d e l l i ( b ) e ( c ) n o n s o n o p r e v i s t i d a l l a li ngua ted esca per la parola Regierung: questo è il moti vo per cui in ted esco non si può util izzare questa parola per denotare un ed ificio o un processo. Questa sol uzione, in sostanza, dice che le regole d i restrizione sono di natura semantica e che il lessico determi na quali sono gl i usi consentiti delle parole. Contrari amente a Bi erwi sch, secondo cui queste differenze dipendono dal si stema lessicale e d a l l e r e g o l e g r a m m a t i c a l i , B l u tn e r è t r a q u e l l i c h e r i t e n g o n o che le restrizioni siano connesse con le conoscenze extra li ngui stiche condi vise dal la comunità dei parl anti . Consid eri amo una spiegazi one alternativa dei risultati dello stud io ci tato: second o Taylor (1994), Parlament può indicare un ed ificio, poiché normalmente i l parlamento è un’istituzione il cui funzionamento d ipende d al fatto che un’assemblea si ri unisce i n una sede speci fica per discutere e votare le l eg-
71
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
gi . A diff erenza d el parlamento, i l governo (Regierung) non è necessariamente legato ad un’uni ca sede, o almeno non è conoscenza comune che lo si a. Per questo motivo die Regierung liegt am St adtrand (il governo si trova in periferia) è consi dera ta a noma la d alla mag gior par te d ei t edes chi. Una conferma del fatto che le conoscenze e le abi tudi ni d i chi usa il li nguaggio sono determinanti per l a questi one dell a restrizi one e dell’anomalia pragmati ca d eriva dal fatto che in luoghi come Saarbruecken o Monaco, dove esistono d elle strutture particol ari in cui i l governo locale ha sede, la maggior parte dell e persone non consid era anomalo o devi ante l’uso d el termi ne Regierung per indicare un ed ifi cio. Questo tipo di spi egazione presenta di versi aspetti interessanti che meritano di essere sviluppati : cercherò d i rendere più chiaro questo discorso introd ucendo alcune nozioni teoriche.
3.5.1
R e s t ri z i o n i , b l o c c a ggi o e a n o m a l i a
Per prima cosa vorrei introdurre l a nozione di bloccaggio (blocking). Si tratta di un meccanismo generale di esclusi one che può essere uti lizzato in d iver si campi . Le regole di rest rizione che ab biamo introd otto nel capitol o pr eced ente, si ano esse di natura pragmatica o lessical e, d eterminano i l bloccaggio d i certi usi. Il concetto di bloccaggio è spesso col-
72
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
legato all ’idea che certi processi regolari di produzi one di certe forme possono essere bloccati d all’esistenza di forme specializzate equi valenti. E c c o u n e s e m p i o t r a t t o d a l l a m o r f o l o g i a 54 c h e i l l u s t r a i l concetto d i bl occaggio: in italiano il suffisso –ità vi ene usato regol armente per trasformare gli aggettivi con suffisso -oso i n sostantivi , come mostra l’esempio (4): (4)
Curioso - curi osit à Maestoso – maestosità Pericoloso – pericolosità
(5)
Furioso – furiosità – furi a Gi oioso – gi oiosità - gioia
In certi casi come (5), tuttavia, l’esistenza di un sostantivo specializzato indi pend ente che rappresenta la forma nominale d ell’aggettivo blocca l a formazione regolare del suo si noni mo ricavato aggi ungendo il suffi sso –ità alla radi ce dell’aggettivo.
3.5.2
B l o c c a ggi o l es s i c a l e
Bl utner è convinto che il problema del la restrizione sia d a affrontare su base pragmatica, tuttavi a ci sono al cuni casi che sembrano d ipendere più plausibilmente da ragioni l es-
73
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
si cali . Bl utner intend e ri apri re l a questi one soll evata da Nunberg ri guardo ai vi ncol i specifici di alcuni linguaggi. Nunberg (2002) afferma che in russo il nome di un organo può essere usato per i ndicare il d isturbo che lo riguarda, e che in francese si può usare i l nome d i un frutto per indicarne il succo. I n q u e s t a t a b e l l a h o r i p o r t a t o a l c u n i e nu n c i a t i i n f r a n c e s e con la rel ativa traduzione: F RA NCES E
I TA LI A NO
1.
Je vou drais un jus de poi re
Vor rei un succo di pe ra
2.
Je vou drais une poi re
Vor rei un a pera
In francese l’enunciato (2) si può uti lizzare normalmente per chiedere un succo di pera. Questo enunciato tradotto i n italiano si comporta i n modo d ifferente. L a traduzione itali ana di (2) non si usa normal mente per chiedere un succo di frutta, ma piuttosto per chiedere un frutto. Il fatto che ci si ano parole che hanno del le condi zioni di restri zione di verse in lingue diverse può costitui re ostacolo per i sostenitori dell a spiegazione pragmatica. Il fatto che pera i n fr ancese possa denotar e si a un frutto che il suo succo potrebbe essere spi egato pragmaticamente, i n fondo que-
54
la dis ciplina che stud ia la fo rma delle pa role
74
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
sti due oggetti sono i n stretto rapporto. Il punto è che i n questo
caso
non
sembrano
esserci
delle
valide
ragi oni
p r a g m a t i c h e c h e i m p e d i s c o n o c h e i n i t a l i an o s i p o s s a f a r e l o stesso. L’esistenza dell’espressione succo di pera, essendo pi ù specif ica di pera ma nel contempo più compl essa e quindi più costosa non d ovrebbe bloccare l’uso d i pera per ri feri rsi al succo. In ogni caso una ragione per bloccare questo uso in ital iano sarebbe una buona ragione per bloccarlo anche in francese. Per spiegare questi casi, come abbi amo visto nel capitolo 2.7, Nunb erg e Zaenen (1992) hanno introdotto la nozione d i licenze lessicali. Lasciando ad un’al tra occasione la questione d i come casi di questo genere debbano essere analizzati, si può osservare che esi stono al tri casi in cui certi usi vengono esclusi che sono analoghi ai d i bl occaggio morfologico a cui abbiamo accennato in precedenza. Il si stema lessicale, sostiene Bl utner, non è monotonico: l’aggiunta d i nuovi elementi al sistema lessical e può modifi care le proprietà degli elementi preesi stenti. Anal ogamente a quanto accade per i casi di morfol ogia che abb iamo visto poco fa, nei casi di bloccaggio lessicale l’esistenza di un termine speciali zzato bl occa il termine
generico
alternati vo
che
deriverebbe
d a l l ’ a p p l i c a z i on e d e l m e c c a n i s m o g e n e r a l e d i s p e c i f i c a z i o n e a partire da un si gnificato sottospeci ficato. Per esempio, in
75
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
italiano i l termine specif ico cuoio, che d enota la pel le conci ata di certi ani mali , impedi sce di usare in questa accezione il termine generico che si riferisce al l’animal e da cui la pelle che da esso proviene. Nei casi i n cui manca un termine specifi co i l meccanismo generale funzi ona regolarmente senza bloccaggi come i n (8). (6)
Gi gi i ndossa scarpe di cuoio.
(7)
Gi gi i ndossa scarpe di mucca. (?)
(8)
Gi gi i ndossa scarpe di coccodrillo.
È possibil e una spiegazione pragmatica di questo tipo di bl occaggi? Per affrontare il probl ema dell e restri zioni abbi amo considerato due punti di vista: secondo alcuni studi osi il probl ema dell e restri zioni di pend e dal lessico e dalle regole d ella grammatica, che determi nano in modo convenzionale qual i casi sono vali di e quali anomali. Blutner ri tiene invece che la possibil ità o meno d i estend ere il si gnificato di una parola non sembra un fatto indi pend ente da ragioni legate alla nostra enciclopedia mental e. L e possibi li anomalie di certi usi sono, secondo questo modo d i vedere, spiegabi li d a una teoria pragmatica che riguarda le conoscenze del mondo e del linguaggi o dei parlanti.
76
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
3.6
Ve rso una spie gazi one prag mati ca
In questo capi tolo cercherò di mostrare come B lutner tratta il problema della poli semi a su base pragmatica cercand o di ri solvere i problemi che abbiamo consi derato nelle pagine preced enti . Bl utner intend e il lustrare come una formul azione appropriata dei meccani smi di implicature conversazionali può spiegare come le rappresentazioni semanti che vengono reali zzate in mod o appropriato, risol vend o si a il probl ema dell a specificazione del le entrate l essi cali , si a quello delle restrizi oni.
3.6.1
I m p l i c a t u r e c o n v er s a z i o n a l i
Nel quadro teorico del la Lexical Pragmatics hanno mol ta i m p o r t a n z a i l a v o r i d i G r i c e ( 19 7 5 ) , e d i n p a r t i c o l a r m o d o l a teoria del le i mpli cature conversazionali. Pur non essend o parte dell e condizioni di veri tà, le i mpli cature sono dei fattori che possono influi re molto sul l’interpretazione di un enunci ato o di un’espressi one. Le impl icature si basano sul princi pio di cooperazi one tra parl ante e i nterprete:
77
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Il tuo contributo alla conversazione sia tale quale è richiesto, allo stad io i n cui avviene, d allo scopo o ori entamento accettato dall o scambi o li ngui stico in cui sei impegnato. Grice (1975). Ci sono poi delle massime che arti colano questo pr inci pio e i n d i c a n o i n m o d o g e n e r a l e c o me r e n d e r e u n a c o m u n i c a z i o n e pi ù effici ente, ottimi zzando gli sforzi di parlanti e interp r e t i . 55 Grice ha enunciato quattro massime conversazionali: I.
Qu antità: fornisci informazioni in misura né minore né maggiore di quanto è ri chiesto per gli scopi della conversazione.
II.
Qu alità: non dire cose che credi false o per cui non hai prove adeguate.
III.
Relazi one/rilevanza: dì cose pertinenti.
IV.
Modo: sii perspicuo, cioè parl a in mod o chiaro e ordinato, evitando ogni oscuri tà e ambiguità.
La cooperazione tra parlante e interprete si basa sul fatto che, i n li nea di massi ma, gli interlocutori si impegnano a
55
“Da
chiunque
abbia
a
cuore
i
fini
cen trali
della
conv ersa zio-
ne /comunic azio ne c i si dev e as pettare un interesse , in circostanze ada tte, a partecip are a sc ambi lin guis tici; i quali pe rò p otra nno esse re co nsid erati va ntag gios i so ltan to in ba se a ll’a ssun to c he s iano con dotti in gen erale co nformità al prin cipio di coo pera zion e e alle sue mas sime ”. Grice (197 5).
78
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
ri spettare queste indi cazi oni e si aspettano che gli altri facci ano lo stesso. Consid eriamo questo esempio:
(9)
Luca ha fatto una telefonata ed è usci to.
(10) L uca ha fatto una tel efonata prima d i uscire.
Abbiamo preced entemente di stinto i l si gnificato letterale di un’emi ssione d al signi ficato i nteso dai parlanti. Letteralmente l’enunci ato (9) non dice nul la rispetto all’ordi ne i n cui Luca ha compiuto l e azioni descritte. L’implicatura conversazionale riportata in (10) può essere generata secondo la massima del mod o. Se il parl ante che ha emesso (9) i ntende coll aborare con i suoi i nterlocutori , infatti, cercherà di esprimersi in modo ordi nato, ri spettand o l’ordi ne i n cui gl i eventi che descrive hanno avuto luogo. Il pri ncipio d i cooperazione, tuttavia, è un principio generale che, second o Grice, è possi bile rispettare anche vi olando una dell e massime. L a vi olazione plateal e di una m a s s i m a 56 p u ò g e n e r a r e i m p l i c a t u r e q u a n d o i l p a r l a n t e n e l l o stesso tempo i ndica che non ha smesso di cooperare. In certi casi , per esempi o, trasgredi re i ntenzionalmente le massime conversazi onal i può servire per arricchire il con-
56
Flouting.
79
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
tenuto del la comunicazione e per suggerire qualcosa implici tamente. Per capire come questo può accadere segui amo un esempio di Grice: al professor X viene sollecitato un gi udizio sul conto di Y, un suo ex allievo che vorrebbe ottenere un posto di insegnante di filosofi a. Il professor X ri sponde: “Y scrive in buon italiano e ha frequentato i l mi o corso con regolarità”. L ’interlocutore ne evi nce che Y di fil osofia n o n n e c a p i s c e n u l l a . 57 Grice rileva che i l professor X sembra aver vi olato la massi ma d ella quantità, espri mend o un giudizi o molto limi tato ri spetto a ciò che sapeva dell ’alunno. Dal momento che X vuole contribuire al buon andamento della conversazione cooperando con il suo interlocutore (se non fosse così non gl i avrebbe nemmeno ri sposto), dobbiamo interpretare l a vi olazione con il fatto che X, mol to probabilmente, non intendeva esprimere un giudi zio apertamente negativo, pur ri tenendo che il suo ex al lievo non fosse adatto all’i ncarico. In sostanza X ha i ndotto i l suo interl ocutore a concludere che Y non capi sce molto di fil osofia fornendo una quantità di informazioni in misura minore d i quella richiesta.
57
Uso la fo rmulazio ne d i Ca sale gno (199 7).
80
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
Bl utner ri tiene che con una formul azione appropriata delle impl icature si possano affrontare efficacemente molte questi oni legate all’i nterpretazione d ei l inguaggi natural i. Se da un l ato la nozione di implicatura è faci le d a comprendere i ntui tivamente, è diffici le d a defini re i n modo più preciso. Il princi pio di cooperazi one è pi uttosto generale e non è sempre chiaro quali massi me siano effetti vamente attive in ciascun caso di impl icatura: alcuni autori si sono chiesti, ad esempi o, se le massime possono essere ridotte di n u m e r o 58 o d e f i n i t e i n m o d o d i v e r s o . I l p u n t o d i p a r t e n z a della riformul azione proposta da B lutner sono i princi pi Q e I . 59
Q: c e r c a d i d a r e p i ù i n f o r m a z i o n i c h e p u o i r i s p e t t o a g l i scopi dell a comuni cazi one.
I: non d are più informazioni di quante ne servano ri spetto agli scopi della comunicazione. Second o Horn (1984) il pri ncipio Q, che corrisponde alla prima parte della massima dell a quanti tà, rappresenta la forza
che
prod uce
la
d iversifi cazi one
in
favore
dell’i nter prete. E cco un esempio di implicatura conversazionale basata sul pri ncipio Q:
58
Sp erbe r e Wils on (1986 ).
81
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
(11) Al cuni alunni non sono venuti alla lezione. N on tutti gli alunni sono venuti alla lezione. Le implicature basate su Q rendono ciò che vi ene comunicato più d efinito rispetto a ciò che viene semplicemente detto. L’ascoltatore ragi ona così: se gl i tutti gli alunni fossero venuti a lezi one il parlante, seguend o Q, l’avrebbe detto. Dunque secondo il parlante non tutti gli alunni sono venuti a l ezione. Il pri ncipio I i nvece può essere visto come la forza di uni ficazione per mi nimi zzare lo sforzo del parl ante. Second o Atlas e Levinson ( 1981) il princi pio I serve ad arri cchi re ciò che è dett o r idisegnando il campo dei possibi li stati di cose associ ati a ciò che è comunicato, rendendo i l contenuto dell a comuni cazi one più preciso di ciò che è detto. Un parlante, second o Atlas e Levinson, deve produrre la quantità mi nima suffici ente di informazione li ngui stica per ottenere i l suo fi ne, mentre un ascoltatore deve i nterpretare ciò che gli vi ene detto in mod o che si a consistente con le proprie conoscenze del mondo. In questo senso il principio I, ol tre alla second a parte dell a massima della quantità di Grice, riassume anche le massi me d ella rel azione e del mod o.
59
Atlas e Le vins on (1981 ). Ho rn (1984 ).
82
PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
(12) Gi anni ha girato l a chiave e l a porta si è aperta Gi anni ha girato prima l a chiave e poi la porta si è aperta Gi anni ha girato l a chiave e, di conseguenza, l a porta si è aperta.
3.6.2
P r a gm a t i c a L e s s i c a l e
Bl utner ri tiene che un meccani smo di implicatura sia responsabile del fatto che una rappresentazi one semantica sottospeci ficata possa assumere contestual mente un significato speci ficato. Torniamo per un istante sull a questi one della divisione del lavoro tr a semantica e pr agmatica. Ab biamo visto che alcuni aspetti che ri guardano gli enunciati sono d escrivib ili in termi ni prettamente l inguisti ci e convenzionali: questi aspetti riguardano, ad esempi o la semanti ca, la fonetica, le regole sintattiche. Oltre a questi aspetti c’è il contenuto inteso d ell’enunciato, ossia ciò che un parlante vuol e comuni care proferendo un parti colare enunciato in un determinato contesto. L’apporto della semantica, secondo il parere di Blutner, è rappresentato da una serie d i schemi rappresentazionali sottospecifi cati che, attraverso un processo di specifi cazi one, consentono di comunicare una serie di possi bili contenuti intesi.
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PO LISEMIA: TRA SEMANTICA E PRAGMATICA
L’apporto dell a pragmatica riguard a i processi di arricchimento responsabili dell a specificazione del
contenuto
inteso d elle par ole, e i vi ncol i (const raints) che determinano l’insi eme V d ei possi bili accoppi amenti f ormati d a rappresentazioni semantiche, sem(α), d i un’espressione α e contenuti intesi C. Il problema delle restrizioni consiste nella def inizione del l’insieme V . Blutner riti ene, infatti , che le conoscenze comuni sul mondo producano dei vincoli sul le possi bili coppie [sem(α),C] che si aggiungono a quel li posti dal la gr ammatica. L e implicature conversazionali che permettono di realizzare la speci ficazione delle rappresentazioni semantiche, in quanto sono dei meccani smi inferenziali basati s u l l e c o n o s c e n z e e n c i c l o pe d i c h e c o n d i v i s e t r a i pa r l a n t i . P e r questo motivo è necessario che i contenuti intesi generati con il meccani smo dell e implicature si ano consistenti con le conoscenze comuni cond ivise dai parlanti. Consider iamo l’esempio seguente per chi arire questo punto:
(13)
La scuola ha i l tetto piatto. ∃e[SCUOLA(e)∧REALIZZA(e,x)∧ISTITUZIONE(x)∧TETTO_PIATTO(x)] ∃e[SCUOLA(e)∧REALIZZA(e,x)∧TEMPO(x)∧TETTO_PIATTO(x)] ∃e[SCUOLA(e)∧REALIZZA(e,x)∧EDIFICIO(x)∧TETTO_PIATTO(x)]
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In general e, secondo l a teoria di Bl utner la rappresentazione semanti ca d ella par ola scuola potreb be esser e realizzata in diversi mod i, per esempio come istituzione (la scuol a deve promuovere la tolleranza), o come periodo di tempo ( dopo la scuola…). In particolare, nell’enunciato (13) l a parola scuola sembra riferirsi ad un singolo edificio. La specifi cazi one dei significati è un processo di arricchimento pragmatico che dipende in larga mi sura da fattori anal izzabili in ter mini di economicit à. A questo scopo B lutner i ntroduce la nozione di funzione di costo
CO ST[sem(α),C]
che esprime il
costo per correl are il signi ficato l inguisti co sem(α) con il contenuto inteso C. Il costo è un fattore inversamente proporzionale all a probabilità soggettiva di associare un contenuto C ad una data r appr esentazi one semantica sem(α): pi ù è alta la probabilità pi ù è basso il costo. La probabi lità soggettiva può essere anal izzata i n termini di sorpresa: data una r appr esentazi one semantica sem(α), i l contenuto inteso C più probabile sar à quello che desterà meno sorpresa, ossia il più adatto al contesto (defi nibi le perci ò come quello meno costoso). La sodd isfazione dei pr inci pi Q e I può essere descritta sulla base dei fattori di costo: Una coppia rappresentazione semantica – contenuto inteso [sem(α),C] sodd isfa il principi o Q (cerca di dare più infor-
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mazioni che puoi) se e solo se non esiste una coppia formata da una rappresentazione semantica diversa ma con l o stesso contenuto CO ST[sem(α
[sem(α1), C] ∈ V
inteso 1
tale
che
), C]