PRAGMATICA DEL LINGUAGGIO E PROCESSI MENTALI

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Oggetto di questo lavoro è l'analisi di una peculiare proprietà del linguaggio: la ... l'elaborazione della frase costituisca l'essenza dell'elaborazione linguistica.
PRAGMATICA DEL LINGUAGGIO E PROCESSI MENTALI I FONDAMENTI COGNITIVI DELLA COERENZA DISCORSIVA

ABSTRACT INES ADORNETTI DOTTORATO IN SCIENZE FILOSOFICHE E SOCIALI - CICLO XXV SSD: M-FIL/05

Oggetto di questo lavoro è l’analisi di una peculiare proprietà del linguaggio: la coerenza discorsiva. Oltre a mettere in luce aspetti specifici della costruzione del discorso, un’analisi di questo tipo apre la strada a considerazioni di carattere più generale sulla natura delle capacità verbali umane e sui modi migliori per indagarle. Attraverso lo studio dei dispositivi di elaborazione che governano la costruzione della coerenza discorsiva, infatti, è possibile mostrare il ruolo che la pragmatica cognitiva deve assumere nell’analisi delle specificità che caratterizzano la comunicazione umana. Per il primato assegnato dalla tradizione classica alla dimensione grammaticale e all’elaborazione delle frasi, lo studio della coerenza discorsiva è stato a lungo trascurato dalla riflessione sul linguaggio tipica della scienza cognitiva (incarnata nella “grammatica universale” di Chomsky). In forte contrasto con tale tradizione, il nostro intento in questo lavoro è focalizzare l’attenzione su un modello teorico che individui nella pragmatica del discorso alcuni dei tratti costitutivi del linguaggio umano. Nello specifico, attraverso l’analisi della coerenza discorsiva intendiamo mettere in discussione due assunti di base della tradizione classica: l’idea che la grammatica (la sintassi, nello specifico) costituisca l’essenza del linguaggio; l’idea che l’elaborazione della frase costituisca l’essenza dell’elaborazione linguistica. Il nostro obiettivo è mostrare che la coerenza è una proprietà di natura eminentemente pragmatica, non legata cioè alla sintassi, e dipendente da dispositivi di elaborazione non specifici per il linguaggio. La prova più forte a sostegno dell’idea che la coerenza sia indipendente dall’elaborazione sintattica frasale viene dalla patologia. Discutendo i risultati di numerose ricerche sulle capacità discorsive dei traumatizzati cranici (traumatic brain injury, TBI), in questo lavoro mostriamo l’esistenza in questi pazienti di una dissociazione tra i dispositivi responsabili dell’elaborazione frasale (microanalisi) e i dispositivi in atto nell’elaborazione discorsiva (macroanalisi). I traumatizzati cranici, infatti, pur essendo in grado di organizzare sintatticamente le frasi, sono incapaci di strutturare i propri discorsi seguendo un principio di coerenza. Sulla base di questi risultati avanziamo l’ipotesi che la costruzione della coerenza discorsiva sia legata alle funzioni

esecutive di pianificazione e monitoraggio dell’azione. La nostra ipotesi è che i problemi discorsivi di cui soffrono i TBI siano imputabili all’incapacità (dovuta a lesioni in specifiche zone della corteccia prefrontale) che essi hanno nel pianificare efficacemente, monitorare e portare a compimento le proprie azioni. Da questo punto di vista, la coerenza si configura come una proprietà fondamentale tanto per la concettualizzazione (e la successiva messa in atto) di azioni appropriate, quanto per l’organizzazione di discorsi coerenti. Data la stretta relazione tra l’organizzazione dell’azione e la sua realizzazione effettiva, esaltare il ruolo delle funzioni esecutive di pianificazione e monitoraggio nell’elaborazione della coerenza discorsiva è un modo per esaltare l’idea che il linguaggio sia fondato nella pragmatica dell’azione. Fondare il linguaggio nei sistemi legati al controllo delle azioni (e che elaborano una proprietà costitutiva essenziale del funzionamento del linguaggio quale la coerenza) è un modo per radicare l’avvento della facoltà linguistica umana in dispositivi cognitivi implicati nel controllo di aspetti essenziali del comportamento già presenti (a gradi diversi) negli altri animali e negli ominidi che hanno preceduto Homo sapiens nel corso della filogenesi. Un’idea di questo tipo permette, in altri termini, di dar conto dell’origine delle capacità verbali umani nel pieno rispetto dei principi darwiniani del gradualismo e del continuismo: l’unico modo a nostro avviso proficuo per dar corpo ad una concezione naturalisticamente fondata del linguaggio umano.