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Alyssa Brugman ci commuove e diverte a un tempo in questo intenso e illuminante ritratto adolescenziale, tracciato con una scrittura tesa, potente, mai banale.
Alyssa Brugman

ALEX&ALEX

Che cosa fai quando tutti dicono che sei qualcuno che invece non sei? Chi è davvero Alex? Quale identità deciderà di assumere nella vita? Alex vive dalla nascita in una condizione di “intersessualità”: manifesta una evidente androginia nel corpo, ha caratteristiche sfumate di entrambi i sessi e compresenza di organi genitali maschili e femminili. I genitori hanno sempre desiderato un maschio, e dunque fin da piccolo lo hanno sottoposto a pesanti cure ormonali, circondato di giocattoli per maschietti e iscritto a scuole per soli ragazzi. Ma Alex si è sempre sentito femmina. A 14 anni, dopo l’ennesimo episodio di bullismo, decide di fare la sua scelta: interrompe le cure ormonali, comincia a vestirsi e a truccarsi da ragazza, cambia scuola, frequenta nuove amicizie. Intraprende insomma una dolorosa e faticosa ricerca di sé e della propria verità (sessuale ed esistenziale), ma deve fare i conti con genitori che non accettano il cambiamento e sono inorriditi per la trasformazione del figlio/a: la madre alterna momenti di isteria e melodramma a tentativi agghiaccianti di riportare il ‘suo bambino’ alla normalità; il padre, apparentemente più equilibrato, vuole convincersi che sia solo una crisi passeggera, e continua a parlare di Alex come fosse un maschio. Alex è alta, snella, androgina, conturbante. Viene subito notata da una scout di moda che le procura i primi lavori come modella. Conosce anche un capace avvocato, Crockett, che la prende in simpatia e la aiuta a emanciparsi legalmente dai genitori. Alex trova dunque la propria strada e la propria indipendenza, in un finale che lascia qualche speranza nella capacità dei genitori di comprendere la figlia e accompagnarla nel suo percorso di ricerca. Alyssa Brugman ci commuove e diverte a un tempo in questo intenso e illuminante ritratto adolescenziale, tracciato con una scrittura tesa, potente, mai banale.

Alyssa Brugman Alex pp. 224, €13,50 ISBN 978-88-5920-368-1

alyssa brugman

ALEX Traduzione dall’inglese di Aurelia Martelli

Titolo originale Alex as Well Pubblicato da The Text Publishing Company, Melbourne © 2013 Alyssa Brugman © per l’immagine di copertina Getty Images e iStockphoto (grafica WH Chong) © 2013 per l’edizione italiana EDT srl, 17 via Pianezza, 10149 Torino ISBN 978-88-5920-368-1

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A volte nella vita succede qualcosa che cambia tutto, per sempre. Prendi una decisione e non puoi più tornare indietro. E non è che debba essere per forza qualcosa di trascendentale. Cinque giorni fa ho smesso di prendere le medicine. Mi sa che è stata una di quelle decisioni. Ma come posso esserne sicura? Non è che per caso se ricomincio a prenderle tutto torna come prima? No. Direi proprio di no. Sono passati cinque giorni ed eccomi qui, in un centro commerciale. Non vi dirò esattamente quale. Immaginatevi un centro commerciale qualunque, lungo e stretto, che si estende in entrambe le direzioni, compresso da un parcheggio a quattro piani. Sto gironzolando da Myer. Niente medicine in corpo. Mi fermo nel reparto cosmetici, a curiosare tra gli smalti in offerta. Alex è con me. L’altro

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Alex. Anche io sono Alex. Siamo due Alex. Lo so, molta gente non riesce a capire. A volte ci capisco poco anch’io. Al banco della Clinique una commessa pigramente appoggiata all’espositore mastica un chewing gum. «Ti va una seduta di make up?». Ci metto un po’, ma poi mi rendo conto che sì, sta parlando proprio a me. È liscissima. Capelli lisci, pelle liscia, vestiti lisci. Sembra uscita da una di quelle riviste patinate. Davvero. «Senza impegno. Non sei obbligata a comprare nulla». Da un qualche angolino dietro la maschera del suo viso, mi sorride. Vorrei essere anch’io liscia liscia come lei. Esito un po’. Soltanto cinque giorni fa mi sarei ficcata le mani in tasca e me la sarei svignata. Ma questa volta mi avvicino, lentamente, e mi sistemo sullo sgabello girevole che mi porge la ragazza. C’è uno specchio sul bancone, che però non è rivolto verso di me. Se lo guardo riesco a vedere l’uscita. Fuori c’è una scritta che scorre, al contrario: -orp id itnemirefsart – llesrac e ttekcorc .enoisseccus id ehcitarp ,itnematset ,àteirp Nel negozio c’è musica pop. Sono i Black Eyed Peas. La gente fa su e giù con la testa. I gotta feeling… «Chiudi gli occhi» mi dice la tipa Clinique. Poi si mette all’opera. Ha un buon profumo,

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dolce e cipriato come le gardenie o certe cere per pavimenti. Mi sta applicando dio-solo-sa-cosa sul viso, picchiettando dolcemente. Ho gli occhi chiusi e non riesco a immaginare dove andranno a posarsi le sue dita. Sento il suo respiro al chewing gum che mi solletica guance e collo. Mi viene la pelle d’oca. «Freddo, tesoro?» chiede. «È la prima volta che mi faccio truccare» confesso. È da tanto che volevo farlo. Ma tutte le volte che passavo tra i cosmetici mi sentivo un’intrusa. Come se ci fosse stato un cartello tipo solo ragazze vere Ma c’è dell’altro. Sono impaziente e piena di brividi. Se avessi una coda probabilmente scodinzolerei. Mi passa un pennellino sulle palpebre. Faccio il possibile per non strizzarle. «Guarda in su» ordina. Ora mi sta mettendo il mascara. «Posso aggiustarti un po’ le sopracciglia?» chiede. «Certo» dico io, senza sospettare che cosa intende realmente, ossia strapparmi via i peli uno a uno. Mi lacrimano gli occhi. Sembra quasi che stia piangendo. Ieri sera mio padre se n’è andato di casa. O almeno così pare. Subito mi sono detta che forse era

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solo uscito a farsi un giro. Soltanto che poi non è rientrato. Sapete no cosa si dice ai bambini? Stai tranquillo, non è colpa tua! Be’, in questo caso la colpa è tutta mia, al cento per cento. «Finito!» la ragazza gira lo specchio verso di me. «Tu sei bella anche al naturale, ma non vuol dire. A tutte serve un piccolo aiuto. Anche solo uniformare un po’ l’incarnato e mettere in risalto i particolari più belli. Non è il caso di strafare. Nella vita è sempre meglio se il trucco c’è ma non si vede». Non mi ha fatto un make-up pesante tipo drag queen, che è un po’ quello che mi aspettavo. Né aggressivo e dark, come lo faccio io quando mi trucco da sola. Sugli occhi ha messo un ombretto rosa brillantinato, e ho le labbra belle lucide. Le premo una contro l’altra. Sono appiccicose, e pizzicano. «È un gloss rimpolpante» mi spiega. Oh sì, eccome se rimpolpa – dice Alex. Nel riflesso c’è anche il suo di viso, un’ombra sullo sfondo. Tonight’s gonna be a good night – canticchia lui. Poi la tipa Clinique gira leggermente lo specchio. C’è un ragazzo su uno dei divanetti davanti all’uscita. Avrà una ventina d’anni. Sembra morto di noia. Probabilmente sta aspettando la fidanzata. Ha lo sguardo tenebroso e i capelli arruffati ad

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arte, come quel tizio che fa il vampiro nei film. La tipa Clinique mi sorride e si passa la lingua sulle labbra. «Mmm… bel bocconcino» dice. «Già» le rispondo con un sorriso, fingendo di apprezzare anche io il tipo. Alex alza gli occhi al cielo. «Perché non ti fai qualcosa ai capelli? Qualcosa di più… femminile? E poi potresti vestirti più aderente. Cioè, non è che voglio dirti cosa devi fare o che… È solo che forse non ti rendi conto di quanto sei carina». La tipa Clinique espone sul bancone i vari prodotti che ha usato, e io mi compro il gloss, la cipria minerale e l’ombretto rosa coi brillantini. È roba piuttosto cara, ma i miei genitori sono sempre stati generosi con la paghetta. «Hai davvero un gran bel viso, sai? E due zigomi fantastici, belli sporgenti» mi dice mentre mi allunga lo scontrino. Già, soprattutto ho un gran bel coso sporgente qua sotto – dice Alex. Sbuffo. Non si può certo dire che il coso sia grande. Giusto Alex? È solo una robetta minuscola, uno spaghettino piccino-picciò. Giusto, sfigato che non sei altro? «Credi in te stessa. Perché tu vali» mi dice la tipa Clinique mentre mi allontano. «Sicuro» rispondo. «Grazie mille».

Scommetto che lo dice a tutti. Nel bagno delle donne mi sistemo la frangia in una treccia laterale, come si usa adesso. Mi tiro indietro il cappuccio ed eccomi qui: una bella ragazzina. Rimango a fissare la mia nuova faccia. Mi piace. È la mia faccia. Ci voleva, dopo tutto quel tempo passato a guardare la faccia di quello lì, la faccia di Alex. Non l’avevo mai fatto prima. Anche se l’ho sempre desiderato, sin da quando riesco a ricordare. La porta si apre e per un attimo il cuore mi batte all’impazzata. TUM TUM TUM. Ma la donna che entra va dritta in una delle toilette dietro di me, senza neanche degnarmi di uno sguardo. Tutto bene? Chiedo ad Alex. Lui fa spallucce. Vuoi andare a cercarti qualcosa di aderente? Andiamo nel reparto abbigliamento donne. Parte un’altra canzone. Stavolta è Miley. Nodding my head like yeah Mi faccio strada tra i vestiti ancheggiando leggermente. Dondolo la coda. Oziosa. Accarezzo gli abiti. Faccio scivolare le grucce di plastica sulle barre appendiabiti in metallo, ubriacandomi di quello stridìo. Sa di shopping. Scelgo una camicetta con nastrini allacciati sul davanti, un prendisole, una T-shirt carinissima con scollo a V e un’applicazione a farfalla, una gonna decisamente corta, e vado nei camerini.

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M’infilo la gonna e muovo i fianchi facendola roteare davanti allo specchio. È ampia e corta, se giro velocemente Alex riesce a vedermi le mutande. Poi provo il prendisole, ma non ho niente con cui riempirlo. Allora mi metto la camicetta, allento i nastri e la arriccio un po’ sul petto come a suggerire che potrebbe esserci un seno, lì sotto. And I know I’m going to be ok Poi guardo Alex e subito capisco cosa sta per fare. Non provarci neanche – gli dico, ma lui si è già infilato la mano nelle mutande. Sta lì a osservarmi mentre faccio la bambolina allo specchio. Ha lo sguardo puntato là dove si allude al seno. Se lo immagina enorme. Ora invece sta fissando le palpebre rosa coi brillantini. Ma è il gloss che lo fa impazzire. Lo detesto quando fa così. Mi fa schifo. Queste sono robe da maschi. Smettila di ansimare così – gli dico. Sta zitta – mi dice lui. Ti sembra il momento di fare certe cose? Stamattina ho saputo che mio padre se n’è andato di casa – gli dico. Lui mi guarda e vede una strafiga, una bella signorina liscia liscia stile Clinique. Io lo guardo e vedo uno scimpanzé che armeggia col suo ridicolo spaghettino. Ora si è fatto tutto rosso in viso. Taci e fammi

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finire – mi dice. Allora faccio un po’ il broncio con le labbra umide di gloss, così almeno finisce in fretta e ce ne possiamo andare via, prima che quel suo odore schifoso mi faccia venire il vomito.

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www.esseremamma.com E poi ieri sera a cena Alex se ne esce fuori dicendo sono una ragazza. Così. Tre parole. E mio marito mi fa una scenata. E io non la smettevo di piangere. Poi fa la valigia e se ne va. È andato a stare da suo fratello. Sto ancora piangendo adesso. Non ce la faccio. Non ce la faccio a gestire tutto quanto. Guardo Alex, e non riesco a volergli bene. Se solo avessimo un figlio normale… Staremmo tutti meglio. Vorrei un Natale in cui non devo girare per negozi in cerca di giochi unisex, che tra l’altro sono praticamente impossibili da trovare. In cui non devo stare a spiargli la faccia mentre scarta i regali, sperando di cogliere un qualcosa che mi dica che i suoi ormoni sono a posto. Così non è Natale. È un inferno. Sono arrabbiatissima e ce l’ho con Alex e non so come fare ad andare oltre la rabbia. Lo so, sono una pessima madre. Ma non è giusto. Non è giusto che mio marito se ne sia andato via. Che si sia preso una pausa da tutto questo. Io non ce la faccio più. Sono allo stremo. Anche io ho bisogno di una pausa. Anche io voglio staccare da tutto. Heather

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COMMENTI: Che cosa fai quando tutti dicono che sei qualcuno che invece non sei? Chi è davvero Alex? Quale identità deciderà di assumere nella vita? Cheryl ha scritto:

Alex vive dallaTieni nascita in Prego una condizione “intersessualità”: manifesta duro. per te ognidigiorno. una evidente androginia nel corpo, ha caratteristiche sfumate di entrambi i sessi e compresenza di organi genitali maschili e femminili. I genitori hanno sempre Tammy desideratohaunscritto: maschio, e dunque fin da piccolo lo hanno sottoposto a pesanti cure ormonali, circondato Sei fortunata ad avere tuo figlio.di Ilgiocattoli tribunaleper mi maschietti ha imposto un e iscritto a scuole per soli ragazzi. accordo con il mio ex che secondo me è molto ingiusto. Adesso ho

il diritto di visita, ma non mi basta. Dovresti essere felice di avere

Ma Alex si è sempre sentito femmina. A 14 anni, dopo l’ennesimo episodio figlio sempre di bullismo,tuodecide di fare lacon suate.scelta: interrompe le cure ormonali, comincia a vestirsi e a truccarsi da ragazza, cambia scuola, frequenta nuove amicizie. Intraprende una dolorosa e faticosa ricerca di sé e della Susie insomma ha scritto: propria verità (sessuale ed esistenziale), ma deve fare i conti con genitori Ti consiglio di tenere certi brutti pensieri per te. Evita di parlarne che non accettano il cambiamento e sono inorriditi per la trasformazione la gente. Lo so che è dura tenersi tutto dentro.aMa se ti tolgodel figlio/a: con la madre alterna momenti di isteria e melodramma tentativi no di l’affidamento, riaverlo. Dovrai trasformarti agghiaccianti riportare ilsarà ‘suodifficilissimo bambino’ alla normalità; il padre, in apparentemente più equilibrato, vuole convincersi che sia solo una crisi Mamma-Super-Perfetta. E magari non basterà neanche. passeggera, e continua a parlare di Alex come fosse un maschio.

Jess androgina, ha scritto:conturbante. Viene subito notata da una Alex è alta, snella, mio le parere l’odioi primi è un sentimento chemodella. fa parteConosce del processo scout di modaA che procura lavori come anche un capace avvocato, Crockett, che la prende in simpatia e la a di guarigione. Più avanti, nel tuo percorso, ti consiglioaiuta di mettere emanciparsiquesta legalmente dai genitori. trova tua emozione nelleAlex mani del dunque Signore.la propria strada e la propria indipendenza, in un finale che lascia qualche speranza nella capacità dei genitori di comprendere la figlia e accompagnarla nel suo Dee Dee ha scritto: percorso di ricerca. Ti sono tanto vicina. I miei gemelli sono nati col cesareo e ho

Alyssa Brugman commuove e diverte a un etempo questovederli intenso avuto ci diverse trasfusioni di sangue non hoinpotuto per un e illuminante ritratto adolescenziale, tracciato con una scrittura tesa, giorno intero dopo il parto. Con loro non sento di avere lo stesso potente, mai banale.

legame che ho con gli altri miei figli…

Alyssa Brugman Alex pp. 224, €13,50 ISBN 978-88-5920-368-1

Alyssa Brugman è una giovane scrittrice australiana. Al suo attivo ha già diversi libri per ragazzi; ha vinto un CBCA Honour Book (Children’s Book Council of Australia) ed è risultata finalista al Printz Award (il premio della American Library Association conferito ogni anno al miglior libro per adolescenti). Vive nel New South Wales con il compagno e i figli.

Dalla stampa australiana: Un intelligente, avvincente, appassionato ritratto di una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo. Quello che colpisce subito è la forza della voce di Alex. Mettersi nei panni di un’adolescente che sta vivendo questo contrasto è un’impresa non da poco, ma Alyssa Brugman riesce nell’impossibile, partendo da un’esigenza di cambiamento individuale per ricordarci quanto sia necessario saper guardare il mondo con mente aperta. Uno dei libri più belli e signifi cativi che ci sia capitato di leggere.  Alpha Reader Un bellissimo romanzo, che non può lasciare indiff erenti. Brugman aff ronta un tema controverso e delicato con garbo e umorismo, la sua Alex ha una voce potente in grado di indicare ai giovani lettori nuove prospettive. Un libro dalla scrittura lieve, semplice ed evocativa a un tempo.  Courier Mail, Brisbane Spietatamente onesto, a volte allegro altre triste, divertente, arguto e avvincente: un libro che non dimenticherete facilmente.  Weekend Press, Christchurch Alyssa Brugman ci regala il ritratto intenso, autentico, potente di un’adolescente e delle sue emozioni.  Kids Book